16/10/2014
2 recensioni
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Non la sente, se n’è andata e Thomas non capisce cosa sia successo.
Non c’è, la cerca, ma non c’è, è sparita, l’hanno portata via. Gliel’hanno portata via.
Prova a chiamarla, ma non risponde.
Thomas vorrebbe gridare e spaccare tutto, ma si controlla.
Gli hanno strappato via Teresa in modo brusco, quasi brutale, privandolo di un qualcosa di cui ha bisogno, qualcosa che oramai fa parte di lui, di cui si è abituato ad avere sempre con sé in qualsiasi momento, che lo culla la notte e gli fa credere che andrà tutto bene.
Lei. Che ora non non c’è.
E Thomas si sente incompleto.
Non la sente, se n’è andata per sempre e non è colpa del cip che gli hanno tolto dal cervello.
Teresa se n’è andata veramente, è morta, forse amandolo. Mentre Thomas vive, col ricordo di averla amata, col ricordo di essere stato tradito, coi ricordi che svaniscono e che fanno spazio alla nostalgia.
Il tempo avanza, ma non porta via il vuoto che gli hanno strappato, non riempie lo spazio che Teresa occupava dentro di sé, quella sensazione che si era abituato ad avere, che gli piaceva, che lo rassicurava.
Teresa non c’è e non ci sarà mai più.
E Thomas si sente incompleto.
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PANDA
Bao a tutti.
"Mito, quante Thomesa hai scritto di getto ieri notte?"
Eeehm.............. No, dai, questa è l'ultima. Per ora.
Devo ancora finire la mia raccolta Nalby non ancora pubblicata, che brutta persona che sono.
Non ho voglia di spiegarvi, detto sinceramente, questa storia, quindi spero si capisca così come viene, visto che ho preso spunto, come ovvio, da alcune parti del libro in cui Thomas pensa a Teresa, al fatto che lei è una parte importante della sua vita, come si sente riguardo al.... al... al non sentirla, appunto, etc.
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Baci e panda, Mito.
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