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Autore: Hoshimi_    22/10/2014    0 recensioni
Ian si è iscritto a West Point, campus nel quale sogna di allenarsi sin da bambino per poi andare a combattere nell'esercito. Paura e ansia lo accompagnano in questo luogo fino a quando un ragazzo -Mickey Milkovich- non si offre di aiutarlo ad ambientarsi, sebbene in maniera sarcastica e disinteressata. Un ragazzo solo all'apparenza sicuro di sè, che cercherà una modo per essere salvato in Ian.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quella piccola stanza era diventato il loro rifugio.
Si incontravano lì nei fugaci attimi tra una lezione e l'altra e vi trascorrevano le fredde notti invernali uscendo di nascosto dalle loro stanze: colmavano il tempo con le parole e se queste finivano si cercavano con le loro bocche. Mickey con il capo in grembo ad Ian si perdeva nel suono della sua voce che raccontava quanto amasse i fumetti, la sua famiglia e la vita che stava realizzando lì.
Egli era più riservato, abituato da sempre ad essere timido e schivo, evitava con destrezza le domande sul suo passato concedendo di rado dettagli su tutte le volte che si era fatto espellere dal campo e di come suo padre avesse tentato in ogni modo di farlo riammettere. Ian non apprezzava molto le descrizioni delle sue bravate, specialmente perchè provava una sorta di venerazione per quel campus ed era fiero di farne parte.
In questi casi lasciava cadere il discorso scuotendo la testa e si abbandonava alla stretta dell'altro.
Quella sera però Mickey sembrava disposto finalmente a dare delle risposte, quindi Ian arrivò con un certo anticipo al luogo di ritrovo.

L'altro ragazzo giunse poco dopo, fradicio a causa del temporale che stava imperversando fuori: fortunatamente quella stanza aveva dei riscaldatori che davano una piacevole sensazione di calore a chiunque entrasse,
Ian lo trovò incredibilmente sexy, tanto da non riuscire a trattenersi dal passare la propria lingua sulle labbra mentre lo guardava: i suoi capelli scuri erano cosparsi di gocce di piggoai che ricadevano lungo la faccia, scivolando poi piano sul mento; la maglietta nera che indossava aderiva agli addominali rendendoli ancora più evidenti. Dovette fare un grande sforzo su se stesso per rimanere appoggiato alla parete e fingere un'espressione noncurante.
Mickey, d'altra parte, sembrava pienamente consapevole del fascino che stava esercitando sul ragazzo dai capelli rossi, tanto da salutarlo con un sorriso provocante. Ian non potè fare a meno di fissare lo sguardo su quelle morbide labbra aperte, incredibilmente rosse a causa del freddo; desiderando lisciarle a sua volta con la propria lingua.
Si morse l'interno della guancia, indeciso su cosa fare.
''Alla fine come è andata con tuo padre?''
''Beh sai niente di che. Non l'ho più visto molto.
Meglio così.''
''Non mi avevi detto che tuo padre è un generale.''
''Non ti ho detto nemmeno quante volte vado al cesso al giorno. Ti interessa?''
''Si dà il caso che sia una cosa leggermente più importante della tua frequenza al bagno.''
L'uno stava reggendo il gioco all'altro, accompagnando ogni frase con un sorriso.
''Cos'è ti sei messo a fare il duro?'' Lo stava deliberatamente provocando.
Ian scosse la testa, conscio che neanche per quel giorno avrebbero parlato della vita di Mickey e di quello che l'arrivo e le minacce di suo padre potevano significare.

Ian si avvicinò a Mickey, il quale gli circondò i fianchi con le braccia passando poi le dita sul bordo dei pantaloni militari stuzzicando l'elastico del boxer. Le mani salirono successivamente lungo le anche, infilandosi sotto la maglietta e lasciando la pelle d'oca dove passavano. Ian assaporò le sue labbra bagnate, stringendole piano trai denti e sentendo l'acqua fredda scendergli in gola. Il gusto della lingua di Mickey avvinghiata alla sua gli stava provocando una piacevole sensazione al basso ventre proprio dove ora lui lo stava sfiorando. Mickey posò una mano sul collo di Ian, forzandolo ancora di più contro di lui mentre il suono dei loro respiri affannati riempiva la stanza.
I neon sopra le loro teste funzionavano ad intermittenza ed Ian, che sapeva che l'interruttore si trovava alla sua destra, spinse Mickey contro di esso facendo così calare il buio nella stanza.
Con un sorriso sulle labbra Mickey strattonò Ian per un braccio trascinandolo con lui sul pavimento dove quest'ultimo si mise a cavalcioni sopra di lui.
Lo fissava divertito, passando le dita tra i suoi capelli.
Si abbassò leggermente per permettere a Mickey di sfilargli la maglietta, cosa che fece a sua volta gettando la t shirt bagnata da un lato e leccando con la propria lingua calda le parti di pelle ancora bagnate a causa del temporale.
Nel frattempo l'altro si era allungato per abbassare i propri pantaloni e quelli del ragazzo dai capelli rossi; gli accarezzò le cosce con un movimento lento fino ad arrivare all'inguine per poi tornare giù fino alle gambe piegate di lato ai suoi fianchi.
Ian, il quale stava ancora indossando i boxer, strusciò il proprio membro contro il ventre del ragazzo con un movimento graduale e continuo. Mickey stava per perdere il controllo: lo afferrò per i fianchi e costringendolo ad aderire al suo corpo gli sussurrò all'orecchio:''Scopami Gallagher.''

Ian si rialzò divertito e con un sorriso si portò due dita alla bocca avvolgendo attorno ad esse la lingua ed impregnandole di saliva; Mickey allargò allora le gambe, permettendo all'altro di infilare le dita nel suo retto: quando le ebbe spinte dentro completamente si lasciò sfuggire un gemito appena bisbigliato che Ian fermò contro le proprie labbra.
Mickey tracciò con il proprio indice una linea che dall'addome arrivò al pube dell'altro: Ian sorrise e guidò la sua mano lungo il membro, che l'altro iniziò a toccare delicatamente con la propria mano muovendola avanti e indietro.
Quando Mickey percepì che il pene era diventato duro nella sua stretta, lasciò la presa permettendo ad Ian di penetrarlo.
Muoveva il bacino avanti e indietro, andando sempre più a fondo dentro Mickey che dovette affondare le dita nelle cosce di Ian, percorso da una sensazione di eccitazione crescente.
Dio, voleva che andasse avanti per sempre.
Voleva sentirlo dentro di sé.
Spinse la mano contro il suo ventre, volendo prendere la pelle e tirarlo a sé per sentire ogni parte del proprio corpo contro la sua.
E Ian avvertiva il suo bisogno e spingeva sempre più velocemente, sempre più a fondo mentre si stendeva sopra di lui respirandogli concitatamente addosso.
Con le mani gli sfiorò il petto, per scendere poi lungo i fianchi toccando il suo corpo ovunque potesse raggiungerlo.
''Cristo, Ian.''
Riusciva a stento a parlare così che il suono uscì soffocato.
''Mmm?''
Steso sopra Mickey, sentiva il membro di lui eccitarsi: afferrò il ragazzo per le spalle e inarcandosi strofinò contro il pene l'addome facendolo scendere e salire con lentezza allo stesso modo in cui si stava muovendo dentro di lui.
Lo sentì premere sugli addominali fino a quando non raggiunse l'orgasmo spargendo il liquido seminale sul suo torace.
Mickey lo prese frenetico per le anche, spingendole verso di lui, forzando Ian all'interno di sé; e avrebbe voluto scavare nella sua pelle, morderla perchè ancora non gli bastava quello che aveva, perchè il suo desiderio di lui sembrava insaziabile.
E quando Ian venne, facendolo godere come mai gli era successo in precendenza, per la prima volta si rese conto che Ian era suo.
Dio, era suo.
Quel pensiero lo frastornava.
Lui era ovunque.
Lo stava respirando.
Lo amava.

Preso da questa consapevolezza non gli diede il tempo di riprendere fiato, ma si lanciò contro di lui con la necessità di sentire la sua lingua avviluppata alla propria; le loro bocche l'una sull'altra gli stavano scatenando una sensazione nella quale avrebbe voluto annegare.
Lo attirò verso di sé, facendolo stendere sul pavimento.
''Come ti senti?''
Gli domandò il ragazzo dai capelli rossi il quale era percorso da piccoli brividi causati dal contatto con il pavimento gelido.
Mickey si alzò dopo essersi infilato le mutande, andando a prendere una coperta che aveva portato lì qualche settimana prima: la stese sopra ad Ian e si rimise vicino a lui sul pavimento.
Ian lo circondò in un abbraccio.
''Mi sento libero.'' Disse solamente, mentre pensava '' Quello che io e te abbiamo mi rende libero.''














 

  
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