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Autore: Lady Lunete    16/10/2014    2 recensioni
Kurtbastian ispirata al film "The Bodyguard" con Whitney Houston e Kevin Costner.
Sette anni nel futuro (indipendentemente da come RIB facciano finire Glee), Kurt è un affermato stilista d'alta moda residente a New York. La sua vita scorre tra schizzi, prove d'abito, passerelle e gli amici di sempre, fino a che non viene preso di mira da uno stalker e Sebastian è lì a proteggerlo.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Salve... vorrei scusarmi con tutti quelli che si aspettavano un aggiornamento e invece si ritrovano con un prologo redatto. Dopo essere stata via per così tanto tempo da EFP ho deciso che il modo migliore per farmi perdonare è fare le cose per bene, non a metà come sono stata spesso tentata di fare in passato. Perciò "Don't You Dare" riparte e si concluderà, ora che ho deciso di mettere tutti gli appunti inerenti questa Long in un quadernetto e gli effetti immediati che ho riscontrato sono l'ordine e la coerenza. Mi sono ripromessa di scrivere questa fanfiction con cura, facendo attenzione al carattere e alla psicologia dei vari personaggi e di come si mischiano nella storia. Non so se ne sarò capace, ma sono a un buon punto, dove metà dei capitoli dell'intera Long sono stati delineati.

Vi prego solo di dare una seconda possibilità a questa storia e spero che vi piaccia più di quella vecchia :)


Prologo:

 
Il titolo dell’articolo leggeva: ‘Come It Gets Better diventa It’s Got Bette Midler e continuava: ‘Kurt E. Hummel, 26 anni. Dopo un’adolescenza segnata dal bullismo, coglie il primo morso della Grande Mela ad appena 19 anni, ottenendo uno stage sotto le dirette dipendenze della sensazionale Isabelle Wright, capo-editor di Vogue.com. Dopo un’eclatante performance di Being Alive, dal musical Company, Carmen Tibideaux lo ammette nella sua scuola, la prestigiosa NYADA. Conclude il secondo anno all’Accademia, e si trasferisce alla Parson. La rinuncia del palcoscenico a favore delle passerelle è stata la conferma tanto desiderata: Kurt E. Hummel è nato per essere una star.

Lui la racconta così. “A 21 anni, uno ha le idee più chiare su quale futuro desidera per sé. Più di quanto ne abbia affacciandosi appena al mondo degli adulti, e sicuramente più concrete di quanto già non fossero (come nel mio caso) a 6 anni. E il bello di vivere in una città come New York, è questa  continua aria di cambiamento e indipendenza, che spinge a cambiare con essa e a diventare un uomo (o donna!) più forte e sicuro di se stesso. I miei anni del liceo sono stati tremendi, così orribili da non augurarli nemmeno alla solita barista inacidita del lunedì mattina che si rifiuta di portarti il dolcificante per il caffè, perché per l’ennesimo sabato pomeriggio il suo parrucchiere ha sbagliato permanente e lei sta solo facendo giustizia divina rifilandoti lo zucchero nella speranza di farti ingrassare, mentre lei se ne va a spasso con un nido d’avvoltoi in testa. Perché dopo 50 anni di tortura, è quasi un delitto lasciare Gino’s per il suo cugino Pino’s, non è forse così? Ma non divaghiamo oltre: Lima non è composta solo da brutti ricordi.

New York sarà pure la mia città, ma quella piccola cittadina persa nell’Ohio è la casa di mio papà, della mia matrigna; nel suo cimitero si trovano le tombe di mia mamma e del mio fratellastro, due persone che mi hanno insegnato e dato tanto e che vorrei fossero ancora qui per poterle ringraziare e dire quanto sono ancora importanti per me, nelle decisioni che prendo. Il liceo McKinley è stato la sede del mio scontento, sconforto, persino paura, ma è lì, nel suo Glee Club, che ho incontrato la mia famiglia, che una volta giunto qui, si è semplicemente allargata. E con essa, pure io sono cresciuto. Crescendo, mi sono sentito come una trottola, mentre cercavo di sperimentare più cose possibili, nel minor tempo possibile, per dimostrare a tutti quelli che non credevano in me, quanto in realtà valevo.

Alla fine del mio secondo anno alla NYADA, tante cose erano cambiate nella mia vita, io stesso non ero più lo stesso. Il me diciannovenne si sarebbe disperato di fronte a tale scelta, l’avrebbe considerata una sconfitta. Ventunenne, ho preso quella decisione dopo un gigantesco (lo ammetto) cambio di prospettiva. Per questo oggi non ho alcun rimpianto al riguardo. Perché più cantavo, recitavo e mi esibivo davanti a un pubblico, più mi rendevo conto quanto mi interessasse e coinvolgesse il ‘dietro le quinte’, pieno zeppo di costumi e prove d’abito. A tal punto che i vestiti nello spettacolo di fine anno erano tutti una mia creazione, dal primo all’ultimo dettaglio. Ciò che rimpiango davvero, è di aver lasciato incompiuto lo stage a Vogue.com. Per fortuna, i contatti con Isabelle si sono mantenuti e al momento della domanda d’iscrizione alla Parson lei è stata stupenda, agitando la sua bacchetta fatata e riempiendomi di (più che) ottime referenze.

Il canto farà sempre parte della mia vita, visto che è il luogo in cui meglio riesco a esprimere i miei sentimenti, nonostante i vari e continui ‘no’ ricevuti. Ma la moda è il posto in cui mi sono sempre sentito protetto e al sicuro. Anche se era uno dei motivi per cui venivo preso di mira al liceo, ho sempre saputo che in quest’ambito  non dovevo aver paura di osare; perché ciò che per gli altri era un azzardo, per me era un successo assicurato. La mia parola era legge, e di questo fatto me ne sono ampiamente approfittato; chiedete pure a Rachel (Berry)! Isabelle (Wright) me l’aveva detto, dopo  la mia prima settimana di stage, che se avessi intrapreso questo percorso avrei avuto sicuramente successo. Direi che ci ha visto giusto, no? Sono soddisfatto di me stesso e appagato con la vita che conduco. Sono un uomo realizzato, a cui direi che manca solo l’uomo giusto per essere pienamente felice una volta per tutte.” Così conclude Mr. Hummel, con uno smagliante sorriso.

Gli auguriamo davvero di trovare l’uomo speciale dopo quattro anni di scarsi e brevi flirt, iniziati dalla sua rottura con Blaine Anderson, noto conduttore televisivo, quando ancora nessuno dei due era la famosa celebrità che è diventata,“Ci siamo lasciati alla fine del mio primo anno alla Parson, dopo aver capito che non eravamo più i due ragazzini innamorati del liceo, ma due uomini adulti con le proprie idee e speranze per il futuro. Entrambi abbiamo coinciso nel rimanere amici, proprio come lo siamo stati quando ci siamo incontrati alla Dalton. Ci sono stati flirt, con altri uomini, ma mai niente di serio. Forse non ho gli occhi sufficientemente aperti, anche se preferisco pensare sia tutta colpa del mio uomo perfetto: dove si sarà cacciato, quello sfacciato?” ride Kurt E. Hummel, concludendo l’intervista.

 
La rivista cadde in cima a una pila, in mezzo ad altre copie. Chi la stava leggendo si allontanò silenziosamente dal chiosco, e i suoi passi si confusero tra le strade mattiniere di New York.
 
* * * *
 
Sebastian bussò alla porta dello studio di suo padre.
 
“Avanti.”
 
Harold si trovava seduto alla scrivania, in compagnia di un uomo con un vecchio cappello blu a visiera.
 
“Sono Burt Hummel.” Sebastian tentennò all’udire il cognome, prima di stringere la mano che gli veniva offerta. Burt ghignò.
 
“Dall’espressione sul tuo viso, sembrerebbe che Rachel non stesse esagerando e che le imprecazioni in spagnolo di Santana avessero davvero un senso, almeno per una volta. Sì, sono il padre di Kurt. Sì, gli amici di mio figlio mi hanno avvertito sui tuoi trascorsi alla Dalton, ma tuo padre è diventato un mio caro amico da quando vi siete trasferiti in Ohio e  mi ha raccontato del tuo precedente e attuale lavoro, quando gli ho detto della situazione in cui mio figlio si trova. Gli ho chiesto di farci incontrare perché… Kurt ha bisogno di te, che l’idea gli piaccia o no.”
 
* * * *
 
“Si può?” chiese Harold, facendo capolino dalla porta.
 
“Certo, papà.” Sebastian stava sdraiato sul suo letto, fissando il soffitto. “Stavo pensando.”
 
“A Kurt?” ammiccò suo padre.
 
 
“Alla sua situazione,” rispose veloce e tagliente Sebastian. “Stavo pensando all’idea del signor Hummel.”
 
Suo padre rimase in silenzio, attendendo la sua decisione.
 
“E’ un vero e proprio azzardo. Non solo la convivenza forzata con Kurt; anche tutte le future riunioni con le New Directions saranno un inferno.”
 
“Sebastian, figliolo. Sono passati sette anni. Tu non sei il ragazzo che Kurt ha conosciuto al liceo. Chi ti dice che anche lui non sia cambiato, dopo tutto questo tempo? Di cos’è che hai veramente paura?”
 
Sebastian strinse la mascella. “Tu non l’hai mai conosciuto, papà. Al liceo… lo so che ne è passato di tempo, ma… Kurt è stato quello che ho trattato peggio. E quando ho promesso che avrei iniziato a rigare dritto, quando ho chiesto scusa a tutti tranne che a lui, Kurt non me l’ha rinfacciato. Non ha preteso niente da me. Quando l’ho conosciuto io non ero completamente me, questo lo sai, papà. Ero una versione più arrabbiata, peggiore di me, ero ferito e l’unica cosa che volevo era ferire a mia volta, più profondamente. E Kurt era così diverso da me, che ciò mi ha dato fastidio, mi ha fatto arrabbiare, mi ha fatto desiderare di poterlo spezzare in modo tale che non si sarebbe mai più potuto rialzare. Non ci sono riuscito. Ma per la prima volta in vita mia, perdere è stato un sollievo. Perdere mi ha reso felice. Lo so che è una cosa assurda, ma sono felice di non essere riuscito a spezzarlo, papà. A danneggiarlo irreparabilmente. Al liceo Kurt era ciò che io non ero: forte. E pensare adesso che qualcuno possa fargli male sul serio, mi fa venire la nausea. Non voglio che diventi il me che ero quando sono arrivato alla Dalton.”
 
Sebastian guardò suo padre, e ghignò. “Chissà quanto se la prenderà a sentire le novità. E’ sempre stato piuttosto suscettibile in passato quando l’ho comparato a una donzella in difficoltà.”
 
Harold inarcò un sopracciglio. “New York, allora?”
 
Sebastian annuì al soffitto, lo sguardo già perso in mille pensieri. “Accetto l’incarico.”

Lady Lunete's Corner! SE VOLETE, non è tutta questa gran meraviglia, ma vi lascio il mio Tumblr: thumb3l1n4
e per chi rosica un po' più l'inglese, vi lascio due fanfiction scritte nel periodo d'assenza. In realtà ne avrei scritte quattro, ma queste sono quelle betate da una ragazza statunitense che è stata gentilissima nel correggere i miei orrori. Niente vi ferma dal leggere anche le altre due, per carità, ma non sono minimamente perfette -///-
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