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Autore: Stria93    10/10/2014    5 recensioni
Raccolta di OS, ad esclusivo tema RumBelle, che partecipa all'iniziativa "RumBelle Week".
Sette giorni e sette prompt per una coppia meravigliosa.
Giorno 1 - Doccia
Giorno 2 - Alcool
Giorno 3 - Voce
Giorno 4 - Bambini/Figli
Giorno 5 - Lenzuola
Giorno 6 - Modi impliciti per dire "ti amo"
Giorno 7 - Gelosia
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 6 – Modi impliciti per dire “ti amo”




Belle terminò di catalogare l'ultimo libro della sezione “poesia inglese” e lo ripose con cura sullo scaffale.
Da quando Rumpelstiltskin le aveva proposto di occuparsi della biblioteca, la ragazza si era messa subito al lavoro con entusiasmo. Intendeva aprire l'edificio al pubblico il prima possibile, ma c'erano ancora molti dettagli da sistemare prima di allora. Il tutto era, peraltro, rallentato dal fatto che la giovane si soffermasse a sfogliare e leggere con avidità qualche pagina di ogni singolo libro che le capitasse tra le mani.
L'orologio della torre di Storybrooke rintoccò dodici volte e Belle si stupì di come il tempo fosse trascorso in fretta quella mattina.
Mezzogiorno. È già ora di pranzo.
A quel pensiero, lo stomaco della ragazza cominciò a brontolare, reclamando cibo e protestando per il prolungato digiuno al quale era stato sottoposto.
Belle si alzò dal tavolo a cui stava lavorando e si diresse verso la piccola scala nascosta che conduceva all'appartamento riservato al responsabile della biblioteca. Quando si trovò a passare davanti alla finestra, non poté trattenersi dal lanciare un'occhiata verso il banco dei pegni di Rumpelstiltskin. Il cartello con la scritta CHIUSO, affisso alla porta, era ben visibile perfino dall'altro lato della strada, dove si trovava lei.
Qualcuno avrebbe potuto pensare che il gestore del negozio se ne fosse tornato a casa per pranzare, ma Belle sapeva che l'uomo era barricato nel retro, a consumare il proprio pasto in solitudine.
La tentazione di attraversare la striscia di asfalto che, come un fiume nero e solido, separava la biblioteca dal banco dei pegni si fece forte, ma la giovane s'impose di proseguire per la propria strada. Quanto accaduto la settimana prima era ancora ben impresso nella sua mente, così come il fatto che Rumpelstiltskin preferisse mentirle e nasconderle la verità piuttosto che aprirsi con lei. Certo, alla fine si erano chiariti e Belle aveva appreso il vero motivo di molte delle fraintendibili azioni dell'uomo, ma qualcosa le diceva che se fosse tornata da lui troppo presto, questi avrebbe potuto nuovamente cadere nell'errore di trattarla come una statuina della sua collezione: un oggettino prezioso e delicato da proteggere e da custodire gelosamente. Belle aveva invece sempre anelato l'indipendenza, e finalmente se la stava conquistando, poco a poco. Ora aveva un lavoro, una casa sua e una vita nuova che non comprendeva unicamente Rumpelstiltskin.
Facendo appello a una cospicua dose di volontà, la giovane distolse lo sguardo dalla finestra e iniziò a salire i gradini.


Una volta entrata nel piccolo appartamento, la ragazza venne investita da un profumino invitante, al quale il suo stomaco vuoto rispose con un sonoro gorgoglio di approvazione.
Ma cosa... ?
Belle si diresse in cucina a grandi passi, temendo di aver dimenticato del cibo sui fornelli.
Ma non è possibile. Se così fosse sentirei odore di bruciato, invece questo profumo è ottimo.
Ed ecco che, finalmente, la giovane comprese da dove provenisse quell'aroma sfizioso.
Sul minuscolo tavolino della cucina era posato un sacchetto per alimentari che recava il marchio adesivo della tavola calda di Granny e, accanto ad esso, distesa sulla superficie di legno, faceva bella mostra di sé un'unica e bellissima rosa rossa, identica a quella che Rumpelstiltskin le aveva offerto in dono più di ventotto anni prima al Castello Oscuro.
Belle non riuscì a trattenere un sorriso davanti a quella sorpresa così inaspettata. Non c'era alcun biglietto, ma quel fiore era un indizio più che sufficiente per farle capire l'identità del misterioso mittente.
La giovane si affrettò a prendere un piatto e un bicchiere dalla credenza, dopodiché, eccitata come una bambina curiosa di scartare i propri regali il giorno di Natale, estrasse dal sacchetto un hamburger dall'aspetto delizioso, una confezione di patatine fritte e una lattina di tè freddo al limone: il suo preferito.


Nel frattempo, chiuso nel retro del suo negozio, a pochi metri di distanza, Rumpelstiltskin scoccava continue occhiate ai vetri della finestra sopra la biblioteca. Sperava di scorgere qualcosa, un qualunque segnale che potesse fargli capire se il suo dono era stato gradito oppure no.
Non aveva voluto risultare troppo invadente facendosi trovare nell'appartamento di Belle per pranzare con lei. Era certo che la ragazza non avrebbe preso bene una simile sfacciataggine da parte sua, e così, quella mattina, si era limitato a chiudere il banco dei pegni per qualche minuto, a recarsi da Granny e, per quanto gli fosse costato, al Game of Thorns, che aveva indubbiamente le più belle rose che si potessero trovare a Storybrooke. Moe French l'aveva guardato in cagnesco ma, alla fine, gli aveva venduto la rosa rossa migliore che avesse in negozio.
Grazie alla magia, aveva poi fatto in modo che il tutto comparisse sul tavolo della cucina di Belle, poco prima di mezzogiorno.
Non si trattava di un modo per convincerla a tornare da lui, semplicemente aveva desiderio di farle una sorpresa, di farle capire quanto le mancasse e come pensasse a lei ogni giorno, pur rispettando la sua volontà e la sua privacy. Non si era neanche dato la pena di scrivere un biglietto, certo che ogni parola sarebbe risultata superflua e che la giovane avrebbe comunque capito il significato del fiore, riconducendolo a lui.


Belle mangiò di gusto, ripromettendosi di passare da Granny per complimentarsi.
Lavò rapidamente le stoviglie e ripose la rosa in un vaso, dopodiché si affacciò alla finestra che dava sulla strada principale di Storybrooke. Il banco dei pegni sembrava deserto e la ragazza si chiese se Rumpelstiltskin stesse pensando a lei in quel momento. Avrebbe dovuto, in qualche modo, fargli capire che aveva apprezzato il suo gesto, ma sentiva che presentarsi al negozio e ringraziarlo di persona sarebbe stato troppo ovvio, troppo banale.
Si sentiva così combattuta e confusa. Voleva rivederlo, ma sapeva anche che recarsi da lui non era una buona idea. Desiderava invece fargli giungere un segno, qualcosa di apparentemente privo di importanza ma che potesse, agli occhi di Rumpelstiltskin, risultare significativo ed eloquente. Qualcosa che parlasse per lei, esprimendo adeguatamente ciò che ella sentiva nel proprio cuore.
Inspiegabilmente, balenò tra i suoi pensieri l'immagine dell'ultimo libro che aveva catalogato quella mattina e, in particolare, di una pagina che l'aveva eccezionalmente colpita.
Le sue labbra rosate s'incresparono in un sorriso, mentre un piano perfetto iniziava a prendere forma nella sua mente..


Il mattino dopo, Rumpelstiltskin stava lucidando mestamente uno strano utensile d'argento nel retro del negozio. Non aveva avuto alcuna notizia da Belle e iniziava a temere di aver compiuto l'ennesimo passo falso che l'avrebbe allontanata da lui ancora di più.
Ad un tratto, il campanellino della porta d'ingresso trillò, annunciando l'arrivo di un visitatore.
L'uomo si alzò, appoggiandosi all'impugnatura d'argento del suo bastone, e zoppicò svogliatamente al di là della tenda che separava il banco dei pegni vero e proprio dal retrobottega.
Ma, nonostante il campanello oscillasse ancora, non c'era alcuna traccia di clienti e il locale era deserto, fatta ovviamente eccezione per tutti gli oggetti esposti.
Rumpelstiltskin pensò che si fosse trattato di uno scherzo di qualcuno che volesse fare lo spiritoso, oppure di una folata di vento che aveva fatto sbattere la porta, ma, dopo qualche secondo, si accorse di qualcosa appoggiato sul bancone che, ne era certo, non c'era fino a pochi minuti prima.
Incuriosito, si avvicinò e vide che si trattava di un libro proveniente dalla biblioteca di Storybrooke. Una rosa rossa era stata riposta tra le pagine, a mo' di segnalibro.
Belle!
Il cuore dell'uomo fremette mentre, con mani tremanti, sollevava il volume per osservarlo meglio.
I Sonetti, di William Shakespeare.
Rumpelstiltskin aprì il tomo nel punto segnato dalla rosa, scostandola con delicatezza.
La pagina in questione riportava il sonetto 116 del grande poeta inglese:


Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato

Rumpelstiltskin terminò di leggere, mentre il cuore gli batteva furiosamente nel petto, scalpitando come un cavallo imbizzarrito.
Non aveva dubbi. Quelle meravigliose parole d'amore erano un chiaro messaggio che Belle aveva voluto recapitargli. Era il suo modo per dirgli che, nonostante tutto, nonostante ciò che era accaduto tra loro, i suoi sentimenti per lui non erano mutati.
Oh, Belle. Mia dolce Belle.
L'uomo strinse a sé il libro, come se si fosse trattato del corpo profumato e armonioso della donna che amava e che gli aveva fatto trovare appositamente quell'oggetto sul bancone del negozio.
Solo in quel momento si accorse di un post-it apposto sul retro della copertina. Il foglietto giallo recava una scritta a mano, vergata in una calligrafia raffinata ed elegante, ma, al contempo, chiarissima: Tutti i libri prelevati dalla biblioteca devono essere restituiti. Grazie.
Rumpelstiltskin sorrise. Ma certo, avrebbe provveduto immediatamente.


Belle si trovava tra due enormi scaffali colmi di tomi dedicati alle scienze naturali.
Ma il suo cervello si rifiutava di collaborare alla catalogazione quella mattina, e uno snervante senso di attesa la stava logorando da parecchi minuti, da quando era sgattaiolata di soppiatto nel negozio di Rumpelstiltskin e, in tutta fretta, aveva lasciato la copia de I Sonetti sul bancone, per poi andarsene di corsa.
Sussultò quando le giunse alle orecchie il cigolio della porta della biblioteca che si apriva lentamente.
Si affrettò a sistemarsi la gonna e la camicetta che indossava e si ravvivò i capelli, prima di dirigersi alla reception.
Come previsto, quando raggiunse l'ingresso, si ritrovò davanti un esitante e incerto Rumpelstiltskin, che teneva tra le mani il volume che raccoglieva i componimenti di Shakespeare. Era visibilmente emozionato.
- Ciao. - mormorò timidamente.
- Ciao. -
Tra i due scese un silenzio imbarazzato, che fu rotto dall'uomo. - Io... sono venuto a restituire il libro. - disse tutto d'un fiato, porgendo il piccolo tomo alla ragazza.
Belle lo prese tra le mani e lo posò sul bancone dell'accettazione.
- Grazie. L'hai trovato... interessante? -
Rumpelstiltskin sorrise, intendendo il vero significato di quella domanda.
- Oh, sì. Credo di aver compreso appieno il messaggio di Shakespeare. -
- Mi fa molto piacere. - disse la giovane, sorridendo a sua volta.





Da Stria93: Penultimo giorno! Non ci posso credere! T.T
Momento depressione a parte, ben ritrovate, meraviglie! Oggi pubblico un po' prima perché tra poco devo scappare in università e non so se avrò tempo stasera. :)
Dunque, questo prompt mi ha fatta sudare un bel po'. Non so quanto mi ci sono arrovellata per trovare un'idea che potesse fare al caso mio. Dapprima vuoto totale e poi, all'improvviso, ho iniziato a scrivere, decisamente poco convinta, e più scrivevo più si delineava nella mia mente l'idea che poi ho effettivamente portato a termine, con qualche aggiustamento qua e là.
Che modestia!” penserete voi, ma ogni tanto credo sia lecito mettere un po' da parte le insicurezze e i dubbi per godersi la soddisfazione del proprio lavoro. ;)
Comunque, non è assolutamente detto che il mio giudizio combaci con il vostro. Ci mancherebbe!
Quindi non fate caso alle mie parole ed esprimete il vostro parere senza alcuna remora, mi raccomando.
Ormai vi avrò annoiati a morte con questa solfa, ma anche oggi ringrazio con tutta me stessa Ariki, Chrystal_93, Lady Clopette, padme83 per aver lasciato il proprio commento al capitolo precedente, chiunque recensirà in seguito; Ariki, Beabizz, Dearly_Beloved, Emyscarano, janecaulfield, Julie_Julia, padme83, PoisonRain, Queen Elizabeth, Rusty 93 che hanno inserito la raccolta tra le preferite/ricordate/seguite; e tutti i lettori.
Scusate ma oggi sono proprio di corsissima. xD
Vi lascio con la promessa di recuperare al più presto sia con le recensioni che con le risposte e ricordandovi l'appuntamento di domani con, ahimè, l'ultimo prompt della week: GELOSIA.
Bacioni dalla vostra Stria! :***

  
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