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Autore: _Alexis J Frost_    20/10/2014    4 recensioni
E quello che curvò le labbra di Elliot, fu un lieve ed impercettibile sorriso divertito nel mentre si alzava dalla sua postazione, stiracchiandosi. « Lo so, lo so. »
Da quel che ricordo, rimanemmo un po' silenzio. Io a fissare lo spartito, lui a guardare fuori dalla finestra, come se stesse ammirando quel paesaggio che sembrava annunciare la primavera. Poi... una domanda inaspettata,improvvisa.
« Leo, ma tu sai ballare? »
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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❝ La musica è sempre stata magica a modo suo, unica in ogni genere. Qualunque melodia si suoni, sarà sempre diversa, esprimerà sempre varie emozioni. Emozioni che solo chi ascolta o chi suona può interpretare; emozioni, che possono variare da persona in persona. ❞


 
Una calda, malinconica melodia, riecheggiava all'interno della magione Nightray. Una melodia nostalgica, semplice, ma che emanava anche un'impercettibile dolcezza palpabile solo in alcune note.
Ricordo ancora quella melodia, ricordo anche che ero io a suonarla al pianoforte ed Elliot con me. Era uno dei primi brani che provammo a suonare in due e con mia grande sorpresa, riuscimmo a suonarla bene sin da subito. Certo, avevamo le nostre incertezze, tuttavia non eravamo andati affatto male e ancora una volta, scoprii quanto fosse piacevole suonare qualcosa con lui.
 La  magione era stranamente vuota, c'eravamo solo  noi due e i domestici che, nel sentirci suonare, avevano smesso di far la qualunque cosa, prestando così attenzione a quella melodia di cui ne erano rimasti ipnotizzati.
Non era la prima volta che accadeva, non per me almeno. Ero abituato ad un simile comportamento da parte degli altri, all'orfanotrofio accadeva sempre.
Invece per Elliot sembrava essere una novità, ma era anche vero che inizialmente non era poi così bravo a suonare.
« Non è andata male. » Sentenziò Elliot, sorridendo.
« Hai avuto delle incertezze, ma sì, non è andata male. » Risposi io, cercando di ricambiare quel sorriso. Non che io volessi fare il puntiglioso, ma credevo che fargli notare i suoi errori fosse il modo migliore per indurlo a migliorare, anche se alle volte rispondeva in modo irritato e permaloso.
« Devi sempre puntualizzare su qualcosa, eh? » 
« Lo faccio a fin di bene, Elliot. Non prenderla sul personale. » 
E quello che curvò le labbra di Elliot, fu un lieve ed impercettibile sorriso divertito nel mentre si alzava dalla sua postazione, stiracchiandosi. « Lo so, lo so. » 
Da quel che ricordo, rimanemmo un po' silenzio. Io a fissare lo spartito, lui a guardare fuori dalla finestra, come se stesse ammirando quel paesaggio che sembrava annunciare la primavera. Poi... una domanda inaspettata,improvvisa.
« Leo, ma tu sai ballare? » 

Il perchè lo avesse chiesto, mi era ignoto. Io mi sono sempre limitato a suonare e soprattutto a leggere; altre cose come cantare o ballare per me erano indifferenti e, anche volendo, ero impedito in entrambe le cose. Sicuramente non ero un disastro come con le armi ma ci ero vicino. « Perchè me lo chiedi? »
Rispondere ad una domanda con un'altra domanda non era da me, ma quella volta  mi trovai costretto a far così, anche se la risposta di Elliot non tardò ad arrivare.
 «Semplice curiosità, a dire il vero.» Butto lì, per poi voltarsi verso di me. « Me lo chiedevo da quando alla casa di Fianna una delle bambine ti chiese se tutte le ragazze dovessero imparare a ballare. »
Ah, quel giorno. Sì, ricordavo. Lily mi si avvicinò dicendomi che nelle fiabe le principesse ballavano sempre, quindi voleva sapere se anche le normali ragazze potevano imparare a ballare. Io le risposi di sì, se ci teneva ogni bambina poteva imparare a ballare, ma evitai di rispondere quando con aria angelica e sognante mi chiese se potevo insegnarle io.
Non potevo ma al contempo non volevo deluderla, tuttavia ci pensò Elliot al posto mio.
Per quanto ai miei occhi sembrava impossibile quella scena, lui senza pensarci due volte, insegnò alla piccola i primi passi del valzer. Lui sapeva ballare, questo non lo sapevo, anche se avrei dovuto immaginarlo. Era o non era normale che un nobile della sua portata dovesse saper ballare almeno il valzer?
Comunque, ora tutto mi era più chiaro. Considerando che io non avevo risposto a quella domanda, sicuramente Elliot aveva intuito che io ero incapace nel ballo, del resto, più tempo passava, più lui cominciava a conoscermi sempre meglio. «No, non so ballare, comunque. »
« Oh, allora ci avevo visto giusto. » E qua mi si avvicinò , poggiandosi a braccia conserte al pianoforte. «E se ti insegnassi io? Tu mi hai aiutato a migliorare col pianoforte e in cambio io t'insegno a ballare. »
Insegnarmi a ballare? Lì per lì non mi sembrava affatto una buona idea, stavo anche per rifiutare, a dire il vero, finchè non aggiunse un'altra motivazione a quelle precedenti. «Inoltre, credo che potrebbe tornarti utile in tante altre occasioni. Ad esempio quando saremo costretti ad andare ad uno di quei noiosi balli organizzati da qualche famiglia nobile. »
Sinceramente, non me ne fregava di quei balli ma qua pensai che, forse, era una di quelle cose che un servo era tenuto a saper fare. Da quel che avevo capito, alcuni nobili diventavano servi di altri più potenti, ma comunque rispettavano tutto quel che riguardava il galateo e tutto il resto quindi... quindi probabilmente erano cose che avrei dovuto sapere anche io. Mh.
L'idea continuava a non andarmi a genio e credo che Elliot lo abbia intuito sin da subito, ma comunque accettai la sua posposta. Alla fine, credevo che lui volesse insegnarmi a ballare per sdebitarsi in un qualche modo, anche se io continuavo a pensare che la situazione fosse al contrario. Io, ad esempio, non sarei mai riuscito a sdebitarmi con lui per tutto.
« Accetto solo perchè so che insisteresti e non voglio sentirti lamentare. » Affermai, alzandomi e sospirando.
« Io non insisterei e nemmeno mi lamenterei! Non dire sciocchezze! » Esclamò lui, quasi imbronciandosi.
Era incredibile come se la prendesse per la qualunque cosa, era così buffo. « Sì, sì. Allora cominciamo? »
E qua mi fissò male, tanto che quasi scoppiai a ridere senza controllo. Ma fortunatamente riuscii a trattenermi, anche se un minimo sorriso divertito sono convinto si fosse disegnato sul mio volto.
Così, mi spiegò le posizioni di base, i movimenti più semplici e il come seguire il ritmo. Alla fine non sembrava poi così difficile, oppure Elliot era bravo spiegare. Forse era la seconda opzione, decisamente, anche se era strano. Elliot era così tranquillo mentre mi spiegava il tutto, aveva uno strano tono gentile che solitamente non mostrava e per la prima volta, nell'averlo così vicino, notai quanto fossero particolari quei suoi occhi blu. Sembrava quasi che avessero staccato due pezzi di cielo per poterli incastonare in quei suoi occhi che lasciavano trapelare spesso solo un'aria imbronciata. Mi sentii quasi fortunato nell'avere l'onore di poterli osservare così da vicino, non credo che qualcun altro abbia avuto questo privilegio, tralasciando i suoi famigliari.
Tuttavia, questi miei pensieri furono interrotti proprio da lui che con aria interrogativa e dubbiosa, mi stava chiedendo se avessi capito. Ed io risposi che sì, avevo capito.
« Bene,allora,sei pronto? »
« Io sì, i tuoi piedi non lo so. »
Ora veniva il difficile. Certo, provare i passi poco per volta era semplice, ma ballare davvero? Avrei combinato qualche disastro, ne ero sicuro. Imbranato per com'ero poi.
« Immagina la melodia che stavamo suonando prima e segui quel ritmo. Okay Leo? »
«Okay. »
Esattamente come immaginavo, inizialmente fui un autentico disastro. Inciampai varie volte e altrettante volte calpestai i piedi di Elliot che prima urlava dal dolore e poi mi fissava malissimo. Non so quante volte riprovammo gli stessi passi, so solo che lui era distrutto e io mi sentivo un idiota. Andiamo, come potevo inciampare da solo?
« Ops, scusa. » Mormorai l'ennesima volta che gli pestai un piede.
« Ma come fai!? » Sbottò lui, per poi sospirare e roteare le iridi. «Su, un'altra volta. Un, due, tre. Un, due, tre.»
Io m'impegnai, davvero,ma una cosa del genere era impossibile per me. Eppure Elliot continuava a ripetermi di provare e riprovare.
Finchè non avrei imparato, noi ci saremmo allenati. Anche se significava avere i piedi doloranti e le fronti imperlate di sudore.
Così, arrivammo ad allenarci tutta la notte.
Un passo, poi un altro e un altro ancora.
Un, due, tre e quattro. Un, due, tre e quattro.
E alla fine, ci riuscii. Era quasi l'alba, e noi ancora stavamo ballando ma stavolta non sbagliai nemmeno un passo.
Seguivo il ritmo, seguivo lui e nonostante l'incredibile stanchezza e il lieve mal di testa, mi stavo divertendo. Anche lui sembrava divertirsi, nonostante fosse più acciaccato di me, tant'è che mi rivolse un sorriso. « Mi hai fatto innervosire come mai prima, ma alla fine ci sono riuscito ad insegnarti qualcosa. »
« Io te l'avevo detto che non sono portato per queste cose,non lamentarti. » Affermai, sistemandomi gli occhiali.
« Non mi sto lamentando, tch. Però tu dovresti ringraziarmi! »
Qua lo guardai qualche istante inarcando un sopracciglio ma alla fine aveva ragione: come minimo avrei dovuto ringraziarlo. Avrei dovuto per ringraziarlo per tante cose a dire il vero, troppe cose. L'essermi amico, il suo starmi vicino, per cui, approfittai della situazione per farlo. Poco m'importava se subito dopo mi guardò interrogativo cercando di capire a cosa mi riferissi, io intanto mi ero liberato di quel piccolo groppo alla gola, pronunciando quelle fatidiche parole e sentendomi subito più leggero. « Grazie, Elliot. Grazie di tutto. »


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Ed eccomi qua. 
Ultimamente sto pubblicando tante di quelle one-shot  che mi sono sentita in colpa a non aver scritto qualcosa su di loro.
Loro due, la ElliLeo, LA OTP suprema e indiscussa. 
Amo loro due e amo il loro rapporto.


Questa fic è la prima del 100 writing prompt challenge che sto facendo e, considerando che mi sembrava carina, ho voluto postarla anche qua. 
Spero vi piaccia.
By bye.
Alex. <3

 
  
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