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Autore: Little_Lotte    11/10/2014    2 recensioni
" No... Morire, no. Combattere."
[ ll tentativo di suicidio di Bruce Banner, raccontato da lui stesso durante "The Avengers" .
A volte vivere sembra così difficile, che cessare semplicemente di farlo sembra essere l'unica soluzione. Ma qualcosa, dentro di noi, ci spinge sempre a trovare un motivo per sopravvivere. ]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner/Hulk
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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SOPRAVVIVERE.



Freddo.

Bruce sentiva tremendamente freddo in quel momento, sperso chissà dove in mezzo a una gelida tormenta, in cima a chissà quale remotissima catena montuosa. Non sapeva dove si trovasse e forse neanche gli importava granché; era stanco, stanco di camminare in mezzo alla neve senza alcuna meta, stanco di essere solo, stanco di vagare per un mondo che oramai sembrava non volerne più sapere di lui.

Sapeva di essere un pericolo per chiunque e voleva liberarsi di quel doloroso fardello, porre fine alle sue sofferenze una volta per tutte. Una parte di lui si sentiva spaventata a morte, temeva il momento in cui si sarebbe ritrovato completamente da solo di fronte alle sue debolezze ma ancor di più temeva la possibilità di fare del male a qualcuno, specialmente alle persone che amava.

Era già successo, del resto.

Non avrebbe mai dimenticato quel terribile istante, quel rapido susseguirsi di secondi in cui aveva perso il controllo e aveva ferito la sua amata Betty, per poi fuggire via senza più alcun senso di appartenenza alla sua natura umana, la sua brillante logica e tutta la sua straordinaria lucidità che pian piano svanivano soggiogate dall'irrazionale prepotenza del mostro che viveva dentro di lui.

Come poteva continuare a vivere in questo modo? Come poteva convivere con quella bestia, quella creatura mostruosa che, senza neanche chiedere il permesso, aveva preso possesso di lui e che nonostante tutti gli sforzi per resisterle sembrava non avere alcuna intenzione di andarsene da lì?

Semplicemente non poteva.

Bruce continuò a camminare faticosamente fino a raggiungere la cima di quella montagna, il fiato sempre più corto, la voglia di andare avanti sempre più debole e latente. Si soffermò per qualche istante a guardare l'orizzonte e per un attimo desiderò che tutti i suoi problemi potessero svanire nella tormenta, con un rapido schiocco di dita.

Si ritrovò persino a sorridere, pensando a quanto fossero sciocche quelle fantasie: Niente avrebbe potuto salvarlo dalla bestia dentro di lui, niente avrebbe potuto fermarla.

Niente che non significasse dover rinunciare persino alla sua parte umana.

Bruce sospirò profondamente e poi estrasse una pistola dalla tasca del giaccone, una vecchia calibro 9 caricata con un solo proiettile; non avrebbe avuto bisogno di altro. Prima di decidersi a fare qualsiasi cosa, tuttavia, l'uomo indugiò ancora per qualche istante e con lo sguardo si soffermò sull'arnese che stringeva timorosamente fra le dita, accorgendosi di quanto la sua mano stesse tremando in quel momento.

Deglutì con forza e un brivido di terrore lo percorse dalla testa ai piedi.

Non voleva farlo, non voleva privarsi di una cosa tanto preziosa come la sua vita, sempre che di vita ormai si potesse realmente parlare. Trovava ingiusto che a causa sua, a causa di quella creatura spaventosa che il mondo era pronto ad odiare, tutto ciò che di buono aveva fatto fino a quel giorno potesse essere cancellato così di punto in bianco.

Non vi era rimasto più niente di Bruce Banner, questo lo sapeva bene: quel poco che ancora lottava per non soccombere sarebbe stato ben presto del tutto sopraffatto, allora che scopo aveva continuare a tenersi in vita?

Nessuno, si rispose duramente.

Resistere sarebbe servito solamente a rendere quel carcere ancor più doloroso.

Un ultimo sospiro, un leggero sussulto e poi Bruce fu finalmente pronto a compiere il proprio destino: afferrò saldamente la pistola e s'infilò la canna in bocca, poi chiuse gli occhi e con un ultimo slancio di coraggio premette il grilletto.

“E' finita.” pensò fra sé e sé, in quel rapido istante che lo separava dalla morte.

Credeva che sarebbe stato tutto incredibilmente veloce, eppure la fine sembrava voler tardare ad arrivare; forse la morte non era poi così frettolosa come aveva sempre pensato, forse ci voleva molto più tempo prima che tutti i suoi sensi lo abbandonassero e il più nero oblio lo avvolgesse completamente.

O forse, qualcosa non stava andando come da programma.

No... Morire, no. Combattere.

Bruce sentì riecheggiare quella voce nella la sua testa e lentamente si accasciò a terra, ancora non del tutto capace di realizzare quel che stesse accadendo dentro di lui; non ne era certo, ma aveva come la sensazione che Lui avesse deciso di ribellarsi a quella decisione di farla finita e che, in un modo o nell'altro, stesse forzando il suo corpo a resistere persino alla morte.

Bruce tentò di reagire.

No. Non puoi farlo anche questa volta... Non puoi costringermi a sopravvivere, non contro la mia volontà.”

I pensieri di Bruce erano forti, ma non abbastanza: Lui lo era sempre stato di più e anche questa volta, anche di fronte ad un ostacolo così insormontabile come la morte, Lui aveva deciso di annientare totalmente ogni singolo volere di quel cervello tanto brillante.

Morire, no. Hulk più forte. Hulk vive.

Fu tutto troppo veloce e troppo intenso perché Bruce potesse fare qualcosa; nel giro di appena pochi istanti il proiettile era fuori dalla sua bocca, la pistola in mezzo alla neve e tutto il suo corpo era ormai pronto alla trasformazione, mentre la sua testa iniziava lentamente a perdere di lucidità.

Ancora una volta quella sensazione, quell'esplosione interna pari forse all'intensità di un vero e proprio scoppio atomico, quel dolore lancinante alla testa e al petto e poi i muscoli che si irrobustivano, gli arti che si ingigantivano, i vestiti che si laceravano.

Un urlo straziante risuonò per la vallata e così come il giorno lasciava pian piano il proprio poso al calore delle tenebre, anche il dottor Bruce Banner svanì lentamente, avvolto dalla rabbia e dall'irruenza di una forza ben più grande di lui.

Hulk sollevò il capo e si guardò intorno, gli occhi verdi e iniettati di rabbia che si fermavano con fierezza su ogni singolo oggetto che incontrassero, quasi a voler ribadire ancora una volta la propria forza e la propria superiorità. Sarebbe forse arrivato, un giorno, il tempo di arrendersi e di morire, ma di certo non sarebbe stato quello.

Adesso era appena arrivato il momento di sopravvivere.





N.d.A: E' quasi l'una e mezzo di notte e io sono qui, sveglia, a postare fanfiction traboccanti di angst su Bruce Banner. Perchè?
Beh, perchè sono follemente innamorata di lui.
Perchè trovo che la recitazione di Mark Ruffalo sia splendida e che questo personaggio sia di una bellezza sconvolgente.
Perchè il suo dolore, la sua sofferenza e tutto il suo tormento siano così intensi da non poter essere ignorati e per una scrittrice e persona palesemente affetta da una sindrome della crocerossina come me, scrivere su un personaggio così complesso come Bruce sembrava quasi inevitabile.
Comunque, la risposta a tale domanda si può comunque riassumere nel punto uno: sì, io amo Bruce Banner. Potete forse biasimarmi?
  
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