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Autore: lokiandcoffee    19/10/2014    1 recensioni
Seguito del primo film di Thor.
Riprende esattamente dal punto in cui Loki si lascia cadere nel vuoto.
Una Thorki iniziata come un esperimento ma che sta prendendo sempre più forma nella mia testolina, probabilmente ci saranno crossover più avanti e molti casini per il nostro amato Loki, tra rancori e amori vecchi e nuovi.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Mostro.




Piccole farfalle azzurre luccicavano comandate dalle dita del loro padrone volando fin sopra al soffitto, leggere.

Loki continuava a muovere le dita creandone sempre di più, per la gioia degli occhi di Thor. Erano bellissime, certo, ma restavano niente davanti al sorriso di quest'ultimo.

Ormai Loki aveva appreso che c'era assolutamente qualcosa di speciale e di estremamente strano nella sua magia, ma non aveva perso un solo minuto cercando spiegazioni in qualcuno dei suoi libri, aveva invece impiegato queste sue capacità per meravigliare Thor e scoprire innanzitutto cosa potesse arrivare a creare.
E non ne era spaventato, all'inizio, cominciava a sentirsi in qualche modo speciale. E forse era anche un pò merito di Thor, che adorava vederlo fare quelle cose, muovere le mani in quel modo e creare qualcosa di estremamente bello.

Thor, con il suo tocco tutt'altro che delicato, alzò una mano sfiorando una delle farfalle con sguardo estasiato. Inutile dire che questa svanì all'istante lasciando al suo posto una nuvoletta fine di polvere azzurra. E il piccolo Thor quasi ci restò male.

Loki, dal canto suo, sorrise -Prova ora.-
Una seconda farfalla si materializzò vicino al suo viso, allungò di nuovo la mano nel tentativo di toccarla, ma lei fu più veloce e in un battito di ciglia si posò sulla punta del suo nasino. Così leggera.
Thor incrociò gli occhi facendo ridere il fratello minore.

-Oh.- sussurrò sorpreso. Poi scosse la testa per mandarla via e questa si allontanò, sparendo insieme alle altre.
-Come ci riesci?-

Loki alzò le spalle -Ne sò quanto te.-

-Non ne hai ancora parlato a nostra Madre?-

-E' solo magia, Thor. Può darsi che--

-E da quando per te è solo magia?- lo guardò sorpreso. Loki non avrebbe mai detto una cosa del genere. Per lui avere quelle capacità era sempre stato fondamentale. Era con la magia e con i suoi trucchetti che se la cavava semrpe quando si facevano la guerra per gioco. Non era stata mai "solo magia".
Perchè ora sarebbe dovuto essere diverso?

Il piccolo Loki alzò lo sguardo su di lui forzando un sorriso -Sto solo cercando di pensarla come te. Non era la guerra la cosa più importante? Padre dice che per fare la guerra devi essere un buon guerriero...- il suo sguardo si incupì -...io non lo sono. Temo che se sapesse anche di questo--

-Lui non ti priverebbe mai della tua magia.-

-Come fai ad esserne così sicuro?-

-Faremo in modo che la tua magia sia tanto forte da vincere anche la più grande delle battaglie!- esultò con un gran sorriso.

-Promesso?-

-Te lo prometto. Sarà il nostro segreto.-

E Loki torno a sorridere.


Era sempre stata la sua specialità: farlo sorridere.
Anche quando avevano uno di quei litigi che sembravano irreparabili, Thor faceva qualcosa di stupido e allora Loki sorrideva. Era sempre stato così. E per molto tempo il maggiore si convise di poter risolvere le cose in questo modo. Ma nessuno gli aveva mai raccontato di come le persone a volte possono morire dentro, e come dall'esterno non si noti nulla. Nessuno gli aveva mai detto parecchie cose in realtà.
Era stato sempre così cieco.
Il migliore dei guerrieri, ma anche il più stupido.

Eppure, nonostante questo, era a lui che Loki aveva permesso di conoscere il suo lato migliore. Solo lui. Solo perche Thor aveva sempre accettato e sopportato fin da subito anche il suo lato peggiore.
E non lo riteneva diverso o strano. Amava semplicemente tutto ciò che riguardava il suo fratellino, dal primo momento in cui Frigga lo aveva posato ra le sue braccia. Avevano condiviso qualcosa di speciale sin dall'inizio.
L'unico errore era stato quello di non confessargli mai nulla. Da bambini era più semplice dimostrarsi affetto, ma crescendo quei sentimenti avevano incominciato a far paura. E quando Loki aveva iniziato a chiudersi in se stesso, Thor non aveva più tentato di farlo sorridere.











Un paio di grosse catene giravano più volte intorno ai polsi trattenendoglieli dietro la schiena. Un lamentò abbandonò le sue labbra quando provò a muoverli. Erano fastidiose, troppo grandi e pesanti.
Ancora una volta Loki si ritrovò ad ammettere di essere fin troppo esile.

Ad ogni modo, non provò neanche a chiedersi come ci fosse finito inginocchiato a terra e incatenato ad una parete di ghiaccio.
Una goccia di sangue gli colò dalla tempia, giusto a ricordargli di essere forse ancora più ammaccato di prima. La testa faceva male, dovevano averlo colpito piuttosto forte perchè due attimi prima era sveglio, immerso nella neve, mentre ora tutto intorno trovava solo ghiaccio, pareti alte che sembravano stagliarsi fino al cielo e desolazione.
Difficilmente aveva dimenticato quelle terre, e ritrovarsi di nuovo lì, beh, non era certamente una cosa che gli andava a genio.

Strattonò più volte le catene, usando quel briciolo di forza che aveva in corpo, incurante del dolore e delle ferite che ci avrebbero messo più del solito a rimarginarsi. Ma finì per arrendersi, ansimando spossato.
Non avrebbe mai creduto di vedersi così fragile.

Se la memoria non lo ingannava, non c'èra modo che i Giganti Di Ghiaccio fossero sopravvissuti...ma allora chi poteva averlo trascinato fin lì?
E, inoltre, non sapere quanto tempo fosse passato da quando era svenuto lo stava facendo impazzire. Non riuscire ad avere il controllo su ciò che succedeva intorno a lui lo aveva sempre messo in una posizione piuttosto scomoda. Odiava non sapere, non capire.
E non ci trovò nessuna consolazione nell'essere lontano da Asgard, nell'essere nella sua vera casa, il posto in cui lo avevano disprezzato, abbandonato, lui che era destinato ad essere molto di più di quanto gli altri si aspettassero.
Alla fine, smise di provare a liberarsi, non fiatò, nè pregò qualcuno, qualunque creatura potesse sentirlo, di rivelarsi. Restò in quella solitudine e aspettò. E pregò anche di morirci in un certo senso.
Era sempre stato propenso all'autodistruzione, in fondo.




Dei passi lenti e pesanti si fecero sempre più vicini, Loki incominciò a contarli.

Uno...due...tre...

Non alzò la testa, lasciò che i capelli gli ricadessero sul viso coprendo la sua pelle più pallida del solito.

...quattro...cinque...

Quel suono continuava a espandersi tra le pareti. Deglutì imponendosi di restare calmo. Aveva questa assurda capacità di nascondere qualunque emozione, riusciva a tramutare il suo sguardo in rabbia, indifferenza, senza lasciare che nessuno si accorgesse della fragilità che aveva dentro.

...sei...sette...

Quando i passi cessarono l'ombra della figura imponente fermatasi al suo fianco ricorprì il suo corpo che così rannicchiato sembrava ancora più piccolo, e provò una sensazione di pura vulnerabilità.
Una mano strattonò i suoi capelli tirandogli indietro la testa. Loki strinse i denti ma non osò ribellarsi.

-Tu!-
Un ringhiò gruttale lo costrinse ad aprire gli occhi, che erano stati serrati fino a quel momento.
Il Gigante Di Ghiaccio avvicinò il viso al suo e il fiato gelato gli inondò le narici.
Un lampo di sorpresa che non riuscì a controllare attraversò il suo sguardo con una luce intrisa di paura rendendolo agli occhi del Gigante forse ancor più vulnerabile.
-Odino ha voluto forse offrirci un dono?- la stretta tra i suoi capelli si fece più forte -Il traditore di Asgard, nonchè di Jotunheim!-

Loki tentò di sottrarsi a quella presa ma ogni suo movimento fu inutile.

-Loki.- fu un sussurrò gelido il suo, capace quasi di farlo rabbrividire, che gli sfiorò la pelle dell'orecchio lasciando che si colorasse istantaneamente di blu, esattamente come quella del Gigante, rivelando il suo più oscuro segreto. Questa volta tentò di allontanarsi da lui con più forza, ma l'unica cosa che ottenne fu una roca risata e di conseguenza venne scaraventato a terra.
Strinse gli occhi attraversato da una fitta di dolore, il suo corpo era fin troppo debole.
-E' corsa veloce la notizia della tua sopravvivenza.- grugnì guardandolo dall'alto -Figlio di Laufey. Devo ammettere che sono sorpreso.-

Loki stette in silenzio. Di certo non possedeva nulla con cui barattare la sua libertà, e anche se lo avesse liberato poi non avrebbe avuto molte possibilità di sopravvivere. Ad Asgard non poteva di certo tornarci.
Anche se ce lo vedeva Thor ad aspettarlo, e Frigga...l'unica che avrebbe versato lacrime per lui. Odiava il fatto che lo credesse morto. Odiava averla delusa, doverle costantemente ricordare quanto fosse sbagliato, quanto fosse tanto diverso Thor.
L'unica, magra, consolazione era il fatto di immaginare Thor afflitto per la sua scomparsa, perchè nonostante tutto sapeva che non era mai stato in grado di odiarlo. Thor provava una certa ammirazone per lui, lo aveva sempre fatto, e questa era una cosa che di sicuro andava a vantaggio di Loki.
La creatura, che in ogni caso trovava ripugnante, continuò a muovere qualche passo intorno a lui, quasi studiandolo. E Loki si rimise a sedere, con non poco facilità. Piegò le labbra in una smorfia di dolore quando le catene sfregarono rovinosamente i polsi.

-Questo non è posto per te, gracile Jotun.-
E Loki si sentì un mostro anche solo nel ricordare quali erano in realta le sue discendenze, o peggio, che nessuno dei Nove Regni sembrava essere posto per lui.
-Immagino che Odino abbia avuto premura di rivelarti le tue vere discendenze.- il Gigante si abbassò sul suo viso sfiorando con un dito il suo contorno mentre l'unghia affilata si infilava nella carne lasciando un visibile segno dalla tempia alla mascella. Ma Loki non disse nulla, non fece nulla, nemmeno quando il sangue cominciò a colare dalla ferita. Respirò affannosamente serrando le labbra ed evitando i suoi occhi rossi.
-Un principe.- disse, con un sorriso a storcergli le labbra. Un sorriso che proprio non gli apparteneva.

Mostro. Continuava a pensare Loki.
E non voleva neanche lontanamente pensare di essere come lui.

-Eppure non sembri degno di alcun trono.-

-Io non ti temo, mostro.- e per quanto si sforzasse, la sua voce arrivò alle orecchie del Gigante come un debole e tremante sussurro.
Tremava, Loki, ma non per il freddo.

-Mostri.- l'altro scandì quella parola come a volerla assaporare, come fosse quasi un complimento -Si, è ciò che siamo. Ma tu non sei poi tanto diverso da noi, non è così?- ghignò, prendendogli il mento tra le dita e impedendogli di allontanarsi in alcun modo -Eppure non è me che dovrai temere.- strinse la presa costringendolo a voltare la testa e Loki non potè che ubbidire -Ma loro.-

Per un attimo provò a convincersi che quello fosse solo un altro dei suoi orribili incubi, come quelli che faceva da bambino. Strinse gli occhi, impedendosi di vedere oltre, ma il Gigante non fu daccordo e gli strattonò il capo intimandogli di riaprirli. Lo fece, e i Giganti Di Ghiaccio davanti ai suoi occhi continuavano ad aumentare di numero, alcuni sulle alture del castello, altri ai suoi piedi, mentre i più grossi cominciavano ad avvicinarsi.

-I Giganti Di Ghiaccio sono stati privati del loro re.- il mostro al suo fianco riprese a parlare -Spero solo che abbiano pietà della tua anima.-



Bentornato a casa, figlio di Laufey.






Salve!
Non ho molto da dire se non che, come sempre, spero che darete voce a ciò che pensate di questi capitoli.
Descrivere Loki per alcuni versi è una tortura, ma è una sfida che accetto volentieri. E soprattutto spero di riuscire a farlo bene c.c
Sono consapevole del fatto che i capitoli possono sembrare un pò corti e scusate eventuali errori di distrazione.

Alla prossima!
XOXO



 
  
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