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Autore: _A dreamer_    06/10/2014    1 recensioni
Uno spezzone di una vicenda molto più grande, di una vita intera, durante la quale solo arrivati ad un certo punto si è riusciti a capire come ricominciare, come ottenere ciò di cui si aveva un disperato bisogno.
Perchè non ti godi nulla quando non hai nessuno con cui condividere, con cui condividerti.
***
È una missing moment, vi avverto.
Vi prego di non soffermarvi sulla trama, ma su ciò che queste poche parole vogliono trasmettervi.
Buona lettura. xx
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non sei più sola.



 
“«Brutto veder piangere quella che ti ha sempre consolato quando stavi male, vero?»
A quelle parole, per la prima volta in vita sua, rimase zitto. Lui era lì, era andato lì per chiederle cosa avesse, l'aveva fatto per ricambiare, glielo doveva. Lei invece si stava preoccupando di quello che poteva pensare nel vederla in quelle condizioni; stava mettendo nuovamente gli altri prima di se stessa, ma nonostante tutto sorrise, un sorriso amaro, pieno di rammarico.
«Non preoccuparti, so che fa strano. È per questo che non crollo mai davanti agli altri, te l'ho detto sin dall'inizio; io sono quella che c'è sempre, per quello che può. La roccia non può consumarsi, giusto? Dove si siederebbe poi il viandante stanco?»
«E la tua di roccia dov'è?»
Fu l'unica cosa intelligente che volle uscire dalle sue labbra, forse aveva appena toccato il tasto più dolente, quello che doveva rimanere intatto, ma non gli importava, lui voleva sapere.
Lei lo guardò, questa volta con più intensità, quel sorrisetto falso le sparì dalle labbra in un attimo, James in quel momento aveva l'assurdo presentimento che stesse per dirgli qualcosa che non era mai uscito dalle sue bellissime labbra rosee prima di allora.
«A dire il vero non ne ho mai avuta una, i miei erano più dei sassolini, e i sassolini se li porta via il vento.» Rise di nuovo, quella ragazza era assurda.
«Però sei andata avanti comunque, se tu sei arrivata fino a qui possono farcela anche tutti gli altri, magari senza il tuo sostegno.»
«No, per me è diverso. Io non sto bene, Jamie.»
A quelle parole si allarmò, ed era inutile, per quanto si sforzasse di tenerle testa lei trovava sempre un modo per sorprenderlo.
«Perchè, cos'hai?»
Era forse pazza? No, distrutta. Questo era l'aggettivo adatto da attribuirle. Solo dopo averglielo chiesto se ne rese conto e a poco a poco ne prendeva atto sempre di più.
«Cosa non ho, casomai.»
«Cos'è che ti manca, allora?»
Capovolse la domanda, la voglia di scoprire cos'è che l'affliggeva saliva vertiginosamente.
Sam lo guardò di nuovo, un'ennesima fitta al cuore per entrambi i ragazzi; lui sprizzante di curiosità, lei di malinconia.
«Qualcuno come te» gli disse semplicemente.
«Come me?» L'espressione del giovane sembrava essere sempre più confusa, era quasi esilarante.
«Già, come te. Perchè insisti, Jamie?»
Quel suo modo di pronunciare il suo soprannome lo affascinava, aveva una voce così calda, così amabile; era sicuro che sapesse anche cantare e le sue orecchie non desideravano altro che sentire quella tonalità intrecciarsi in una melodia ben definita.
«Insisto a far cosa?»
«A voler sapere» rispose prontamente lei, quasi con un pizzico di curiosità che le aleggiava negli occhi, come se lei stessa non credesse che lui lo stesse facendo davvero.
«Sinceramente non lo so. Sai che ci tengo a conoscerti meglio e, beh, ora è come se tu me ne stessi dando la possibilità.»
«Si, è vero, perchè ormai mi fido di te.»
Al sentir pronunciare quelle parole il cuore gli tremò, ma sul serio. Gli aveva già spiegato in precedenza quanto per lei un “mi fido di te” fosse più importante di un “ti amo”: “La fiducia è la base di qualsiasi rapporto, anche del più semplice, come quello tra genitore e figlio che, a detta di molti, dovrebbe essere spontaneo, quasi naturale. Non è così, con gli anni ho imparato che tutto si crea come si distrugge. E se non c'è fiducia non può esserci niente, nemmeno l'amore.”
E no, nessuno gli avrebbe mai potuto far dimenticare la profondità di quelle frasi.
«Davvero?»
Questa fu l'unica parola in grado di spiccicare.
«Andiamo Lestwik, sei davvero così sorpreso? Ho quasi vent'anni. Chi altri prima d'ora si era minimamente preoccupato di frantumare in mille pezzi tutti i muri che mi sono innalzata attorno in questi anni? Ti assicuro che non è un compito facile, tu sei il primo che si spreca a provarci, e se vogliamo dirla tutta anche il primo che ci riesce, devo dartene atto.»
E li capì diverse cose, a partire da ciò che lei cercava, da ciò che le era mancato o stato tolto in passato, capì anche di aver a che fare con una donna molto più intelligente di lui e, come gli diceva sempre suo padre, era una di quelle che doveva andarsi a cercare; ma la cosa più importante che capì fu che da quel preciso istante a lui toccava la responsabilità di farla risorgere del tutto, sì, esatto, se la stava prendendo. Lui non l'avrebbe abbandonata come avevano fatto tutti gli altri, lui voleva esserci come lei c'era stata per lui quel maledetto giorno; ma voleva anche rimanere, per sempre, perchè, dannazione, quella ormai era la donna della sua vita. Adesso ne era più convinto che mai. Si era perdutamente innamorato di lei e, fosse l'ultima cosa che avrebbe fatto, l'avrebbe protetta anche a costo della sua stessa vita, anche da se stessa, il suo nemico più grande. Era una promessa, quella che si fece in quel freddo pomeriggio di dicembre, in quel comunissimo parco al centro di Londra, davanti alla donna dal sorriso più triste ma allo stesso tempo più bello che avesse mai visto fino ad allora. Lui l'avrebbe curato, lo avrebbe fatto tornare quello radioso di una volta, di questo poteva esserne certa, non avrebbe più permesso che rimanesse da sola a combattere i suoi demoni e a lei bastò un solo sguardo per capirlo, perchè, si, sapevano leggersi negli occhi, loro.”




 
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Buon pomeriggio a tutti, miei cari lettori e non.
So che non mi faccio viva da tempo, ma avevo pronta questa OS da oltre un anno e oggi, rileggendola, ho sentito il bisogno di pubblicarla. Non è nulla di che, ne sono consapevole, è una semplice missing moment nata da un momento di pura ispirazione su una storia che non ho mai scritto, ma basata su una trama che mi rappresenta molto, se non del tutto.
Detto questo, invito chi già mi segue a non odiarmi per non aver più aggiornato le mie altre due storie: ho avuto diversi problemi oltre che, ovviamente, essere stata bloccata dall'inizio della scuola come tutti. Quest'anno poi faccio il terzo, proprio il massimo della facilità.
Non voglio dilungarmi oltre, sappiate solo che appena sarò libera da impegni tornerò.
Adieu, e grazie a tutti per l'attenzione.

Un abbraccio, che serve a tutti.
Angy xx


 
  
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