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Autore: lawlietismine    10/10/2014    1 recensioni
Sterek ~ 3334 parole ~ seconda parte di un'altra One-Shot.
‘Hale: istruzioni per l’uso’? Non sapeva se ridere o preoccuparsi, visto che Stiles lo aveva… Studiato? Neanche fosse stato una cavia da laboratorio.
Ma diamine se si erano divertiti, Derek non si era mai sentito così in estasi e rilassato in vita sua, così appagato, perché il suo ragazzo se ne era inventate proprio di tutte i colori e lui non lo aveva di certo fermato.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- seconda parte - 
  
 



Beacon Hills era il posto più assurdo del mondo, Stiles ne era certo: da fuori – e anche da dentro, se non eri nel giro giusto – poteva sembrare così tranquilla come cittadina, ma in realtà era una catastrofe naturale.
Licantropi, kanima, nogitsune, kitsune, banshee e chi più ne ha, più ne metta.
Poi c’era lui… L’umano del gruppo.

Ma questa è un’altra storia…

Stiles doveva ammettere di essere piuttosto distrutto negli ultimi tempi: fra zii assassini, lupi in evoluzione, ex sopravvissute e dannati compiti in classe, non aveva avuto più un attimo di pace.
Ma che poteva farci, ormai era normale.
La sua vita era passata dall’essere tremendamente monotona, movimentata solo dalle fughe croniche sue e di Scott fra i casi dello sceriffo, all’essere fin troppo vivace e frenetica, con tutti gli esseri sovrannaturali che gli giravano intorno.
Le riunioni pomeridiane del bizzarro branco– che Scott  aveva detto di voler fare per essere tutti più uniti – gli toglievano già più tempo del dovuto e – quando tornava a casa, completamente prosciugato – l’ultima cosa che aveva voglia di fare, era proprio studiare.
Ecco come i suoi voti erano iniziati a calare.
Non drasticamente eh, era pur sempre Stiles il Geniale! Ma abbastanza da fargliele girare.
Perché sì, Scott –sono-un-vero-alfa– McCall aveva insistito – dopo che erano miracolosamente sopravvissuti anche a quella sfida – per far sì che lui, Derek, Lydia, Liam, Malia e Kira si riunissero ogni pomeriggio – o almeno qualche volta a settimana – per potersi aggiornare e tenere in continuo allenamento.

Le buone idee non erano mai state il suo forte, dopotutto.

Comunque… Dopo l’ennesimo paio di ore passate nella vecchia proprietà degli Hale a guardare loro che se le davano e a conversare distrattamente con Lydia del più e del meno, finalmente Stiles tornò a casa, buttando con la sua solita grazia la cartella in un angolo remoto della sala, prima di correre di volata sotto il getto caldo e confortante della doccia.
Quella mattina aveva dovuto affrontare due interrogazioni e un compito, poi – uscito dalle lezioni – si era dovuto intrattenere per il coach e gli allenamenti.

Pace, ora non gli restava che godersi un po’ di pace.

Rabbrividì leggermente nello spogliarsi passo dopo passo, senza la voglia di fermarsi per farlo, ma sospirò di piacere al contatto improvviso con l’acqua, che ci mise giusto un attimo per scaldarsi.

Diamine sì, pensò completamente intontito, mentre la tensione si scioglieva.

Una volta finito sarebbe potuto correre nel suo letto per una lunga dormita, visto che lo sceriffo lo aveva avvertito che sarebbe rimasto fino a molto tardi a lavoro (e Stiles si era premurato di portargli subito qualcosa da mangiare), era così stanco che gli era passata perfino la fame che lo aveva perseguitato tutto il pomeriggio.
Era stato tutto più intenso quel giorno, perché gli altri avevano sentito una traccia e il giorno seguente sarebbero andati a controllare alcuni posti, pronti psicologicamente per un attacco a sorpresa.

A lui era stato vietato di partecipare, naturalmente.

Derek e Scott per una volta si erano trovati d’accordo, anche se per motivi diversi, dandogli contro come se fosse la cosa più naturale del mondo, perché “sarà pericoloso” e “basta, ‘sta zitto, non metterti in mezzo”.

Chi dei due aveva detto cosa, è piuttosto scontato.

Aveva tentato di replicare in tutti i modi, ma avendoci
loro contro si era rivelato piuttosto difficile, soprattutto con gli altri che erano sembrati essere silenziosamente d’accordo sull’argomento.
Perché, già, lui era l’umano, lui era il debole, eppure – accidenti a loro – lo bloccavano 6 pomeriggi su 7 a guardarli mentre si allenavano, perché “Stiles, anche tu fai parte del branco”.
…Certo, come no.
Solo quando faceva loro comodo, ovviamente.

Gli unici dispiaciuti per quella piccola guerra che era scoppiata, erano sembrati Kira e Liam, ma non avevano naturalmente potuto farci niente.
Stiles non sapeva se incazzarsi di più con Scott o con Derek, continuavano – nonostante tutto – a trattarlo come un incapace e questo equivaleva ogni volta a una fottuta coltellata nello stomaco.

Uscì dalla doccia dopo mezzora, dopo essersela presa molto comoda, e si legò velocemente un asciugamano alla vita, prima di tornarsene in camera, vestirsi a caso e buttarsi sul letto con il portatile in mano.

La connessione a internet era inesistente da due dannati giorni, causa stupidi lavori, e la noia lo assaliva ogni volta che ci pensava. Per lui era una cosa sacra, non poteva restare senza per troppo tempo.
Okay, non aveva avuto molto tempo per pensarci, sinceramente… Era stato tenuto occupato in alcuni modi da qualcuno, ma vabbè!

Sobbalzò leggermente nel trovarsi davanti un vecchio documento word da lui creato: “Hale: istruzioni per l’uso” e per pura curiosità lo aprì e ne lesse giusto qualche pezzo sparso qua e là.

- Derek Hale cede quando Stiles:
Lo sorprende.


Ah giusto… Derek e Stiles stavano insieme, ormai già da più di un anno.

Comunque… Il figlio dello sceriffo ripensò a quando l’aveva scritto e a come era arrivato a quella conclusione, quel modo piacevole: il giorno prima aveva rivoluzionato la routine severa dell’altro, senza che quello avesse potuto farci niente, e alla fine si erano ritrovati come al solito insieme fra le mura del loft.



“Derek!” il lupo aveva sentito chiaramente il richiamo, nonostante fosse stato assonnato e immerso sotto le coperte, poiché, dannazione, erano le quattro di notte e Stiles se ne stava nella cucina del loft a preparare dei dannatissimi pancake: poteva sentirlo.
Non poteva credere che quel ragazzino avesse tutte quelle energie, non ancora almeno, non dopo tutto quello che avevano fatto dalla fine degli allenamenti fino a circa un’ora prima, non dopo tutto quello che gli aveva fatto.
Perché lui, in effetti, un po’ di stanchezza la sentiva.
“DEREK~  lo canzonò ancora l’altro, portandolo ad affondare la testa sotto il cuscino: un attimo dopo lo sentì fischiettare una melodia a lui completamente ignota, che divenne leggermente più chiara quando Stiles – probabilmente ancheggiando in modo bizzarro fra fornelli e pentole come se fosse il protagonista di un film – si mise a canticchiare qualcosa tipo “we’re burning up~  we might as well be lovers on the sun~ ” e il lupo si chiese sinceramente preoccupato cosa l’altro avesse fatto della sua sanità mentale, o,  ancora, dove diamine riuscisse a trovare tutta quell’energia.
Neanche il cuscino spalmato sulla testa a mo’ di auto-soffocamento riuscì ad attutire il profumo di cioccolata colante e zucchero a velo ai suoi sensi sviluppati, né tantomeno i passi-saltelli dell’altro, mentre ripercorreva in un ritmo tutto suo le scale a chiocciola del loft per raggiungere la camera in cui ormai aveva passato la maggior parte del suo tempo.
Stiles spalancò la porta accostata con un movimento sicuro del fianco, vassoio in una mano e forchetta nell’altra, impugnata a mo’ di microfono mentre riprendeva a squarciagola il ritornello.
Derek non ebbe neanche bisogno di guardarlo per saperlo.
Niente riuscì a fermarsi però dall’allungare una mano nel vuoto, afferrare il cuscino dell’altro e lanciarglielo contro alla cieca – i suoi sensi lupeschi non avrebbero mancato il bersaglio – per quanto il ragazzino, colto alla sprovvista, all’ultimo secondo riuscì a evitarlo, barcollando sul posto con il vassoio.
“Ugh” si lamentò una volta ritrovata la stabilità, lanciandogli un’occhiata di rimprovero che non fu affatto captata: si concesse anche di bearsi un attimo del bel panorama che gli concedeva il lenzuolo scansato dal corpo del ragazzo a pancia in giù sul letto, nudo.
L’altro se ne accorse benissimo e se ne compiacque, nonostante fosse intontito dal sonno e infastidito dal baccano che lo aveva svegliato, Stiles Stilinski accresceva in modo smisurato il suo ego come se non ci fosse un domani.
“Deeerek~” lo chiamò ancora, posando il vassoio sul comodino di fianco a lui, prima di ghignare contro il suo ragazzo e saltargli sopra sulla schiena, accoccolandosi in modo da depositargli una scia di baci fra le scapole.
Lo sentì fremere leggermente sotto quel contatto e ridacchiò fra sé e sé.
Non erano tante le volte in cui era Stiles a iniziare, ma spesso e volentieri il piccoletto non riusciva a trattenersi: quella – dopotutto – era una visione paradisiaca che gli faceva venire strane voglie, e il bel licantropo – per quanto si ostinasse a fare il duro – non riusciva a resistergli neanche un po’.
“Stiles” grugnì Derek, tradendosi con il lieve gemito che gli sfuggì nel sentire quegli umidi baci scendere e scendere ancora, piano, prima di risalire veloci, fino ad assalirgli la nuca e la spalla, dove Stiles lo mordicchiò.
No, era seriamente impossibile che fosse così attivo, pensava di averlo stravolto e prosciugato di ogni forza nelle ultime sette ore e invece pareva totalmente rigenerato, come se il concetto di ‘stanchezza’ non avesse mai fatto parte della sua vita.
E per quanto lui invece lo fosse – stanco – non poté non sentirsi risvegliare sotto il flusso di quelle attenzioni speciali, che – dopotutto – era il suo ragazzo, l’oggetto dei suoi desideri, a rivolgergli.
Ma proprio quando stava per ricambiare, sbatterlo con la schiena sul materasso e ripartire dall’inizio con tutto quello che avevano sperimentato fino a un’ora prima, sentì Stiles crollargli a peso morto sulla schiena, ancora con le labbra spalmate sulla sua pelle, dannatamente e irrimediabilmente addormentato.
“Dergbfh” fu l’ultimo mugugno che sentì da lui, prima che il respiro gli si regolasse e che il giovane umano cadesse fra le braccia di Morfeo nel mondo dei sogni.

E fu così che – alle quattro passate di notte – Derek Hale dovette scivolare via dalla presa del suo ragazzo e correre a farsi una bella doccia gelata, maledicendo l’altro per il potere che aveva su di lui e sul suo corpo.



Stiles si riscosse dai suoi pensieri con una risata divertita al ricordo di quella notte, quanto a quello di molte altre prima e dopo: per creare quel documento, aveva dovuto sperimentare tante di quelle cose con Derek, che se qualcuno ne fosse stato spettatore, lo avrebbe preso per un pazzo maniaco.
Perché, davvero, molti episodi erano stati proprio…piacevoli, per entrambi.

Sobbalzò però quando sentì i soliti rumori fuori dalla sua finestra e si fece serio, si allungò per mettere il computer sul comodino lì di fianco e, quando si voltò di nuovo verso di quella, si ritrovò a scrutare in attesa proprio Derek, che – entrato come se quella fosse ormai una cosa normalissima – lo fissava in modo inquietante e incomprensibile, in piedi davanti a lui.
“Oh… Guarda un po’ chi si è ricordato che esisto” lo salutò con sarcasmo pungente, incrociando le braccia al petto e sistemandosi meglio seduto sul materasso.  
L’altro lo ammonì con lo sguardo, come a chiedergli in un tacito accordo di risparmiarlo perché proprio non era il caso, visto quanto già gli pesava la situazione, ma Stiles era pur sempre Stiles e l’umorismo era la sua unica difesa.
“Che c’è” ripartì infatti “Hai bisogno di sfogarti prima di andare in giro con il branco? Non hai trovato nessun’altro inutile ragazzino disposto a concedersi e allora sei venuto qui?”
gli chiese caricando ogni singola parola di risentimento, sarcasmo e rabbia, per far capire a Derek quanto ci fosse rimasto male, ma lui questo lo sapeva già, però gli aveva vietato di partecipare per una causa superiore.

“Stiles.” Lo richiamò infatti serio, cercando di non dare a vedere quanto solo sentirlo così lo facesse vacillare, lui e ogni sua decisione, perché infondo era come creta nelle sue fantasiose mani, avrebbe potuto far di lui qualsiasi cosa avesse voluto.
Ma era della sua protezione che stavano parlando e Derek era poco disposto a cedere, era andato lì solo perché non gli era affatto piaciuto il modo in cui si erano lasciati quel pomeriggio, né tanto meno ciò che aveva provato Stiles a causa loro: perché , il lupo aveva percepito e riconosciuto ogni singolo odore dell’altro, come sempre d’altronde, e in quel caso non lo aveva gradito neanche un po’.
Tristezza, rabbia, frustrazione, delusione
 
Fece giusto per muoversi verso di lui, ma il più giovane portò le mani avanti come a dirgli di non farlo, bloccandolo sul posto come a comando a distanza, senza neanche aprir bocca.
“Nono” borbottò indispettito in modo quasi infantile “Non c’è bisogno che tu faccia nulla, non sono mica stupido” Derek non aveva dubbi su questo “Ho sempre saputo che sono inutile, che vi sarei solo d’intralcio nelle vostre missioni mistiche” …O forse qualche dubbio iniziava ad averlo “Nessun problema, nada” scrollò le spalle, tirando le labbra in un ghignetto forzato “Torna pure da me quando avrai bisogno di scaricarti, ma stasera sono un po’ stanco” il lupo avrebbe voluto scuotere leggermente la testa, alzando gli occhi al cielo: Stiles sembrava un bambino a volte, davvero non capiva che sia lui che Scott lo facevano per il suo bene? Non di certo perché era inutile, e negli ultimi anni aveva dimostrato svariate volte di non esserlo.
In più era il fratello dell’alfa e il compagno di un ex-alfa: nessuno poteva essere più importante e indispensabile di lui fra tutti, se proprio doveva dirlo.
Distolse lo sguardò, tirandosi su dal letto per tirare giù le coperte e armeggiare distrattamente con la sveglia sul comodino, perché sì, lui era un comune mortale e la mattina dopo sarebbe dovuto andare a scuola.
Derek gli fu dietro in un attimo, afferrandolo piano ma con sicurezza per i fianchi magri, così da chinarsi con le labbra fin sopra la sua spalla e vicino all’orecchio.
Stiles rabbrividì senza potersi controllare.
“Sai che non è così” lo rimproverò quasi, con voce bassa e roca a causa della sensazione provata nel sentirlo fremere fra le sua mani “e sai che non sono venuto qui per… Sfogarmi, non rigirare sempre le cose come ti fa comodo, per favore”.
Stiles si sarebbe voltato per prenderlo a pugni.
E poi magari baciarlo, già che c’era.
Ma principalmente per prenderlo a pugni, sì.
“Oddio” sobbalzò invece, ricaricandosi di tutto il sarcasmo che gli serviva per nascondere ogni possibile reazione indesiderata al momento “Sicuro di sentirti bene? Così tante parole di seguito… Ti sarà servita tanta energia! E quel ‘per favore’ ti avrà prosciugato completamente” lo derise pungente, sentendo subito la stretta sui suoi fianchi farsi più sicura e forte, probabilmente perché lo aveva infastidito.
Infatti era così, Derek era andato lì per altro e lui invece continuava a fare l’idiota, prendendolo per i fondelli.
“Se non la smetti” ringhiò piano ma diretto al suo orecchio, facendolo rabbrividire di nuovo “Ti strappo la gola” lo minacciò “con i miei denti”.

Ed eccolo, pensò Stiles ignorando con tutte le sue forze quanto gli sarebbe voluto saltare addosso.

Per quante volte il lupo avesse usato la solita tattica dimostrando la sua grande fantasia – l’altro provava sempre le solite cose ogni dannata volta, fra il brivido di paura e il fremito elettrizzato, divertito e ammaliato da quel suo voler sembrare un duro pieno di potere.

E come ogni dannata volta, il più giovane si sentì depositare un piacevole bacio sul collo, mentre il respiro di Derek gli si infrangeva sulla pelle quasi bruciandolo, bacio che lo fece mugugnare in modo indistinto, perché l’altro sapeva bene cosa fargli per intontirlo.

Non era mai stato bravo con le parole, Derek, ma quando c’era di mezzo Stiles era sempre tutto ancora più incasinato di quanto non lo fosse già normalmente, perché quel ragazzino tirava fuori parti di lui che nemmeno sapeva di avere.

“Provaci pure a strapparmi la go…” tentò di interrompere il momento, ma il lieve morso che l’altro gli lasciò fra la spalla e il collo, lo fece gemere spudoratamente e il resto gli morì in gola.

Derek avrebbe voluto ghignare soddisfatto per quella reazione, ma si limitò a depositargli qualche altro bacio, sempre più su, sempre più vicino alla sua mandibola, poi all’angolo della sua bocca, mentre Stiles inconsapevolmente voltava il volto verso di lui per agevolarlo, fino a congiungere quasi le labbra.

Ma il suo sguardo cadde sullo schermo del computer poggiato sul comodino davanti a loro.

“Ma che…” borbottò il giovane Stilinski in un grugnito, incredulo di quel suo essersi fermato proprio in quel momento, probabilmente per far sì che fosse lui a cedere e scaraventarlo sul suo letto.
Ma quando alzò gli occhi verso di lui e poi seguì il suo sguardo corrucciato, ne capì il motivo.

“Oh mer–” sbottò, scattando verso lo schermo e buttandolo giù di colpo, così da interrompere quella lettura che aveva coinvolto l’altro, che “Cosa…” mormorò fra sé e sé, perplesso.

Però gli tornò in mente in un baleno quel periodo, qualche mese prima, quando lui e Stiles si erano dati alla pazza gioia più del solito, sempre a causa di qualche comportamento del più giovane.
Derek se ne era accorto a quel tempo che il suo ragazzo stava tramando qualcosa, ma aveva lasciato perdere e lo aveva assecondato, visto che la cosa era risultata solo molto piacevole alla fine, tanto che quella sera, quando Stiles gli aveva proposto una cosa che comprendeva loro e molta panna, il lupo aveva avuto la conferma di quanto fosse dipendente da quel ragazzo e da quel corpo.

‘Hale: istruzioni per l’uso’? Non sapeva se ridere o preoccuparsi, visto che Stiles lo aveva… Studiato? Neanche fosse stato una cavia da laboratorio.
Ma diamine se si erano divertiti, Derek non si era mai sentito così in estasi e rilassato in vita sua, così appagato, perché il suo ragazzo se ne era inventate proprio di tutte i colori e lui non lo aveva di certo fermato.

Perfino il branco se ne era accorto, fra ghigni sotto i baffi e sguardi inquieti (tipo quello di Scott) avevano cercato di far finta di nulla, ma la cosa era parsa palese: i due facevano scintille.

A lui non poteva di certo dispiacere, poi, che il suo ragazzo avesse tutta quella fantasia da… sfogare, perché lui non ne aveva molta, però – al contrario – aveva il desiderio perverso di sentire costantemente Stiles sotto di sé, come una forte droga.

“Temo di non voler sapere a cosa stai pensando…” Stiles parlò, risvegliandolo dai suoi pensieri contorti, e lo trovò sempre di fronte a lui, mentre lo fissava con un sopracciglio inarcato e le braccia al petto.
Quando però incrociò il suo sguardo allucinato e illuminato da una strana luce, non riuscì a fare a meno di ghignare e “o forse sì…” si corresse, facendo cadere le braccia lungo i fianchi e avvicinandoglisi con un che di malizioso che intontì maggiormente l’altro.

Avrebbe probabilmente dovuto aggiungere a quel vecchio documento un – Derek Hale cede quando Stiles dimostra di volerlo davvero in tanti modi…ambigui.

 
“Sai…” gli disse con un che di divertito, sprigionando quell’eccitante odore che mandava in tilt il cervello di Derek come nient’altro, come ogni volta che erano in quelle situazioni “Abbiamo provato con la panna…” continuò, allacciando le braccia al suo collo e allungandosi per sfiorare il suo naso con il suo “Ma ieri ho comprato un barattolo di Nutella enorme che è ancora da incignare…” concluse, lasciandogli un bacio a fior di labbra, un bacio d’intesa che Derek colse al volo.

Quando la sua schiena si schiantò violentemente sul materasso e il corpo dell’altro lo sovrastò con un che di animalesco, Stiles non seppe se rimproverarsi mentalmente perché non era riuscito a mantenere il muso neanche per mezza giornata o se congratularsi con se stesso per le sue capacità: non ebbe neanche tempo di ragionarci su, perché quando Derek gli strappò letteralmente la maglia di dosso e lo fissò un attimo come se volesse quasi mangiarlo, il suo cervello si spense completamente.

Magari sì, avrebbe proprio dovuto riprendere in mano quel progetto, sperimentare ancora e ancora, perché di idee gliene stavano venendo altre, e chi era lui per privare entrambi di nuovo materiale?

Ne fu certo anche quando Derek gli si avventò contro, famelico come soltanto Stiles sapeva renderlo, baciandolo come se lo stesse divorando e toccandolo come se volesse fondere i loro corpi.

Se c’era una cosa su cui non avevano assolutamente dubbi, era che non si sarebbero mai stancati, che sarebbero potuti andare avanti così per tutta una vita.

E fu così che Derek, il giorno dopo fu troppo occupato per unirsi al branco.




 


Ehilà gente! 
Boh.. Non lo so nemmeno io perchè ho scritto una seconda parte ^^" Mi andava e basta.  
E sì, penserò anche alle due long sterek, ma prima dovevo togliermi questo... sassolino
(?) sono un po' di giorni che ci lavoro. 
... Spero che vi sia piaciuto!  Non aggiungo altro, lascio tutto a voi.
A parte perchè devo studiare e fare tante cose
(?) Tsk. 
Fatemi sapere cosa ne pensate!
^^
Spero come sempre di non aver stravolto i personaggi e di avervi strappato un sorriso. 
Non so che altro aggiungere, alla prossima! 


Lawlietismine.
  
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