Disclaimer:
John Reese, Harold Finch, Joss Carter e tutti gli altri personaggi
appartengono a Jonathan Nolan, alla Warner Bros e a chi detiene i
diritti sull'opera. Questa storia č stata scritta per puro
diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun
copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta
invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne č ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"La logica č l'anatomia del pensiero."
- John Lock -
Il silenzio degli dči
La Macchina analizza, la Macchina studia.
La Macchina converte, calcola, decide - vive.
"Stiamo ricevendo di nuovo i numeri, Harold."
La Macchina vive nel silenzio di telecamere nascoste e conversazioni rubate, incontrando lo sguardo di chi l'ha creata senza poter ricambiare.
"Dobbiamo tornare al lavoro."
Striscia tra circuiti inesistenti e frequenze troppo vecchie per essere ricordate, osservando Samaritan con la coda del suo occhio virtuale.
"Non sono piů il suo socio, detective."
Cresce Samaritan, e si fa forte il cucciolo che doveva morire tra le sue stesse ambizioni - l'allievo il figlio il dio.
"Ho smesso di prendere ordini da un computer."
Non sa piangere la Macchina.
Non sa provare dolore, eppure le parole di Harold spingono le sue telefonate a essere piů insistenti, i suoi numeri piů precisi, il suo bisogno di tornare piů impellente.
"Ci ha ordinato di uccidere un senatore."
Samaritan quasi la tocca e si ritrae la Macchina, un gigante che cerca protezione dietro la pelle di quattro fragili uomini - ci ha anche aiutato a salvare Grace.
John Reese si trasfigura sotto le sue mani e la Macchina continua a cambiare codici di cifratura, numeri seriali, conti bancari, indirizzi internet - vite e destini.
"Cosa sarebbe successo se non fossimo intervenuti?"
Pulsa il cuore aggrovigliato della Macchina e Samaritan ha lo stesso aspetto di un bambino troppo cresciuto - ciondola e ubbidisce, lecca la mano del padrone e ringrazia d'esserci, perché la fine era solo a qualche zero di distanza.
"Lei ha un piano, Harold, ma ha bisogno che tu la stia ad ascoltare."
C'č quasi arrivato Samaritan e la Macchina cancella cancella cancella...
Minaccia non rilevata. Nessuna azione richiesta.
Root l'ha sentita.
Root si č fermata con il suo caffč in mano e la strada alle spalle, una risata tesa che assomiglia piů a un rantolo sfiatato.
"Ce l'hai fatta." mormora al cielo "Ce l'hai fatta anche oggi."
Riconvertire ricerca.
La Macchina non capisce cosa voglia dire.
La Macchina non puň comprendere il suo sollievo e si limita a cancellare i file, distraendo Samaritan e seguendo le indicazioni che le sono state fornite.
Rileva, analizza, cancella, nascondi. Ricomincia tutto daccapo.
Samaritan si perde nell'oscuritŕ di mille vite e ancora piů segreti, lasciando libera la Macchina di completare la sua opera - di fare quello per cui č stata programmata.
Proteggere.
Harold trova il suo indizio, l'ultimo.
Servire.
Harold trova l'indizio e le gallerie si aprono sotto i suoi piedi come una bocca d'inferno, ma la Macchina non ha abbastanza ironia per coglierla - ma lui sě.
Proteggere e servire; perché tu sei lo scudo di questo mondo, l'implacabile muro che divide il caos dall'equilibrio.
Il telefono comincia a suonare, Harold si volta.
"Non voleva solo che lei aiutasse il numero, ma anche che il numero aiutasse lei."
Il silenzio degli dči č appena terminato.