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Autore: report    14/10/2008    7 recensioni
Dopo l'ennesimo scontro con Naraku, Inuyasha abbassa tutti i suoi muri e mostra a Kagome la sua anima.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo battuto, sconfitto, beffeggiato.
Come tutte le volte lui mi è sfuggito tra le mani senza che io potessi fare molto.
Certo ho sbraitato, urlato la mia rabbia verso colui che mi ha rovinato la vita. Ho urlato le mie ferite al vento e come il solito, esse sono state portate via.
Lui rideva e si divertiva.
Gioiva per come io cercavo di colpirlo, mancandolo ogni volta, di come gli altri mi stessero aiutando in quella danza senza senso, priva di vittoria, alla fine inutile.
Più lo osservo e più lo odio, ma allo stesso tempo inizio a sentirmi inadeguato.
La mia grande vendetta si sta trascinando da anni senza che io veda un fine, un uscita, la mitica luce infondo al tunnel.
Ho trascinato con me lei, colei che per prima mi ha amato e che alla fine si è sacrificata due volte per salvarmi, proteggermi, ma adesso posso dirlo, un sacrificio inutile. Una morte doppia solo per divertire lui e far capire a me quanto sia inidoneo.
Ho trascinato i miei amici e solo pensandolo, sussurrandolo sorrido.
Ho degli amici, un miracolo, un miraggio, un desiderio represso per anni, ma invece di proteggerli, aiutarli e occuparmi di loro, li ho buttati in questa battaglia ignorando le loro sofferenze, le loro ansie e i loro problemi e adesso, adesso come possono ancora considerarmi un loro amico.
Perché restano accanto ad un piccolo mezzo demone sconfitto per la centesima volta?
Perché non si ribellano e non mi lasciano al mio destino di solitudine e sofferenza invece di afferrare sempre la mia mano e trascinarmi fuori dal buio che mi sommerge.
Perché si intestardiscono nel volermi accanto, nel volermi bene, nel volere uno che non ama neanche se stesso.
Forse alla fine il problema è tutto lì, io non amo me stesso e alla fine questa mia inquietudine mi trascina sempre più verso il fondo.
Però sono così stanco.
Sconfitto e battuto osservo gli altri.
Feriti, contusi, ma loro continuano a ridere, a vivere per questa lotta che mi sta asciugando il sangue nelle vene e mi lacera l’anima.
Vorrei urlare al mondo intero la mia rabbia.
Vorrei poter per una volta essere come gli altri e lasciare che i miei sentimenti prendano il sopravvento sull’orgoglio e la freddezza.
Ho bisogno di poterlo fare, di dar spazio ha quella parte di mia madre che dentro di me urla e piange.
Ma io sono il grande mezzo demone e non posso mostrarmi debole.
Ignoro le loro ferite e ignoro lei.
Lei che mi è accanto da anni in silenzio e in solitudine.
Lei che con gesti lenti e gentili si è avvicinata al mio animo sbriciolando giorno dopo giorno quel muro faticosamente costruito per proteggermi dagli altri e che era diventato la mia prigione.
Lei che in punta di piedi è riuscita a farsi amare e che nei miei silenzi legge molto più di quello che penso.
Lei che adesso, ferita, sanguinante ignora il suo dolore e si preoccupa di Sango.
Ho gettato un angelo in una bolgia di sangue e dolore, cosa farò quando il suo paradiso la richiamerà a se?
Lascio tessaiga per terra e mi avvicino al piccola laghetto che si trova accanto a noi. Immergo le mani e tolgo tutto il sangue che le macchia.
Sprofondo la testa nell’acqua gelida e sento i brividi invadermi il corpo, ma meglio sentire questo che il freddo della mia anima che aumenta.
Alzo la testa e sento l’acqua scorrer sul mio volto e con essa loro.
Nessuno le noterà.
Nessuno capirà che non è solo acqua quella che mi solca il volto, ma lacrime.
Io piango, stanco. Per un secondo getto l’armatura e ricaccio il demone e mostro solo l’uomo anche se nel cielo il sole brilla alto.
Immergo le mani e ribagno il volto, quando sento qualcuno alle mie spalle.
Non mi volto e delle piccole mani circondano il mio collo, mentre sento le ginocchia puntare la mia schiena.
“Inuyasha!” sussurra e io chiudo gli occhi.
“La ferita sanguina Kagome… devi curarla… io… scusa!”
“Sto bene! Se non fosse stato per te, sarebbe potuta andare peggio no?” e vorrei urlare che non è vero, che se non fosse per me tu non saresti qui, non rischieresti la tua stupenda vita per me, ma taccio.
La mia più grande paura è vederti andar via, ma non averti al mio fianco sarebbe la morte.
Il silenzio aleggia su di noi come un fumo invisibile che ci opprime e tu con un movimento rapido mi stringi di più, affiancandomi.
Le tue braccia circondano le mie spalle e il calore del tuo corpo è più gelido dell’acqua.
Non guardare un uomo che crolla, non vedere come in realtà mi dispero, non vedere il mio io nudo.
“Noi alla fine vinceremo, io non ho dubbi, solo… non escludermi dalla tu mente Inuyasha, lasciami entrare nel tuo cuore. Lascia che io veda cosa ti lacera l’anima, così che possa curarla. Non temere mai di mostrarti a me come sei, perché io non amo solo il demone coraggioso, ma anche l’uomo che trema per le persone che ama”
Rapidamente la stringo a me, affondando la testa tra i suoi lunghi capelli e in quel momento non è l’acqua del lago che bagna il mio volto, ma le lacrime di un uomo che davanti alla donna che ama, mostra il suo lato più debole, consapevole che non è per questo meno uomo o più indebolito.
Consapevole che amare una persona vuol dire mostrarsi nudo davanti ad essa e in quel momento sentirsi l’uomo più forte del mondo.
Non m’importa se perderò mille volte con quel demone, non m’importa se dovrò lottare per anni e anni contro di lui, però so che accanto a lei sono un vincitore e alla fine il suo sorriso e il suo bacio, sono la vittoria più bella.




Piccola one, che mi dite????????
   
 
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