Storia
scritta per il concorso
Segreti
& Confessioni , indetto da
I Diari degli
Eroi sul Forum di EFP da Solarial e Alessia Heartilly, si
è classificata TERZA.
Sono personalmente felicissima del risultato, sinceramente non me lo
aspettavo proprio, tant'ero convinta d'aver scritto un obrobrio. XD La
vostra DarkRose si fa nuovamente sentire nel fandom di Death Note con
una Matt/Mello fresca di scrittura, sperando che vi piaccia. ^_^ Voglio
ringraziare le giudici, per la loro gentilezza e rapidità
nel dare i giudizi, e gli altri partecipanti, con tanti, tanti
complimenti a tutti! Che altro dire... me lo lasciate un commentino?
Anche se non dovesse piacervi, eh. ^^
Mirror
“ Se c'era
qualcosa che il piccolo Mihael proprio non sopportava, erano gli
specchi. Sì, quelli in cui usiamo osservare la nostra
immagine
riflessa. Gli riportavano alla mente sua madre, quand'ella si
pettinava i lunghi capelli biondi; e gli ricordavano sé
stesso, la persona che non avrebbe voluto essere.
Desiderava
rompere quell'insulso pezzo di vetro attaccato al muro della sua
camera. Frantumarlo in mille e più minuscoli pezzi, come a
voler cancellare quell'esistenza alla quale non aveva il coraggio di
porre fine.
Eppure, tutti dicevano che era semplice.
Anche alla
Wammy's House, l'orfanotrofio nel quale venne portato dopo la morte
prematura dei suoi genitori, di specchi ce n'erano molti; e,
impietosi, mostravano ai suoi occhi di bambino quel volto
costantemente triste. C'era qualcosa che lo contraddistingueva dagli
altri bimbi che si trovavano lì; loro riuscivano ancora ad
amare la vita, nonostante tutto. Si sforzavano di dimenticare le
sofferenze e i soprusi, e a differenza di lui, riuscivano a sorridere
sinceramente; Mihael li trovava luminosi.
Li invidiava.
E poi c'era
lui, il suo eterno rivale; un ragazzino che si faceva chiamare Near,
costantemente immerso in chissà quali pensieri. Sul suo
viso,
non aveva mai visto disegnarsi un'espressione felice, e in qualche
modo si somigliavano. Ed erano entrambi probabili successori di colui
che era divenuto l'unica ragione di vita, per il piccolo; per quel
bambino che, da quando era entrato per la prima volta in quel grande
edificio, era diventato Mello.
Amava il suo pseudonimo, perché lo aiutava ad autoconvincersi d'essere un'altra persona.
Una persona
capace di superare gli ostacoli che gli si paravano davanti con
destrezza e intelligenza, rivelandosi un vincente.
Ma quando
poi si specchiava, spesso e volentieri per sbaglio, riconosceva quel
sé stesso che tanto odiava.
Perché
non ci sono soprannomi capaci di cancellare qualcuno. ”
< Ehi,
Mello! Che stai facendo? > chiese una voce che il biondo
conosceva
perfino troppo bene.
< Nulla,
nulla... adesso vengo a letto. > rispose lui, chiudendo il
quaderno sul quale era chino da un'oretta circa.
< Mah, tu
e tutti i tuoi misteri... sono giorni che ogni sera scrivi in quel
quaderno, ma non mi fai mai leggere! Dì un po', che
c'è
scritto? Qualcosa di compromettente? >
<
Piantala Matt, non mi va di parlarne! >
Detto
questo, si stese sul letto e si coprì con lenzuolo fino al
naso, voltandosi verso la scrivania; e pensò che era strano,
che il suo amico non avesse mai tentato di sbirciare per scoprire
cosa ogni sera scrivesse. Eppure, era sempre stato un tipo piuttosto
curioso ed invadente. Ma si limitava a chiedere, senza pero'
insistere troppo.
<
Qualcosa non va? Mi fai preoccupare... > mormorò il
rosso,
avvicinandoglisi ed abbracciandolo, < ...a me puoi dirlo, lo
sai.
>
< Oh,
uffa! Basta, ho bisogno di dormire! Ne parliamo un'altra volta, ok?
>
sbottò Mello scansandolo, e chiudendo gli occhi.
Matt sospirò
rassegnato, e si girò dall'altra parte, mandandolo a quel
paese; non lo sopportava, quando si comportava così. Erano
amici da sempre, e nell'ultimo periodo avevano scoperto di provare
l'uno per l'altro qualcosa di più; ma nonostante
ciò,
lui era rimasto la persona fredda di sempre. Non si confidava mai, e
nascondeva i suoi problemi dietro un finto sorriso, che nel corso
degli anni aveva imparato a mostrare, per sembrare forte. Ma Matt lo
conosceva bene, e sapeva che in realtà era una persona
vulnerabile; e temeva che la sua testardaggine, prima o poi, lo
avrebbe portato a compiere qualche gesto sconsiderato.
Si
addormentò ripensando alla sera prima quando, alzatosi dalla
sedia, Mello gli si era avvicinato e lo aveva baciato dolcemente
sulle labbra, guardandolo negli occhi; dopodiché, avevano
fatto l'amore. Avrebbe voluto poterlo stringere così ogni
notte, accarezzare e baciare ogni centimetro della sua pelle candida.
Ma non sempre lui era disposto a concedersi.
Alle 7:00
del mattino suonò la sveglia, e Matt aprì gli
occhi a
fatica, stiracchiandosi; il biondino si era già alzato, ed
era
in piedi di fronte allo specchio vicino alla porta della camera,
fissandolo insistentemente.
< Sei
bello anche appena alzato, stai tranquillo. >
ridacchiò il
rosso, ma l'altro non rispose alla provocazione.
< Mello?
>
Si alzò
anche lui, preoccupato.
<
Cos'hai? > domandò, poggiandogli la mano sulla spalla.
< Ho
sempre odiato gli specchi. > asserì, abbassando lo
sguardo,
< Dimmi, Matt, cosa vedi tu, quando osservi la tua immagine
riflessa? >
Il giovane
strabuzzò gli occhi, a quella strana domanda.
< Ma ti
ha dato di volta il cervello? Secondo te, cosa vedo? Me stesso, no?!
>
< Lo
so... ma oltre a quello, cosa vedi? >
< Niente.
Sei proprio strano, tu. >
< So
anche questo. E' da quando sono nato, che vengo considerato una
nullità; ed è questo che io vedo, quando mi
guardo allo
specchio. > spiegò, sconsolato.
Non era mai
stato così sincero.
Tanto, a che
cosa sarebbe servito, tenersi ancora tutto dentro?
Soprattutto
considerando che il giorno appena iniziato, sarebbe potuto essere
l'ultimo, per entrambi?
< Che
stai dicendo? Tu non sei affatto una nullità! >
esclamò
il ragazzo, stringendolo forte, < Non dire mai più
una cosa
del genere, Mello... ti prego. >
Il biondo
ricambiò l'abbraccio, guardando fuori dalla finestra; il
sole
era già alto nel cielo, ed era splendente
come
Matt. Continuava ad invidiare silenziosamente coloro che erano
riusciti a sorridere lasciandosi alle spalle il passato, ma
pensò
che probabilmente pochi avevano goduto dell'incondizionato amore di
una persona come il suo unico amico. Lui riusciva a tranquillizzarlo
in qualsiasi situazione, e talvolta gli strappava pure qualche
risata.
< Vuoi
leggere? > chiese.
< Cosa? >
< Vuoi
leggere il quaderno? >
< Oh...
ok, se vuoi... se per te non è un problema. >
Mello annuì
con un cenno del capo, e glielo porse; la copertina era nera,
completamente anonima. Metteva tristezza. Sfogliò le varie
pagine constatando che la calligrafia del ragazzo non era cambiata
molto, dall'ultima volta che aveva visto qualcosa scritto da lui.
Una lettera, che porse all'amico in un triste giorno di pioggia.
“
Ancora
oggi, Mello continua a soffrire in silenzio, per non far preoccupare
una persona speciale, che lo segue ovunque, nel bene e nel male.
Riuscirà
mai, a dirgli che lo ama molto più della sua stessa vita? ”
<
Mello... >
Non sapeva
cosa dire; quel che aveva appena letto, aveva tutta l'aria di essere
un diario. Possibile che ciò che c'era scritto alla fine,
fosse ciò che il biondo provava realmente per lui?
< Quello
è il mio diario, Matt... vuoi provare a scrivere il seguito
assieme a me? > chiese, con una punta d'imbarazzo.
E il rosso
dovette sforzarsi non poco, per non scoppiare a piangere di gioia,
nell'udire quelle parole; alla fine, il suo amato aveva rivelato la
personalità che celava dietro l'immagine che si era
costruito.
Il risultato, era stato meraviglioso.
< Tutto
quello che vuoi, ma desidero qualcosa in cambio. > disse il
ragazzo, posando il diario sulla scrivania.
< Spara.
>
< Voglio
che tu rompa quello specchio, Mello. >
Il ragazzo
lo guardò, confuso.
< Che? >
<
Rompilo. Gettalo a terra, tiragli contro qualcosa... fa quello che ti
pare, ma rompilo. > insistette.
< E
perché? Non sai che rompere uno specchio, provoca sette anni
di guai? >
< Da
quando sei superstizioso? >
< Non lo
sono. >
< E
allora fallo. > lo incitò, sorridendogli.
< Ok, ma
mi spieghi a cosa dovrebbe servire? >
< Quando
esso finirà in pezzi, per specchiarti dovrai guardarmi
dritto
negli occhi. > disse.
Mello allora
si voltò verso quell'oggetto che per anni lo aveva
perseguitato, lanciandogli un'occhiata divertita. Matt aveva
perfettamente ragione.
< E allora sì, che ti accorgerai di quanto anche tu sei luminoso. >
“
Al di
là
di quel che riusciamo a vedere.
Oltre
l'infinito.
Oltre lo
specchio.
Splenderemo
assieme per l'eternità. ”
Fine