Ebbene, sono tornata.
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[...] Alla fine, riesco a sollevare le palpebre quel tanto che mi basta per una panoramica
delle misere condizioni in cui mi trovo ormai da giorni.
Pezzi di corpi in putrefazione, gli organi che ancora vomitano sangue, sono sparsi
un po' dovunque, insieme a ormai minuscoli frammenti di ossa.
I miei compagni di cella si guardano fra loro. Alcuni tremano, terrorizzati, altri
sembrano aver accettato il destino, e se ne rimangono sdraiati scompostamente sul
pavimento duro e freddo, in silenzio.