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Autore: JapanAsh_BeautifulGazette    11/10/2014    0 recensioni
Un amore non compreso. Due cuori rivolti al passato. In un'epoca remota, con principi, schiavi e doveri..
Questa è la storia di due giovani che si sono innamorati, si sono lasciati, sia fisicamente che mentalmente.
Chissà che il primo amore si possa rincontrare di nuovo..?
Genere: Angst, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Reita, Ruki
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ai tempi della scultura attica, ovvero nel sesto secolo a.C, le città acquisivano una posizione di rilievo nel paronama geopolitico. Ove gli uomini dovevano mostrare il loro carattere attraverso la calma interiore, la forza giovanile ed il temperamento delle virtù di un soldato e di un atleta.
Inoltre, gli uomini di questa epoca amavano esagerare con la decoratività di se stessi e degli oggetti che li circondavano, tanto che, essi non passavano inosservati davanti ai popoli stranieri, perchè erano differenziati da un aspetto quasi femminile, pieno di grazia, con lunghe treccine che cadevano sul volto, folte chiome, vestiti arcaici, con lughe vesti che si posavano sul corpo quasi fossero carezze, quasi fossero impercettibili all'occhio umano...
In questi secoli così lontani da noi, due ragazzi consumavano il loro amore. (Un amore segreto, che dopo qualche periodo fu scoperto) Uno era un principe,ricco, l 'altro era un plebeo, la cui famiglia non aveva molto denaro per sfamarsi.
Entrambi belli, entrambi biondi, entrambi di 16 anni..
Il più virile tra i due, il cui nome era Reita, aveva dei ciuffi che cadevano sugli occhi, facendo nascondere il suo sguardo a chiunque, tranne che al suo amato, chiamasi Ruki, che al contrario appariva molto delicato con queste treccine bionde sparse su tutto il capo, che risaltavano i suoi occhi viola riflessi in quelli blu di Reita. ( non descrivo tutti i loro tratti somatici, perchè vorrei lasciar spazio alla vostra immaginazione per rendere la lettura più piacevole).
Reita anche se appariva viziato ed egoista, era un buon soldato del re, nonchè figlio di quest'ultimo. Era molto obbediente a suo padre e quando gli veniva ordinato qualcosa lui non discuteva sulla parola, nonostante ci fosse il suo cuore di mezzo..
Flashback:
-Figliolo non dovrai mai più vedere quel giovane. Non voglio che il nostro regno sia deriso a causa di una mezza prostituta, addirittura un ragazzino povero! Tu sei il figlio del re, non dimenticarlo.- gli disse suo padre
Reita mentre ascoltò quelle parole rimase senza repiro. Come poteva rinunciare a lui! L'unico che avesse mai amato?
-Sarà allontanato dalla città, insieme alla sua famiglia- aggiunse e terminò suo padre.
Reita, dal cuore spezzato obbedì anche stavolta.

I due giovani non si videro mai più.
16 anni dopo...
-Mio re, finalmente abbiamo vinto contro i Turchi e per festeggiare la nostra vittoria le abbiamo portato degli schiavi con cui può divertirsi a suo piacimento. Potrà avere quanti ne vuole- disse un soldato con sorriso malizioso sulle labbra.
Il re, ovvero l'ormai 32'enne Reita sapeva a cosa alludeva il suo sostenitore, poichè a quei tempi vi era una trattazione di schiavi, sia uomini che donne. I quali erano dati come premio ai popoli vincitori. In questo caso quello del re Reita.(Diventato re dopo l'assassinio di suo padre da parte di un nemico).
-Va bene, fateli entrare- rispose Reita.
Il giovane si inchinò e fece entrare 7 schiavi.Per poi lasciare solo il re nella sua scelta.
Tra questi vi erano 4 donne, una più bella dell'altra e 3 uomini, anche questi molto affascinanti.
Il 32'enne rimase a fissarli per vedere chi avrebbe potuto scegliere. Uno lo colpì molto. Aveva dei lunghissimi capelli biondi,molto spettinati, di sicuro non erano pettinati da giorni,ma che avevano sempre una particolare eleganza,un viso delicato, che all'inizio al re parve molto familiare, le labbra carnose ed un corpo bellissimo che avrebbe fatto invidia a qualsiasi dea o dio.
Reita si avvicinò al ragazzo, che doveva avere più o meno la sua stessa età...
-Ciao, qual'è il tuo nome?- gli chiese toccandogli appena la guancia.
Il ragazzo dal canto suo non rispose e girò il viso dalla parte opposta. Il re lo guardò con un mezzo sorriso, chiamò il soldato, che aveva condotto prima gli schiavi, dicendogli di portare via tutti gli altri e di lasciare solo il ragazzo biondo.
-Preparatelo per questa notte. Lo voglio in camera mia- disse con tono deciso.
E così fecero i suoi servi. Lo lavarono, lo improfumarono, gli pettinarono solo un pochino i capelli, gli misero una camicia qualche centimetro più lunga, di seta, come unico vestito  ed infine lo incatenarono con delle manette steso sul letto del padrone.
Reita fu avvisato del fatto che il suo schiavo fosse pronto ed entrò nella camera,anche lui nudo, con una lunga veste color oro addosso.
Si avvicinò delicatamente al ragazzo cercando di toccargli quella pelle così sensuale e bianca come il latte, ma lui cercò di ritrarsi a quelle gesta, senza riuscirci poichè era incatenato. Il re rise di questo e continuò determinato. Mise una mano sopra la sua spalla per far scendere quell'unico pezzo d'intralcio tra il suo piacere e la sua ragione. Il ragazzo sentendo quel tocco sussultò rumorosamente facendo eccitare il re ancora di più..
-Hai il corpo come quello di un angelo, come ti chiami?- gli chiese ancora mentre la camicia era già stata spinta giù dalla pelle lattea e nivea.
Il ragazzo non rispose neanche questa volta, ma Reita non si fece scoraggiare e gli prese il mento tra le mani per farsi guardare, tolse tutte le ciocche di capelli biondi dal viso e lo guardò dritto negli occhi. Nel momento in cui lo fece sentì come qualcosa dentro, era come se lo avesse sempre conosciuto, ma allora perché non si ricordava di lui?
Sentendo tutte queste emozioni il re poggiò le labbra sulle sue...
Il ragazzo sembrò spaventato all'inizio, ma poi non si sa come si fidò e approfondì il bacio.
Reita sentendo la sua lingua fece stendere sul letto il giovane, salendo a cavalcioni su di lui, si spogliò della propria veste color oro e contemplò il corpo del ragazzo dandogli baci umidi sul collo. Posò una mano sulla sua intimità e la massaggiò lentamente, facendo crescere la voglia dello schiavo.
Anche troppo...
-Ahh Reita- sussurrò il giovane, chiudendo gli occhi, tra un piacere e l'altro.
Reita si fermò pietrificato all'istante. Come faceva a sapere il suo nome? Ed oltre tutto quella voce così profonda sembra così...No, non può essere!
Si alzò da lui spaventato mentre lo schiavo sentì brividi di freddo non sentendo quel corpo caldo sopra di lui.
-Come ti chiami!- Chiese o meglio ordinò il re.
Lo schiavo lo guardò -R-Ruki- sussurrò.
Il re si sentì morire, lo aveva avuto sempre qui con lui, il suo tutto, il suo amore, e Dio, adesso era più bello di prima...
-Ruki!? S-sono io, sono Reita, colui che amavi tanto!- 
-Cosa!? N-non può essere! Ho sentito che lui è caduto in battaglia ed è morto!- urlò Ruki.
-No, sono io, sono un re ora. Mi sei mancato. Quando eravamo più giovani facevamo sempre l'amore insieme, quasi ogni giorno, senza farci scoprire dagli altri, soprattutto da mio padre.-
Ruki perse 16 battiti, come gli anni in cui erano stati divisi.
-Rei, sei tu?- 
-Sì, sono io- rispose abbracciandolo e togliendoli le catene.
-Come sei divenato schiavo?-
-La mia famiglia non ha mai avuto molti soldi, per questo mi sono offerto come schiavo in cambio di denaro ed ora eccomi qui- rispose massaggiandosi la parte dove erano poggiate le catene.
-Mi dispiace averti fatto questo-
-Non è stata colpa tua. Io ti ho sempre amato-
-E mi ami ancora adesso?-
-Sì-
Quella notte fecero tre volte consecutive l'amore. 
In seguito Ruki fu liberato e sposò Reita. 
Ed è grazie a loro due che le generazioni successive accettarono i matrimoni tra nobili e plebei.

 
  
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