Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: KiraMiyazaki33    22/10/2014    2 recensioni
Quindici anni dopo la sconfitta del Kishin Ashura, un nuovo pericolo incombe su Death City. Qualcosa di oscuro, qualcosa che potrebbe riemergere dalle profonfìdità della Terra e prendere il posto del mondo che conosciamo, modificandolo irreparabilmente. Maka e gli altri eroi sono cresciuti, maturati. Alcuni hanno preso strane diverse, ma sarà proprio questo pericolo a riunirli tutti. Ma questa volta basteranno loro a salvare il mondo che conosciamo? O avranno bisogno di un aiuto dalle nuove matricole della Shibusen?
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Soul Eater Evans | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' davvero come narravano le leggende. Yume è davvero il vuoto. Qui è tutto talmente buio e oscuro che quasi quasi non sei neanche in grado di distinguere il cielo dalla terra. Non riesci a vedere questi stupidi ciottoli che ci sono sul terreno, non capisci se stai per cadere giù in un dirupo, non sono neanche in grado di vedere il mio bel volto da urlo in uno specchio! E se non fosse per le loro anime oscure non sarei neanche in grado di capire se sto andando a sbattere contro un'Arpia, o contro un Ashinaga o addirittura uno di quei mostruosi Tenaga, o comunque un'altra di queste diavolerie demoniache. Sì, sto parlando di quelle diavolerie. Quelle di cui hanno paura i bambini, quelle a cui nessuno crede, quelle che tutti credevano "mitologia". Beh, mi rincresce davvero dirlo, ma non è così. Tutto ciò che noi credevamo leggenda in realtà è verità. Ammetto che come verità non è un granché, fa abbastanza schifo a dirla tutta, ma...oh, ecco. Un'Arpia. Proprio ciò che aspettavamo. Dannati uccellacci del malaugurio, quanto li odio. Yume brulica di questi mostri. In realtà brulica di molte cose questa terra maledetta, ma di Arpie, uff...ce ne sono talmente tante da poter sfamare l'intero mondo. Se solo fossero commestibili...no, ma aspetta, io non le ho mai assaggiate, quindi magari...come non detto. Stavo dicendo che qui è pieno di uccelli dalle piume color del fuoco, sì. Nonostante il buio che c'è qui sotto sono le più facili da vedere, ma soprattutto da sentire. Fanno un casino con le loro urla agghiaccianti, non sono in grado di non farsi notare. A volte sono addirittura peggio di...oh, miseriaccia, non posso pensare a lui in questo momento. Perché pensare a lui vuol dire pensare al mio passato, e ricordare quest'ultimo porta direttamente tutti i miei pensieri e la mia concentrazione a lei. E per ora non posso permettermelo. Prima devo uscire di qui.
-Evans?- Il suo tono caldo e determinato mi riporta alla realtà, una realtà per me molto poco figa. Un po' come la sua voce, maledettissimamente simile a quella di sua figlia.
-Sì sì, l'ho vista. Possiamo andare.- Il mio menefreghismo le urta il sistema nervoso, è evidente. Lo si capisce da come le sue iridi verdi si fanno più dure e distaccate, o da come stringe i pugni con tale forza da farle diventare le nocche bianche, oppure ancora da come irrigidisce il suo corpo da donna. Dio quanto le assomiglia. Involontariamente compare sul mio volto un sorriso nostalgico, che fortunatamente riesco a cancellare non appena torno alla mia vera forma. E' questione di secondi, ed ecco che al posto dell'affascinante albino dagli occhi di fuoco e i denti da squalo compare la più figa delle Falci della Morte. Non tocco neanche il suolo, perché la Shokunin riesce a prendermi al volo, con la sua presa determinata e salda. Questo mi sembra anche ovvio, è abituata a lavorare con buki potenti come me. Non indugia neanche un po', e inizia a correre il più velocemente possibile dietro l'Arpia, che nel frattempo si libra nel cielo. E' molto veloce, decisamente più di noi, ma la maestra d'armi che la rincorre insieme a me è in grado di sentire la sua anima anche da lunghe distanze, cosa che ci permette di riuscire comunque a sapere dove sta andando. Dove sta andando...sì, in teoria dovrebbe dirigersi verso l'uscita. E' lì che vanno tutte. Chiunque abbia liberato i mostri di Yume li sta riversando tutti in superfice, sulla terra che noi conosciamo. E dato che le Arpie sono le più "facili" da sconfiggere, abbiamo optato di seguire una di queste. Seguirla però, alla fin fine, non è stato poi così difficile: se non consideriamo il fatto che saremo inciampati almeno sette volte e del terrore di incontrare qualche mostro pericoloso ce la siamo cavati abbastanza bene. Finché il fiato della Shokunin inizia a farsi pesante, e la sento rallentare sempre di più.
-Stai bene? Vuoi che mi trasformo e ti porto io?- Le domando, cercando di non far notare la mia preoccupazione. Inutile dire che fallisco miseramente. Da cosa lo capisco? Probabilmente dal sorriso divertito che compare sul volto della Maestra d'Armi, mentre si ferma per riprendere fiato. -No- Inizia, scuotendo la testa.- Non manca molto. Solo cinque minuti circa per raggiungere l'uscita. Probabilmente anche meno.- Continua, prima di fare una pausa durante la quale riprende nuovamente fiato. - Possiamo fermarci per un po' e poi raggiungeremo...sì, insomma...Death City.- Lo dice tutto d'un fiato. Death City. Queste due semplici parole mi trasfiggono neanche fossero due pugnali. Mi ritrasformo immediatamente, tornando ad essere l'albino fico e sexy di sempre. Anche se, beh, con i vestiti sporchi e stracciati non sono un granché. - Non  era questo il piano. Avevi detto che avremmo ucciso l'Arpia, e...- Non riesco neanche a finire la frase, perché l'artigiana mi precede. -...e poi avremmo informato le autorità, lo so. Infatti, come da programma, informeremo le autorità di Death City.- Conclude, tralasciando un piccolo particolare. - E l'arpia? La lasciamo svolazzare tranquillamente nei nostri cieli?- Il mio tono si fa sempre più alterato, così come il mio volto che lascia vedere chiaramente tutta la mia rabbia. -Evans...- Sta per cominciare un discorso lei, uno di quei discorsi da mamma dispiaciuta, uno di quei discorsi inutili. -Evans un corno! Io lì non ci torno, e in ogni caso non prima di aver ucciso quella cosa! Possibile che tu non capisca? Non ho passato qui due mesi per...- Vengo interrotto, di nuovo, dalla sua voce. Solo che adesso non è la stessa di prima, quella calda e controllata che cerca di calmarmi. E' fredda e determinata, la voce di un capo. - Lo hai appena detto, hai passato qui sotto due mesi. Non hai abbastanza forze per affrontare un mostro del genere, non possiamo permetterci...- Si ferma. Questa volta però non sono stato io ad interromperla. Vedo la sua espressione mutare, diventare esterrefatta e terrorizzata allo stesso tempo. -Oh, che ti prende adesso?- TONF. TONF TONF. Passi. Ecco la risposta, servita su un piatto d'argento. -CORRI!- Mi ordina lei, come se ci fosse bisogno di chiederlo. Così inizio a correre il più velocemente possibile, seguito a ruota dalla donna dai capelli d'oro e dagli occhi di smeraldo, che improvvisamente ha trovato talmente tanta energia da superarmi. Così corriamo, corriamo e corriamo, nel disperato tentativo di seminare il mostro che ci sta inseguendo. Non ho il coraggio di guardare alle mie spalle, non dopo aver visto l'espressione della mia compagna. Non riesco ancora a credere che una persona potente come lei potesse assumere un'espressione così. Nonostante ciò che ho passato, a volte dimentico cos'è la paura. Strano vero? Non mi soffermo più di tanto su questi pensieri perché...- PIU' VELOCE, SOUL, CI SIAMO QUASI!- Un urlo di incoraggiamento e la visione migliore del mondo: la luce. Un largo sorriso compare sul suo volto, e mi affianco alla guerriera, anch'essa sorridente, e le prendo la mano. Pochi passi...tre...due...e veniamo scaraventati fuori, spinti verso l'alto da qualcosa di indistinto, qualcosa che sembra vento. Un vento color del buio, della luce e del sangue allo stesso tempo. Sento qualcosa aggrappato alla mia gamba, ma sono troppo terrorizzato per occuparmi di quello. Stringo il più forte possibile la mano di lei, la madre di Maka, facendo attenzione a non perderla. Non so quanto tempo sia passato prima di ritrovarmi sul terreno caldo di una via di Death City, e non riesco ancora a spiegarmi come ho fatto ad arrivare esattamente lì. Ricordo solo che riuscivo a pensare ad un 'unica cosa. -Sono tornato a casa.-.
 
   
 
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