Erano bambini
Un
lampo squarciò l'oscurità dell'asettica stanza,
facendo spalancare
gli occhi di un piccolo Sam di poco più che sei anni.
Rannicchiato
in posizione fetale, con le mani strette contro al petto, osservava
dritto davanti a sé, servendosi della tenue luce
dell'insegna al
neon lampeggiante del motel.
John non c'era, e fuori pioveva a
dirotto. Il rumore delle gocce che battevano sull'asfalto era
fortissimo, come se volesse entrargli nel cervello, ed il tuono che
pochi istanti dopo ruggì nel cielo lo fece sussultare.
Sam non
era per niente pauroso. No, anzi. Lui stava studiando per diventare
un eroe, proprio come suo papà ed il suo fratellone, che
invece
dormiva beato nel letto al suo fianco.
Il bambino stropicciò il
volto in una smorfia, tanto che le pallidissime lentiggini non si
distinguevano più sulle gote ancora fanciullescamente
paffute.
Aveva
deciso che, nonostante quell'orrendo temporale, mai sarebbe andato
nel letto di Dean.
Anche se John non c'era e fuori era davvero,
davvero brutto tempo e proprio non riusciva a dormire.
Non poteva
andare da Dean a chiedergli di dormire con lui, perché Sam
era un
cacciatore ed i cacciatori non avevano paura di niente. Ecco
perché
restò lì, imperterrito, per altri minuti ancora,
le manine strette
a pugno e lo sguardo risoluto che puntava dritto dritto in un punto
non identificabile della stanza.
Ancora un lampo che fece
strizzare le palpebre di Sam, il quale si rintanò ancora di
più
sotto le coperte. Un tuono e Sam si morse violentemente il labbro
inferiore, dicendosi che presto sarebbe sorto il Sole ed allora tutta
la paura se ne sarebbe andata, spaventata lei stessa dalla bellezza
che il giorno portava con sé.
A Sam piaceva la pioggia e
piacevano anche i temporali. Ma non di notte. Non da solo in un
lettino. Non senza Dean che se lo teneva stretto al petto.
"Sam"
– si disse tra sé, inaugurando così un
diplomatico discorso con
se stesso e sforzandosi di chiudere gli occhi – "non
c'è
d'avere paura. Sei coraggioso, perché sei un Winchester. Ed
i
Winchester non hanno mai paura. E sei un cacciatore ed i cacciatori
sono fortissimi, nemmeno i tuoni possono far loro del male. Come
papà, no? Papà è fortissimo."
Sam Winchester era un
cacciatore, di certo, ma Sam Winchester era prima di tutto un bambino
che aveva perso la madre prematuramente, che era venuto al mondo con
uno scopo già scritto ed ancora sconosciuto. Sam Winchester
era nato
senza una vita, così come Dean, il suo fratellone.
Ed anche se
ancora dovevano scoprirla, questa via precostruita per loro, Sam e
Dean erano anche dei bellissimi bambini. Forse un po' troppo maturi
per i loro anni, forse cresciuti con metodi non proprio ortodossi, ma
per loro l'età della primavera era appena cominciata.
Sam
Winchester era un bambino mentre si arrendeva alla sua anima immatura
di ragazzino e posava i piedi nudi a terra, gli orli delle gambe dei
pantaloni del pigiama un po' troppo grande che strusciavano in terra
mentre compiva quei pochi passi che lo dividevano dal fratello.
Sam
Winchester era un bambino mentre si arrampicava sul letto di Dean e
tirava su col naso, scavandosi un piccolo spazietto per sé
tra le
coperte avvolte attorno al corpo del suo fratellone. Questi si mosse
nel dormiveglia e subito comprese qual era il motivo di
quell'improvvisa agitazione; si spostò un po' da parte,
concedendo
così a Sam la nicchia di cui aveva bisogno per poter dormire
tranquillo.
Anche Dean Winchester era un bambino già piegato
dalla vita mentre si sistemava su un fianco e lasciava che il suo
piccolo Sammy gli si accoccolasse accanto, rannicchiandosi sotto le
coperte, neanche quest'ultimo avesse avuto paura che qualcuno
l'avrebbe potuto portare via dalle braccia rassicuranti del
fratello.
Dean Winchester era ancora un bambino quando posò un
tenero bacio sui capelli scarruffati del più piccolo,
legandogli un
braccio intorno alla vita e stringendolo a sé, per poi
promettergli
mutamente che nessuno gli avrebbe mai fatto del male, finché
sarebbero stati insieme. Nessuno, no, neanche quell'ennesimo tuono
che brontolava all'esterno del motel per infastidire i due
fratelli.
«Ti ha spaventato il temporale?» Domandò
Dean con
dolcezza, stringendosi contro il corpo esile del fratellino, che
sospirò con evidente soddisfazione, mentre faceva scivolare
i
piedini accanto a quelli dell'altro e cominciava a strusciarli contro
i suoi, con movimenti lenti. Era il suo modo per rilassarsi,
strusciare i piedi contro le gambe di Dean. Tanti bambini si
succhiavano il pollice e invece Sam era così che si
concedeva delle
coccole. E al più grande stava bene. Piacevano anche a lui
quelle
carezze.
Sam emerse con la testa da sotto le coperte, la fronte
ora posata contro al mento di Dean.
Poi scosse il capo: «No.»
Mentì.
Perché i bambini sono orgogliosi, ma basta la vicinanza
della loro casa, del loro punto fisso, di un amore vero e
incondizionato a farli rilassare.
«Okay.» Rispose allora Dean,
chiudendo gli occhi e rinsaldando la presa sul corpo di Sam.
Non
fece domande, non si prese gioco di lui per quella piccola ed
infantile bugia.
Dean Winchester non disse niente, perché anche
lui era un bambino ed i bambini si accontentano di poco.
A lui
bastava di sentire Sammy rilassarsi contro di sé, finalmente
capace
di dormire sereno. A lui bastava di tenersi Sammy vicino,
perché
anche Dean era un bambino, ed anche a lui quel temporale faceva
paura.
Walking_Disaster's
corner:
Ok, arrivo dopo dieci anni con un'altra OS.
Purtroppo non ho potuto concentrarmi granché su un progetto
unico in
questo periodo, perché ho avuto qualche problema a casa,
tant'è che
ho ancora un sacco di recensioni che attendono risposta. Spero di
poter ringraziare tutti al più presto, comunque, e se
qualcuno a cui
ancora manca una mia risposta legge queste NDA dico solo che siete
fantastici e che vi ringrazio con tutto il cuore per il tempo speso
per le mie storie e per la pazienza.
Inoltre, come se tutto ciò
non bastasse, devo ancora postare il capitolo di Some Nights.
Sì,
l'avevo promesso in breve tempo, invece... ma è praticamente
finito,
devo betarlo e poi verrà postato. Non credo ci
metterò tanto. Sul
serio, stavolta.
Anyway. Stasera dovevo, per l'appunto, betare il
capito di Some Nights, ma a casa mia è venuto tipo il
diluvio
universale con tuoni, fulmini e saette. Ho fatto il rewatch della
8x23 di Supernatural e mi son detta: "ok, devo usare questa
pioggia (perché sappiatelo: io adoro la pioggia) e devo
inserire
tutto questo dilagante amore che il discorso della 8x23 mi trasmette
in qualcosa di fluff." ed al posto di SN è nato questo,
senza
troppe pretese ma che io personalmente adoro, in realtà.
Poi va
be', ormai si è visto tutti il 10x01, suppongo. E niente,
non mi
pronuncio troppo perché le NDA alla fine verrebbero
più lunghe
della OS, per cui è meglio evitare. Dico solo che OH MY
FUCKING
LUCIFER DEMON!DEAN, HURT!SAM, OH PLEASE --- le uniche cose
discutibili, a mio avviso, sono le scene di Castiel. Boh,
sarò di
parte, ma tutti 'sti discorsi hippie (cit. ragazza che ho amato per
questa frase) made in angels hanno rotto un po' i così detti
coglioni; spezzavano la continuità che c'era nell'alternanza
Sam-Dean... sembravano cose per riempire random buchi di episodio.
Per il resto l'ho davvero amata profondamente, ho pianto e niente,
non vedo l'ora di vedere la 10x02. De gustibus, in ogni caso.
Comunque- concludo dicendo che spero abbiate apprezzato questo
scorcio di vita quotidiana dei nostri baby fratelli, con un pizzico
di introspezione che male non fa mai.
Fatemi sapere che ne
pensate, se vi va, e io vi amerò.
Goodbye, people.
WD