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Autore: Role    13/10/2014    3 recensioni
Sherlock, il suo coinquilino, che di scienza ne sapeva parecchio, avrebbe detto che si limitava ad osservare passivamente l'ambiente circostante, constatando l'ovvio.
Senza infamia e senza lode.
Una definizione sorprendentemente gentile per il consulente investigativo che, normalmente, avrebbe proferito la parola “idiota” con convinzione, senza permettere repliche.
Nonostante ciò, quanto ogni giorno si ripeteva nel loro appartamento, sfiorava il paranormale.
Il medico militare era deciso a venirne a capo.
Genere: Comico, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The vanishing milk conjecture.

 



È noto, secondo la legge di conservazione della massa che, nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma.
La maggior parte degli esseri razionali avrebbe concordato con questa definizione.
Perfino un credente, seppur contestando tutto ciò in favore di teorie su entità superiori capaci di creare e annientare a loro piacimento, prima o poi si sarebbe dovuto arrendere all'evidenza.
John Watson non era un uomo di scienza particolarmente brillante né, tantomeno, un uomo dalla fede particolarmente fervente.
Sherlock, il suo coinquilino, che di scienza ne sapeva parecchio, avrebbe detto che si limitava ad osservare passivamente l'ambiente circostante, constatando l'ovvio.
Senza infamia e senza lode.
Una definizione sorprendentemente gentile per il consulente investigativo che, normalmente, avrebbe proferito la parola “idiota” con convinzione, senza permettere repliche.
Nonostante ciò, quanto ogni giorno si ripeteva nel loro appartamento sfiorava il paranormale.
Il medico militare era deciso a venirne a capo.
Quella sottile linea che li separava dal soprannaturale, di cui era facile negare l'esistenza, ma che permetteva a quella questione di palesarsi davanti a lui.
L'ex capitano Watson avrebbe agognato una risposta a quel quesito, più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Lo scopo dell'universo era decisamente secondario, posto davanti a quel fenomeno.
Attestato che cause esterne non lo influenzavano, si chiedeva se fosse possibile riprodurlo in laboratorio.
Avrebbe usato con piacere le sue conoscenze al Barts per ottenere un locale adeguato, per concludere quella ricerca.
Avrebbe indubbiamente avuto diritto ad un premio Nobel, in caso di successo.
Sarebbe stato ricordato come l’uomo che aveva dissipato il più grande mistero della fisica.
Perfino in quel momento, seduto in quella minuscola cucina, che non era altro che l'angolo di un appartamento, che sarebbe stato una particella del mondo, figurarsi dell'universo, si sforzava di non pensare a quel dilemma amletico, senza successo.
Cosa poteva essere il “to be or not to be” paragonato a quello?
Non poteva arrendersi.
Avrebbe usato il metodo sperimentale.
Galileo sarebbe stato fiero di lui.
Avrebbe ripetuto ancora il processo, per giungere alle medesime conclusioni.
Non sarebbe cambiato nulla, lo sapeva già.
Il fenomeno si sarebbe ripetuto ma, infondo, tentare non avrebbe peggiorato le cose.
Con precisione quasi scientifica aprì il frigo, sentendosi un operatore del CERN.
Le parti umane affollavano i ripiani.
Li scorse con attenzione, esaminandoli minuziosamente con lo sguardo.
Tre braccia in decomposizione, un sacchetto di bulbi oculari…erano cuori quelli?
Sperò vivamente che non fossero umani, erano dannatamente vicini alla sua marmellata.
Terminata l'esplorazione, con un respiro profondo, constatò l'ovvio.
Si ritenne quasi stupido per averci provato ancora.
Ancora una volta si chiese quale creatura aliena potesse averlo privato dell’oggetto delle sue attenzioni.
Erano pur sempre in Inghilterra!
Un vortice temporale aveva risucchiato il cartone del latte che aveva acquistato il giorno prima.
Era palese.
Adesso le confezioni di latte, a lui meschinamente trafugate, viaggiavano attraverso la storia, indipendenti e lontane dal loro legittimo proprietario.
Non le avrebbe mai più riviste, ma loro avrebbero vagato.
Prima o poi, guardando un illustrazione della rivoluzione francese, avrebbe intravisto una tanica di latte con il logo rosso e blu di Tesco.
Probabilmente avrebbe avuto anche un aria beffarda, la bastarda.
Sapeva che non era Sherlock il responsabile delle sparizioni.
Non beveva latte, non lo tollerava.
E allora cosa? Quale mente criminale stava attentando alla sua sanità, privandolo del latte?
Era diventata una questione di principio, al pari di un complotto mondiale.
Avrebbe indagato.
***
 
 
E, intendiamoci, lo avrebbe fatto davvero, se Sherlock non lo avesse tenuto impegnato tutto il pomeriggio.
“Mi serve qualcuno che mi aiuti con l’esperimento delle uova sode”
Il perché il coinquilino sentisse il bisogno di sfruttare sei ore della sua vita nel ricreare la decomposizione delle uova sode sarebbe rimasto un mistero per il resto della sua vita.
Fatto sta, che, al termine di quella pratica, avrebbe soltanto desiderato una tazza di thè.
Era quasi dimentico del…problema.
Lui prendeva sempre l’English Breakfast con il latte e due zollette di zucchero.
Da che mondo era mondo, il suo thè era stato composto da quegli ingredienti.
Probabilmente, nell’era dei dinosauri, il suo thè era già lì, perfettamente formato.
Trascendeva il tempo e lo spazio.
Ed era assolutamente indecente che, nel ventunesimo secolo, la sua bevanda preferita non fosse disponibile.
Ogni sera ne preparava una tazza, così da permettere alla teina di agire sul suo corpo.
Gli rilassava i muscoli, e gli consentiva di adempiere ai suoi compiti prima di andare a letto.
Bastava un esigua quantità a renderlo sveglio e reattivo.
Senza latte, però, la routine non poteva compiersi.
Doveva essere così.
Era una questione di principio.
Le persone lo avrebbero trovato ridicolo, suggerendogli di rinunciare all’ingrediente, o addirittura (eresia!) di ripiegare sul caffè.
 John Watson, con aria arrabbiata, che lo avrebbe reso terribilmente simile ad un porcospino, li avrebbe zittiti brutalmente.
Tutto, ma non il suo thè.
Non la sua tazza di pura e calda gioia.
Lo strumento della sua beatitudine.
Abbattuto si diresse verso la poltrona, trattenendo uno sbadiglio.
Quale vita grama gli era stata riservata dalla nefasta sorte…
Scontava i suoi peccati a duro prezzo…
Come poteva, Sherlock, rimanere indifferente a quella tragedia?
Oh, quell’uomo era una tale Drama Queen.
Non riusciva nemmeno a dedurre il profondo malessere radicato dentro di lui
                             ***
Questi erano i pensieri dell’essere umano John Watson.
Rancorosi e, pertanto, spaventosamente umani.
Soggiacevano alla fatalità…
Perché John Watson, appunto, era talmente umano da non aver capito di essere parte di un piano più vasto.
Così, ignaro di tutto, si era collocato sulla poltrona del salotto e…lì…era stato colto dal sonno.
Aveva appoggiato il viso sulla mano destra e aveva chiuso gli occhi.
Un gesto perfettamente normale, avrebbero detto molti.
E forse così era.
Non appena fu certo che il coinquilino fosse scivolato nel quarto stadio della fase nrem, il consulente investigativo emerse dall’ombra.
Con la precisione scientifica che lo caratterizzava, si sedette di fronte all’amico.
Era calmo, disteso…
E così, in quel giorno storico per l’umanità, il consulente investigativo comprese l’uso di quel termine.
Lo aveva sentito da un gruppo di ochette sghignazzanti davanti ad una scuola.
Aveva fatto ricerche, senza mai davvero capirlo a fondo.
Aveva dovuto orchestrare quell’esperimento per arrivarci.
Disfarsi ogni giorno del latte e privare, così, il caro Watson del thè, per poi farsi aiutare in esperimenti stancanti e inconcludenti.
Privo di stimolazioni, ai postumi di giornate intellettualmente intense, il biondo si addormentava, spesso in luoghi casuali.
Finalmente. Pensava il moro osservando la curva che le labbra di John assumevano nel sonno.
Adesso aveva un immagine, racchiusa nel suo mind palace, che definisse la parola “puccioso”.
Ciò non gli avrebbe impedito di ripetere l’esperienza, però.
Per la scienza, intendiamoci.

 

 
 
 
 

 








Angolo autrice.
Allora…Ho scritto questa “cosa” (Si, non so ancora come definirla, lo ammetto XD) come esperimento.
Si è scritta da sola e, per scrupolo, la pubblico. XD
E’ lontana dal mio solito angst…spero sia decente XDD
                                                      Alla prossima, Role.
  
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