- Località: sconosciuta.
- Data: sconosciuta.
- Ora: sconosciuta.
- Cara Skye,
- non sono quel tipo di persona brava con le lettere, tanto meno con le parole. Non credo di essere mai riuscito a mettere insieme più frasi di senso compiuto che mi riguardassero.
- Finché si tratta di una missione, di mantenere una copertura, riesco benissimo a cavarmela. Quando il soggetto in questione divengo io... Beh, lì la cosa si complica.
- Non so perché, ora, sto scrivendo tutto questo a te. Probabilmente non leggerai nessuna di queste righe, ma qui il tempo è tanto, forse troppo, e se tenessi ogni pensiero chiuso nella mia testa, rischierei di esplodere in maniera definitiva.
- Ho sempre voluto sapere come si faccia a chiedere scusa, domandare perdono e mi sono accorto che un modo giusto per farlo non esiste. Non dovrebbe esser lecito nemmeno implorarlo.
- Esso dovrebbe scaturire da chi è stato ferito, spontaneamente, senza forzatura alcuna, così da risultare più puro possibile. È per tal motivo che mi sono ripromesso di non chiedertelo, di non inondarti di parole e preghiere affinché tu possa mettere una pietra sopra a tutte le mie azioni passate.
- Se ciò avverrà, lo farà per tuo volere e non per mio.
- So che ci sono cose che non possono essere cancellate, che per quanto ci si sforzi, rimarranno sempre lì, cicatrici indelebili che continuano a far male come ferite appena aperte, sanguinando ogni qualvolta che ne hanno l'occasione, senza preavviso, senza ragione.
- So che ci sono avvenimenti che non possono essere ribaltati, so che non è possibile riavvolgere il tempo e agire diversamente.
- So quel che ho fatto, ricordo ogni singolo gesto, dal più giusto al più erroneo.
- So che ci sono cose – parecchie cose – che rimpiango ed altre che sono fiero di aver portato a termine e so che senza una grossa percentuale di esse tu non saresti da qualche parte oltre questo maledetto muro a combattere per ciò che ritieni sia corretto.
- So che quando uscirò da qui non lo farò con le mie gambe e, per tal motivo, se mai questa lettera dovesse venire trovata e da te letta, voglio che tu sia a conoscenza del fatto che ho provato fino all'ultimo ad essere una persona migliore.
- Non incolpo nessuno per quella che è stata la mia vita fino al giorno in cui ti ho incontrata, per quanto essa sia stata squallida e al limite del sopportabile.
- Voglio che tu sappia che, da quando ho incrociato il tuo sguardo, ho perso la cognizione del mondo intero e se delle volte ho esitato e sono tornato sui miei passi prima di arrendermi a chi mi stava condizionando, è stato solo a causa tua.
- E per questo ti ringrazio.
- Mi hai fatto capire che è concesso essere egoisti di tanto in tanto e volere qualcosa solo per se stessi, che attaccarsi a qualcuno, che permettere a qualcuno di entrarci dentro non è una debolezza, bensì una forza che si instaura nella parte più profonda e remota di noi stessi e ci rende quasi invincibili perchè pur di tenere quel qualcuno al sicuro, pur di proteggerlo, faremmo di tutto, anche ciò che non avremmo mai pensato.
- E se adesso pensi che anche questo concetto sia sbagliato, se pensi che io sia sbagliato, mi dispiace.
- Ci sto ancora provando.
- Grant Douglas Ward