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Autore: Yotizio_pcsef    16/10/2014    1 recensioni
"Era il giorno della mietitura del tredicesimo hunger game, avevo paura, molta paura.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il giorno della mietitura del tredicesimo hunger games, ho paura tanta paura, le scorse edizioni sono state una carneficina, non voglio finire come loro. Guardai la vecchia signora che estrae i nomi, è alta, con poche rughe, i suoi capelli dorati e setosi, gli occhi azzurri luminosi e il suo sguardo vitreo, che mette quasi paura. Iniziò con la "fortunata ragazza" "E la ragazza del settimo distretto a partecipare agli hunger games è... Suzette Coll" Balbettò la signora sputacchiando sul piccolo microfono. Era la mia migliore amica, le lacrime cadevano calde dal mio viso, leccai la coda della lacrima, era salata. Vorrei offrirmi come tributo, ma non potevo, era inutile. La gente sbigottita si guardava in giro tirando un sospiro di sollievo. La mietitrice tossì leggermente sul microfono, e tutti si zittirono, come se si fossero fermati sulla cima di una montagna russa, nel momento di massima tensione, proprio come ora. "Bene, ora che ho la vostra attenzione posso annunciare il ragazzo che entrerà nell' arena, il fortunato ragazzo è Isaac Koth!" Disse la vecchia signora. Scoppiai a piangere, i miei singhiozzi rimbombavano per tutta la piazza, non solo la mia migliore amica, pure io. Salì sulle scale leggermente asciugandomi le calde e salate lacrime. In un battito di ciglia eravamo sul treno, verso Capitol City. Il treno era spazioso e molto grande, c'era una grande tavolata piena di cibo, bevande e molto altro, Suzette prese in mano una piccola costoletta di maiale riducendola fino all' osso. Io, in totale calma mi appostai sul finestrino del treno, guardando fuori, pioveva, vedevo le goccie d' acqua scivolare leggermente dal finestrino tutto appannato, fuori sembrava spuntare da dietro le montagne un grande palazzo, illusione delle nuvole che coprono il sole. A scuola ci avevano spiegato che prima questi distretti era un unico stato, chiamato Panama. Il giorno dopo, mi ritrovai in una specie di saletta dove c'erano tutti gli altri tributi, vedevo alcuni piccoli e minuti, ma altri alti e possenti, un ragazzo del distretto 2 viene vicino a me e mi alza dal colletto della maglietta sussurrandomi:"Mi ricorderò di te nell' arena, nanetti" Subito prima di sbattermi a terra. Mi massaggio leggermente la spalla, e con quel poco coraggio che bastava pronunciai:"Sarò io che ucciderò te!" Il ragazzo iniziò a ridere senza fermarsi subito dopo mi tirò un forte calcio sul petto pronunciando insulti pesanti, per poi andarsene. Il dolore era fortissimo, mi tirai su la maglia, avevo un livido molto grande e viola, come le stelle piú luminose in cielo, Suzette si avvicinò a me, si mise il ginocchio, mi baciò sulla fronte e mi dissè un semplice:"Guarirai" Per poi andare per le camerate. Il giorno dopo c'era una specie di test, con il punteggio, io usai la mia arma prediletta, un pugnalino piccolo, portato da casa. Iniziai a correre verso il manichino tirandoli un calcio, e subito dopo li conficcai il pugnale dritto nel collo. Vidi nero, prima di cadere.
   
 
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