Fanfic su artisti musicali > Fall Out Boy
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Autore: sunset_noise    15/10/2008    3 recensioni
1- E si accorse di quanto fosse perfetto stare addosso a lui.
2- Patrick prese il flacone, guardandolo con occhi vacui: era vuoto.
3- Andy restò a fissarlo per un po’ prima di dire serafico –Patrick hai un succhiotto sul collo.-
4- Seppe con certezza che aveva pianto.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Momento numero 1:

Non che l’avesse previsto o cosa. Si era semplicemente lasciato guidare dal suo corpo. Ed era finito davanti a quella porta scarlatta col numero diciassette in ottone. Bussò col pungo chiuso. La testa bionda, con un cappello ovviamente, emerse dopo poco; spalancando la porta non appena vide chi fosse il disturbatore. Pete entrò gettando un’occhiata in giro, notò l’ordine quasi maniacale. Patrick gli sorrise, sedendosi sul letto e facendogli cenno con la mano di sedersi accanto a lui, gli obbedì. E senza sapere bene come, si era ritrovato tra le sue braccia, accoccolato contro il suo petto, col volto immerso nei suoi capelli. E si accorse di quanto fosse perfetto stare addosso a lui.

Momento numero 2:

Era seduto sul suo letto, nel tour bus diretto verso il Texas, aveva il cappuccio della felpa che gli copriva i capelli, quasi a volersi estraniare dal mondo. Stringeva qualcosa in mano. Patrick si sedette sulla poltrona poco distante, fissandolo. –Tutto ok?- gli chiese piano. Pete non diede segno di averlo sentito. Il biondo gli si avvicinò, prendendogli la mano. Avrebbe potuto resistere, avrebbe potuto chiudere la mano, scappare via, fingere con una delle solite battute idiote. Ma non lo fece, era Patrick e con lui non aveva bisogno di fingere. Patrick prese il flacone, guardandolo con occhi vacui: era vuoto.

Momento numero 3:

D’accordo. Erano ubriachi entrambi, ma un pizzico di lucidità ce l’avevano. O per lo meno Pete era lucidissimo mentre baciava Partick, cercando di annullare lo spazio tra i loro corpi. Il cantante emise un urletto isterico mentre sentiva le mani dell’altro sulle sue. Patrick si svegliò, ripassando mentalmente la serata, non riuscendo a ricordare la fine. Si voltò, Pete era nella sua cuccetta, dormendo ancora. Si alzò andando verso il cucinino, c’era Andy. –Mhhh ciao- borbottò nella sua direzione. Andy restò a fissarlo per un po’ prima di dire serafico –Patrick hai un succhiotto sul collo.- Il sopracitato biondo impallidì, coprendosi il collo con un lembo della felpa e borbottando –cazzo.- Proprio in quell’istante Pete fece la sua entrata. Andy li guardò entrambi prima di iniziare a ridere istericamente.

Momento numero 4:

Pete non era un ragazzo normale: parlava troppo e troppo in fretta. Saltellava come un cartone animato. Adorava starsene in braccio alla gente. Scriveva testi emo-depressi. E nei concerti baciava Patrick. Non che la cosa infastidisse più di tanto il pubblico, ma stava cominciando a diventare osceno. In uno dei suoi spazzi di lucidità pre-concerto soffiò a Patrick –sai, penso di essermi innamorato di te-. Il biondo rimase a fissarlo –davvero?- borbottò. Il bassista annuì, serio. Patrick sorrise, non ci avrebbe mai saputo fare con le parole, lo abbracciò. Quando si staccarono Pete lo guardò negli occhi, seppe con certezza che aveva pianto, anche se non aveva sentito alcun singhiozzo. Patrick lo baciò, Pete decise di prenderlo come un ‘anch’io’.

   
 
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