Eccomi qui ^^!
Ritorno perché… oggi è un anno che sono su EFP XD!
Un anno fa giungeva una disgrazia su questo sito XD! Ed eccomi dunque a
‘festeggiare’ con questo obbrobrio il mio primo anno su questo sito ^^!
La fic è penosa, spero comunque in qualche misero commento anche per
farmi
sapere che, dopo un anno, posso benissimo ritirarmi XD! Ci si sente a
fine shot
XD! Commentate!
Dedicata
a
tutti coloro che mi hanno seguito e sostenuta fino a questo momento ^^!
Per un
istante i suoi occhi si posarono sulla mensola del camino, sorrise.
Quanto tempo
era trascorso?
Un anno, forse…
Un
anno che
era valso la scoperta di un vita.
“Sei pronto?”
La voce calda del suo compagno gli giunse all’orecchio con un nota che
mai
avrebbe assunto in presenza di altri.
“Dobbiamo
andare di già?” Chiese, stiracchiandosi.
“Sì! Ci
stanno aspettando! Avanti!” Lo rimbeccò il giovane, prendendolo per
mano e trascinandolo
all’esterno della meravigliosa villa.
Si lasciò trasportare…
“Direi di sì,
visto che l’unica donna con cui abbia
mai fatto l’amore è la musica.”
“Le sue
canzoni sono allora dedicate ad… un uomo?!”
“Sono dedicate
alla persona che amo…”
Un’altra mano
alzata, un sorriso gentile ed altri
quesiti.
Amiamo perché
è il
respiro di cui ogni uomo ha bisogno.”
Amiamo perché
veniamo
assuefatti dalle passioni.”
Amiamo finché
la vita
ce lo concede.”
Amiamo finché
il sole
non muore.”
Amiamo finché
la luna
veglia sui lumi notturni.”
Amo perché ne
ho
bisogno.”
Amo perché ho
bisogno
di te.”
“Che cosa
intende?”
“Una anno fa
ero solo un cadavere che si trascinava
per le strade.”
“Non capisco…”
“Stavo
morendo, me ne rendevo conto: non avevo mai concluso nulla
d’importante… e non me ne
importava.”
Il ragazzo al
volante guardava in avanti sulla sua
strada, senza proferire parola.
“…”
“Allora..?!”
Si spazientì il giovane dai capelli rossi, incrociando le braccia al
petto.
“La tua
verginità.” Rispose, infine, con semplicità il compagno, prima che
sulle sue
labbra si disegnasse un mezzo sorriso.
“Stupido.”
Fece
esasperato l’altro, scuotendo il capo.
Pensa solo a noi.
A me e a te…
Ad un nostro abbraccio,
ad nostro un bacio,
ad un tocco sempre più
profondo,
ai nostri corpi ed ai
nostri gemiti…
Alla nostra passione ed
al nostro unico e silenzioso amore.”
Il volto
sorridente di Boris Hustnezov apparve dal sottobosco.
“Boris!” Il
ragazzo dai capelli ramati lo strinse in un abbraccio, felice.
“Cosa vi ha
trattenuto?” Chiese Hustnezov malizioso, rivolto al giovane dalle gote
tatuate
che osservava la scena.
L’interpellato
lo fissò a lungo.
“Questioni di
coppia.” Rispose, poi, noncurante,
afferrando
per la vita il rosso ancora di fianco all’amico e trascinandolo verso
la vicina
radura, sotto le risatine di Boris.
Calò il
silenzio.
chiudi gli
occhi e
riposa.
Riposa
nonostante sia
ancora troppo presto.
Riposa
nonostante non
sia ancora calata l’oscurità.
E donamelo,
tesoro,
donami
quell’ultimo
respiro
Quando
saprai, amor
mio, di star dicendo addio…”
Si levarono
delle risate divertite.
“Ho poi
incontrato la persona giusta al momento
giusto.”
“Che genere di
momento?”
Era stata
posta con malizia quella domanda o si stava sbagliando..?
“Uno
di quei momenti in cui l’uomo diviene bestia.”
Espressioni sorprese lo pregavano di continuare.
“Non voglio dilungarmi su quanto accadde, su ciò che
stavo per fare…”
“Ma lei ha detto di non essere mai stato con una
donna!”
Una giornalista dagli occhiali squadrati, gli occhi
luminosi, un vestito scuro e gessato e le unghie smaltate
impeccabilmente fu l’artefice
di quell’intervento.
“Non era una donna, infatti.” Rispose l’altro cordiale.
“Un anno fa
conoscevi queste persone con cui stanotte hai riso.” Bisbigliò il
ragazzo dai
brillanti occhi azzurri, poggiando il capo sulla spalla del giovane
dalle iridi
rubino.
Kei Hiwatari
gli baciò una tempia.
“Solo grazie
a te.” Sussurrò il tatuato.
Yurij
socchiuse gli occhi in un’espressione serena e felice.
“L’eroina era in circolo da un po’e, Dio,
che sensazioni…” Chiuse gli occhi, rievocando
le immagini.
“Era uno squallido locale, frequentato da mafiosi di
ogni specie; uno di quelli con stanze annesse dove richiedere una
puttanella da
sverginare e da usare per una notte non era un problema.”
I giornalisti seguivano rapiti il racconto del
ragazzo, alcuni avevano persino smesso di prendere appunti, talmente
erano
stati catturati dalla voce del giovane artista.
“Era seduto, rannicchiato contro la testata del letto
e tremava; cercando di trattenere gli spasmi e le lacrime: il volto
livido, gli
abiti strappati… e non potei fare di meno di avvicinarmi, scostargli
quei
meravigliosi capelli rossi dal volto umido di lacrime ed abbracciarlo,
per
rassicurarlo… non avrei avuto il coraggio
di toccarlo…” Concluse, poi riprese.
“Lo avevo già condotto via da quel posto, quando mi
sentii male… sarei morto; sarei morto se non ci fosse stato lui, se non
ci
fossero stati i suoi compagni che preoccupati lo cercavano da ore e
sollevati
lo avevano ritrovato in un vicolo
ferito
ed impaurito che stringeva, chiedendo aiuto, il corpo di una famosa
rock star
in preda ad un attacco di overdose.”
“E com’ è finita?” Una giovane pronunciò quelle parole
con espressione affascinata.
“Quella notte fu un incubo, la mia vita era appesa ad
un filo… non so come riuscii a sopravvivere, ma al risveglio mi
attendeva un
sogno lungo un anno.” Rispose in un soffio.
Il focolare
che avevano accesso (a discapito dell’accendino in argento di Kei..!)
si
spegneva lentamente, crepitando con pigrizia.
“Va bene.”
Rispose
Yurij, mentre con un ultimo cenno della mano il platinato si
allontanava con
gli altri compagni.
Ritornò il
silenzio.
Avevano
scelto quella radura per il loro anniversario, perché era un luogo che
era
sempre piaciuto al giovane Ivanov.
“Hai qualche
rimpianto?” Chiese a quel punto quest’ultimo.
“Il non averti
potuto donare altro tempo.” Rispose tristemente Kei.
Abbandonati
alle mie
braccia e chiudi gli occhi.
Addormentati
nella
consapevolezza di amare.
E nel
dormiveglia sogna
ciò che avresti fatto domani.”
“Sì, solo un
anno. Ciò che restava da vivere alla mia
salvezza.”
Non piangere
per il
cuore imperfetto che mi hai donato..
Non piangere,
sapendo
che ogni battito sarebbe stato l’ultimo,
Non piangere,
preoccupandoti
di non riuscire ad offrirmi,fino alla fine, il tuo amore.
Non piangere…
Non piangere
perché, piangendo,
con te muoio io…”
Freddo ed
apatico, l’uomo che aveva pronunciato quel
quesito lo studiava con distaccato interesse, mascherando la noia che
quei
discorsi gli provocano.
“Sì, ho subito
la perdita più grave di tutte… e, sì, abbandono
per questo motivo.” Fu l’ultima risposta, prima di risollevarsi ed
allontanarsi
seguito dai flash, da ultime domande non udite, da due gorilla che
tenevano a
freno i giornalisti più insistenti.
“No ,voglio
restare qui…” Soffiò Yurij, stancamente.
Chiudendo gli
occhi…
Fissò per un lungo istante la fotografia che aveva
preso dalla mensola del camino; quella fotografia che tanto piaceva a
Yurij, quella
foto che ritraeva lui ed il suo amore stretti in un abbraccio: la prima
scattata dopo il ricovero, la prima che avesse mai avuto importanza.
Sospirò, aveva un’ultima cosa da dire:
“Amo
perché mi è stata
concessa una seconda possibilità,
amo, amo perché tu non
hai avute altre.
Amiamo, amiamo finché
ci viene concesso…
Il tempo che hai avuto
su questa terra, angelo mio, l’hai donato alla mia salvezza.
Ed amo…
Perché ne ho bisogno,
perché ho bisogno di
te.”
Volevo fare qualcosa di allegro, ma si vede che scrivere
dopo una versione di latino che parla del sepolcro di Archimede non è
il
massimo -.-
Yurij Ivanov non ha mai un destino felice in mano mia,
a quanto sembra -sospira- .
Bhé almeno non è crepato di morte violenta, ma di
malattia al cuore, come spero si sia capito da alcuni versi della
‘canzone’ che
accompagna la shot (‘canzone’ scritta da me XD) e che sarebbe l’ultimo
singolo
di Kei, prima di abbandonare la musica XD.
Well, mi auguro che questa shot vi sia piaciuta!
Un bacione! Spero lascerete un commentino, anche negativo