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Autore: ChelseaH    15/10/2008    2 recensioni
“Solo tu potevi accettare l’invito di uno sconosciuto, fra l’altro in uno dei quartieri più malfamati di Amburgo.”
E tutto iniziò con un delitto da Starbucks in cui la vittima fu un cappuccino e l'assassino un ragazzo dagli occhi blu...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Somebody Out There

23.

Katie si risvegliò abbracciata a Linke, il profumo del ragazzo la inebriava ancora e il contatto con la pelle calda di lui le faceva ribollire il sangue nelle vene. Si strinse di più a lui facendo attenzione a non svegliarlo e richiuse gli occhi godendosi la sensazione del respiro di Linke sulla propria pelle. Era stata una notte fantastica, lei e Linke parevano fatti l'uno per l'altra in tutto e per tutto e non avrebbe potuto desiderare di meglio. Stava quasi per riaddormentarsi cullata da quell'abbraccio quando le tornò alla mente come si erano conosciuti: Melina. Era stata lei ad accettare l'invito di Linke trascinandocela, senza l'impulsività dell'amica quello sarebbe stato un risveglio come tanti altri, tutta sola nella sua stanza con la solita noiosa giornata universitaria ad attenderla. Sospirò e, sempre facendo attenzione a non svegliarlo, scivolò via dalle sue braccia, indossò le prime cose che trovò e si chiuse in bagno con il cellulare. Era giunto il momento di parlare a Melina.

******

Meli vagava per la casa come un'anima in pena mentre Juri metteva in mostra le sue capacità culinarie facendo scongelare due pizze surgelate nel microonde. Non più di due ore prima l'aveva chiamata Katie, erano state al telefono per un tempo indefinito e, nonostante la conversazione fosse iniziata in maniera civile, in breve si era ritrovata l'orecchio dolorante dalle urla dell'amica che la accusava di averla presa in giro. Le ci era voluto tutto il suo self control per stare calma, non controbattere e lasciarla sfogare e le era poi servita tutta la capacità persuasiva di cui era capace, per convincerla che non era mai stata sua intenzione prenderla in giro. In effetti Meli non aveva mai ponderato l'idea di dire tutto a Katie, ma solo per il fatto che l'amica era sempre stata troppo prevenuta a priori nei confronti della figura di Bill. Come poteva introdurre l'argomento? Non aveva mai trovato il modo e, come se ciò non bastasse, la sola idea di dover rivangare il momento della separazione fra lei e i gemelli le faceva un male inarrivabile. Così aveva scelto di percorrere la via del silenzio anche con Katie.

Alla fine lei parve capire e la sentì borbottare strane cose sul fatto che Linke aveva come al solito avuto ragione, e qui arrivò la parte più difficile di tutta la telefonata.

“Tom ha avuto il coraggio di sbattermi in faccia il fatto che non sono la tua migliore amica.” le aveva detto con un tono di voce a metà fra la freddezza e la tristezza. Era vero, Bill era il suo miglior amico, Bill era l'unico a cui aveva sempre raccontato tutto, Bill era la persona della quale si fidava di più in tutto l'universo e meno di mezzo gradino sotto di lui stava Tom. Ma aveva avuto come l'impressione che risponderle “Si, Tom ha ragione.”, fosse la mossa più rapida per perderla definitivamente e così si ritrovò ad intraprendere la strada del mutismo e la chiamata si era chiusa con un nulla di fatto.

Perché Katie non poteva capire e soprattutto accettare ciò che Bill e Tom significavano per lei? Era cresciuta insieme a loro, avevano condiviso tante di quelle esperienze che contarle sarebbe stato impossibile ed erano sempre stati al suo fianco, perfino dopo che lei stupidamente li aveva scongiurati di starle lontana. Si, anche Tom aveva continuato a starle vicino in qualche maniera perché in molte delle parole che uscivano dalla bocca di Bill aveva riconosciuto cose che erano state palesemente partorite dalla mente di Tom. Insomma, si era fatto da parte fisicamente ma aveva approfittato alla sua maniera del fatto che Bill avesse voluto fare a modo suo continuando a ronzarle intorno.

Voleva un bene dell'anima a Katie ma nessuno sarebbe mai riuscito ad eguagliare i gemelli e questo non dipendeva certo dall'amica. Era una cosa che semplicemente andava oltre.

“E' pronto in tavola! - urlò Juri dalla cucina e lei sbuffò rassegnata mentre si dirigeva verso il suo pranzo al microonde – dalle tempo, prima o poi capirà.” le disse il ragazzo non appena la vide sbucare dalla porta.

Meli si sedette sospirando, sperava tanto che il ragazzo avesse ragione.

******

“Davii. - Timo scrollò l'amico, pesantemente addormentato sul divano della cucina – Davii, su svegliati!” il suo tono era quasi supplichevole.

“Che vuoi?” biascicò David aprendo gli occhi controvoglia e cercando di mettere a fuoco Timo.

“Credo di aver combinato un pasticcio.” gli disse l'altro sedendosi accanto a lui e guardandolo con un'aria da cagnolino bastonato.

“Non dirmi che siete già riusciti a mollarvi.” piagnucolò David mentre il mondo intorno a lui finalmente iniziava ad assumere una consistenza non onirica.

“No... ci ho pensato solo mentre tornavo a casa dopo aver accompagnato Neely.”

“A cosa?” lo guardò storto mentre la sua mente acquisiva lucidità e il pensiero di Meli tornava a farsi pressante.

“L'abbiamo fatto due volte stanotte.” sospirò Timo.

“Complimenti.” si lasciò andare ad una risatina.

“Bonk cogli il punto!” gli diede una pacca scocciata sulla spalla.

“Quale punto?! A me sembra una cosa positiva...” osservò David.

“L'abbiamo fatto senza preservativo. – si decise a dire – di nuovo .” aggiunse.

“Oh. - mormorò l'amico mettendosi a sedere in maniera composta – merda!” esclamò poi, assimilando del tutto l'informazione.

“Magari non è niente.” cercò di autoconvincersi il ragazzo.

“Si dai... in fondo non si rimane incinta così con niente... certe coppie provano per anni prima di riuscirci...” replicò David in un sorriso nervoso.

“Sono nella merda eh?” chiese Timo sconsolato.

“Abbastanza. - sospirò David chiedendosi come mai quei due fossero passati dal negare ciò che provavano l'uno per l'altro al farlo non stop e per giunta senza protezioni – magari non è niente sul serio.” cercò di consolarlo ben sapendo di non poter fare molto altro.

“Tu che ci fai qui?” Franky era entrato in cucina e si era messo a guardare Timo in cagnesco.

“Ci vivo.” rispose acidamente lui.

“Ragazzi per favore.” si intromise David che non aveva certo bisogno di ulteriori problemi.

“Linke non è ancora tornato a casa. - cambiò discorso Franky – dite che devo cucinare anche per lui?” chiese aprendo il frigorifero mentre pensava a cosa preparare.

“Starà scopando con l'inglesina.” mugugnò Timo.

“Spero almeno usino protezioni.” sbuffò David e Franky li guardò sperando di aver capito male.

“Timo...?” gli chiese con fare indagatore.

“Che c'è?”

“Non l'hai fatto di nuovo senza, vero ?” aveva lo stesso tono supplichevole usato da Timo per svegliare David.

“Fatti gli affari tuoi.” cercò di difendersi il ragazzo mentre David si stropicciava stancamente gli occhi e tanto bastò a Franky per ringraziare il cielo di non aver avuto l'occasione di parlare seriamente a Neely, visto che la propria concezione di parlare era molto simile a quella di una canzone dei Tokio Hotel che aveva sentito una volta di sfuggita. Si figurò per un istante se stesso, Neely e Timo raccolti intorno ad un test di gravidanza positivo e che annunciava un bambino in arrivo dal padre ignoto e scosse la testa per scacciare il pensiero.

“Magari non è niente.” si ritrovò a ripetere Timo, nel sempre più disperato tentativo di autoconvincersi.

“Anche se fosse ci arrangeremo in qualche maniera.” sospirò Franky pensando che in fondo doveva stare vicino all'amico e Timo forzò un mezzo sorriso, il che bastò per appianare le piccole divergenze che avevano avuto di recente.

“Non è niente.” annuì David cercando di sembrare convinto della cosa.

“Pillola del giorno dopo.” Jan era entrato sbadigliando in cucina, mettendo i tre di fronte alla soluzione più ovvia, talmente ovvia che naturalmente nessuno di loro ci aveva pensato.

“Vado da Neely.” annunciò Timo alzandosi di scatto e sparendo oltre la porta della cucina.

“Io da Melina.” David gli si accodò cercando di ricomporsi un minimo visto che aveva addosso ancora i vestiti della sera prima.

“Secondo te Linke torna a casa per pranzo?” Franky rigirò la domanda iniziale a Jan, cercando di non pensare a tutte le cose surreali che erano successe nelle ultime 48 ore.

******

Linke stava parlando al cellulare, incredulo di quello che gli stavano dicendo dall'altro capo. Quando riappese si fiondò ad abbracciare Katie pieno di entusiasmo.

“Che succede?” gli chiese senza riuscire a farsi trasportare, reduce com'era dalla chiamata inconcludente con Melina.

“Ci hanno chiesto di suonare!” le disse stringendola ancora più forte.

“Come?” gli sorrise iniziando a farsi contagiare dall'entusiasmo.

“Ci fanno suonare per mezz'ora, questo sabato! All'interno di una serata crossover al Docks.”

“Ma è fantastico!” esclamò lei, ormai completamente dimentica del resto.

“E' molto più che fantastico! Erano secoli che qualcuno non ci chiamava per lasciarci suonare!”

“Non vedo l'ora di sentirvi!” gli disse ma lui stava già armeggiando di nuovo con il cellulare, probabilmente per avvisare i compagni. Katie sorrise della sua passione genuina per la musica e si rese conto di non avere idea di cosa combinassero quei sei sul palco ed iniziò a farsi prendere da una strana eccitazione all'idea di scoprirlo.

******

“Che palle.” sbuffò Juri con la bocca piena mentre il cellulare suonava sotto i suoi occhi e il display annunciava che la chiamata era da parte di Linke.

“Faccio io.” si offrì Meli prendendogli il telefonino e rispondendo.

Juri le lanciò un'occhiata piena di gratitudine, non aveva la minima voglia di sorbirsi l'ennesima ramanzina dell'amico.

“Ciao Linke.” esordì Meli.

“Passami Juri.” tagliò corto lui.

“Davvero, apprezzo la tua premura ma non mi da alcun fastidio anzi... mi fa compagnia.” cercò di essere persuasiva anche se quel discorso sembrava più adatto ad un animale domestico che non a uno Juri.

“Passamelo!” il suo tono non ammetteva repliche e Meli si affrettò ad allungare il cellulare al suo proprietario prima di doversi sorbire la paternale.

“Linke non-“ Juri si bloccò di scatto ed iniziò ad ascoltare con molta attenzione ciò che l'altro aveva da dirgli e man mano si apriva in un sorriso sempre più grande. Quando riappese camminava tre metri da terra.

“Che succede?” gli chiese Meli ridendo.

“Sabato sera ci concedono il palco per mezz'ora al Docks!” le disse facendo il giro del tavolo e stritolandola in un abbraccio dal quale la lasciò libera solo quando suonò il campanello.

“Daviiiii, sabato sera suoniamo!!!” lo sentì urlare gioiosamente non appena ebbe aperto e subito il sorriso le svanì dalle labbra. Se era andata male con Katie perché avrebbe dovuto andare meglio con David? Non riusciva proprio a spiegarselo per cui fece un respiro profondo e si preparò a perdere la seconda persona della giornata.

 

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NOTE.
E siamo quasi alla fine, il prossimo capitolo sarà l'ultimo ^^

   
 
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