Chandelier
Le ragazze da festa
non vengono ferite, non provano niente, pensano solo a divertirsi e basta,
e chi se ne frega se domani si alzeranno in un letto che non è il loro, al fianco
di sconosciuti, uomini e donne che non vedranno mai più nella loro vita.
Chissà quando lo
imparerò?
Ogni volta che esco, rigorosamente da sola, di venerdì sera,
è sempre la stessa storia: rimango in un angolo a bere i miei bei dieci,
quindici drink, prima di trovare il coraggio per muovermi sulla pista da ballo.
Questa vergogna di chi sono, di cosa ho fatto nel mio
passato, del mio passato. È lui che mi tormenta e che non mi fa vedere chiaro
se non con un bicchiere in mano e metà del mio sangue carico d’alcool.
Lo sto spingendo giù, lo
sto spingendo giù insieme all’ennesimo shot di vodka, lo giuro.
Alcune volte sono peggiori delle altre. A volte mi ritrovo a
casa, sola e abbandonata dal mondo, con il mio frigo bar come unica compagnia.
Con la scusa di essere una da “bei vecchi
tempi” e dall’offerta facile, mi basta poco per rovinarmi ulteriormente.
Il mio telefono sta
scoppiando per i messaggi eccitati da parte di tutti i miei invitati, il campanello suona ed in un attimo casa
mia è stracolma di conoscenti e sconosciuti incontrati per caso. Nessun amico.
Loro non capirebbero.
Sento l’ebbrezza, sento la partecipazione, sento il
divertimento e l’allegra ebbrezza che solo l’alcool riesce a portare con sé.
Sento l’amore di
questi sconosciuti per chi li sta servendo per questa sera.
Sento l’amore.
1,2,3,1,2,3 bevo e
la stanza gira.
1,2,3,1,2,3 bevo e
sento le grida farsi sempre più confuse.
1,2,3,1,2,3 bevo e
la testa diventa pesante.
1,2,3,1,2,3 bevo e
ricomincio da capo.
Lanciando i bicchieri
vuoti alle mie spalle finchè non perdo il
conto.
Mi sto dondolando dal
lampadario, dal lampadario che non è davvero un lampadario, ora sembra un
drago, poi un fuoco che si muove trasformandosi in una fata, no un attimo ora è
di nuovo un lampadario.
Rido, mentre tengo fede all’unica promessa che sia mai
riuscita a mantenere nella mia vita. Stanotte
vivrò come se il domani non esistesse.
Come se non esistesse,
lui e i fottuti problemi che la mattina inevitabilmente porterà con sé.
Volerò come un uccello
nella notte, sognerò di cavalieri, castelli fatate e damigelle in pericolo,
sentendo le mie lacrime seccarsi sulle
mie guance per ogni lieto fine a cui assisterò.
Mi dondolerò dal
lampadario, dal lampadario, diventerò una scimmia, un’ aquila, un pesce che
nuota verso la superficie, una barca che si orienta seguendo la luce delle
stelle.
Vorrei lasciarmi andare, cadere e seguire la mia luce ,
vedere fin dove riesca a portarmi, ma sto
tenendo duro per la vita, che mi
sembra tanto dolce vista da qui su. Non
guarderò di sotto, non aprirò i miei occhi mentre torno a terra e
continuerò a riempire il mio bicchiere fino alle luci dell’alba perché sto
tenendo duro per stasera e non voglio che tutto questo finisca.
Aiutami, non vedi che sto
resistendo per la vita, la mia, di
cui posso disporre solo io. Non guarderò
di sotto, lo giuro, non aprirò i miei
occhi mentre mi riporti a terra, non mi aggrapperò per far durare il mio
giro un po’ di più.
Continuerò a riempire
il mio bicchiere fino alle luci dell’alba, perché è così, è l’unica cosa
che so fare, l’unico modo che ho per
tenere duro per stasera.
Per stasera.
Cosa dovrei fare stasera, a parte continuare a vivere una
farsa?
Il sole è sorto,
mi guardo intorno, sono un disastro.
Devo uscirne ora, devo
scappare da tutto questo, cosa ho mai fato della mia vita per finire così?
Ecco che arriva la
vergogna, ecco che arriva la vergogna, l’unica che riesce a scuotere il mio
torpore, ma che mi spinge ancora verso un bicchiere.
Questi si accumulano, e il senso di leggerezza aumenta. Non
m’importa, è troppo tardi per me, non posso essere salvata.
Li lancerò indietro
finché non perderò il conto.
1,2,3,1,2,3 bevo e
la stanza gira.
1,2,3,1,2,3 bevo e
i colori diventano confusi.
1,2,3,1,2,3 bevo e
la testa piano piano si svuota.
1,2,3,1,2,3 bevo e
vedo il buio intorno a me, sinonimo evidente di ciò che sono diventata.
Mi dondolerò dal
lampadario, dal lampadario diventato l’ unica fonte di luce della mia
notte, la mia stella polare universale.
Vivrò come se il
domani non esistesse, come se non
esistessero tutti quei miei problemi così evidenti alla luce del sole.
Volerò come un uccello
nella notte, sentendo le lacrime
asciugarsi sulle mie guance, nutrendomi di quei sogni irrealizzabili che
butto via ogni giorno.
Mi dondolerò dal
lampadario, dal lampadario, non cadrò mai nel vuoto, perché lui è già qui
intorno a me.
Ma terrò duro per la
bella vita, per quella parvenza e l’illusione che né ricavo. Non guarderò di sotto, non chiuderò gli occhi
mentre fingi di portarmi in salvo.
Poi sbatto le palpebre e mi ritrovo di nuovo qui, e il mio bicchiere sarà pieno fino alle luci
dell’alba, perché sto resistendo per stanotte, ed è tutto ciò che posso
chiedere a me stessa.
Aiutami, non vedi che
sto resistendo per la mia vita, non guarderò di sotto, non chiuderò gli occhi, cerca almeno di tendermi una mano.
Ma non c’è nessuno a provarci e terrò il mio bicchiere tra le mani, pieno fino alle luci dell’alba,
perché stanotte ho resistito alle mie tenebre. Tutta sola.
Festeggerò e mi congratulerò con me stessa, perché ho saputo resistere un giorno in più,
non importa quanto io sia pronta per sballarmi stasera.
Perché, nonostante tutto, nonostante il mio dolore e la
voglia che ho di andarmene lontano da tutto e tutti, io sono Santana Lopez. E rimango
qui.
Pronta per stasera.
Angolo dell’Autrice:
Solo una piccola one-shot su una molto Dark!Santana,
precisamente una della quarta stagione, diciamo post 4x04. Come la capisco..
La canzone è di Sia.
Se lasciaste una piccola piccolissima recensione, ve ne
sarei molto grata <3
Bea