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Autore: AnnaRose    13/10/2008    1 recensioni
Storia incentrata su Susan e Lucy.
Ho pensato di scrivere una fanfiction che raccontasse in qualche modo l'affetto che unisce le due sorelle, dato che per ora mi pare che nessuno l'abbia fatto :-) !
P.S: ho scritto questa storia ieri sera a mezzanotte, in un momento di tristezza :'-(
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei distesa in un lettino di un'infermeria e dormi.

Sì, dormi... è quello che vorrei. Vorrei convincermi che stai solo dormendo, che ti stai riposando e rilassando dopo la durissima battaglia che abbiamo appena combattuto, io, te, Edmund, Peter... E' solo fantasia, è solo un modo per stare meglio, e per qualche secondo mi sembra tutto vero, e mi convinco. Ma subito dopo, ritorno alla realtà, ti riguardo, ti scuoto per cercare di svegliarti, ma tu non mi dai segni di vita.
Sei in coma, in un coma profondo dopo aver perso litri di sangue dal tuo stomaco, dove un dannato assassino ha conficcato la sua spada. La spada che stava quasi per ucciderti ma non l'ha fatto, e ti ha messo in bilico tra la vita e la morte. Il dottore dice che non può fare nient'altro; dice che l'unica cosa da fare è pregare e sperare che tu sia abbastanza forte da svegliarti da sola, con le tue forze.

E' incredibile come si ribaltano le cose...

Tu sei quella alla quale è stato assegnato il compito più nobile fra noi tre fratelli, quello di guarire le persone con la tua pozione che porti sempre con te, scrupolosa. Hai salvato me, Peter, Edmund e migliaia di persone e di guerrieri con delle ferite mortali; un miracolo. Ed ora che questo miracolo serve a te, nessuno è in grado di farlo, perchè lo stesso assassino che ti ha trafitto ha preso anche la tua pozione ed è scappato. Nonostante Peter ed Edmund siano andati con le nostre migliori truppe a cercare quel maledetto assassino, sono passate cinque ore e dell'uomo neanche l'ombra. E intanto tu peggiori sorellina, il tuo battito è sempre più irregolare.

Prendo una sedia, la metto vicino al tuo letto e mi siedo. Appoggio un mano sulla tua fronte e l'altra sulla tua pancia, sopra la ferita ormai coperta dalle bende; con quest'ultima riesco a capire che respiri ancora. Ti guardo, e penso alla miriade di cose che ti vorrei dire prima di lasciarti... ma poi scuoto la testa, e penso "Susan, che cosa le vorresti dire?? Quando si sveglierà gliele dirai". Una parte di me sa che non ce la farai, e l'altra sa che ce le farai. Non so più a quale parte dare la precedenza.
I miei pensieri vengono interrotti quando, improvvisamente, sento la tua pancia alzarsi e riabbassarsi sempre più lentamente, fino a fermarsi. Spaventata, chiamo urlando l'infermiera, questa entra di corsa e poggia due dita sul tuo collo. Osservo la sua espressione, e noto che da allarmata, diventa triste, e gli occhi le se riempiono di lacrime.
No non voglio sentirla, non voglio sentire le sue parole. Anche i miei occhi si riempiono di lacrime, ma la parte che sapeva... anzi, sperava che tu ce la facessi, mi impedisce di buttarle fuori, e mi spinge a dire di no, che non è vero, che non sei morta, che respiri ancora, che l'infermiera si è sbagliata. Quest'ultima, dopo le mie parole, mi dice che le dispiace e mi invita a mettermi seduta...

"No no no!! NON PUò ESSERE MORTA, NON PUò ESSERE MORTA!!" cado a terra in ginocchio, disperata e piango. Le lacrime che cercavo di trattenere alla fine sono uscite. L'infermiera cerca di avvicinarsi a me ma io mi scanso e, strisciando, vengo verso di te. Prendo la tua mano, ancora così piccola, la stringo, l'avvicino alla bocca la bacio, continuando a piangere disperatamente. Piango così forte da attirare l'attenzione anche degli altri infermieri, che entrano di corsa. Sento l'infermiera di prima che dice ai suoi colleghi "La regina Lucy è morta". Insieme a me si aggiungono anche altre infermiere, piangere silenziosamente la morte della loro piccola regina, la valorosa, la più buona, colei che ha sempre aiutato e donato un sorriso al suo popolo con piccoli e semplici gesti.

Sento ancora un uomo uscire dall'infermeria e gridare alla folla di gente, che si era accumulata là davanti dopo aver saputo di te, "La regina Lucy non ce l'ha fatta, ci ha lasciato cinque minuti fa"... Cala il silenzio tra la folla, si sente solo qualche singhiozzo soffocato di qualche signora.

Hai visto Lucy, quanta gente ti ama? Quanta gente hai lasciato nel dolore, quanta gente stai facendo soffrire?
Perchè te ne sei andata, perchè??
Come faremo ad andare avanti senza di te, senza il tuo buon senso, senza il tuo sorriso, senza la tua fanciullezza che spesso, quando uno di noi tre era depresso o annoiato ci faceva divertire e dimenticare tutti i nostri problemi? Come faremo sorellina?
Non so se mai ci riusciremo, o riuscirò ad andare avanti senza di te. Eri il mio punto fisso, e ora te ne sei andata, senza darmi il tempo di dirti, un'ultima volta...

...Ti voglio bene, mia piccola Lucy, e te ne vorrò sempre. Grazie, per tutto quello che hai fatto per me, per Edmund e Peter, per Narnia.

Non ci lasciare mai piccola mia.


Poco dopo sono entrati Peter ed Edmund e anche loro, che cercavano di essere forti, sono scoppiati in un pianto disperato, perchè sapevano che insieme a te se n'era appena andata parte della loro vita e una parte di Narnia.

Niente sarà più come prima...

Addio Lucy.

   
 
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