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Autore: JackBarakitty    07/10/2014    0 recensioni
"Sei tu il mio ricordo della domenica."
{Lashton}
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luke hemmings + Ashton Irwin} Remembering Sunday Ashton si inginocchia lentamente davanti a Luke, gli occhi stanchi, le mani che tremano gelide e i capelli che spuntano a ciuffi da sotto la berretta nera. Il vento pungente di ottobre gli muove leggermente l'orlo della felpa. Domenica. La domenica del ricordo. Quella che vorrebbe non arrivasse mai. E invece eccola. È fredda e fa male, come il momento che vuole ricordare. Quel momento che viene prontamente affogato nell'alcol ogni mercoledì. "Ehy Luke." Soffia in un sussurro quasi intuibile, gli occhi puntati sull'erba schiacciata dalle due ginocchia. È inquietante come una risposta non arrivi. Come il silenzio non venga spezzato dalla voce profonda di Luke. È inquinante come Ashton non veda un sorriso puntellato da un piercing quando alza la testa. Si morde un labbro, prendendo un profondo respiro, cercando fra una massa incoerente di pensieri le parole che vorrebbe pronunciare. La gola brucia, come se la vodka ci scorresse contro. "Ti ricordi del mercoledì della musica?" Chiede, gli occhi ambra che sembrano ripercorrere un film. Non aspetta una risposta, lasciando che un altra domanda gli fuoriesca dalle labbra secche e screpolate. "Ti ricordi di quando abbiamo scoperto gli All Time Low?" Scuote la testa, il cuore che batte silenziosamente nel petto. "La nostra canzone preferita è sempre stata "Remembering Sunday", fin dalla prima volta che l'abbiamo ascoltata." Si ferma un secondo, il ricordo di Luke che rideva saltando per la stanza che gli si intrufola prepotentemente nella mente. "Ci siamo sempre chiesti se un giorno avremo dovuto ricordare qualcosa di particolare proprio di domenica. Ci sembrava così divertente il solo pensiero che scoppiavamo a ridere come due deficienti." Stringe le dita della mano destra in un pugno, lasciando che quelle della mano sinistra vengano seppellite tra i ricci disordinati. "E ora eccomi qua. A ricordare qualcosa di domenica. E sai cosa? Non è divertente. Eravamo due cretini quando scherzavamo su questa cosa. Non ho nulla che possiamo ricordare insieme. Non ho nulla perché tu sei un ricordo. Sei tu il mio ricordo della domenica. E non saprei se definirti bello o brutto." Ashton si ferma, pesando le parole che ha appena pronunciato, mettendosi a sedere con le gambe incrociate. "Sai che non credo in nessun Dio, né tantomeno nel paradiso. Vorrei farti una domanda però: perché proprio tu? Ti sembrerò un egoista, ma perchè? Tra sette miliardi di persone proprio tu. Tra sette miliardi di potenziali criminali, assassini, stronzi, proprio tu. Tu che non avevi fatto nulla di sbagliato." Prende un profondo respiro, cercando di calmare la rabbia che lo sta divorando. "La prima volta che ti ho baciato ho pensato che fosse tutto uno stupido sogno. Non per recitare la solita frase cliché del cazzo ma non mi sembrava reale. Tu che non credevi nell'amore, che pensavi le farfalle nello stomaco fossero solo una stupida storiella per fare eccitare le tredicenni. Ma infondo nemmeno tu potevi negare di non sentire nulla quando ci abbracciavamo, sarebbe stata una bugia. Non volevi ti chiamassi amore ma come altro potevo definirti?" Ashton si gira fra le dita un filo d'erba, lasciando che le parole scivolino fuori, senza filtri. "L'ultimo giorno che ho potuto vederti di persona pioveva, lo ricordo perfettamente. Ti avevo urlato che ti odiavo perchè non ti decidevi a dirmi il fatidico ti amo. E tu ovviamente non mi avevi risposto, eri scappato fuori di casa sussurrando qualche insulto. Non sei mai più tornato." Dicono che gli occhi riflettano lo stato d'animo di una persona in base al loro colore. In quel momento gli occhi di Ashton erano più cupi del solito, si specchiavano nel cielo plumbeo e carico di pioggia. "Sai qual'è la la cosa che mi fa incazzare più di tutte? Che nonostante tutto io avevo le idee ben chiare. Volevo sposarti cazzo. Volevo poterti avere per me per tutta la vita." Il ragazzo distoglie lo sguardo dalle sue mani, cercando lentamente nelle tasche qualcosa. "Avrei voluto dartelo. Avrei voluto darti tante cose Luke. Tutto. Ma non ce l'ho fatta. Sono arrivato quando ormai lo show era finito. Ma infondo tu dicevi che non è mai troppo tardi. Quindi ecco a te, so che avresti risposto di si. " Conclude, una lacrima che gli scorre lentamente su una guancia velata di barba, cadendogli sulle cosce. Appoggia un piccolo anello di metallo argenteo sul marmo freddo, le mani che tremano. Si allunga in avanti e bacia la foto di un Luke sorridente che si staglia sulla lapide, un singhiozzo che gli muore in gola. "Ti amo" Sussurra, per poi alzarsi, scrollarsi di dosso l'erba che aveva strappato e avviarsi verso il grande cancello di bronzo scuro. Tornerà ogni domenica, come ha fatto da quattro anni, la voce tremante e il solito ti amo sussurrato al vento.
  
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