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Autore: kianatkate    17/10/2014    1 recensioni
Verona! Una grande città. Una grande storia. Un grande amore. È così che viaggio con la mente, leggendo per l'ennesima volta Romeo e Giulietta, e cercando di esternare il caos caotico che ho intorno. Distesa sul prato distolgo lo sguardo da Shakespeare e fisso le nuvole candide cercando di identificare forme bizzare come facevo quando ero piccola. Come facevamo quando ero piccola. Mi alzo poco delicatamente e scuoto la testa per scacciare i pensieri che mi tormentano. I capelli mi finiscono sul viso e li allontano bruscamente....buona lettura..baci!! Ditemi cosa ne pensate!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cerco il mio libro che nel modo in cui mi sono alzata è caduto sul prato. E indovinate? È su un escremento!! Incredula inizio a fissarlo per un tempo indeterminato poi la mia finezza va a farsi fregare ed inizio ad imprecare come uno scaricatore di porto contro tutti coloro che hanno cani e non raccolgono i loro escrementi a Central Park! Central Park!!! Faccio un respiro profondo e mi guardo intorno. Con mio grandissimo imbarazzo noto che molte persone hanno notato il mio sfogo non molto fine. Sono davvero tentata di fare un gestaccio a tutti ma educatamente, o almeno credo, inizio a camminare lontano dai loro sguardi quando sento chiamare a gran voce: "*signorina! Credo abbia dimenticato il suo libro".* Mi giro pronta a mandare a quel paese chiunque mi abbia ricordato che non ho più Romeo e Giulietta. Ma il mio intento svanisce non appena mi rendo conto di CHI ho davanti. Tutto di lui urla: sono il più figo della scuola e tutte le ragazze mi muoiono dietro. Nicholas Grey. Classico Bad Boy pieno di tatuaggi e piercing che attira le ragazze come mosche sul miele. Peccato che le mosche rimangono appiccicate e muoiono. Non mi rendo conto di essere rimasta a bocca aperta finché non finisco di riformulare i miei pensieri. La chiudo immediatamente e gli rivolgo lo sguardo più minaccioso che ci sia, che equivale ad un agnellino spaventato da un lupo. *" io non proverei neanche a toccarlo. Poi fai tu."* Faccio un gesto vago con la mano e mi rigiro per riprendere la mia strada. "*Signorina"* Richiama dopo che ho percorso a malapena una decina di passi. Mi giro bruscamente pronta ad urlargli contro. Decisamente non è la mia giornata.  Lo trovo a pochi centimetri dal mio viso con il suo solito sorriso sfacciato stampato su quelle labbra così carnose... Elisabeth torna in te! Mi scuoto mentalmente. *"Mi dica".* Cerco di mostrarmi cortese. *"Nicholas Grey e non darmi del lei. Non sono così grande". *Farfuglio un "piacere" poco udibile e il suo sorriso si allarga ulteriormente. Dovertito dal mio imbarazzo Grey? Mi faccio coraggio e affermo con voce piatta e formale: "*Salve io sono Elisabeth Wather e sono una di quelle che tu giudichi sfigate, quindi ti conviene allontanarti da me prima che ti veda qualcuno. Ah. Scusa..."* Dico alzando le mani all altezza del petto. *"Tu sei popolare non devi scomodarti. Vado io".* Per un secondo mi beo della sua espressione sbigottita poi giro i tacchi e inizio a camminare cercando di non ancheggiare troppo. Duncan Smith. Vicino di casa e compagno di giochi fino all'eta di sei anni. Segue tutte le mie lezioni e quando non c'è Alexis si siede accanto a me. Mi dirigo verso di lui senza guardarmi intorno anche se mi sento osservata *"Ciao D"* Gli bacio una guancia e lui sembra arrossire. Entra il professore, un tipo basso e pelato, che inizia a parlare a raffica. Prendo il mio blocknotes ed incomincio ad appuntare in maniera sistematica ciò che sta spiegando. *"Beth..."* Sussurra Duncan. Lo guardo stranita. Lui non parla mai durante le lezioni. *"Grey ti sta fissando".* Mi giro bruscamente verso di lui e maledico me stessa dieci volte prima di iniziare a pensare. I miei occhi si uniscono ai suoi e rimango a fissarli imponendomi di non guardare il suo indice che sta accarezzando il suo labbro inferiore. Purtroppo, però, non so resistere e appena poggio lo sguardo sulle sue meravigliose labbra arrossisco. Mi risveglio dal mio stato di trans solo quando sento ridere sommessamente accanto a lui e noto i suoi amici ridere fino alle lacrime di me. Sono divertente eh? Ritorno a seguire la lezione come se non fosse successo nulla. Li sento sghignazzare per tutta l'ora sperando che il professore li rimproveri. Niente da fare. La campanella del cambio dell'ora suona e in un attimo tutti sono fuori tranne me e Duncan. *"Conosci Grey?"* Mi chiede improvvisamente. Rimango in silenzio per qualche secondo sorpresa dalla domanda e indecisa su cosa rispondere. *"No"* Affermo mentre entriamo nei corridoi pieni di armadietti. Il mio cuore si ferma per un attimo. Nicholas sta parlando con un professore in tutta la sua magnificenza. Pantaloni neri, maglioncino azzurro e converse blu. Può sembrare un alunno modello con i tatuaggi coperti. Ma guardando il suo sopracciglio destro e la sua capigliatura ribelle si capisce che non lo è affatto. Ignoro il piacere che provo nel guardarlo e rivolgo la mia attenzione al mio accompagnatore che mi sta scrutando troppo attentamente. Nel suo sguardo leggo la domanda che non ho il coraggio di porre neanche a me stessa *"Ti piace eh?"* Mentre rifletto sulla domanda di Duncan ritorno a guardare Nicholas. Lui mi piace? continuo a chiedermi mentalmente.  Di colpo si gira nella mia direzione e sorride, consapevole, sicuro di sé, come se sapesse che lo stavo fissando. Senza nessun cenno o saluto si gira e va verso i suoi amici ,che lo aspettano alla fine del corridoio, con passo sicuro. Lì mentre Duncan aspettava una risposta e Nicholas raggiungeva i suoi amici, mi sono fatta una promessa. Per la mia dignità e per la mia autostima. Non avrei mai più guardato Nicholas Grey. Mai più. E che il gioco abbia inizio... Non sono una gran bellezza. L'unica cosa che mi piace di me sono gli occhi nocciola ereditati da mia madre. Per il resto sono nella media in tutto. Non sono alta ma neanche bassa. Non sono magra ma neanche grassa. Sono normale, credo. È dalle sei del mattino che faccio le facce buffe allo specchio dell' armadio in attesa delle 7 e 30 per incamminarmi verso scuola. È passata una settimana dalla mia promessa di non guardare più Grey e lui ha già cambiato due mosche... ehm... fidanzate. Ecco adesso sono in ritardo. Mi affretto ad indossare la divisa scolastica: gonna rossa e nera a metà coscia con piege e trama scozzese, camicia bianca con maglioncino rosso sopra e le calze a strisce bianche e rosse che arrivano fino al ginocchio.  Odio il modo in cui scivolano. Afferro la borsa da sopra la scrivania l' Mp3 dal tavolo della cucina e le chiavi di casa appese vicino la porta d'ingresso. Mi guardo allo specchio un ultima volta e sorrido guardando la cravatta blu di mio padre tra i capelli scuri. Chiudo la porta con un giro di chiave e inizio a scendere le scale. Appena esco all'aria aperta, la frenesia di New York mi avvolge. Mi fermo da Starbucks per il mio solito cappuccino con cacao decaffeinato e muffin al cioccolato bianco. Non avendo il tempo di mangiarli li porto con me in una busta e corro verso la scuola. Appena girato l'angolo della via la intravedo senza nessuno all'esterno. Mi affretto verso l'ingresso e appena varco la soglia mi scontro con una schiena fasciata dalla classica camicia azzurra della divisa. E con orrore noto che non mi sono scontrata solo io ma anche la mia colazione che sta colorando una macchia sempre più grande sulla candida camicia.
   
 
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