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Autore: Avah    13/10/2014    0 recensioni
[Under the Dome]
Rebecca Pine è una donna certa che la scienza abbia tutte le risposte alle domande del mondo, che sa che tutto ha una sua logica. Eppure vive in un mondo in cui non c'è più niente di sensato.
Sam Verdreaux è un uomo in cerca della pace, con un passato misterioso e turbolento, pieno di segreti da tenere nascosti. Ma in un mondo in cui tutti sono costretti a vivere uno accanto all'altro, è difficile tenere sepolto quello che è stato.
Questi due sono personaggi completamente diversi, praticamente agli antipodi, eppure sembra che qualcosa di più forte leghi le loro vite e i loro sentimenti...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'amore non fa per me

Eravamo tutti radunati nel bosco e fissavamo il buco in cui Melanie era appena sparita, sbigottiti e senza più parole. Non potevo credere che la Cupola se la fosse ripresa, dopo averla fatta ritornare dopo venticinque anni dalla sua morte avvenuta esattamente nello stesso posto.
-Dobbiamo seguire Melanie- disse Junior, guardando in fondo al cratere.
-E’ troppo rischioso scendere lì sotto- ribattei, guardando Barbie che gettava un bastoncino per saggiare quanto fosse profondo.
Non appena quello arrivò in fondo, ci fu un altro terremoto che ci fece balzare tutti indietro, lontano dalla fossa.
-E se fosse un altro tunnel, come quello che era a scuola?- intervenne Joe -Magari porta a Zenith-.
-O da qualche altra parte- finì Norrie -Purché non sia qui va bene tutto-.
In quel momento sentimmo Big Jim gridare aiuto; poco dopo spuntò fuori dalla boscaglia, tenendo Pauline sottobraccio. Gli dissi subito di farla stendere sul fianco, in modo che potessi fermare l’emorragia, almeno il tempo di trasportarla fino alla scuola, mentre Barbie gli chiese cos’era successo.
-Lyle l’ha pugnalata- rispose lui -Ora è morto-.
Barbie e Junior corsero a recuperare l’auto che era rimasta sul limitare della foresta, mentre noi rimanemmo tutti vicino a Pauline che stava sempre peggio. Io, Junior, Rebecca e Jim la caricammo in fretta sulla barella dove avevamo posato Melanie, poi corremmo tutti alla scuola.
Quando arrivammo, potei constatare che la sua ferita era molto grave, ma con le mie sole conoscenze da paramedico non potevo fare molto, oltretutto senza avere a disposizione gli strumenti necessari.
-So che puoi aiutarla, quindi fa qualcosa- mi ordinò Jim.
-Non sono un chirurgo, e qui non c’è l’attrezzatura che mi serve- ribattei, tamponando la ferita con delle garze sterilizzate -Posso solo stabilizzarla-.
-Senti, c’è una soluzione: trovala!-.
-Ti prego Sam, aiutala- mi implorò Junior.
Lo guardai per una frazione di secondo, poi tornai a occuparmi di Pauline -Sto facendo quello che posso-.
Alla fine riuscii a fermare la perdita di sangue, perciò lasciai mia sorella con Big Jim e Junior e dissi a Rebecca di darle della morfina per il dolore. Chiamai Junior e Big Jim perché ci raggiunsero; anche se a fatica, dovetti ammettere che le sue condizioni erano disperate, che non potevo fare nulla per impedire il dissanguamento, e che l’unica cosa possibile era cercare di ripristinare i valori dei fluidi.
-Vado alla clinica a prendere la fisiologica- disse Jim, sparendo nel corridoio.
Junior e Rebecca tornarono dentro da Pauline, mentre io rimasi fuori, cercando di mantenere il sangue freddo. Non potevo credere che mia sorella fosse tornata per morire di nuovo… Era lo stesso ciclo che si ripeteva: prima Melanie, e adesso lei. Evidentemente tutte le persone a me care erano destinate ad allontanarsi da me. Forse ero proprio io il problema.
In quel momento Junior uscì passandomi davanti, per poi sparire nel corridoio. C’era rimasto solo lui della mia famiglia ormai, anche se mi odiava a morte per aver ucciso la ragazza che amava. Quanto ero stato stupido a credere che uccidere quei ragazzi ci avrebbe liberati per sempre! Eppure era ciò che Pauline aveva previsto, e le sue visioni si erano sempre rivelate corrette.
-Va tutto bene Sam?- la voce di Rebecca mi fece riscuotere dai miei pensieri.
Alzai lo sguardo su di lei -Ho passato momenti migliori- risposi, respirando profondamente.
-Vieni, hai bisogno di fare due passi- con un gesto mi invitò a seguirla lungo il corridoio, e così feci.
-Sai, non riesco a credere che stia succedendo veramente- dissi a un certo punto, interrompendo il silenzio calato tra noi -Per nove anni ho desiderato che Pauline tornasse, e ora che è qui se ne andrà di nuovo, e stavolta per sempre-.
-Sam, non sempre ciò che vogliamo si avvera- Rebecca si fermò proprio di fronte a me -Credo che dovresti essere grato per il fatto di averla rivista un’ultima volta-.
-Ma non è così che voglio ricordarla, con il sangue che le esce dalla bocca e una ferita alla schiena-.
-Sono sicura che avrai altri ricordi di lei ancora più belli- mi posò una mano sul cuore -Ed è qui che li conserverai-.
Rimanemmo a fissarci negli occhi per qualche minuto, poi, senza nessun preavviso, si avvicinò ancora di più a me e posò le sue labbra sulle mie. Rimasi interdetto, non sapendo cosa fare; era da quando stavo con Melanie che non mi avvicinavo più a una donna.
Mi ritrassi praticamente subito, sapendo che era un grosso errore. Tutte le persone a cui volevo bene prima o poi facevano una brutta fine.
-No Rebecca, è sbagliato- le dissi, allontanandola -Ti potrebbe succedere qualcosa di brutto standomi vicino-.
Lei non riuscì a rispondere niente perché in quel momento Julia ci raggiunse, dicendo che forse avevano trovato una via d’uscita attraverso il cratere. Rebecca andò ad avvertire Pauline, mentre io mi preoccupai di radunare più gente che potevo.
Quando riuscii a raggruppare tutti, uscii dalla scuola, dove Julia e Barbie stavano organizzando il trasporto; in quel momento arrivò Jim con la soluzione fisiologica, perciò tornammo dentro per somministrarla a Pauline che doveva stare sempre peggio per via dei dolori.
Mentre Jim parlava con lei, vidi che il suo petto si abbassava e rialzava sempre più lentamente; le presi il polso e sentii che il battito era sempre più debole. Fece appena in tempo a pronunciare qualche parola di addio a Jim, poi chiuse gli occhi, e quella volta fu per sempre.
Lui iniziò a piangere, avvicinando il viso a quello di Pauline, e mentre si tirava su voltò lo sguardo verso Rebecca, rimasta in disparte dietro di noi con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime.
-Sei stata tu- sibilò lui, guardandola con odio.
-Ha detto che lo voleva la Cupola- si giustificò lei -Mi ha implorata-.
Jim si tirò su con fare minaccioso -Tu hai sempre una soluzione per tutto, hai sempre qualcosa nella borsa in caso di emergenza-.
-Era la sua volontà, è stato un gesto caritatevole. Mi dispiace-.
-Jim- intervenni, mettendomi di fronte a Rebecca e facendole da scudo con il mio corpo e cercando di calmarlo -Se Pauline ha detto che lo voleva la Cupola, allora è così che doveva andare-.
-La Cupola voleva che la mia famiglia fosse unita- continuò lui come se non mi avesse sentito -E tu ti sei messa in mezzo- guardò Rebecca con uno sguardo di fuoco.
-Vattene Jim- gli intimai -Va’ a cercare Junior e portalo via di qui-.
Sembrò convincersi a fare quello che gli avevo detto; si voltò per andarsene, e io mi rivolsi verso Rebecca che mi ringraziò per averla difesa. Il suo volto fu l’ultima cosa che vidi prima di venire colpito e sbattere la testa contro un tavolo, dopodiché sprofondai nell’oblio.
Rinvenni perché qualcuno mi stava chiamando; Junior mi aiutò a rimettermi in piedi, chiedendomi cosa fosse successo. Appena fui in piedi, vidi il corpo di Rebecca steso a terra con il sangue che le sgorgava dalla testa e che formava una pozzanghera rossa sempre più grande.
-Oh mio Dio…- mormorai, continuando a guardarla.
Non potevo credere che solo mezz’ora prima era con me e cercava di aiutarmi nell’accettare il fatto che mia sorella se ne sarebbe andata. Forse era davvero colpa mia, forse ero davvero io che attiravo la morte sulle persone che mi stavano accanto.
-Dov’è la mamma?- continuò a chiedermi Junior.
-Se n’è andata- risposi, distogliendo lo sguardo da Rebecca.
-Che vuoi dire?-.
-Pauline l’ha implorata di aiutarla a morire. Il dolore per lei era troppo…- feci una pausa, poi continuai -Jim l’ha aggredita. Ho cercato di fermarlo, ma non ce l’ho fatta-.
Un’altra volta, pensai. Per l’ennesima volta non ero riuscito a salvare una persona a cui tenevo. Melanie, Pauline e ora anche Rebecca… Doveva essere così: io non ero fatto per l’amore, e l’amore non faceva per me. 




NdA:
Eccomi di nuovo qui con un'altra fanfic su Under the Dome! Spero che ci sia qualche domer in giro e che si faccia vedere xD
Comunque, volevo solo dire che Rebecca non è proprio il mio personaggio preferito: troppo devota alla scienza (e a Big Jim) in un mondo in cui di scientifico non c'è niente ormai. Ad ogni modo, anche se non rientrava proprio nella top ten dei migliori, credo che potesse nascere qualcosa tra lei e Sam (non ditemi che non ve ne siete accorti! Erano sempre insieme quei due).
Ok, la smetto di tediarvi e me ne torno nel mio angolino buio ad aspettare la terza stagione.
PS se state pensando che io sia pazza, avete perfettamente ragione! :D

 
  
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