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Autore: RegalGina    15/10/2014    4 recensioni
"Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla porta della stanza, che si aprì, lasciando entrare la sagoma sinuosa dell’ex sindachessa. Quando la vide, quasi gli si gelò il sangue. Così bella, così forte. La sua anima nera lo lasciava incantato ogni volta. La voleva. La voleva dannatamente."
[OutlawQueen] Forse siamo tutti un po' delusi per come stanno andando le cose tra Regina Mills e Robin Hood. Allora ho deciso di alleviare la mia 'frustrazione' scrivendo questa storia, che non è altro che una breve, ma passionale scena tra la regina ed il ladro: entrambi si desiderano all'infinito, ma sanno che non possono aversi, e questo non fa altro che aumentare il loro amore. Ispirata dalla 4x03 e in attesa della 4x04 (SPOILER!!!), mi sono chiesta come sarebbero potute andare le cose durante questa scomoda situazione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Muro di ghiaccio

Robin era lì, nell’ufficio del sindaco, seduto di fronte al corpo della moglie congelata. Regina le aveva strappato il cuore per evitare che il sortilegio la ghiacciasse completamente. L’aveva salvata. L’aveva salvata per lui… Perché lo amava. E anche lui la amava. Accovacciato davanti a quel cadavere di ghiaccio, si chiese come tutto sarebbe andato avanti. Si chiese come lui avrebbe voluto che tutto andasse avanti. Un fremito di orrore e di gioia lo pervase quando si rese conto come nel profondo, nella più oscura intimità di lui stesso, non volesse altro che Lady Marian rimanesse così a vita. Era sua moglie, certo, e l’aveva amata. L’aveva amata tanto. Ma ormai tutto questo apparteneva al passato. Finché sarebbe rimasta in vita avrebbe rappresentato un ostacolo per il suo lieto fine, e quell’ostacolo era invalicabile. “Finché morte non ci separi” aveva giurato. Aveva proferito quelle parole anni addietro, durante le nozze. Dunque solo la sua morte gli avrebbe permesso di ricongiungersi con il suo vero amore. Per un attimo gli balenò nella mente l’idea di ucciderla. Ma come avrebbe potuto? Deludere tutti così. Roland, Regina … No, era fuori discussione. Sarebbe riuscito a trovare una soluzione, ne era sicuro. Il vero amore trova sempre una via.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla porta della stanza, che si aprì, lasciando entrare la sagoma sinuosa dell’ex sindachessa. Quando la vide, quasi gli si gelò il sangue. Così bella, così forte. La sua anima nera lo lasciava incantato ogni volta. La voleva. La voleva dannatamente.
Dal canto suo Regina rimase interdetta e sconcertata dallo sguardo infuocato di lui. Per un attimo non riuscì a dire nulla, rimase immobile sulla soglia, i suoi occhi persi in quelli del ladro. Ma subito la regina che albergava in lei riprese il controllo delle sue facoltà, si riscosse e Regina tornò ad essere quella fredda, di sempre.
- Porto brutte notizie Robin… - affermò, chiudendosi la porta alle spalle. – Questa magia sembra quasi … sconosciuta. Persino Belle non ne ha mai sentito parlare tra tutti quei libri che ha. Mi dispiace. – Disse, mentre prendeva una sedia e si sedeva accanto a lui. Il fuoco del camino alle loro spalle riscaldava l’atmosfera, ma nulla poteva spezzare quel muro che si era creato tra i due. Quando Robin aveva baciato Marian, la maledizione non si era spezzata. Tutti erano convinti che fosse perché quella era una magia troppo forte per essere spezzata con un atto di vero amore, ma entrambi sapevano che non era così. Conoscevano la verità. E questo, anziché consolarli ed avvicinarli, non faceva altro che mettere ancora più distanza tra loro. Più si amavano, più sembrava che il destino volesse allontanarli e questo implicava che avrebbero sofferto, fino alla morte. L’unico modo era soffocare i loro sentimenti l’uno per l’altra, cercare di dimenticare per alleviare il dolore. La regina aveva molta esperienza nel celare le sue emozioni, ma il ladro no. Non era mai stato bravo in queste cose. Ed infatti, quella vicinanza lo fece cedere.
- Regina… - Le prese la mano. Lei sobbalzò e cercò di ritrarla, ma poi rinunciò. Si disse che forse lui aveva bisogno di quel contatto per sentirsi meglio. In fondo, avrebbe fatto di tutto per alleviare il suo dolore. – Vorrei solo che tutto questo non fosse mai successo. Dimenticare il passato, è la cosa più difficile. Nessuno dovrebbe mai avere la sfortuna di ritrovarselo davanti una volta riuscitoci. –
Le sue dita si intrecciarono con quelle della mora, che ebbe un fremito.
- Io voglio andare avanti Regina, ma lei… Marian me lo impedisce, mi trattiene indietro... – Gli occhi immersi in quelli color cioccolato del sindaco, si avvicinò al suo volto. Lei lo guardava, persa, come sempre. Senza avere la cognizione di quello che stava succedendo, ascoltava le sue parole, senza veramente capirle, perché era la sua voce ad ipnotizzarla. – Ma io… io non voglio lei Regina. È te che voglio… - Si avventò sulle sue labbra come se le bramasse da sempre. Nulla aveva più importanza, né Marian, né Roland. Ora contava solo lei.
Le fiamme iniziarono a divampare nel corpo di Regina, che non riuscì a trattenere un gemito di sorpresa e di piacere. Il calore del camino non era nulla in confronto alla passione che dilagava tra i due.  Ricambiò il bacio senza pensarci due volte. Gli occhi chiusi, la bocca poggiata su quella del suo amante, Regina non avrebbe mai pensato di poter provare di nuovo una sensazione simile. Si abbandonò completamente a lui, la sua mano tra i capelli, in quel momento non esisteva altro. Nient’altro che lui: Robin Hood.
Nessuno dei due saprebbe dire con precisione quanto quell’attimo effettivamente durò, ma non avrebbero desiderato altro se non che durasse per sempre. Ma qualcosa si risvegliò nel profondo della regina. Forse un senso di colpa, forse un bagliore di lucidità in quella confusione di sentimenti, le fece ricordare il corpo inerme della donna congelata di fianco a loro. Era sua moglie. Non poteva. Robin per primo aveva detto che aveva dei doveri da rispettare e di conseguenza lei avrebbe dovuto rispettarli per lui. E assecondandolo in quella follia non aveva fatto altro che alimentare una speranza che non esisteva, un errore che avrebbe marchiato in modo indelebile la coscienza del ladro e anche la sua. Si staccò violentemente, si prese un istante per perdersi un’ultima volta in quegli occhi nei quali non avrebbe più potuto affogare, poi, come sempre, riprese il controllo di se, abbassando lo sguardo su Lady Marian.
Eccolo di nuovo, quel muro.
- Non posso Robin. Mi dispiace. – Si alzò e uscì.
Erano bastate quelle cinque parole a riportare Robin alla realtà. Lei se n’era andata, l’aveva rifiutato. Non perché non lo amasse, di questo ne era certo. L’intensità di quel bacio gli aveva rivelato una volta per tutte la verità: era lei la donna che gli avrebbe donato il lieto fine. Ma come averla, come? Una lacrima scese lungo la sua guancia mentre osservava il corpo ghiacciato di sua moglie. La stanza era improvvisamente ridiventata ostile, il camino si era quasi spento. Si sentiva perso.
Maledettamente perso.
E solo. 
  
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