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Autore: Pomponella_    15/10/2014    3 recensioni
Salve a tutti! Avete tutti assistito al “litigio” fra Mika e Morgan durante i Bootcamp?
Bene, quei due ci sono andati giù pesante! Soprattutto il secondo u.u
Ecco come io -da Mikorgan convinta- ho immaginato ciò che sarebbe potuto succedere dopo la fine della puntata.
Spero vi piaccia!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Morgan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~~Era lì, davanti alla porta del suo appartamento, non sapeva cosa fare, non sapeva se suonare, se rimanere lì a fissare il vuoto. Non sapeva se andarsene, se sbattere i pugni contro il muro finché lui non avesse aperto.
Si poggiò con le spalle al muro, già rassegnato, senza averci nemmeno provato.
Sentiva la gola secca, le mani sudate, gli occhi gonfi di lacrime.
Non sapeva nemmeno lui perché si trovava lì.
Guardò l’orario: le 3 di notte. Si passò una mano nei ricci scuri, lasciandosi scivolare giù e accovacciandosi.
Non capiva il suo modo di fare, non lo aveva mai capito. Lo odiava, ma nel contempo lo amava da far schifo.
Forse non c’era nemmeno; forse dormiva e lui lo avrebbe disturbato; forse ciò che stava facendo era troppo da bambino.. forse c’erano troppi forse.
Si rialzò, dirigendosi verso la porta. Doveva farlo. Aveva bisogno di lui.
Proprio quando il suo dito stava per sfiorare il campanello, l’immenso portone di legno davanti a lui si spalancò.
Il riccio ingoiò a vuoto, alzando gli occhi.
Fu allora che i loro sguardi si incrociarono. Cominciarono a fissarsi, senza parlare, senza muoversi.
Lo sguardo del riccio, pieno di amarezza, dolore, incrociò quello dell’uomo brizzolato, che al contrario aveva come sempre uno sguardo di ghiaccio.
Le sue palpebre sembravano pesanti, si capiva dal suo sbattere continuamente le ciglia. Ed oltre a sembrare completamente strafatto, era anche debole, faceva fatica a reggersi in piedi, ma non avrebbe distolto lo sguardo dal riccio per nulla al mondo. Amava perdersi in quegli occhi color nocciola.
Continuavano a stare lì, uno davanti all’altro. Ad urlarsi in silenzio parole che non avevano mai avuto il coraggio di dirsi.
“Michael.”
“Marco.”
Cercò di avvicinarsi, ma ottenne soltanto un allontanamento da parte sua, che fece un passo indietro entrando definitivamente in casa. Come se nulla fosse, andò a sedersi sul divano.
“Beh, Michael, cosa ti porta qui?” disse ridendo. La sua voce era talmente cupa e roca. “Non dovevi essere già partito per Los Angeles con il tuo ragazzo?”
Il riccio spalancò gli occhi, ricomponendoli poi in un espressione stupita e, allo stesso tempo, innervosita.
“Are you jocking?” Disse alzando la voce.
L’altro continuò a ridere. “No, non scherzo.” Concluse cercando di mostrare una faccia seria. Non ci riuscì.
“Perché sei venuto qui?” si alzò in piedi, dirigendosi verso di lui.
“Perché ti sei comportato in quel modo?” accennò guardandosi attorno. Vide su un tavolino un bicchiere di cristallo affianco ad una bottiglia, sempre di cristallo, vuota. Era wisky. E lui era ubriaco. Spostò infine lo sguardo su una finestra, proprio di fronte a lui e ciò che vide gli fece venire i brividi: Della polverina bianca, in una bustina di plastica trasparente, piena di impronte, aperta.
Guardò lui, che intanto non la smetteva più di ridere.
“Marco, lo hai fatto di nuovo.”
L’uomo brizzolato si portò una mano nei capelli e spalancò gli occhi, per poi iniziare a ridere.
Si sedette ancora sul divano di pelle marrone.
Il riccio gli si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lui, prendendogli le mani.
“Ti prego, dimme che non lo hai fatto di nuovo!” Lo strattonò, mentre sulle sue guance scendevano delle delicate lacrime. “Avevi smesso! Me lo avevi promesso!”
“Michael, smettila.” Lo fermò, stringendogli le mani. Entrambi sussultarono, trasmettendosi calore a vicenda.
“Non lo hai fatto per colpa mia, vero?” chiese ingoiando a vuoto.
Il bruno si alzò in piedi, lasciandolo inginocchiato a terra.
“Per te?” rise ancora. Michael avrebbe voluto spaccargli la faccia quando faceva così.
Fece mezzo giro della stanza, dirigendosi verso quella maledetta finestra, prese il sacchetto e lo aprì.
Proprio allora ricevette uno schiaffo da parte del riccio, che si era immediatamente alzato e lo aveva raggiunto.
Gli strappò dalle mani la sua preziosa polverina e la buttò a terra, urlando.
“You can’t do it!” gli afferrò le mani, prendendolo per il mento e avvicinandolo a lui.
Marco non la smetteva più di ridere, ma non era lui, lo sapeva. La sua mente, il suo corpo era pieno di quella sostanza che non lo faceva più ragionare, lo faceva parlare a vanvera e lo faceva tremare come una foglia. Quasi come quando era con il riccio. Solo che, a differenza della droga, Michael non poteva fargli altro che bene. Si portò una mano sulla guancia che gli aveva colpito.
“Io faccio quello che voglio.” Si avvicinò ancora a lui, accorciando qualsiasi tipo di distanza e trovandosi praticamente appiccicato a lui. Poteva guardarlo meglio adesso. Il riccio non si mosse, non fece altro che guardarlo negli occhi, mentre lui faceva lo stesso.
Come erano belli gli occhi di Michael. Come era bello lui.
Portò una mano sulle sue guance, asciugandogli le lacrime. Poi spostò l’altra mano nei suoi capelli, sulla nuca, giocherellando con i suoi ricci. Lo lasciò fare, vide nascere sul suo volto un piccolo sorriso. Sorrisero entrambi, lasciando che i loro nasi si sfiorassero.
Cominciò a mordersi le labbra, come faceva sempre. Guardò le sue, per poi alzare lo sguardo ed incrociare il suo.
“Scusami Mika.” Sussurrò muovendo lentamente la bocca.
Michael avrebbe voluto tanto baciarla.
“It doesn’t matter, Marco.” Lo strinse a sé. “Ma quella roba non ti fa bene.”
Fece spallucce, senza staccarsi da lui. “Tu sei peggio.”
Rise. “Cosa vuoi dire?”
Si avvicinò ancora, lasciando che le loro bocche si sfiorassero.
“You make me crazy. I think I love you.” Concluse.
Le loro labbra si incontrarono. Lo sentì sorridere su di lui, la sensazione più strana del mondo.
Si lasciò cullare dall’odore di alcool e tabacco, solo dopo alcuni secondi si rese conto di ciò che stava facendo e lo allontanò tremando.
Marco lo guardò malissimo, lui invece abbassò la testa.
“Marco, we can’t. I can’t.”
L’uomo brizzolato si girò, dandogli le spalle. Il riccio gli prese la mano, lo avvicinò ancora a sé e nonostante lui facesse resistenza, il suo mento si ritrovò di nuovo fra le sue dita e le sue labbra, di nuovo su quelle del riccio, che stava facendo di tutto per trattenere le lacrime. Quando se ne accorse, Marco si staccò, guardandolo confuso.
Michael abbassò lo sguardo, lasciando che un’ennesima lacrime scendesse giù per il suo viso. Poi lo rialzò, ritrovando ancora quello dell’uomo che si trovava davanti a lui.
Due occhi scuri, a tratti anche chiari, pieni di segreti, pieni di qualsiasi cosa.
Ma soprattutto pieni di amore per Michael. E lui lo aveva capito bene.
“Marco, listen to me please.” Lo strinse a sé. Respirando lentamente e assaporando ogni momento che passava con lui. “Io non posso. Non possiamo.”
Si allontanò di scatto. “I’m so sorry.”
Marco abbassò lo sguardo, sospirando. “No. Scusami tu. Sono uno stupido.”
“Tu non sei un stupido, Marco. Sono io che faccio guai.”
“Sei tu.” Sorrise lui. “Sei tu e sono i tuoi occhi e il tuo sorriso e la tua risata e quel modo in cui parli, quando gesticoli, quando mi guardi. So che non avrei dovuto innamorarmi di te, ma è inevitabile, credimi. Succederebbe a chiunque.”
Fece spallucce, arricciò il naso, come se non avesse capito.
Lo amava, anche quando faceva così.
“Quante volte devo dirti che noi non…”
Corse verso di lui, lo abbracciò forte, tenendolo stretto a sé, facendo fondere un’ultima volta i loro respiri, interrompendo ciò che stava dicendo per l’ennesima volta. Parole che gli facevano male.
“Ciao Michael, buon viaggio.”
Decise di non insistere. Magari Marco stavolta aveva capito davvero.
“Ciao uomo pazo, ci vediamo a novembre.” Sorrise, correndo via.
Chiuse la porta dietro di sé, lasciando Marco da solo, in quell’enorme appartamento al centro di una fredda Milano.
“Sorry Mika. Sorry if I love you.”

 


ANGOLINO SCRITTRICE:
Ciau a tutti ragazzi! Si, ogni tanto ritorno :’)
E si, adoro i Mikorgan! Sono troppo shippabili!
Spero che questa piccola OS vi piaccia!
Beh, alla prossima! <3

   
 
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