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Autore: BlueDragon95_Dakota    13/10/2014    1 recensioni
[Nata nella Contea di Napa, nello Stato della California, da Margaret Knight, Lily vive nella sua terra natia, nella grande proprietà vinicola del nonno materno.
La piccola Lily si dimostra fin da piccola un'abile ladruncola ed eredita dalla madre l'orecchio musicale. Si dimostra precoce fin dalla tenere età, e ama viaggiare (di fatto, è solita vagabondare per le vigne della Napa Valley).
All'età di dieci anni, scopre di essere una Semidea.]
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Ermes, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scopro di essere una Semidea


Era una di quelle giornate che la bambina definisce "sonnacchiose", una di quelle giornate cioè in cui non si ha voglia di fare niente tranne che dormire. E infatti la piccola Lily aveva finito i suoi incarichi mattinieri e si era lasciata andare sull'amaca del terrazzo della grande villa del nonno.
Ma Lily detestava le giornate sonnacchiose; essendo iperattiva non poteva soffrire di non aver voglia di fare nulla. Avrebbe di gran lunga voluto che venisse qualche cliente a comperare qualche bottiglia, lei avrebbe sicuramente avuto da fare col nascondere la macchina del suddetto cliente; meglio se questo cliente fosse stato ricco e avesse una Porche o qualcosa di simile. Il cliente si sarebbe preso un colpo maggiore al non ritrovare più la sua adorata macchina da più di un milione di dollari.
Ma di clienti quel giorno non se ne vedevano neanche con il cannocchiale. E Lily si stava scocciando di rimanere sdraiata sull'amaca, pensando a cosa avrebbe potuto fare. Però non vi era niente da fare: né il nonno né la madre né nessun lavoratore che lì praticamente alloggiava aveva notato 'qualcosa di strano' nella villa o nel negozio o nella rimessa; eppure erano passati due giorni da quando Lily aveva nascosto la parte quasi-più-importante di ciascun luogo.
Lily era brava a nascondere e a rubare gli oggetti - persino grandi oggetti! - senza farsi scoprire. E nessuno la incolpava, perché per tutti era l'angioletto... Sì, angioletto! Forse angioletto dei ladri! Comunque, quando qualcosa "spariva" tutti davano la colpa o a se stessi o, come nel caso dei clienti che non si trovavano più la loro bella automobile, ai lavoratori, in questo caso parcheggiatori. Il nonno dava sempre la colpa alla governante. E intanto Lily si faceva grasse risate nascosta in qualche "luogo abbandonato", come la stessa bambina chiamava i suoi luoghi preferiti in quell'immenso "castello".
E visto che di clienti non se ne vedeva neanche l'ombra con il cannocchiale, e Lily si era davvero rotta le scatole di stare lì ad aspettare che qualcuno si accorgesse dei suo scherzi, la bambina abbandonò l'amaca correndo fino alle stalle. Sellò quindi il suo Alfa - il suo baio, che le avevano regalato madre e nonno per il suo settimo compleanno - e vi saltò in groppa, portandolo al passo fuori dalla stalla e partendo prima al trotto e poi al galoppo, inoltrandosi nella vigna di proprietà di suo nonno.
Di cose strane ne aveva viste parecchie nella sua giovane vita, quindi non si stupì per niente di un satiro - "Piuttosto stupidi i satiri'", pensava la bambina - che trotterellava al suo fianco chiedendo ≪ Hai denari? ≫
Prima di tutto, anche se Lily apparteneva a una piuttosto ricca famiglia, non aveva mai un soldo con sé, poi anche se avesse avuto anche solo un centesimo sputato in tasca non lo avrebbe sicuramente dato ad un satiro saltellante.
≪ Non ho mai denari con me. Oramai dovreste saperlo. ≫, disse schietta Lily una volta stufatasi di ignorare il satiro che insisteva. E finalmente il satiro si era da lei e Alfa scollato.
Lily continuò a galoppare fino al tramonto, quando la madre la venne a cercare al trotto sul suo Hermes.
Lily si ricordava ancora di quando la madre aveva acquistato il suo cavallo, ancora un puledro da addestrare; si ricordava bene la sua stessa  reazione alla scelta del nome: "Hermes?! Come il Dio?!". La bambina ancora non si spiegava quel nome: cosa aveva di Hermes quel cavallo, per altro ancora piuttosto giovane?
Lily, infatti, non conosceva ancora nulla del padre. Anzi, pensava addirittura che non avesse un padre, anche se la cosa era impossibile. Non c'era bisogno che qualcuno le spiegasse come nascessero i bambini, Lily sapeva che necessitavano il pene di un uomo e la vagina di una donna per far sì che uno spermatozoo incontri un ovulo, nel quale ovulo si forma il feto che cresce nel ventre della donna finché in questo il corpo del bambino non è troppo grande e parassita per restare ancora lì.
Comunque sia, l'avrebbe scoperta presto l'identità di suo padre. Lily era una ragazzina furba e sveglia e intelligente; in un modo o nell'altro sarebbe venuta a conoscenza di quel l'informazione.

Lily galoppava su Alfa affianco di sua madre in groppa su Hermes, quando la madre le disse: ≪ Ti racconto una storia. ≫
La bambina adorava le storie, specialmente se erano accadute realmente, e chiese: ≪ È una storia inventata, o una storia vera? ≫
≪ È parte della tua storia. Ma arriviamo a casa, leviamo le selle ad Alfa ed Hermes e ci sediamo comode. ≫
Lily non fece altre domande, anzi galoppò più veloce arrivando alla stalla parecchio prima della madre, che come di consueto se la prendeva con comoda. La rossa sbrigliò e dissellò Alfa, rinfrescandolo e coprendogli la schiena con una coperta perché non si prendesse un malanno. Avrebbe voluto dargli uno zuccherino, ma sapeva che gli avrebbe fatto male mangiarne troppi nonostante sapesse quanto Alfa ne fosse ghiotto. Gliene aveva dato uno proprio il giorno prima, per un po' non gliene avrebbe dati più. Gli diede però qualche pezzo di carruba, e quando la madre, che nel frattempo aveva raggiunto la stalla con Hermes, finì di dissellare e sbrigliare il suo cavallo la raggiunse, dando una leggera pacca sul muso ad Alfa.
La donna in miniatura e sua madre, raggiunsero quindi il salotto, dove si sedettero la prima sul divano rosso e la seconda sulla poltrona della stessa tonalità di fronte.
≪ Come sarebbe che la storia che mi stai per raccontare è parte della mia storia? ≫, chiese Lily, liberando la domanda che aveva pensato quando la signora Knight aveva detto "È parte della tua storia".
Margaret Knight non rispose in maniera diretta, prendendo a iniziare a raccontare.
≪ Sai bene che non sei potuta nascere solo da me, Lily, e io so bene che sai come si nasce.
Allora, ti voglio raccontare di tuo padre, una persona magnifica, che rivedo ogni volta che ti guardo. Non ti rivelerò la sua identità, ma ti rivelerò la tua, e sarai tu stessa a scoprire chi è, quando sarà il momento giusto. ≫ Si fermò, per osservare la figlia che aveva ascoltato ogni singola parola con sguardo furbo. Lily stava pensando a rendersi le cose facili; stava pensando a come estorcere l'identità del padre a sua madre. Ma non disse niente, prima avrebbe ascoltato la storia. Margaret continuò.
≪ Scoprii solo quando ci dovette lasciare, a malincuore perché avrebbe voluto vederti crescere restandoti vicina, che lui è un Dio. Tu sei perciò una Semidea, nata da una donna mortale e da un uomo immortale. Ne hai viste tante, tuo padre mi ha avvertito che ne avresti viste tante, come mi ha avvertito che ne avresti viste di più quando ne fossi venuta a conoscenza.
≪ Ora lui vive da qualche parte sull'altra costa degli Stati Uniti, ma quando ci siamo conosciuti eravamo a San Francisco. Io ero molto giovane, e lontana da casa. Non avevo un soldo, ma necessitavo di nutrirmi. Fui costretta a rubare in un supermercato, e fortunatamente andò tutto bene. Mi dissi che era la fortuna del principiante, ma le volte successive andò bene come la prima.
Fu allora che conobbi tuo padre, vestito come un poliziotto e all'interno di un'automobile della polizia. Mi preoccupai, pensando che fosse un vero poliziotto. Cercai di inventarmi una qualche scusa nel caso mi avesse voluto arrestare, ma lui non mi lasciò parlare. Mi disse solo di salire in macchina, e pensai che volesse arrestarmi, farmi marcire in carcere. Ma lui mi fece salire sul sedile anteriore, e allora gli chiesi chi fosse. Non mi rispose, ma partì a tutta velocità attivando la sirena. Si fermò solo una volta fuori da San Francisco, in una zona dove non passava nessun'altra macchina. Mi preoccupai, ma non ne avevo il motivo. E Risi quando mi chiese se volevo essere la sua poliziotta.
≪ Come ti dissi, ero una ragazza giovane, un po' stupida forse, e come risposta gli dissi di sì, che volevo essere la sua poliziotta. Era affascinante, tutto di lui mi piaceva. E con il passare dei giorni, i quali passammo rubando, mi innamorai perdutamente.
≪ Fu quando prendemmo "in prestito" una stanza in un motel che lo facemmo. Nove mesi dopo nascesti tu, con gli stessi occhi vispi, la stessa linea della bocca, la stessa voglia di scherzare e una stessa particolare abilità.
≪ Quando ci lasciò, tu avevi solo due settimane, ma mi diede delle informazioni. ≫
La madre si fermò, e Lily non disse nulla. Semplicemente aveva capito chi fosse il padre, e il nome del cavallo di sua madre l'aveva aiutata nel trovare niente. La madre disse ancora: ≪ Lily Knight, tu sei una Semidea. Il tuo posto non è più questo, ma il Campo Mezzosangue a Long Island. ≫
Allora la bambina rimase senza parole sul serio, l'espressione stupita stampata sul volto, che cancellarono quell'espressione birichina che sempre aveva per qualche secondo. Alla fine la bambina chiese, un poco adirata: ≪ Mi stai mandando via o cosa? ≫. Ma non lasciò che la madre rispondesse, e aggiunse: ≪ Okay, tanto ho sempre voluto cambiare posto. ≫
La mente congeniale di Lily già galoppava su nuovi possibili scherzi da poter fare a nuove persone, in un nuovo posto così lontano da dove è cresciuta. E l'aria birichina - che tutti scambiavano per "dolce e angelica" - era riapparsa sul volto della ragazzina lentigginosa con i capelli rossi come il fiore del quale portava il nome.
   
 
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