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Autore: Vigilia di Natale    19/10/2014    2 recensioni
" Fissavo imperterrito quell'enorme lastra ghiacciata davanti a me. Ma chi me l’aveva fatto fare a me, un uomo di ventisei anni, di lanciarmi in un'avventura del genere?
La risposta? Rin. "
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fissavo imperterrito quell'enorme lastra ghiacciata davanti a me.
Ma chi me l’aveva fatto fare a me, un uomo di ventisei anni, di lanciarmi in un'avventura del genere?
La risposta? Rin. Quella ragazzina, aveva un potere magnetico su di me, non riuscivo a dirle di no, non riuscivo proprio a negarle qualcosa.
«Dannazione Rin, vuoi andare più piano? Non ho più la tua età» sbraitai assumendo un'espressione severa. Ma questo non sembrò toccarla più di tanto, tanto che il mio atteggiamento suscitò la sua limpida risata.
«Abbiamo solo sette anni di differenza, caro il mio Sesshomaru» rispose lei con un'espressione di superiorità.
«Ma chi me l'ha fatto fare?» dissi provando a fare qualche passo in avanti, ma come previsto, finii direttamente culo a terra.
«Sei proprio un imbranato!» esclamò lei avvicinandosi di nuovo a me, e porgendomi la mano.
«Tsk, chi è di noi due che non sa manco infilare una scodella nel forno?» la presi in giro; con una mossa veloce mi rimisi in piedi e la afferrai per i fianchi alzandola dal terreno.
«E se non la smetti di morderti il labbro in quel modo, giuro sugli dei che ti scopo qui davanti a tutti» le sussurrai all'orecchio. Prima avevo notato come si mordeva il labbro inferiore freneticamente, e questo per Rin voleva dire solo una cosa: aveva voglia di farlo.
«La proposta sembra allettante» le scintillarono gli occhi, e si morse di nuovo il labbro.
«Lo sai che sei proprio perfida?»
«Lo so» rispose vicina al mio orecchio con un tono molto sensuale.
Avrei giurato di essere al limite, di scoppiare lì fregandomene degli altri, e invece mi limitai ad afferrarle la mano e a trascinarla (per quanto l'impresa fosse ardua) fuori da quella pista di pattinaggio. Le levai i pattini di tutta fretta e le porsi le scarpe, scaraventai i miei a caso e misi le mie Vans rosse.
Quella ragazzina sapeva bene quanto lo eccitasse quando si torturava quelle labbra, quanto lo facesse impazzire il movimento nervoso dei morsi su quella candida e rosea carne.
Mi affrettai verso la macchina, sempre trascinandola con foga. Accesi il motore e partii in quarta, andando più velocemente possibile. Non vedevo l'ora di possedere ancora e ancora quel corpo, di guardare i suoi occhi lucidi per l'eccitazione, di donarle più piacere possibile.
Misi la macchina nel vialetto e cercai freneticamente le chiavi nel cassetto dell'auto. Nel frattempo Rin era già scesa e si stava dirigendo verso la porta. La raggiunsi, sorridendole e aprendo, così lei si infilò subito dentro e sparì da qualche parte.
«Ah… Pure!» urlai scherzoso. Sapevo cosa stesse facendo, voleva essere trovata: quella ragazzina le pensava tutte per farlo impazzire! La cercai nell'armadio (troppo scontato per lei), dietro un enorme mobile in corridoio, in cortile, in ogni posto possibile e immaginabile ma niente.
«Rin?» chiesi, forse non voleva giocare a nascondino. Ma dove cavolo si era cacciata?
Dei passi dietro di me, mi stavo per voltare ma la voce di lei mi fermò: «È una sorpresa, non girarti».
La curiosità stava crescendo sempre di più in me, come anche la voglia e l'eccitazione. La sentii fare qualcosa alle mie spalle, era come il suono di pennarelli su dei fogli.
Ora ero ancora più confuso.
«Ok, ora puoi girarti ma, non devi fiatare finché non avrò finito» impose categorica, così che mi voltai e stetti fermo mentre lei prese degli enormi cartelloni in mano.

Sul primo c'era scritto: "Grazie per tutto quello che hai fatto per me", questo cadde a terra lasciando spazio al secondo: "Non avrei potuto chiedere di meglio".
Proseguì così, li faceva cadere a terra uno dopo l'altro.
"Non è stato facile, anzi è stato piuttosto difficile", "Ma non ci siamo mai lasciati andare neanche un attimo", "Nonostante la differenza d'età, nonostante la differenza di carattere", "Grazie per avermi permesso di sciogliere quella tua freddezza", "Grazie per avermi amata come l'unica al mondo", "Grazie per esserti preso cura di me", "Grazie per non aver mai preteso troppo da me", "Forse sarai parecchio suscettibile e superbo, ma hai anche un lato dolce", "E, perciò, grazie per avermi permesso di conoscere anche questo di te". All'ultimo cartello fece un sorriso così luminoso che mi sembrò sul serio una stella. Ero senza parole, ero sorpreso, dentro di me si muovevano un sacco di emozioni che non riuscivo a distinguere, a separare. Riuscii solo ad andarle vicino e ad abbracciarla più forte che potevo.
Perché era vera ogni singola parola, solo a lei avevo permesso di oltrepassare quella corazza, solo per lei avevo spesso rinunciato alle cose materiali e futili. E nella mia vita, fino a Rin, non avevo mai conosciuto l'amore, la gelosia, la passione. Prima di lei non avevo mai amato nessuno, prima di lei erano solo desideri carnali, mentre invece adesso volevo tutto: volevo renderla felice, volevo passare il natale e il capodanno con lei, volevo averla vicina ogni singolo giorno e volevo stargli vicino in ogni sua singola cosa, insomma, ora capivo cosa voleva dire volere qualcuno nella propria vita e non solo nel proprio letto. E poi al tutto ci si aggiungeva il fatto che fosse davvero brava a fare l'amore, il che era completamente a suo favore.
«Ti amo, Rin» sussurrai piano, era quasi un suono impercettibile. Lei come risposta mi posò un bacio casto e candido sulle labbra, che mi affrettai ad approfondire.
La voglia stava tornando e potevo sentire anche la sua riprendere possesso del corpo.
La danza iniziava, e quello era il più bel passo a due che avremmo mai potuto eseguire.

   
 
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