Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Ricorda la storia  |      
Autore: ladyzaphira    12/10/2014    4 recensioni
One-shot ambientata dopo l'episodio "The invasion", l'ultimo della seconda stagione del 2012.
In un certo senso Leonardo si era sempre sentito attratto da Tigerclaw, ma avrebbe potuto davvero anche solo provare ad amarlo se ciò significa perdere per sempre la sua famiglia e la sua libertà?
Yaoi, sulla mia seconda coppia preferita dopo la LeoxRaph!!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Leonardo Hamato, Tigerclaw
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come braccio destro di Shredder, era normale avere dei privilegi.
Privilegi come ad esempio avere la possibilità di disporre di alcune delle stanze migliori della vecchia chiesa, ora ridotta ad un rifugio segreto, del maestro.

Ancor meglio era avere il privilegio di dividere tali stanze con qualcuno, certo, finché questi non ti punta un pugnale alla gola … 

“… Hai un modo strano di dimostrare gratitudine, cucciolo” ringhiò appena Tigerclaw senza nemmeno schiudere gli occhi dorati quando sentì una lama liscia e fredda premere sulla sua gola. 

“Comunque se vuoi farlo ti conviene farlo subito, è facile vedrai”

Leonardo esitò, stupito ma, in un certo senso anche affascinato dalla calma e dalla compostezza del mutante sotto di lui.

“Non temi per la tua vita?” sussurrò infatti dopo un breve istante di silenzio.

Tigerclaw ridacchiò e un brivido freddo percorse la spina dorsale di Leo.
“Tu sei un cucciolo che cerca di fingersi già grande …” disse “… Ma quando crescerai davvero allora capirai che non ha senso temere qualcosa con cui ci si ha vissuto accanto tutta una vita”

Leo corrucciò la fronte, confuso da ragionamento; non usò il pugnale … ma non lo buttò nemmeno via …

Gli occhi blu mare della tartaruga si erano persi nel contemplare quelli dorati della tigre, quasi in soggezione. Il leader non si era mai fermato a guardarli a lungo durante i loro scontri eppure … 
Aveva sempre trovato qualcosa di magnetico nello sguardo maturo del felino, qualcosa che gli permetteva di vedere tutte le battaglie, le avventure, che egli aveva vissuto, che lo aveva fatto diventare la persona che era adesso … la persona che lo attraeva in maniera quasi subdola.

Perché si!! Nonostante tutto quel mutante lo affascinava; non era come gli altri servi di Shredder, lui aveva … qualcosa di più e probabilmente era per questo che esitava a finirlo, ora che ne aveva la possibilità. 

Semplicemente non riusciva a farlo.

Stanca di aspettare, la tigre gli afferrò con forza il polso che reggeva il pugnale, ma anziché togliersi il ninja di dosso guidò la sua mano affinché premesse maggiormente con la lama sulla sua gola, in una tacita sfida.

“Coraggio … !!” sfidò Tigerclaw strattonandogli il braccio. 

Leonardo storse la bocca e si morse le labbra per trattenere un sussulto di dolore. 

Anche se erano passate quasi un paio di settimane la pelle verde, resa livida dal brutale pestaggio a cui era stato sottoposto il giorno dell’invasione Kraang, era ancora molto sensibile.

Non si era ancora ripreso del tutto da quella orribile giornata, la giornata in cui era stato strappato via dalla sua famiglia; ora persa, chissà dove. 

-Almeno so che sono al sicuro- aveva pensato Leo quando Shredder aveva sfogato su di lui la rabbia per non essere riuscito a catturare anche gli altri. 
“Ucciderai i miei fratelli se io ora non ti uccido” mormorò, cercando di motivarsi.

“Farò molto più di questo …” avvertì il mutante più maturo “Io sono un assassino cucciolo, conosci il significato di questa parola? Hamato ha fatto in tempo ad insegnartela prima che il maestro lo eliminasse per sempre?” ghignò.

Leo socchiuse gli occhi, ringhiando appena “Io non credo a ciò che ha detto quel maledetto” sibilò “Non ci credo, il maestro Splinter non può essere morto”

“Credici invece” replicò Tigerclaw mentre la zampa libera corse lentamente lungo la coscia della tartaruga “Farà meno male che illudersi”

“Tu non puoi capire!! Sei un mostro senza cuore!!” sbottò Leo non riuscendo a trattenere una piccola lacrima a quelle parole.

“Già, sono il mostro che ti ha salvato da una brutta fine” gli ricordò l’assassino scoprendo le zanne, iniziando ad irritarsi.

“Dovrei ringraziarti per avermi rinchiuso qui dentro con una catena attaccata alla caviglia?” replicò l’azzurro allibito “Neanche fossi un cane!!?”

“Dovresti ringraziarmi per aver convinto il maestro a non ucciderti” rispose invece la tigre, sospirando profondamente per calmarsi “Dovresti ringraziarmi per essere intervenuto quando Bradford e Xever hanno cercato di abusare di te”

Leo rabbrividì di nuovo, ma non solo per il ricordo di ciò che avevano cercato di fare quei due mostri; la zampa di Tigerclaw aveva cominciato ad accarezzargli sensualmente la coscia …

“Tu non sei affatto diverso da loro!!” ringhiò la tartaruga, anche se in realtà non lo pensava sul serio.

“Lo credi veramente?”

Improvvisamente Tigerclaw ribaltò le loro posizioni, sistemandosi a cavalcioni sulla tartaruga.

“Gnn …!!” sibilò Leo divincolandosi ferocemente nonostante l’altro avesse già provveduto a bloccargli i polsi, sopra, ai lati della testa.

Il pugnale cadde a terra con un tonfo, perso.

“No!! Lasciami!!” gridò il ninja dibattendosi anche se era del tutto inutile.

“Avresti potuto uccidermi” mormorò Tigerclaw avvicinando il muso al viso di Leonardo, i loro nasi quasi si toccavano “Ma non lo hai fatto, sapevo che non ne avresti avuto il coraggio …”

“Non sono un assassino come te, purtroppo” sputò l’azzurro contorcendosi contro il morbido materasso.

“Si, questo lo so …” replicò l’altro “Ma sei sicuro che sia SOLO per questo?”
Prima che Leo potesse replicare, le labbra del mutante più grande si poggiarono sulle sue, in un bacio profondo e appassionato.

Leo smise di divincolarsi, ma serrò gli occhi; i muscoli tesi e rigidi contro la pelliccia morbida del felino.

Non era la prima volta che lo baciava, e l’esperienza gli aveva insegnato che era meglio non ribellarsi se non voleva trovarsi con la lingua tranciata anche se questa volta il suo carceriere gli sembrò più … gentile.

La lingua di Tigerclaw esplorava la sua bocca, cercando di invitare la gemella a giocare  accarezzandola e intrecciandosi con lei.

Dopo quella che sembrò un’eternità, la tigre si staccò; un sottile filo di saliva univa ancora le loro bocche.

Le guance della tartaruga sfumarono di un leggero rossore.
Sussultò quando la zampa dell’assassino gli lasciò andare uno dei polsi solo per posarla sulla sua coscia. Il tutto mentre cominciava a leccargli il collo, lentamente, dalla base fin lungo la mascella.

“Ancora sicuro di non provare niente, cucciolo?”

Leo si rifiutò di incontrare il suo sguardo.
“Non voglio avere niente a che fare con te!!” protestò “Voglio andare via di qui, voglio trovare la mia famiglia!! Lasciami andare!!” fece riprendendo ad agitarsi.

“Tu dici così, ma i tuoi occhi dicono altro” replicò a bassa voce il felino “E te lo dimostrerò …”

Spingendo un ginocchio in avanti, Tigerclaw costrinse Leonardo ad allargare le gambe … 

Fu allora che il leader iniziò davvero ad avere paura.

“Sssh, non devi avere paura …” rassicurò Tigerclaw vedendolo tremare sotto di lui.

“Vuoi portare a termine ciò che LORO avevano iniziato, non è così?” sussurrò Leo con gli occhi lucidi, era troppo debole per cercare di ribellarsi ormai.

Da quando lo aveva fatto portare nelle sue stanze, il felino si era limitato solo a qualche bacio, ma niente di più …

La tigre scosse la testa.
“Quegli stolti hanno cercato di fare qualcosa per il quale, ti assicuro, li avrei fatti pentire se fossero riusciti a portarlo a termine” replicò “Questo caso è diverso …”

“Che cosa ci trovi di diverso?”

“Loro volevano violentarti, corrompere la tua purezza …”

“E perché tu allora? Tu cosa vorresti fare?” piagnucolò Leo, con voce così bassa che nemmeno lui si era sentito.

“Io voglio fare l’amore con te, voglio prendermi cura di te, del mio cucciolo prezioso” affermò Tigerclaw baciandolo ancora “Voglio farti crescere” continuò strofinando il naso nell’incavo del collo dell’azzurro.

“Rilassati, non ti farò del male”

“E’ da quando ci siamo conosciuti che hai cercato di farmi del male” replicò l’altro stordito dal forte odore della pelliccia di Tigerclaw.
Si sentì surriscaldare il viso, le guance ormai avevano assunto un adorabile colorito rosato e lui non riusciva a capire perché si sentisse così … così …

… attratto da lui.

“E’ stato prima che capissi quanto tu sia prezioso per me” precisò la tigre “Lo sento, l'ho sempre sentito … e anche tu provi lo stesso …”

“No!!”

“Sai che ho ragione!!”

Leo sbatté gli occhi preso in contro piede.  
“N-Non è vero … i-io … io …” cercò di negare.

“Il tuo odore” ghignò il felino stuzzicando la codina della tartaruga con un artiglio “Diventa più forte, più … buono” sussurrò “Ogni secondo che passa e questo sai cosa significa? 

L’altro fece segno di “No” con il capo.

“Significa che il tuo corpo sta reclamando un compagno, ora capisci? Sei tu che mi stai facendo impazzire cucciolo” spiegò la tigre “Non il contrario” 

Leo piagnucolò, scuotendo la testa.
“Lasciami andare!!” pregò di nuovo “I-Io … io non posso” continuò confuso dalle sue stesse sensazioni “Non posso stare con te!!”

“Resterai, perché sai che hai bisogno di me” replicò l’assassino.

Leo scosse la testa, voltando il capo di lato per evitare di guardarlo “Tu sei pazzo …” mormorò, mordendosi il labbro per non singhiozzare quando Tigerclaw iniziò a prepararlo per il rapporto che avrebbero avuto di lì a breve.

“E tu sei mio Leonardo, che tu lo voglia o no … ora e per sempre …”

Pochi momenti dopo delle urla di dolore misto a piacere riempirono le lussuose stanze di Tigerclaw: Leonardo gemeva e si lamentava a gran voce, incapace di trattenersi sotto le violente spinte del suo rapitore. Con una mano stringeva le lenzuola, quasi a volerle strappare a brandelli, mentre con l’altra si aggrappava disperatamente alla spalla della tigre, tirandone la pelliccia con forza.

“Ah!! Aahh!!” si lamentò il ninja serrando le palpebre “T-Tigerclaw …”

L’assassino lo premette con più forza contro il materasso, come se volesse seppellircelo dentro; gli alzò gambe, tirandole sopra le sue spalle per aumentare il ritmo. I suoi artigli lasciarono diverse, sottili, striature rosse sulla pelle verde. 

Tigerclaw ruggì, gratificato.  
Mordeva, leccava, succhiava e graffiava, al tempo stesso si spingeva in lui sempre più forte, sempre più veloce …

… Fino al culmine.

“T-Tiger-cla-w …” ansimò il leader, la lingua appena al di fuori dalla bocca semi aperta.

“Leonardo …” ringhiò il felino venendo dentro il compagno, mentre catturava per l’ultima volta le sue labbra in un bacio affamato e feroce.

“Uhmpp … T-Tigerclaw …” 

“Ssssh …” fece piano il felino, sdraiandosi accanto a lui “Adesso riposa cucciolo” ordinò gentilmente stringendolo a se.

Passarono diverse ore, mancava poco all’alba.

Leonardo si svegliò pochi momenti dopo Tigerclaw, con la testa appoggiata sul suo petto morbido e caldo.

Leo cercò a muovere la gamba incatenata; la catena cigolò leggermente, strusciando tra la pelle e il materasso, durante il loro amplesso gli si era attorcigliata disordinatamente intorno alla caviglia.

Provò ad allungare una mano per sbrogliarla.

Per fortuna la catena era lunga abbastanza da permettergli di camminare senza problemi per tutta la stanza (Che era bella grande per essere quella di un assassino). Riuscì a liberarsi, un pochino, quel che bastava per potersi muovere con discreta libertà, almeno sul letto.    

“Come ti sei procurato il pugnale?” domandò il felino dopo un po’, accarezzandogli le braccia mentre lo stringeva a se.

“L’ho trovato nascosto nella vecchia cella di Karai” raccontò l’azzurro “Pensavo di usarlo al momento giusto, ma ho fallito …” continuò amaramente.

“Lo hai tenuto nascosto per tutto questo tempo e io non me ne sono nemmeno accorto” constatò Tigerclaw “Sono colpito” 

“Già …”

“Toglimi una curiosità” riprese l’assassino “Speravi davvero di riuscire a scappare dopo avermi ucciso? Incatenato come sei?”

“Non … non ci avevo pensato” ammise la tartaruga.

“Io ci avrei pensato invece”

“Tu sei un professionista, io no” ribatté l’altro offeso.

Tigerclaw ghignò “Sei carino quando metti il broncio” disse guadagnandosi un sussulto imbarazzato da parte del suo cucciolo.

Restarono in silenzio per qualche momento, finché Leo non trovò il coraggio di riprendere la parola “Intendi tenermi rinchiuso qui per sempre, vero?” 
C’era pura sofferenza nella sua voce.

Tigerclaw ci pensò su “Temo di si” ammise “Devo tenerti al sicuro”

“Se tenessi davvero a me mi permetteresti di andare dalla mia famiglia!!” replicò il leader duramente “Invece pensi solo a te stesso!!”

Ma il felino non batté ciglio “Famiglia? Ah!! E quale famiglia?” ringhiò “La famiglia che ha lasciato New York, abbandonandoti al tuo destino?”

“Loro NON mi hanno abbandonato!!” sibilò Leo convinto “E se cerchi ancora di convincermi del contrario perdi solo tempo, sono perfettamente cosciente che se anche volessero ora non potrebbero pensare a salvarmi …” mormorò “… Per quanto mi faccia male ammetterlo non avrebbero la minima possibilità contro Shredder e voi altri, non senza il maestro Splinter” 

“Che è morto …”

“NON E’ MOR-Uhmp!!”
Stanco di discutere, Tigerclaw lo aveva messo a tacere con un bacio.

Leo non lottò, ma nemmeno rispose al bacio; preferì isolare la mente e restare passivo finché l’altro non si fosse stancato di giocare con il suo corpo.
Tanto sarebbe stato inutile lottare.

Quando si staccarono, l’azzurro guardò il suo carceriere con i grandi occhi blu lucidi e imploranti.

“Ti prego Tigerclaw …” supplicò “I-Io ho b-bisogno di loro”

“E IO ho bisogno di TE” ribatté la tigre “Anche se inscenassimo una fuga, alla prossima occasione Shredder non ti lascerà in vita, nemmeno se sarò io a chiederglielo” spiegò “Non posso correre questo rischio”

Vedendolo così determinato, Leo sospirò, abbassando lo sguardo.
Niente da fare, non sarebbe mai potuto tornare dagli altri da solo, avrebbe dovuto aspettare.

Aspettare in quella splendida stanza che per lui non era altro che un antro oscuro e profondo, la sua prigione. 

Gli venne in mente una vecchia storia che aveva letto da piccolo, in un libro che aveva trovato per caso nelle fogne: “Leggende e miti dell’antica Grecia” si chiamava.

La storia in questione era quella di una giovane Dea. 
Si chiamava Persefone, figlia della Dea delle messi Demetra, la quale un giorno venne rapita da Ade, il dio dei morti, affinché divenisse sua sposa e restasse per sempre con lui nel suo regno sotterraneo. 
Demetra tuttavia, addolorata per il destino della figlia, protestò presso Zeus che alla fine, dopo aver riflettuto a lungo, decretò che Persefone passasse un quarto del l’anno con il marito e il restante con la madre e le sorelle.

Pensandoci la sua situazione non era poi tanto diversa.

L’unica differenza era che Tigerclaw non lo avrebbe mai ceduto senza combattere …

-Persefone paradossalmente finì con innamorarsi del suo stesso rapitore- pensò Leo amaramente – E io …?-

Anche lui …

“Ti amo Leonardo” confessò ad un tratto Tigerclaw baciandogli la fronte “Voglio che resti al mio fianco, per sempre”

Leo non rispose e chiuse gli occhi.
Forse, pensava, forse quella strana storia poteva avere qualche possibilità … ma non tra quelle quattro mura …

… Ma fuori, dove avrebbero potuto essere entrambi liberi.

.............................


Sono pazza se dico che adoro la coppia TigerclawXLeo!? O.o
Beh, che volete che vi dica ragazzi?! Io l'adoro!! XD Mi ha divertita molto scrivere questa one-shor, spero che abbia divertito anche voi!!
E spero di scrivere (E magari anche leggere) altre storie su di loro in futuro!! Tanti baci e abbracci tarta-fan!! 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: ladyzaphira