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Autore: tamss    20/10/2014    4 recensioni
Mi baciò ancora e portò via la rabbia.
Mi baciò e portò via il risentimento.
Mi baciò e portò via l’orgoglio.
Mi baciò e portò via la paura.
Ogni cosa si spense mentre le sue mani mi accarezzavano.
E sapevo che non era più un gioco, e se lo era sapevo di aver perso. Ero sua, ero sua e lo sapevo
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sei nella mia memoria interna, 
Sei l'interpretazione dei sogni che non riesco a ricordarmi

 


Mi baciava il collo e dentro di me qualcosa esplodeva. Mi baciava lentamente e con ogni bacio portava via un pezzo di me. Risaliva su per la mandibola e faceva sue le mie labbra.
Mi baciò ancora e portò via la rabbia.
Mi baciò e portò via il risentimento.
Mi baciò e portò via l’orgoglio.
Mi baciò e portò via la paura.
Ogni cosa si spense mentre le sue mani mi accarezzavano.
E sapevo che non era più un gioco, e se lo era sapevo di aver perso. Ero sua, irrimediabilmente sua.
Il sole stava sorgendo, rischiarando la macchina dove avevamo consumato il nostro amore. Il mio amore, anzi. Perché di nostro non c’era proprio nulla. Lì c’ero solo io che alzavo bandiera bianca, gli donavo il mio cuore e aspettavo che lo facesse a brandelli.
Ma lui mi guardava, senza dire una sola parola mentre i nostri respiri si regolarizzavano. Due parole stavano spingendo per uscire dalla mia bocca e mi ci volle una forza da leoni per non dire nulla, per tacere, per fingere ancora un po’. Sapevo che nel momento in cui avessi detto la verità, quel gioco tra noi sarebbe finito.
“E’ l’ultima volta.” mentii a entrambi rinfilandomi l’intimo e il mio vestitino nero.
“Come le altre ultime volte?” chiese lui, e sentivo chiaramente il divertimento nella sua voce.
“Stavolta per davvero!” insistetti io, cercando di convincere me stessa.
“E sentiamo, perché sarebbe l’ultima volta?” domandò Dimitri, sistemandosi per guardarmi meglio. Le mie mani presero a sudare e cercai con lo sguardo qualunque cosa che non fossero i suoi occhi neri.
“Allora?” continuò sorridendo. Come un flash mi tornò alla mente la conversazione con la madre di Martha, che mi aveva ricordato la voglia di amare e di mettersi in gioco che aveva sempre caratterizzato la mia migliore amica. Sospirai al ricordo, mentre la mia coscienza mi torturava, per la promessa che non ero stata in grado di mantenere.
“Perché sta andando avanti fin troppo per i miei gusti… non ha senso.” replicai fredda, mentre tutto dentro di me andava a fuoco.
“Ma ci stiamo divertendo!” esclamò lui, come fosse un’ovvietà.
“Non lo nego… dico solo che è ora di smetterla!”
“E’ per via di Leo?” domandò serio, con una punta di risentimento nella voce. Io sorrisi, perché vedevo la gelosia nei suoi occhi.
“No, lui purtroppo non c’entra nulla…” ammisi amaramente.
“Allora perché?! Andiamo, dammi una valida motivazione!” esclamò esasperato. Io mi riavviai i capelli e aprii la portiera della macchina, avevo bisogno di fumare. Dopo neanche tre secondi me lo ritrovai di fronte, lui ancora mezzo nudo ed entrambi confusi. Non avevamo mai parlato così a lungo e così seriamente.
“Se non è per Leo io davvero non capisco cosa sia cambiato!” continuò Dimitri. Presi un tiro di sigaretta e buttai fuori il fumo e la codardia.
“E’ per te, cazzo!” urlai guardando la confusione farsi strada sul suo volto. “e per me! E perché ho perso!”
“Cosa hai perso?” domandò avvicinandosi a me.
“Questo! Questa specie di cosa che c’è tra di noi, questo giocare al gatto col topo, questo rincorrerci, punzecchiarci, questo andare a letto insieme senza nemmeno sapere… boh, il colore preferito dell’altro, per dirne una… o il film preferito, o la canzone preferita, o il cibo che non ci piace… o che ne so! Andiamo a letto e non sappiamo niente l’uno dell’altra, quando parliamo è per litigare per qualche cazzata! O litighiamo o scopiamo! E nonostante questo, io ho perso! Sono proprio la regina delle coglione!” dissi tutto d’un fiato allontanandomi da lui e camminando nervosamente avanti e indietro.
Dimitri mi guardava e non diceva nulla. La sua espressione era per la prima volta qualcosa che non riuscivo a decifrare.
“Blu.” Disse poi, confuso quanto me per quello che gli era appena uscito dalla bocca. Poi scosse la testa, prima di continuare: “Le pagine della nostra vita è il tuo film preferito, e ti piacciono tutte le canzoni depresse ma Youth è la tua preferita, probabilmente perché dice che stare male è meglio che non provare niente e tu hai paura di essere apatica… sei golosa ma non ti piacciono i dolci troppo complicati, vivresti di cioccolato e saresti felice come una pasqua! Non ti piacciono le verdure e mangi la carne contro voglia… io ti conosco anche se tu pensi il contrario.” concluse annullando la distanza tra noi. Io lo fissavo interdetta.
“E sei negata per gli sport, odi perdere a carte e quando lo fai sbuffi come una bambina. Non ti arrabbi mai per davvero, non so come ma tu riesci a buttare sempre tutto sul ridere! E poi fumi troppo e mi da fastidio, ma bevi sempre l’esta-the alla pesca e mi piace il sapore che hai. Hai sempre freddo la sera, ma ti ostini a mettere i pantaloncini corti perché dici che ti rifiuti di vestirti diversamente d’estate, e poi ti fai dare una felpa da quel tuo amico che vorrei sempre prendere a sberle, perché da lui ti fai abbracciare sempre…” continuò imbronciandosi un po’. Io lo guardavo meravigliata, ormai, e senza nemmeno rendermene conto mi avvinghiai a lui.
“Si che ti abbraccio.” Dichiarai inspirando il suo profumo.
“Mai in mezzo alle persone!” replicò Dimitri stringendomi a lui e addolcendosi. “Però lo so che sei strana, quindi va bene comunque…” sussurrò.
“So tutto di te Thea, però non so perché non vuoi continuare questa cosa tra noi…” disse.
“Perché un giorno, settimane fa, su questa macchina… io c’ho fatto l’amore con te, Dimitri…” confessai come una ladra. Lui trattenne il respiro per qualche secondo, mentre il suo cuore martellava contro il mio collo.
“Cosa stai dicendo?” chiese poi.
Io mi staccai da lui e fissai i miei occhi nei suoi.
“Sto dicendo che ti amo.” e me ne andai mentre sentivo gli occhi pizzicarmi.
Il mio cuore batteva così forte che non lo sentii quando mi rincorse.
“Come fai a saperlo… insomma, come lo sai che mi ami?” chiese cauto, pronunciando l’ultima parola come se fosse una lingua a lui sconosciuta. Mi voltai verso di lui e alzai gli occhi al cielo.
“Perché quando mi riporti a casa mi dispiace lavar via il tuo odore, perché quando mi tocchi io non so dirti di smetterla, per questo odio che tu lo faccia in pubblico, razza di idiota! Perché quando mi tocchi tu, io divento matta! E mi fai incazzare, mi fai venir voglia di gridare e prenderti a schiaffi, ma ti amo… ti amo e questo mi uccide… perché so come tratti le donne e so che tu non ami nessuno al di fuori di te stesso… ti amo e non voglio farlo Dimitri, perché amarti mi sta facendo impazzire!” gli urlo contro mentre lui sorride.
“Che cazzo ridi?!” urlo ancora, scagliandomi su di lui e prendendogli a pugni il petto.
“Sei bella quando ti arrabbi.” Dichiarò poi prendendomi le mani e bloccandomele a mezz’aria.
“Sono un’idiota, sono un cliché! La poveretta che si innamora dello stronzo… potrebbero fare una sit-com sulla mia vita…” replicai abbassando le braccia.
“Sei bella anche quando parli da sola, quando cammini e inciampi, quando ti addormenti in macchina, quando canti, quando fissi il vuoto e ti perdi nella tua tristezza e poi ti guardi intorno per vedere se qualcuno si è accorto che non c’eri per un po’! Sei bella anche quando sei ubriaca, quando mi guardi cercando di uccidermi con gli occhi e soprattutto sei bella quando fai l’amore… quando facciamo l’amore. E si, sei anche un’idiota, perché se pensi che io non ti ami non hai proprio capito niente!” disse tutto d’un fiato prima di fiondarsi sulle mie labbra.
Quel bacio fu spettacolare. Fu senza tempo, fu magia. E si, eravamo due stronzi cinici e bastardi, due apatici, due ubriaconi, due idioti… ma ci stavamo amando. Lì, mentre il sole sorgeva, noi ci amavamo. Ci baciavamo e ci amavamo in un modo tutto nuovo, consapevoli.
Mentre stringevo a me l’uomo che amavo e per cui avevo aspettato tutta la vita, la promessa che avevo fatto sulla tomba della mia migliore amica mi tornò alla mente: “vivrò per te e non avrò paura.”, ed era vero, l’avevo fatto. Mi ero messa in gioco, avevo puntato tutto su un cavallo pazzo ed avevo vinto.
L’amore è cocciuto, difficile e assolutamente meraviglioso. Nel mio caso aveva anche un paio di occhi neri, le orecchie a sventola, la voce roca e un carattere da zitella mestruata, ma era l’unica cosa che mi facesse sentire viva.
“Mi amerai anche domani o è andata così solo stasera?” mi chiese Dimitri sulle labbra. “No perché tu sei troppo lunatica… Non si sa mai!” mi prese in giro.
“Non so, continua così che tu a domani non ci arrivi però!” lo minacciai tirandogli un leggero schiaffo. Lui rise e salii in macchina.
Andammo avanti così fino a che il sole non si levò alto nel cielo, punzecchiandoci e discutendo, rubandoci baci e accarezzandoci. Forse era stata una mossa stupida e avventata passare dal niente al tutto in una sola notte, perché tra noi sarebbe stato tutto meno che semplice. Ma non ci importava. Ci amavamo a modo nostro, in un modo un po’ strano.
Era come stare sulle montagne russe, c’era solo da sperare di non stare male e vomitare. 


CIAAAAO MERAVIGLIEEE :-)
Forse, la mia ispirazione sta tornando... forse ahaha anche se ovviamente, invece di continuare Like a storm, scrivo One Shot a random :-( che disagio. Anyway spero che vi piaccia, perchè dietro questa OS c'è una storia ahaha diciamo che è il finale che spero per la mia situazione sentimentale, anche se sono perfettamente consapevole che non finirà mai così ahahahahahahahah rido per non piangere. VABE'. COMUNQUE. FA. LO. STESSO. 
Spero di ricevere commenti, grazie mille a tutte quelle che perderanno qualche minuto della loro esistenza per leggere l'ennesimo schifo che scrivo ahaha *stasera mi sento particolarmente incapace e fallita e noiosa e boh*
Voi siete sempre fantastiche e vi amo :-*

Tamara.
  
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