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Autore: Jomaima    21/10/2014    1 recensioni
"Senti Justin" dissi con voce più tranquilla "Mi è piaciuto cio che abbiamo fatto insieme. beh, ieri e stamattina, ma questo era un piccolo gioco, una specie di fuga dalla realtà. Ma deve finire qui, la realtà non è quella, è questa" dissi aprendo le braccia e indicando il corridoio semivuoto "E ci sono persone che non voglio ferire solo per soddisfare i miei piaceri, ci sono cose molti più importanti del sesso" dissi
Due mondi diversi, due persone completamente diverse, che non si conoscono, che si odioano.
Robyn, perfetta, figlia di buona famiglia e un fidanzato perfetto. Ha tutto, ha sempre ottenuto quello che voleva.
Justin, stronzo, arrogante, menfreghista e che vive in un mondo proprio, l'opposto di quello di Robyn e che ha sempre lottato per avere tutto.
Ma che cosa li legherà?
TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=a6lF6Fgg8zg&feature=youtu.be
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Deglutii a fatica, la gola mi  si era improvvisamente seccata. Avevo bisogno di acqua, non tanto per berla, ma per spruzzarmela in faccia a vedere se quello che vedevano i miei occhi era vero o no. 

Volevo voltarmi e cominciare a correre, anzi no, volevo prendere a schiaffi Katrin. 
Ma soprattutto volevo sputare in faccia a David.

"Robyn?" disse Katrin appena si accorse della mia presenza.
Si affrettò a staccare il braccio dal collo da David e abbassò lo sguardo imbarazzata.
"Si proprio io" dissi in tono arrogante incrociando le braccia al petto e ticchettando il piede ripetutamente contro il suolo.

Ero nervosa, molto nervosa. Ed arrabbiata.

La mia migliore amica? Con il mio ex? 
Da quanto? E perchè?

"Senti Robyn.." disse Katrin con voce tremante "Non è come pensi"

Non so cosa mi prese, non so perchè lo feci, forse la rabbia, forse la frustrazione, forse il momento sbagliato.
Sta di fatto che gli diedi uno schiaffo.
Ma non me ne pentii di averglielo dato, anzi, gli diedi anche uno spintone e diedi ripetuti calci a David.

Non riuscivo a controllare il mio corpo.

"Smettila!" mi tuonò David prendendomi per entrambi i polsi "Possiamo spiegarti"
"Non me ne frega un cazzo!" urlai, le lacrime che mi rigavano il volto
"Robyn.." disse tra i singhiozzi Katrin
"Stammi lontana tu" sibilai cercando di divincolarmi dalla stretta di David che non aveva intenzione di mollarmi "Non ti azzardare a rivolgermi mai più la parola"

Katrin scosse la testa "Non puoi.. almeno non prima di averci ascoltato"
"Mollami!" urlai a David dandogli un forse calcio al ginocchio.

Ero stanca di farmi mettere i piedi in testa. Avevo subito abbastanza.
Tradita. Dalla mia migliore amica.
Tutto, ma non questo.
Katrin, la ragazza con la quale avevo condiviso tutto, alla quale avevo raccontato tutta, quella con qui andavo ovunque e che mi dava consiglia.
Lei, la mia migliore amica da otto anni mi aveva tradito. Mi aveva umiliato, mentito.
Un pugno allo stomaco avrebbe fatto meno male, la perdita del mio cane avrebbe fatto meno male.
Me lo meritavo?

Forse è per questo che parlava molto con David, che gli aveva detto della rissa tra me e Vanessa, che si lanciavano sguardi strani alla mensa, che parlavano poco fra di loro quando c'ero io, che David non lo vedevo quasi mai nei week-end e anche Katrin.
Si spiegava tutto, ma non il perchè. Non a me.
Non pensavano che cio mi avrebbe ferito? Che ci sarei rimasta male?

Scossi la testa, cacciando via questi disgustosi pensieri. Mi veniva da vomitare, da vomitargli in faccia.

"Non me lo merito..." dissi con voce debole, una volta che David mi mollò, e si massaggiò il ginocchio.
"Robyn, se ci lasci parlare" intervenne David con rabbia
"Cosa? Tu hai anche il coraggio di volermi dare delle spiegazioni?" sbraitai a David, con il dito puntato minacciosamente contro il suo petto e i miei occhi che ardevano di rabbia.

Ripensai al discorso che io e David avevamo avuto ieri al telefono.


"Me lo merito?" mi chiese dopo un attimo di silenzio
"No.. nessuno se lo meriterebbe.. sono una stronza.. scusami.." dissi, con le lacrime che mi scorrevano per il viso
"Si sei una stronza. Dopo tutto quello che ho fatto per te tu mi ringrazi facendo la puttana in giro?" sbraitò
[..]
"Mi siapice.." dissi tra i singhiozzi
"Non me ne faccio niente delle tue scuse!" urlò.
[..]
"David.." dissi "Non volevo.."
"Fanculo" e riattaccò.


Sorrisi con ironia scuotendo la testa.
 "Proprio tu che ieri sera mi hai chiamato dicendomi che sono una troia e una stronza. Che tu non te lo meritavi e stronzate del genere" dissi infilando il dito ancora di più nel suo petto "Hai ragione, forse io non sono da meno visto che anche io ho fatto la mia oarte andando con Justin, ma tu e Katrin? La mia migliore amica?" dissi indicando Katrin.
Neanche la guardai in faccia.
"Mi correggo, la mia ex migliore amica" sbottai

"Robyn tu non capisci. Noi te lo avremmo detto. Era solo questione di tempo" disse Katrin
"Cosa?" dissi con rabbia voltandomi verso di lei "Me lo avresti detto prima o poi? Ma ti rendi conto? Tu. Katrin. Te. La persona con cui ho condiviso tutto. La persona a cui ho dato tutto."
"Non è così.. io ti voglio bene.. e non era mia intenzione farti soffrire"
"Dovevi pensarci prima" sbottai con rabbia

"Non azzardarti ad aggredirla. Sbaglio o sei tu quella che mi ha fatto le corna? Pensi di essere migliore di lei?" mi disse con rabbia David
"Si" sbottai "Sono migliore di lei. Sono migliore di te. Perchè io ho tradito il mio ragazzo, una sola persona, mentre io sono stata tradita da due persone, due persona importanti per me. Dalla mia migliore amica e dal mio ex. E questo fa la differenza"

"Robyn.. non capisci.. anzi.. capisci.. visto che anche tu sei stata tenta da Justin.. era più forte di te, era più forte di noi. Non so come sia successo.. ma è successo e basta, e fidati, nessuno di noi voleva ferirti, nessuno di noi voleva farti del male. Non ci abbiamo pensato.. abbiamo pensato subito che sarebbe finita subito,che sarebbe stata una cosa da poco, che non te ne saresti mai accorta. Che tanto.." disse Katrin tra le lacrime

"Che tanto? Tanto io sono abituata alle prese per il culo? A fare quello che gli altri mi dicono di fare? Sono la stupida di turno? Massì dai, fate quel cazzo che volete, tanto io non ho sentimenti." dissi alzando le braccia al cielo con rabbia "Tanto ci sono abituata alle prese per il culo dalle persone che amo. Tanto chissenefrega di Robyn, tanto lei prima o poi dimenticherà tutto, tanto lei è abituata" 
"No.." disse Katrin portandosi una mano alla bocca e singhiozzando di più "Non è così.."
"Senti" dissi scuotendo la testa e pulendomi il viso con il dorso della mano "Non mi interessa. Ci sono abituata"
E mi voltai, camminando verso la scuola.
Sembravo un fantasmi, i miei occhi azzurri due pozze di dolore, gonfi e rossi. 
Camminavo fissando il vuoto, non degnadomi del mormorio nel corridoio, non degnado di uno sguardo Justin che mi aveva chiamato. Non degnando di uno sguardo nessuno.

Mi infilai in classe, una classe a caso, che forse nemmeno era la mia, e mi sedeti in fondo, nell'ultimo banco che c'era, nascosto da tutto e da tutti.
Appoggiai le braccia al banco e ci misi la testa sopra, e cominciai a singhiozzare, a piangere, a sfogarmi, a urlare interiormente contro me stessa. Perchè ero stanca, stanca di farmi prendere per il culo, stanca di sentirmi dire cio che devo o non devo fare, staca di soddisfare gli altri e mai me stessa.

Avevo perso tutto, e stavo ancora perdento tutto.
Avevo perso la mia migliore amica, il mio ragazzo, mia madre, gli amici, la dignità e non la finivo mai di litigare ocn Justin.

Nessuno ti vuole, mi disse la mia voce interiore, e non aveva tutti i torti.
Ero sola, non avevo nessuno, tutti mi evitavano e mi tradivano.

Nessuno resta, se ne vanno sempre tutti, anche chi ti aveva promesso di rimanere per sempre, soprattutto chi ti aveva promesso di rimanere per sempre.

"Tieni" mi sentii dire
Alzai la testa, e  vidi un fazzoloetto che mi penzolava davanti alla faccia 
Riabbassai la testa senza neanche rispondergli
"Almeno un no grazie farebbe piacere" mi sentii dire.

Alzai la testa scocciata e presi bruscamente il fazzoletto, senza degnare di uno sguardo chi me loaveva offerto.
Mi asciugai gli occhi e mi pulii il trucco sbavato, e poi mi ci soffiai il naso.

"Stai bene?" mi chiese
"Secondo te?" sbottai con rabbia voltandomi verso di lui

Mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo con gli occhi marrone scuro e i capelli spettinati.
Carino.

"Scusa" dissi subito dopo "Non è giornata"
"Ho notato" disse lui con distacco e tornando a fissare il professore che stava spiegando non so cosa

"Che lezione è?" chiesi dopo un po imbarazzata
"Letteratura inglese" disse lui non degnadomi di uno sguardo
"Senti, mi dispiace" gli dissi con tono esasperato "Scusa se ti ho aggredito, ma davvero, oggi non è giornata" 
"Lo so" disse lui guardandomi e accennandomi un piccolo sorriso
"Okay" dissi sorridendogli debolemente a mia volta, e ritornai a poggiare la testa sul banco, intenta a ritornare nei miei pensieri.


"Forse è meglio se esci dalla classe" sentii dire mentre qualcuno mi scuoteva delicatamente per la spalla.

Alzai di scattp la testa rendendomi conto che mi ero addormentata.
Avevo gli 0cchi appesantiti e stanchi.
"Oddio" farfugliai raccogliendo la mia borsa da terra e mettendomela nella spalla "Mi sono addormentata"
"Ho notato" disse il ragazzo con una nota di umorismo nella voce
"Merda, non se n'è accorto nessuno?" chiesi ansiosa
"Se ne sono accorti tutti da come russavi, e tutti si sono accorti che stavi anche piangendo, e tutti si sono anche accorti che sei Robyn Parker, quella che è stata menata fuori da scuola e che ha tradito il ragazzo" disse con un sorriso ammicante sul volto

Rimasi a bocca aperta.
Cazzo.
"Ehm.." dissi, più che altro farfugliai, perchè non sapevo che cosa dire
"Ma tranquilla, ti capisco, e non ti giudico per questo. La maggior parte delle cose che dice la gente sono stronzate, e non mi piacciono i pettegolezzi" disse facendo spallucce
"Grazie" dissi affrettandogli un sorriso "Davvero" aggiungi, notando il suo sguardo poco convinto.
"Comunque piacere, Michael" disse porgendommi la mano
"Robyn" dissi stringendogliela "Anche se non mi serve presentarmi"

Lui azzardò un piccolo sorriso
"Comunque scusa ancora per prima" dissi mentre uscivamo dalla classe
"Niente" disse lui facendo spallucce "Ma come mai piangevi così molto prima?"

Ma non si poteva fare gli affari suoi? Nonsapevo neanche chi fosse diamine.

Merda Robyn, poi ti lamenti se le persone dopo non ti voglio più, mi disse la mia vocina interiore.

Forse aveva ragione, forse non dovevo essere così stronza.

"La mia migliore amica se la fa con il mio ex" dissi tutto d'un fiato, trattenendo le lacrime che volevano uscire.

"Cazzo.." disse lui grattandosi la testa
"Già" dissi con rabbia "Che merde eh?"
"Non so cosa dirti.. davvero" disse

Ma che cosa voleva fare lui d'altronde? Tornare indietro nel tempo e aggiustare tutto? No. Non so neache perchè stavo prendeno così tanta confidenza con questo ragazzo.

"Niente, non puoi dire e fare niente" sospirai "L'unica cosa che puoi fare è smettere di chiedermi cose su quest'argomento, perchè più ne parlo e più ci penso, più sto male"
"Scusa" disse lui imbarazzato "Se vuoi posso parlarti di altro"
"Mi dispiace" dissi fingendo un sorriso "Ma devo andare a lezione e questa è la mia aula" dissi indicando l'aula di biologia di fronte a noi
"Ah" disse lui visibilmente imbrazzato, di nuovo "Sarà per un altra volta"
"Sarà per un altra volta" dissi io sorridendogli, anzi, fingendo di sorridergli.

Perchè si vedeva che stavo male, si vedeva per davvero.

Entrai nella classe, e la prima cosa che vidi fu Katrin seduta al mio solito banco.
Non mi aveva visto entrare. Per fortuna.

Uscii dall'aula e camminai velocemente, fino a raggiungere un ciuffetto spettinato in mezzo alla folla.


"Michael!" dissi tirandolo dalla manica "Che ne dici di parlare di altro ora?"

Lui si voltò e mi fissò sconcentrato.
Poi un leggero sorriso gli sfiorò le labbra, e scosse la testa
"Sei davvero strana" disse e cio mi strappo un sorriso.
Alzai le spalle "Lo so, non sei il primo che me lo dice" e cominciammo ad incamminarci nel corridoio.


Sapevo che niente da quel momento sarebbe stato più come prima.

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