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Autore: Alex_J    20/10/2014    0 recensioni
Le conversazioni con suo figlio avevano vari effetti su di lui: farlo arrabbiare, rassicuralo, renderlo felice e infine turbarlo. Solitamente la prima opzione regnava su tutto e tutti.
Ma le eccezioni esistono.E l'eccezione per eccellenza era lei: Melissa Mccall.
O qualsiasi cosa riguardante lei.
Missing moment dalla long "Second Chances". Non richiede conosce specifiche sulla storia, si può leggere anche separatamente
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sceriffo Stilinsky
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Second Chances'
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The first of many




Le conversazioni con suo figlio avevano vari effetti su di lui: farlo arrabbiare, rassicuralo, renderlo felice e infine turbarlo. Solitamente la prima opzione regnava su tutto e tutti. 

Ma le eccezioni esistono.E l'eccezione per eccellenza era lei: Melissa Mccall.
O qualsiasi cosa riguardante lei.

– Come hai fatto con Melissa? –

Quella domanda lo aveva colto di sorpresa, a differenza di tutto quello che era riuscito a recuperare negli ultimi mesi e confessare al figlio solo poche ore prima. Era anche una domanda lecita, perché lo Sceriffo non poteva sperare di dare consigli d'amore a suo figlio quando lui stesso ne aveva bisogno. E avrebbe voluto dichiararsi tempo fa, stava preparando tutto tra un caso e l'altro, tra un essere sopranaturale che appariva e scompariva nello stesso modo. Avrebbe voluto farlo da anni ma ogni volta che comprava quel maledetto mazzo di rose rosse...queste finivano prontamente nel cestino vicino a casa, sostituite da una bottiglia di Jack Daniels di cui beveva poco o niente.

– No ,come ho fatto con tua madre. Le ho anche regalato un mazzo di rose rosse –

Lo stesso mazzo di rose che portava sulla sua tomba ogni anno, due volte all'anno. Ed era il ricordo di quel rosso così intenso, così come i suoi capelli quando l'aveva incontrata per caso quel giorno, si era appena diplomato all'accademia e lei appena uscita dal parrucchiere, che a suo dire, aveva completamente frainteso le sue intenzioni. In realtá era solo lei ad esserne pentita, ma questo lo avrebbe scoperto solo tempo dopo.

Claudia.

Quando pensava a lei riusciva a ricodare ogni piccolo particolare, dal suo sorriso entusiasta quando uscì dal parrucchiere per tornare del suo colore naturale, quel castano così lucido che era così comune ma che su di lei sembrava così speciale, fino alla quantitá infinita di nei dissiminati sul suo corpo, sopratutto sulle mani e sul collo. Gli stessi nei di Stiles, identici in ogni forma e colore. I primi giorni anche guardare suo figlio riusciva ad essere difficile. Lo avrebbe volentieri affidato alla vicina, ma non ce la fece. Suo figlio aveva bisogno di lui ed era suo dovere stargli accanto, per quanto fosse difficile non soffrire.

Bisogna prendere scelte difficili per proteggere chi si ama.

Quella frase lo tormentava da anni, sia sul lavoro che fuori.
Lui amava suo figlio, aveva amato Claudia e ora amava Melissa. E proprio perché l'amava non poteva andare da lei e dirglielo, sopratutto non con un mazzo di rose rosse così vivide, che ormai per lui non sapevano più di morte, di dolore, di quella malinconia che aveva attraversato i suoi giorni per anni dopo che Claudia li aveva lasciati.

*

Con l'amore, John Stilinski non ci sapeva proprio fare. Ma con Claudia tutto era facile, anche quello che apparriva più difficile, ogni incertezza veniva spenta da un suo sorriso. E sì, anche dall'uragano di parole che lo seguivano. John sorrideva e cercava di capirle tutte anche quando si perdeva nell'osservarla e molte di esse gli sfuggivano, mentre lei si arrabbiava e invece di fargli il broncio parlava ancora una mezz'ora, facendogli trovare il modo di zittirla. Doveva inventarse ogni volta una diversa, altrimenti lei si sarebbe divincolata o spostata prontamente con uno sguardo fulminante. Quando voleva arrabbiarsi niente poteva impedirglielo.

Melissa invece non parlava molto, sicuramente molto più di lui e di Derek Hale, ma inconfronto a Claudia si poteva definire una persona taciturna. E lo Sceriffo amava proprio questo di lei, questo suo non- silenzio, quei commenti acidi e pungenti, quella bontá spontanea che aveva ereditato Scott e tutte quelle premure, quella sua preoccupazione contenuta.

Amava tutto ciò che la rendeva diversa da Claudia, e ancora non riusciva a capacitarsene.

Amava le loro telefonate per assicurarsi che i loro figli avessero detto la veritá e stessero almeno nella camera di uno dei due. Dormire era giá chiedere troppo a quei due. E quando questo non succedeva, decidevano senza troppe difficoltá a chi toccava andare a recuperarli. A volte non in modo neanche equo, perché solitamente toccava a lui, visto che era sempre a fornire la scusa a Scott.
John annuiva davanti alla cornetta, non sbuffava nemmeno, la salutava e andava a recuperarli. Rare volte avevano conversazioni più lunghe di queste:
“— Scott é da te?—”
“— Non credo, non l'ho visto entrare. E nemmeno sentito—”
“— Sì, lo so, mio figlio non esattamente un gatto quando si muove. Più ad una foca imbranata—” ( gli insulti verso Scott variavano sempre, passando per elefante imbizzarito a lupomannaro sotto effetto di psicofarmarci , mentre invece a Stiles riservava tarantola arrabbiata aorso che cerca di prendere il salmone in un fiume senza cascata. Oppure gli rifilava qualche battuta sui poliziotti, c'era sempre tempo per quelle.)
Oppure: “— Magari é entrato dalla finestra, prova a controllare —” e John eseguiva, senza attaccare il telefono, trovando raramente Scott in camera insieme a Stiles o anche solo suo figlio, riferendo poi alla donna che sbuffava e lui riusciva a immaginarsela scuotere la testa e non poteva trattenere un piccolo grande sorriso.

Poi invece c'erano le telefonate che la signora Mccall gli riservava una volta all'anno, il giorno della scomparsa di Claudia, si inventava una scusa a volte più plausibile a volte molto meno per arrivare a chiedergli come stava. E John rispondeva bene, solamente perché glielo aveva chiesto lei. Anche questo gli faceva paura di dichiararsi a Melissa: la possibilitá che potesse nascere qualcosa di duraturo, qualcosa di vero unito al fatto che lei sapeva, che lei l'avrebbe accompagnato al cimitero a vedere Claudia, a lasciarle il mazzo di rose,se solo glielo avesse chiesto; aveva paura di tradirle entrambe in questo modo, la prima perché poteva credere di essere stata dimenticata, l'altra per farle credere di non poter mai essere abbastanza, di non valere niente sotto l'ombra della prima moglie.

In nessuno dei due casi era vero: non avrebbe mai potuto dimenticare Claudia, neanche se per qualche strana ragione lo avesse voluto e non avrebbe potuto nemmeno comparare le due donne, perché erano due cose completamente diverse. Claudia era la donna che aveva sempre voluto e Melissa quella che voleva adesso e probabilmente, per il resto della sua vita.

John Stilinski non era un uomo impulsivo, ma in quel momento fece un gesto molto impulsivo, prese la macchina e invece di dirigersi alla centrale ( aveva un ora di tempo prima che iniziasse il suo turno), al primo incrocio svoltò verso casa Mccall.

Quando suonò Melissa arrivò in pochi secondi ad aprirgli, e lo salutò radiante, facendolo entrare senza chiedere il motivo della sua visita.
— Scott é andato da Derek per sistemare alcune cose — gli disse. Lo sceriffo annuì.
— Ho parlato con Stiles, come mi avevi detto. É andato tutto bene — sì, era stata Melissa a consigliarli di fare lui il primo passo verso il figlio. Ne avevano parlato per caso una sera mentre li cercavano e lo sceriffo proprio quando la donna stava per riattaccare se ne era uscito “ — Credo che Stiles sia innamorato di Derek—”. Quella era una delle conversazioni più lunghe di sempre, seguita subito dopo da “— Io quello lo uccido, mio figlio sta uno schifo ed é tutta colpa sua. —” avvenuta qualche giorno prima.
— Ma ovviamente non sei qui per festeggiare, anche se lo farei volentieri perché sono sinceramente contenta di questa cosa — a volte preferiva dimenticarsi di come Melissa lo capisse al volo, scrutandolo con i suoi occhi scuri — cosa devi dirmi alle dieci e mezzo di sera che non poteva aspettare domani? —
E John l'aveva baciata, con delicatezza, ma fermo, sicuro, assaporando la felicitá mentre lei rispondeva nello stesso modo a quel bacio tanto desiderato.
— Ce ne hai messo di tempo, Sceriffo. Ma ti perdono, meglio tardi che mai, no? — gli aveva detto Melissa, con il sorriso ancora stampato sulle labbra arrossate.
Lo sceriffo aveva sorriso a sua volta, fingendosi un po' offeso, prima di riprendere a baciarla.

Si erano detti ti amo sulla porta di casa, mentre lo sceriffo correva per andare al lavoro e Scott stava appena tornando dall'incontro con Derek.
Melissa non badò molto allo sguardo eloquente che le rivolse il figlio e a tutti i successivi tentavi di battute, era troppo impegnata a sorridere e a perdersi nei ricordi di quella notte.
La prima di molte altre, ne era certa.
  
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