Film > The Big Four
Ricorda la storia  |       
Autore: Slvre99    11/10/2014    3 recensioni
[ HungerGames!AU ] 
< MI OFFRO VOLONTARIO! > urlò Jack.
Con quella affermazione, l'albino, aveva appena firmato la sua morte. Essere scelti per gli Hunger Games non era affatto un bene nel distretto 5. Ventiquattro tributi lasciati in un arena ad uccidersi tra loro era qualcosa di orribile. Solo uno sopravviveva. Come potevano piacere questi giochi alla popolazione di Capitol City? Però quella edizione era diversa e Jack lo sentiva, nel sangue.
La neve gelava, il sole sorgeva, il drago volava e l'orso cacciava. Loro, insieme, erano la ribellione.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Catching Ice

Quella mattina gelata

 

Erano mesi che non nevicava come quella mattina. Una grande nuvola grigia copriva tutto il distretto 5 lasciando un’aria fredda e malinconica. Ma la neve era qualcosa che poteva rendere felice il ragazzone dai capelli bianchi e la sua piccola sorellina. 

< Jack! Jack! > sorrise una piccola bambina dai capelli marroni, che gli scendevano morbidi fino alle spalle. L’albino fece apparire un magico sorriso appena incrociò lo sguardo sorridente della bambina. Vedendola correre verso di lui con un fiocco di neve in mano Jack si fermò. 

< Guarda Jack, un fiocco di neve nel distretto 5. > disse con un voce angelica. 

L’albino le sorrise e la prese sulle spalle come faceva sempre. Loro vivevano in una piccola casetta mal conciata non lontana dalla piazza del distretto. Non era molto accogliente, ma era fatta in legna. Un piccolo tavolo occupava tutta la cucina e sopra di esso venivano posati tanti utensili che di solito usava la loro mamma per cucinare qualcosina.  

< Emma, tesoro! > esclamò la mamma appena vide i due tornare dalla caccia. L’albino cercava d’insegnare come tirare con l’arco e preparare qualche trappola, ma la sorella non sembrava molto portata. Al contrario si era rivelata molto brava nell’aiutare la mamma nei lavori di casa. 

< Vi siete divertiti? > chiese preoccupata la donna con i capelli scuri come quelli di Emma. 

< Abbiamo giocato sulla neve! > raccontò la ragazzina. Jack non riuscì a trattenere quel sorissetto divertito che conservava ogni volta che sentiva parlare la sua sorellina. 

< Insomma non avete cacciato? > domandò accarezzandole i capelli. 

< Emma faceva abbastanza chiasso... > sospirò l’albino alzando un sopracciglio. 

< Siete abbastanza carichi per la mietitura? > proferì la mamma assumendo un espressione titubante. Jack tramutò il suo sorriso e indugiò. Per la piccola Emma era la prima mietitura agli Hunger Games ed era troppo impaurita. Le tremavano le gambe e spalancava gli occhi solo a sentirne parlare. Per fortuna l’albino riuscì a far mettere solo un biglietto con il nome della piccolina e ben quarantasette del suo. Odiava il fatto che potesse perdere l’unica persona a cui teneva. A tutti costi l’avrebbe sempre protetta. 

< Non preoccuparti, andrà tutto bene. > disse sfiorandole la guancia. La mamma gli fissava ammirata dal bene che si volevano.  

< Vi ho preso un vestito nuovo. > raccontò la mamma cercando di continuare a sorridere, poi afferrò una busta grigia e tirò fuori un’elegante vestito rosa della taglia di Emma. 

< Anche a me l’hai preso di quel colore? > chiese Jack ridendo. 

< Ti piacerebbe. > rispose la mamma divertita. 

L’albino sbirciò fuori dalla finestra e vide l’ombra di un pacificatore. Erano le dieci e mezza di mattina, l’ora esatta per far brulicare le strade da pacificatori. 

Jack s’irrigidì all’istante e andò in camera sua poggiando il bastone che portava sempre con se sul pavimento. Poi strinse i pugni e prese a picchiare con violenza la parete bianca.  

La sua camera era stretta e mal arredata, c’erano quadri di suo padre sul comodino e qualche oggetto ridotto a pezzi sparso sul grande mobile. Un lamento tra i denti lo fece tornare a concentrarsi sulle cose che doveva fare. Si guardò le nocche e notò del sangue che gli scivolò sulla mano. Il dolore non era una sua preoccupazione adesso. Prese il vecchio abito elegante accuratamente piegato e lo lanciò sul letto. 

Quando indossava quell’abito gli tornavano in mente tutte le volte che andava in piazza pensando che quello fosse l’ultimo giorno nel distretto 5. Ma per ben cinque anni era tornato. Quello doveva essere il suo ultimo anno, ma il primo di una lunga serie per Emma. Cosa avrebbe fatto se la ragazzina fosse stata estratta? Non poteva nemmeno pensare una cosa del genere. Dovevano essere positivi in quei tempi. 

Erano appena scoccate le undici meno un quarto del mattino, doveva lavarsi e vestirsi in tempo per raggiungere la piazza in tempo. Guardò fuori dalla finestra e notò spiccare tra tutto il grigio delle case alcuni pacificatori armati di pistole. Non era un buon segno. 

Stavano sicuramente controllando che nessuno scappasse nei boschi. Ma scappare per andare dove? Anche gli altri dodici distretti erano sottomessi da Capitol City. Un’intera nazione sottomessa alla sua volontà. 

Velocemente e controvoglia l’albino indossò l’abito e si pettinò i capelli sotto ordine di sua madre. Anche la sorellina sembrava voler portare i capelli sciolti come sempre, ma la mamma ci teneva e farli sembrare eleganti quel giorno. 

< Sei bellissima. > esclamò Jack vedendo Emma con il vestito rosa corallo. La piccola si limitò a sorridergli socchiudendo i suoi occhioni scuri. C’era molta tensione nell’aria. Jack lo sentiva, nel sangue. 

< Forse è meglio che andate... > bisbigliò la madre cercando di far notare al ragazzone dai capelli bianchi un pacificatore che li stava osservando dalla strada. L’albino prese per mano la mora e uscirono di casa frettolosamente. 

Si notava molto bene che la piccolina non gli arrivava nemmeno alle spalle del fratellone e sembrava parecchio spaventata dalla mietitura. Sentiva spesso il fratello ripetere quanto fossero crudeli quei giochi e che per nessun oro al mondo lui desiderasse partecipare. 

< Jack... No- non voglio and-andare. > balbettò tirandosi indietro. 

< Non avere paura! Ci sono io a proteggerti, piccola. > le disse piegandosi davanti a lei. 

< Nessuno ti farà del male fin quando ci sarò io con te. > le sussurrò avvolgendola tra le sue braccia. Quell’abbraccio fu spezzato dal suono degli autoparlanti. 

Il distretto cinque non era famoso per essere elegante e lussuoso, tantomeno felice. Era il distretto dell’energia o al parere di Jack un semplice distretto troppo rumoroso.

Una volta sciolto l’abbraccio, i fratelli Frost camminarono osservati fino ad arrivare alla piazza, la quale era molto vicina alla centrale nucleare ove lavorava il loro padre. L’albino ogni volta che si avvicinava riusciva a sentire l’odore del dolore e il suono della disperazione che si propagò il giorno dell’esplosione. Tante persone furono coinvolte in quell’incidente, tra cui anche il padre di Emma e Jack. 

Però ora l’albino doveva scacciare quell’orrendo pensiero e tornare a concentrarsi solo su quel momento. 

< Va a sederti vicino agli altri bambini e sii coraggiosa. > ordinò il ragazzo con un tono piatto e distante. Emma rispose con un movimento del capo e sparì tra la folla. C’era gente davvero strana vestita molto bene, quelli dovevano essere i precedenti vincitori, e il resto delle persone vestite da abiti eleganti e vecchi con un aria a dir poco deprimente. Anche il sindaco era presente seduto sul palco con la sua famiglia. 

< BENVENUTI, benvenuti, è il momento di scegliere due coraggiosi ragazzi che avranno l’onore di rappresentare il distretto 5 alla 74 edizione annuale degli Huger Games. > esclamò una voce squillante sul palco. Era una strana signora dai capelli blu elettrico, con un vestito fin troppo orrendo per essere considerato tale. Aveva lustrini e farfalle bianche ovunque. Persino le scarpe avevano una forma orrenda. 

Dopo essersi registrato si sistemò senza protestare insieme ad altri ragazzi che tremavano per la paura.

< Come sempre... Prima le signore! > disse felicemente camminando frettolosamente verso la grande boccia in vetro. 

L’albino notò alcune ragazzine prendersi per mano e stringersi forte fino a farsi sbiancare le dita. Osservava altre ragazze poggiare le dita alle labbra e sussurrare qualche parola, mentre c’erano alcune che saltellavano sul posto per scaricare la tensione. Sua sorella invece era la più bassa e la intravedeva chiudere gli occhi e incrociare le dita. Troppo piccola per quelle crudeltà, troppo fragile per sopportare i giochi... Lei era semplicemente...

< EMMA FROST! > enunciò la stravagante signora sorridendo apertamente. Il ragazzo dai capelli bianchi si morse il labbro fino a farlo sanguinare. Avevano chiamato il nome della sorella. Era finita. Lentamente si fece spazio tra la gente e riuscì a guardare la piccola mora venire scortata verso il palco. Aveva un espressione scioccata e non riusciva più a pensare a niente. Nella sua mente vacillava solo un pensiero: morte. Non provava quelle emozioni dalla notizia della morte del loro padre. 

< MI OFFRO VOLONTARIO! > urlò Jack. Il respiro si faceva veloce e faticoso, il cuore gli era salito in gola e aveva la pelle d’oca. Tutti si girarono a guardarlo increduli che quel ragazzone avrebbe dato la vita per salvare la bambina. 

< MI OFFRO VOLONTARIO COME TRIBUTO! > gridò ancora una volta correndo da Emma.

< NO! NO! > esclamava la sorellina Frost impaurita, però nulla poté trattenere la volontà buona di Jack.  

< Come ti chiami, ragazzo? > chiese la donna puntando il microfono verso l’albino. Il ragazzo si fermò un secondo per rivolgere lo sguardo verso sua madre che aveva lasciato scivolare una lacrima sulla sua candida pelle. Ora tutti sarebbero stati orgogliosi di lui oppure lo avrebbero semplicemente ricordato come il ragazzo dai capelli strani che giace al cimitero del distretto? 

< Jack Frost. > mormorò con voce tremante e labbra secche.

< Fate un bel applauso ai tributi del distretto 5 dei 74 Hunger Games. > finì la signora piena di trucco accostando a se i due fratellini. Solo il rumore di un piccolo fiocco di neve che scendeva lento si poteva udire in quel momento. Tutti erano rimasti immobili e impassibili di fronte la tragica scena che si era verificata nel distretto 5 quella mattina gelata.  

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Big Four / Vai alla pagina dell'autore: Slvre99