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Autore: Stray cat Eyes     10/10/2008    5 recensioni
[Letter Bee - Tegami Bachi]
Ma.. lo sai, Gauche?
Starmene qui, seduto e cucchiaio alla mano, mentre sorseggio con grande temerarietà la cara vecchia zuppa ultraschifosa, mi fa sentire molto più vicino a te che non usare la tua stanza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Mi pare ovvio che l’opera a cui mi ispiro non sia mia, bensì appartenga a Hiroyuki Asada, qualcuno che comincio seriamente ad amare. *__*
Avvertimenti et similia: Mi sembra giusto informarvi che, oltre a non poter rivendicare diritti sul Letter Bee e i suoi personaggi, ho anche la cattiva abitudine di usare due punti di sospensione, piuttosto che tre - come da regola. Dunque, nel caso voleste segnalarmi quest’errore, sappiate che lo faccio di proposito. (Sono stupida, neh? ^^’)
Altresì, la voce verbale “è” in forma maiuscola è qui riportata come una “E” seguita dall’apostrofo, il che è erroneo (e me ne rendo perfettamente conto), ma se lo faccio è perché non sono mai stata capace di inserire la “è” maiuscola, anche perché nei simboli del Word non riesco mai a trovarla. (Sono proprio stupida, neh? =_=’)
Ultimo, minuscolo avvertimento è il seguente: ho utilizzato la prima traslitterazione dei vari nomi che è stata presentata qui in Italia, un po’ perché mi trovo meglio, un po’ perché ormai ho già identificato Gauche con il nome Gauche - appunto XD - e mi riesce difficile immaginarlo con una parola come Goos. Ma questo era solo per fare un esempio.

In ogni caso, credo che l’introspezione possa risultare abbastanza comprensibile anche a chi non conoscesse la trama - anche se in quel caso seguire il filo del discorso sarebbe un pochino difficile.. ma solo un po’.
Per il resto, non ho altro da aggiungere.
Se non che, ehi, sono la prima a scrivere su questo manga!






That Super-gross Soup of Yours





- Lag, la colazione è pronta!

Il flebile cigolio delle ruote della sua sedia che percorrono il corridoio.
Il pavimento che gracchia sotto i passi veloci di Niche, che corre via con lo spazzolino in bocca per sfuggire alle grinfie di Sylvette, e Steak che zampetta al loro seguito.

Apro gli occhi. La prima cosa che vedo è la tua stanza.

E’ strano, Gauche.
Essere qui, circondato dalle tue cose; vivere nella tua casa, dormire nel tuo letto, ascoltare la voce di tua sorella e lasciarmi accudire da lei.
Essere al tuo posto e cercarti, rincorrendoti alla cieca.
E’ così strano, Gauche.

E sul soffitto c’è una crepa.

- Lag, sbrigati o farai tardi!

Inutile aspettare ancora; mi alzo per andare a lavarmi, poi infilo rapidamente i pantaloni della divisa e arrivo in cucina ancora allacciando i bottoni della camicia.
Mi siedo al tavolo, osservando Sylvette che rimesta, di spalle.

Ti somiglia, in qualche modo.
Ha la tua determinazione, oltre al tuo viso - anche se, svanendo nel nulla, l’hai lasciata nell’incertezza.
Ma è forte, Sylvette.
Si fida di me quasi quanto si fidasse di te, il che mi rende almeno un po’ felice.
E spero che per lei sia lo stesso.

Spero così tanto di ottenere un suo sorriso, con la mia presenza, che a volte dimentico di non essere suo fratello.

Sospiro, aspettando il momento della verità, e intanto supplico Niche di indossare quel nuovo paio di mutande - da uomo, lo ammetto - che sono riuscito a comprare con la paga.
Tanto è inutile cercare di convincerla a metterne di femminili.

- Dingo Niche, devi dire!

.. Almeno quanto è inutile tentare di farle capire che sì, la considero la mia Dingo, ma anche una mia amica.

- Ecco qui!

Sorridente, Sylvette mi presenta la colazione in tutto il suo delizioso aspetto.

Aiuto.

Adesso dovrò farmi coraggio e dirle che..

- E’.. o-ottima, Sylvette!..

Come non detto.
Non sono riuscito a dirle che ha un sapore orrendo e che mandarne giù anche una sola cucchiaiata è una cosa atroce, da tortura. Quasi quasi preferirei essere là fuori, nel bel mezzo di una consegna, intento ad affrontare un Gaichu, avvolto dal gelo e dal buio che questo Sole artificiale non riesce a schiarire del tutto.

Eppure non ci riesco.
Ogni mattina mi alzo, mi siedo a tavola, aspetto di poterla ringraziare per la colazione e poi mi costringo a deglutire. Anche se tutte le volte vorrei chiederle di smetterla di cucinare questa.. no, non posso definirla porcheria. Sentirei di offendere Sylvette in prima persona, visto che è l’autrice della ricetta originale e che fa tanto per me, ospitandomi addirittura in casa sua.

Ma.. lo sai, Gauche?
Starmene qui, seduto e cucchiaio alla mano, mentre sorseggio con grande temerarietà la cara vecchia zuppa ultraschifosa, mi fa sentire molto più vicino a te che non usare la tua stanza o la tua arma.
Certo, in ambo i casi per me è un privilegio, eppure sento che è qui che risiede il mio ricordo di te. Qui, in queste piccole cose.
Nell’affetto della tua sorellina, nella luce lontana che si vede da casa vostra, a Yodaka, nella custodia un po’ consunta della tua pistola, e sì, anche nella zuppa ultraschifosa.

Sorbirla lentamente, a piccole ma rapide gocce quasi per evitare di mandarla giù - senza rendermi conto che così il supplizio durerà di più - è quasi come tornare a quando avevo sette anni e viaggiavo come lettera al fianco tuo e di Loda, e me ne stavo accucciato sulla nuda pietra accanto a voi, magari davanti al fuoco, sputacchiando qui e là perché quella roba era immangiabile.

Però a te piaceva. Ti piaceva tanto.
E’ praticamente la prima cosa che mi hai detto.
E può sembrare paradossale, ma forse.. forse inizio a capire perché ne apprezzavi il sapore tanto da non riuscire a rinunciare a farne una scorta, prima di partire.

Perché questo saporaccio che è peggio di un repellente, infondo, sa di casa.
Di una casa un po’ dismessa all’interno, e vuota quasi del tutto; ma una casa in cui si respira affetto, stanze che sono in grado di restituirti ricordi che probabilmente la tua mente ha accantonato in anfratti bui e polverosi, un luogo in cui sai di poter tornare e aspettarti di vedere lei che no, non può correrti incontro, ma ti accoglierà a braccia aperte e lacrime di gioia e sollievo, come tu fossi il più prezioso dei tesori.

E’ strano - anche questo, sì - è strano dirlo o pensarlo, ma comincio a sentirmi anch’io come te. Sento di voler proteggere Sylvette, e se le ho promesso che tornerò in questa casa sempre e comunque non è stato solo per evitare il suo pianto, ma perché ci credo e mi impegnerò per farlo davvero.
Ecco, Gauche, mi impegno a non lasciarla sola.

Anche se mi prepara una colazione che crede apprezzata, ma che in realtà mi fa venire il mal di stomaco e mi intristisce la giornata.

Ma tu sai, lo sappiamo tutti, che non basterà.
Forse, in parte, lei si è arresa e non spera più di poterti riabbracciare: ma sei solo ed unicamente tu a poter rendere il suo sorriso vero. Un sorriso.. di quelli che non lascia da parte il resto del viso, piegando solo le labbra, ma che coinvolge anche gli occhi e il cuore.
Ci servi qui, Gauche. Abbiamo bisogno di te, di rivederti, di avere delle risposte.

- Grazie mille, Sylvette. Tornerò il prima possibile, promesso.

Lei annuisce, e con un po’ di coraggio mi sorride.

- Sì! E quando sarai a casa, per festeggiare te la preparerò di nuovo!

Abbasso gli occhi verso il piatto, che ho letteralmente ripulito - anche se di malavoglia - per non darle dispiacere.
Comincio a chiedermi se anche tu lo facessi solo per questo, sai.

Il punto è che alla fine ti ci sei abituato sul serio, Gauche Suede.
Mi viene quasi da ridere, se ripenso alla tua faccia quando aprivi una di quelle scatolette.

Poi penso che, chissà, quello sarà un po’ anche il mio destino.
Forse imparerò a mandare giù i disastri culinari di Sylvette senza che il mio stomaco protesti così visibilmente, e intanto cercherò il modo di non odiarla, quando mi presenterà un piatto stracolmo della sua zuppa speciale, tutta per me.

Ma sai.. nonostante tutto, ogni volta non posso far altro che ringraziare le sue mani gentili, che mi accudiscono come quelle di una madre, di una sorella.
I suoi sforzi sono probabilmente più grandi dei miei, perché ci vuole un grande coraggio per sperare, pur sapendo che il rischio della più cocente delusione è assai alto.
Io l’ammiro, per questo.

Come ammiro ancora te, che sei chissà dove e penserai a chissà cosa.

Io, sì.. Mi prenderò anch'io cura di lei, così come lei fa con me.
Mi prenderò cura di lei in attesa di riportarti a casa, in attesa di cederti il posto che ti spetta nella tua famiglia.

Ti troverò, Gauche.
Ad ogni costo. Forse rischierò la vita, ma ne varrà la pena.
E poi manterrò la mia promessa: tornerò a casa, con te.
Letter Bee perduto, sarai la mia lettera. Io riconsegnerò il tuo cuore a Sylvette, vedrai.
E allora dovrai dirmi che sono bravo almeno quanto te, e che non sono più un bambino piagnucolone.

E dovrai offrirmi qualcosa di diverso da questa robaccia!






***

Una cosa che ho dimenticato di precisare: ho inserito la fanfiction in questa sezione perché ero indecisa tra il fantasy e lo shounen, visto che credo si adattino entrambi bene al manga trattato (lo shounen di sicuro XD - shounen, da non confondere con shounen-ai). Alla fine ho optato per la seconda, da quel che potete vedere. XD

Grazie mille per aver letto! ^^

Sayounara!

  
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