MICHAEL'S POV

"Frocio!"

Ecco un ennesimo calcio, pronto a farmi accasciare a terra nuovamente.

"Pezzo di merda"

Le voci rimbombano in continuazione nella mia testa, mentre continuo a restare immobile a terra, ormai esausto.

"Quetsa volta come te li tingi i capelli? Rosa fucsia?"

Urla Brad lasciandomi un livido sotto l'occhio destro.
Sinceramente, dei lividi e del dolore forte alle costole non mi interessa molto, quelli poi svaniscono.
Il dolore che ho dentro, invece no. Qello resta, e resterà per sempre. Gli insulti che cntinuano a lanciarmi resteranno, il disprezzo che hanno nei miei confronti resteranno, i pugni che mi arrivano al cuore resteranno.

E' arrivato il momento di cambiare tinta. Ora non più verde come la speranza, perchè essa, sto davvero iniziando a perderla.
Credo che la farò di un colore insignificante, come questa fottuta vita. La farò di lilla, ma ora il mio prossimo colore dei capelli è l'ultimo dei pensieri.

Riesco ad intravedere un ragazzo basso e dai capelli biondo tinto sputarmi addosso.

"Brad"

Sussurro con un filo di voce, prima di chiudere gli occhi per la stanchezza ed il dolore.


*********

Passo il correttore di mia madre con calma e precisione sotto il mio occhio destro,di color marrone, più volte, cercando di coprire il livido che mi ritrovo.
Devo pensare, pensare a come andarmene da qui, definitivamente. Quale posto eglio della scuola per pensare ai cazzi miei?

Indossouna maglia nera e deggli skinny Jeans dello stesso colore d'essa. Infilo le mie fidate converse nere e prendo lo zaio non controllando nemmeno i libri presenti nella cartella e quelli non.

*******

"Michael! Michael, mi stai ascoltando?"

Il ragazzo dai capelli ricci ed un sorriso raggiante spiaccicato sul suo volto mi richiama all'attenzione. Ashton, il mio migliore amico.
Sbuffo facendo roteare più volte le pupille.

"Per una volta vorrei che fossi tu ad ascoltarmi, Ashton"

Dico con voce calma ed irritata allo stesso tempo.
Lui mi guarda, spingendomi a continuare.

"E' successo di nuovo"

Abbasso lo sguardo.
Solo il ricordo di Brad che mi sputa addosso, dei suoi calci nel mio addome, e di altre cose di cui non voglio parlare, mi fa rabbrividire.
Il riccio non esita a stringermi in un abbraccio che vorrei solo durasse per sempre.

"Non qui Ash, per favore"

Mi stacco dal mio migliore amico. La mia ragione di vita, letteralmente. So che sembra una frase fatta e soldicinata, ma senza di lui non so cosa avrei fatto oggi.

"Oh, certo. Scusa"

Si limita a dire lui entrando nella palestra della scuola seguito a ruota da me.
Educazione fisica. L'idea di entrare un un fottuto spogliatoio con quei coglioni dei miei compagni mi terrorizza, ed ogni volta è la stessa storia.

"Andrà tutto bene, te lo prometto"

Ash mi mette una mano spalla aspettando che io faccia il primo passo attraverso la porta.
Giro velocemente la maniglia e corro letterlamente dentro lo spogliatoio. Educazione fisica mi piace, davvero.
Mi cambio in un nano secondo e me ne riesco da lì subito.

"Clifford, sei pronto come al solito"

Il coach mi sorride e mi fa cenno di dargli il cinque. Così faccio imitando l'espressione che ha in volto.

"Mi scusi, lei è il coach Martin? Si, che lo è, ovvio! Comunque sia, coach Martin, mi scusi davvero per il ritardo. L'autobus è arrivato in ritardo e non ho potuto fare niente"

Un ragazzo biondo corre in direzione mia e del professore, proprio verso il tavolino contenenti tutti gli oggetti del coach. Tiene un foglietto in mano, suppongo sia una giustificazione.

"Lei deve essere Hemmings, giusto?"

Domanda il coach prendendo la sua bira nero tra le mani. Guarda il registro e segna il biondino presente a scuola.

"Si, Hemmings. Luke Hemmings"

Balbetta goffamente lui porgendogli la presunta giustifica.
Solo poco dopo lo noto : i capelli sono raccolti in un ciuffo alto e non riesce a smettere di guardarsi intorno. Sembra quasi che non abbia mai visto una palestra!
Alzo lo sguardo distrattamente anche io, ed il destino vuole che i miei occhi incontrino i suoi.
Ed è lì che sono morto. Cazzo se sono morto.
Gli occhi di Luke, mi pare si chiami così, sono azzurri, ma non di un azzurro normale. Un azzurro vero, intenso. Un azzurro più unico che raro. Non è minimamente paragonabile al colore del mare o a quello del cielo. E' semplicemente un azzurro.

Sta giocherellando con il piercing al lato sinistro del suo labbro inferiore. Lo sta mordendo e intanto sorride. Sorride perchè i suoi occhi hanno incontrato involontariamente i miei. Sorride perchè ha visto me sorridere, anche se per un nano secodno. Sorride per me, io lo so.

"Ciao, sono Luke!"

Parla con un tono di voce davvero alto, mentre mi sorride allegramente.
Io mi limito ad alzare il capo per salutarlo.

"Michael"

Sussurro.