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Autore: _Scrivimi_    23/10/2014    13 recensioni
“Incontri tante persone nel corso dei secoli ma nessuna ti colpisce. Poi ne arriva una e tutto cambia. Tu cambi. E non puoi fare nulla per impedirlo perché, da quel momento, sei irrimediabilmente fottuto. Lei ti ha fottuto”
*******************
Elena, una giovane umana di nobili origini, ingenua e coraggiosa.
Damon, vampiro sanguinario, pirata tormentato e senza scrupoli.
Due persone diverse, due vite diverse, che potevano non incontrarsi mai. Un incontro casuale destinato a cambiare per sempre il corso delle loro vite.
"Era più forte della brama di sangue, più intenso del dolore, più puro della vendetta, può definirsi amore? Al diavolo, lasciamo ai poeti queste idiozie!"
******************
“Lui sorrise sghembo, rivolgendole un mezzo inchino -E' un vero piacere averla a bordo della mia nave, milady. Posso avere l'ardire di chiedere il vostro nome?-
Elena si fece coraggio, non doveva farsi ingannare dai suoi modi galanti -Prima voglio sapere chi siete e perché mi avete portata qui-
-Il mio nome è Damon Salvatore, capitano indiscusso della Perla Nera e della ciurma di pirati più spietata dei sette mari. Non lo dico per vantarmi, è la verità- aggiunse con ironia -.....e voi bella signorina siete mia prigioniera. Se ora volete mettervi ad urlare, lo capirò-"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Pericolo che il capitolo sfoci nel raiting rosso, non credo ma preferisco avvisarvi per evitare insulti =D)

 

14. Una piacevole finzione

 

 

Dal precedente capitolo

Elena era seduta al tavolo, che le era stato indicato da Damon, e con le mani stava giocherellando con una piccola composizioni di fiori. Al centro della composizione c'era una candela bianca da cui lei era intenta a scavare la cera con le unghie. Si sentiva stanca e nervosa eppure nel petto le si stava espandendo una dolce sensazione di calore.

Damon. Quel vampiro l'avrebbe fatta impazzire. Per quante lei potesse arrabbiarsi con lui, bastava che Damon le rivolgesse un sorriso perché tutta la sua rabbia sfumasse, dissolvendosi in nulla.

Era ancora presa dai suoi pensieri quando avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Senza riuscirsi a trattenere si aprì in un gioioso sorriso -Sei già tornato...- disse voltandosi. Il suo sorriso svanì quando si rese conto che dietro di lei non c'era Damon ma...

-Buona sera, mia cara, insignificante, sosia- Katherine era in piedi dietro di lei e le sorrideva con arroganza -Credo sia giunto per noi due il momento di parlare un po'-

 

Nuovo capitolo

-Io non ho nulla da dirti... e Damon sta per arrivare quindi...- si affrettò ad aggiungere Elena. Katherine però continuò a guardarla con sufficienza, come se le parole di Elena non avessero alcun effetto su di lei.

-Devo ammettere che non pensavo che Damon potesse abbassarsi a provare qualcosa per... una come te. Una piccola ed insignificante umana-

-Io ho pensato la stessa identica cosa quando ho scoperto che era innamorato di una come te- Elena rispose di getto, decisa a non lasciarsi intimorire.

Katherine emise una risata -Wow, la principessina tira fuori gli artigli-

Elena fece per alzarsi ma Katherine la bloccò, con le mani fece pressione sulle sue spalle riportandola subito a sedere -Lui è ancora innamorato di me. Il suo orgoglio ferito gli sta solo impedendo di perdonarmi, come invece vorrebbe. Ma è solo questione di tempo- un sorrido perfido incurvò quelle labbra perfettamente dipinte di rosso -Davvero non trovi curioso il fatto che la prima donna che è riuscita ad attirare la sua attenzione abbia il mio stesso aspetto?... Anche se quell'aria da verginella non si addice molto ai nostri occhi. Non potresti evitare quell'espressione da martire, mi indispone-

Elena la fulminò con lo sguardo -Se tu fossi tanto sicura di te stessa e di ciò che Damon prova ancora per te, non avresti bisogno di venire da me ad elogiare quei fantomatici sentimenti che Damon proverebbe nei tuoi confronti-

Lei rise, una risata sadica che fece rabbrividire Elena -Sei uguale a tua madre, anche lei guardava tutti con quell'aria di superiorità-

-Tu conoscevi mia madre?- chiese Elena con evidente stupore.

-Non personalmente ma ne ho sentito parlare- la vampira parve annoiata, rispose alla domanda con disinvoltura, passandosi una mano tra i capelli per ravvivarli -Dalle voci che ho sentito doveva assomigliarti molto. Come te, nascondeva la sua vera natura dietro principi assurdi ed un atteggiamento moralista- un altro ghigno perfido -In verità non era altro che un'arrogante puttana che perse la vita a causa della sua stessa presunzione-

-Tu..- Elena non riuscì a trovare le parole, senza rendersene conto si alzò dalla sedia lanciandosi contro la vampira per aggredirla. E l'avrebbe fatto se due braccia forti non l'avessero bloccata, afferrandola per la vita,

-Fermati, Elena. Stai calma- sussurrò Rick al suo orecchio, continuando a sostenerla. In un attimo arrivarono anche Stefan e Sage che si posizionarono uno alla loro destra e l'altro a sinistra.

-Bene, Bene- mormorò Katherine con un sorrisetto divertito -abbiamo i tre moschettieri al completo. Tutti pronti a difendere la protetta del capitano. La principessina ha ammaliato anche voi?-

Elena, presa da una rabbia irrazionale, cercò di divincolarsi dalla presa di Rick ma lui la trattenne -No, Elena. Per lei non ne vale la pena-

L'asprezza nella parole di Alarick, ed il disgusto nel suo sguardo, non sembrò colpire la vampira, la quale invece sorrise compiaciuta -Tu devi essere Rick. Ho sentito parlare di te. L'uomo tanto sciocco da essere pronto a morire per amore, ma troppo codardo per farlo davvero. Un vampiro fallito che trascorre le sue giornate ubriaco cercando di non pensare a quanto sia patetica la sua esistenza-

La crudeltà nelle parole di Katherine colpì Elena quasi quanto la disinvoltura con cui la vampira le pronunciò. Smise di divincolarsi nel momento in cui la presa di Rick si allentò. Le parole di Katherine lo aveva colpito nel segno.

-Vedo che il tempo non ha potuto niente contro la tua bellezza- s'intromise Sage con il suo solito atteggiamento disinvolto -pareggiata solo dalla tua perfidia-

-Posso prenderlo come un complimento?-

-Assolutamente no. Era un insulto a tutti gli effetti, madame.-

-Sage, Sage, Sage, vedo che non sei cambiato- mormorò Katherine con una luce sadica negli occhi -Continui a nasconderti dietro al tuo atteggiamento spavaldo per nascondere quanto tu invece sia indescrivibilmente debole... ed arrabbiato. Ma chi non lo sarebbe al tuo posto? Del resto non sei altro che il figlio bastardo, e non voluto, di un nobile che, in un momento di ubriachezza, decise di stuprare ripetutamente una giovane puttana. Povero Sage, ripudiato da entrambi ancor prima di venire al mondo-

Elena sgranò gli occhi agghiacciata dall'orrore che quelle parole dipingevano. Era certa che Katherine stesse mentendo ma osservando l'espressione di Sage si rese conto che era tutto vero. Sul bel viso del vampiro si susseguirono diverse emozioni ma quelle che alla fine prevalsero furono tristezza e ribrezzo verso se stesso. Povero Sage. Elena era certa che lui avrebbe reagito ma il vampiro la stupì, andandosene via, senza dire nulla.

-Ti senti forte mentre attacchi le persone nei loro punti deboli?- la sfidò Stefan con rabbia -Non ho mai capito cosa ci trovasse in te mio fratello e non lo capirò mai-

Katherine sorrise, per nulla colpita da quello sfogo -Almeno io ho il coraggio di fare a patti con la mia stessa natura. Tu invece? Ci sei mai riuscito davvero? Sei diventato vampiro a causa della tua determinazione nel dimostrare che non eri solo un ragazzino viziato e timoroso, vissuto nell'ombra del fratello maggiore che per proteggerti si prendeva le botte al posto tuo. Ricordi ancora le urla di Damon mentre tuo padre lo frustava? Lui urlava mentre tu stavi nascosto a piangere nel tuo nascondiglio- vidi lo sguardo di Stefan riempirsi di senso di colpa -ed ora non sei altro che un patetico vampiro che vorrebbe essere umano. La verità è che come essere umano facevi davvero schifo-

Stefan rimase in silenzio. Alarick faceva lo stesso accanto a lui mentre Elena sentiva il bisogno di urlare e piangere. Per la prima volta Elena percepì la terribile sensazione di odiare veramente qualcuno.

In quel momento Katherine scorse Damon in lontananza che avanzava verso di loro così, come se niente fosse a ccaduto, rivolse a tutti un sorriso radioso -Credo sia arrivato per me il momento di ritirarmi. E' stato un piacere parlare con voi, a presto-

 

Poco prima

Damon stava adagiando una coscia di pollo, condito di spezie, su un piatto quando una voce famigliare giunse alle sue spalle.

-Ciao Damon- Lui si girò lentamente, già consapevole di chi avrebbe trovato.

-Rose- disse semplicemente, ritrovandosi innanzi alla sua vecchia amica ed amante. L'ultima volta che si erano visti non si erano lasciati bene e questo rendeva tesa l'atmosfera che si stava creando tra loro -Cosa ci fai qui, Rose? Pensavo non amassi le feste di paese-

-Anche tu se è per questo. Solitamente preferivi appartarti in qualche squallido bordello con qualche fanciulla sprovveduta che, con ingenuità, si era lasciata incantare dal tuo fascino-

-Sembrerebbe quasi un rimprovero nei confronti del mio fascino- replicò lui con un sorriso sarcastico.

-Non lo farei mai, io stessa ho ceduto ad esso più volte... e non me ne sono mai pentita- aggiunse maliziosa.

Damon le fece l'occhiolino -Neanch'io, nemmeno per un attimo-

-E poi io non sono una fanciulla sprovveduta- gli fece notare lei con una smorfia -ancor meno ingenua-

-Assolutamente no- concordò lui con un sorriso complice che lei ricambiò.

Entrambi si guardarono negli occhi con l'affetto di due vecchi amici che, malgrado i recenti disaccordi, provavano ancora molto affetto l'uno per l'altro.

-Mi sei mancato, Damon-

-Anche tu, Rose-

Rose gli rivolse un sorriso di gratitudine prima di tornare a rivolgersi a lui con serietà -Ho bisogno di parlarti... in privato. Possiamo andare in un luogo più appartato?-

-Io...- Damon tentennò -Veramente aveva promesso ad Elena...-

-So di averti deluso, Damon- cominciò Rose senza lasciarlo finire -Tu ti fidavi di me ed io sono venuta meno a questa fiducia ma...-

-E' importante quello che mi devi dire?-

-Si, Damon. Non insisterei altrimenti- L'espressione di lei convinse Damon all'istante. Malgrado tutto si fidava ancora di Rose. Probabilmente non aveva mai smesso.

Damon era pronto ad andare con lei quando scorse in lontananza Katherine ed Elena. Affianco a loro c'erano anche Rick e Stefan. L'atmosfera era indicibilmente tesa. Gli bastò osservare l'espressione severa di Stefan per capire che qualcosa non andava. La mascella di Damon s'irrigidì mentre un'orribile sensazione lo pervase dall'interno. Non era solo a causa di suo fratello, ma era soprattutto l'idea di Katherine così vicina ad Elena che lo intimoriva -Mi dispiace, Rose, ma qualunque cosa sia dovrà attendere-

Rose seguì lo sguardo del vampiro ed anche lei s'irrigidì a sua volta -Stai attento, Damon. Non lasciare che Katherine si avvicini ad Elena-

-Non preoccuparti, non ne avevo alcuna intenzione. Rose io...- Damon stava per dire qualcosa ma lei lo precedette.

-Non preoccuparti, noi parliamo dopo. Va da lei ora-

 

Damon, appena raggiunse gli altri, si rese conto che il suo presentimento era del tutto fondato, qualcosa non andava. Katherine ne aveva combinata un'altra delle sue -Cos'è successo qui?-

-Katherine ha deciso di mettere ognuno di noi difronte ai suoi personali fallimenti. Niente di speciale, solo un po' di sana umiliazione- spiegò Rick che sembrava l'unico sopravvissuto alle parole di Katherine. Elena osservò Stefan, aveva la stessa espressione che prima aveva visto in Sage. Entrambi sembravano distrutti. Probabilmente anche Rick stava così, solo che riusciva a nasconderlo meglio di loro.

-Interessante- disse Damon con ironia poi il suo sguardo cadde sul fratello -Tu stai bene, Stef?- gli chiese cercando di celare, dietro un tono disinvolto, la sua reale preoccupazione.

-Certo- mentì Stefan –ma sarà meglio che vada a bere qualcosa- aggiunse allontanandosi. Damon lo seguì con lo sguardo mentre raggiungeva un tavolo ricoperto di bottiglie.

-Non preoccuparti, starà bene. Non c'è nulla che faccia meglio allo spirito di una bella sbronza- disse Rick cercando di rassicurare Damon -Anzi credo che seguirò il suo esempio. Con permesso-

-Quella donna è un mostro- sbottò Elena quando Rick si fu allontanato.

-Concordo-

Solo in quel momento Damon notò che Elena stava tremando dalla rabbia, le parole di Katherine l'aveva profondamente scossa. Non solo le cattiverie che aveva detto su sua madre ma la crudeltà che aveva riversato su tutti loro. Non si era mai sentita così furiosa in tutta la sua vita -Io...-

-Non ti preoccupare, Elena. Quello che senti è del tutto normale. Io lo chiamo “effetto Katherine”. Un insieme di confusione, rabbia ed un leggero senso di nausea- Damon le rivolse un sorriso rassicurante -Andiamo a prendere un po' d'aria. Vedrai che mangiando qualcosa il senso di nausea svanirà-

 

Elena aveva appena finito di mangiare. Erano seduti su uno scoglio, lungo e piatto. Damon l'aveva portata in una piccola scogliera, nascosta dagli alberi oltre un muro di pietra. Non c'era nessuno, a parte loro due. Da lì si si poteva vedere il mare perdersi oltre l'orizzonte ed il rumore delle onde in sottofondo riuscì a placare, almeno in parte, il tumulto di emozioni che Katherine aveva innescato dentro di lei.

Solo in parte, ovviamente.

-Almeno Katherine non ti ha fatto passare l'appetito- osservò Damon quando lei posò il piatto vuoto su un altro scoglio lì vicino -Va meglio?

-Un po'. Ma... - Elena non riuscì a resistere -come hai fatto ad innamorarti di una donna così? Lei è davvero una...-

-Sgualdrina? Stronza? Manipolatrice... Katherine è questo e molto di più-

-Non hai idea delle cattiverie che ha detto ad ognuno di loro. A Rick, a Sage, a Stefan... Per non parlare delle cose orribili che mi ha raccontato su mia madre, lei...-

-Sicuramente non vi è era nulla di vero in ciò che ha detto su tua madre. Katherine è fatta così: scova il punto debole dei suoi avversari e poi li colpisce senza pietà- Damon alzò le spalle come se stesse valutando qualcosa di ovvio -Non sarà leale ma è molto brava in quello che fa-

-Sembri quasi ammirato- sputò lei con palese rimprovero.

-Un po' lo sono. Non tutti sanno essere così spietati- le fece notare lui con un sorriso provocatorio come se la sfidasse ad affermare il contrario -“Le parole feriscono più della spada” e Katherine è una maestra nell'affondare i colpi fino a sfinire l'avversario-

-C'è qualcosa di inquietante nel modo in cui parli di lei- borbottò Elena con una smorfia di disgusto.

-Se fosse per me eviterei anche di menzionarla- affermò seccamente il vampiro ma Elena non riuscì a trattenersi. L'atteggiamento disinvolto che Damon mostrava parlando di quella vampira spietata infastidiva Elena ogni qualunque logica razionale.

-Come fai a sembrare così indifferente? Non ti rendi conto che lei...-

Damon la bloccò seccato -Non sono indifferente, Elena. Sono perfettamente consapevole di quanto lei possa essere spietata. Ma conosco solo due modi per reagire in certe situazioni: uccidere o fare dell'umorismo. E visto che non credo che tu saresti felice nel vedermi banchettare sul collo di qualche attraente biondina, ho deciso di cimentarmi nella seconda possibilità-

-Davvero premuroso da parte tua- brontolò lei rivolgendogli un finto sorriso al solo fine di provocarlo.

-E poi non dire che non sono galante-

La sua continua indifferenza la stava davvero irritando -lasciatelo dire: hai un pessimo gusto in fatto di donne! Davvero terribile!-

Lui le rivolse un sorriso sghembo, quello da pirata -Se non ti conoscessi penserei che tu possa essere gelosa-

Uno strano rossore colorò le guance di Elena -E faresti un gravissimo errore!-

-Ovviamente- concordò lui, prendendola palesemente in giro.

-Io non sono gelosa!- protestò lei con fin troppa grinta -Ma... possibile che tu non lo capisca? Tu meriti di più, Damon-

-Ti sbagli, mia cara Elena. Lei è esattamente ciò che merito. Ciò che tu tanto detesti e disapprovi in Katherine, è ciò che mi ha attratto di lei. Egoista, manipolatrice e pure un po' sgualdrina...- Damon le rivolse un sorriso malizioso -impossibile resistere-

-Non lo pensi davvero- sbottò lei schifata.

-Pensi davvero che agli uomini non piacciano le sgualdrine?- domando lui con un ghigno un po' perverso -Se così fosse, sei addirittura più ingenua di quanto avessi creduto-

L'espressione ridicola del vampiro riuscì a strapparle una risata.

-Certe volte sei davvero immaturo- lo sgridò lei, cercando di nascondere un sorriso.

-Lo so ma sono riuscito a farti ridere- la dolcezza che si nascondeva dietro quella semplice frase riempì Elena d'improvvisa tenerezza. Lei sapeva quanto Damon avesse sofferto per Katherine e non riusciva a sopportare il fatto che lui si considerasse simile a quell'arpia.

-Tu sei meglio di lei, Damon. E non ha importanza se non lo ammetterai mai perchè ormai l'ho capito e non c'è nulla che tu possa fare per farmi cambiare idea-

Damon le rivolse un sorriso giocoso per nascondere quanto invece lo avessero colpito le sue parole -Credo che questo periodo con noi abbia intaccato gravemente la tua capacità di giudizio-

-Possibile- concordò lei tornando a guardare il mare.

Il sole stava per tramontare e mille sfumature di rosso avevano iniziato a colorare il cielo -E' bellissimo- mormorò Elena piegando le gambe e appoggiando il mento sulle sue ginocchia -Ti fa venir voglia di perdertici dentro-

Damon osservò il profilo di lei, diretto verso l'orizzonte, poi si appoggiò con la schiena contro la parete rocciosa che stava alle loro spalle -Vuoi tornare alla festa?-

-No, non ancora. Possiamo rimanere qui?-

-L'argomento “Ktherine” può essere considerato chiuso?-

-Per ora. Adesso voglio solo rimanere qui a guardare il sole che scompare nel mare, ascoltando il suono delle onde. Rimani con me?- domandò lei con un sorriso da bambina, al quale Damon scoprì di non poter resistere.

-Va bene. Solo per un po'-

 

Senza che entrambi se ne rendessero conto trascorse più di un'ora, durante la quale non fecero altro che alternare momenti di conversazione con lunghi momenti di silenzio.

Era strano, pensò Damon, di solito stare in silenzio con qualcuno lo metteva a disagio. Spesso il silenzio è molto più intimo delle parole e lui aveva sempre provato disagio verso quel tipo d'intimità. Eppure stare in silenzio con Elena era diverso, gli dava un senso di pace. La verità era che il solo fatto di stare accanto a lei lo faceva sentire meno solo.

-Raccontami un segreto, Damon?- Lui si girò verso di lei con un'espressione perplessa -Dai, non è difficile. Dimmi la prima cosa che ti passa per la mente-

-Allora, lasciami pensare... Ecco, trovato. Odio le carote e provo una specie di repulsione verso le sardine-

Lei scoppiò a ridere difronte alla sua smorfia colma di disgusto -Questo non è un segreto!- rise -Dimmi qualcosa di più intimo-

Damon finse un'espressione oltraggiata -Elena non ti facevo così audace- la rimproverò lui con malizia -Ti sembra il caso che una fanciulla come te mi porga tali domande?-

-Ma cos'hai capito?- domandò lei mentre le sue guance diventavano color porpora.

-Non devi vergognarti, piccola, infatti c'è un piccolo segreto... si tratta di un giochino con la lingua-

-Damon!- lo bloccò lei sempre più imbarazzata -Dicevo sul serio. Non voglio sapere nulla delle tue perversioni!-

-Chi ha parlato di perversioni?-

Elena lo incenerì con lo sguardo e lui scoppiò a ridere.

-Come siamo suscettibili. Sei proprio piccola innocente puritana!-

-Meglio essere puritana che essere un pirata pervertito!-

Damon cercò di smettere di ridere -Quindi vuoi che condivida con te un segreto....- continuò -Fammi pensare-

-Qualcosa di vero, Damon- lo spronò Elena, tornando a rivolgergli quel suo sorriso da bambina. Un sorriso dolce e sincero, capace di sciogliere il ghiaccio. In quel momento la bellezza di lei colpì Damon fin dentro l'anima.

-Sei bellissima-

-Sarebbe questo il tuo segreto?- gli chiese lei divertita ed imbarazzata allo stesso tempo.

L'atmosfera divenne strana, Damon la guardava in modo strano. Elena si perse in quelle pozze azzurre che mai come in quel momento gli avevano ricordato il colore del cielo invernale.

-Il mio segreto è che...- le parole stavano lottando in lui per uscire -...quando sono con te, Elena, mi sento meno solo- Damon, senza riuscire a trattenersi, alzò una mano fino a raggiungere un ciuffo capriccioso che era sfuggito dall'acconciatura di lei. Lo prese tra le dita e, con delicatezza, lo sistemò dietro l'orecchio -Non sei poi così male, Elena- sorrise.

Il cuore di Elena prese a battere all'impazzata mentre le si formava un groppo in gola. Per un attimo si perse in quegli occhi di ghiaccio, Gli occhi più belli ed espressivi che lei avesse mai visto. Il suo cielo invernale.

-Ora tocca a te- disse Damon distogliendo improvvisamente gli occhi da quelli di lei.

-Io...- Elena era troppo stordita per pensare lucidamente così disse le prime cose che le passarono per la testa -Io... Mi piace la pioggia, il suo rumore, il sapore, l'odore... il modo in mi tocca, in cui mi guarda...- si bloccò rendendosi conto di star dicendo una marea di sciocchezze. Abbassò lo sguardo imbarazzata. Ma a cosa, o meglio a chi, si stava riferendo?

-Temo d'aver sempre sottovalutato la pioggia...- la prese in giro Damon iniziando a ridere.

Almeno il suo imbarazzo sembrava divertirlo!

Lei lo fulminò subito con lo sguardo -Vuoi un segreto?- chiese cercando di riflettere rapidamente -Bene. Adoro imprecare, litigare, urlare ed anche perdere il controllo. Prima pensavo fosse poco dignitoso ma adesso...-

-Ti fa sentire libera- concluse Damon per lei, intuendo ciò che lei stessa non aveva ancora capito.

-Esatto. Credi che ci sia qualcosa di sbagliato in questo? Nel voler essere liberi?- gli chiese, sinceramente preoccupata. Fin da piccola le avevano insegnato che la libertà era uno dei pochissimi lussi che una giovane nobildonna non si sarebbe mai potuta permettere.

-Assolutamente no- rispose il vampiro -Un uomo senza libertà, è come un uccello senza ali-

-Sei tu, Damon. Tu mi fai sentire libera- Ancora una volta le parole le uscirono di getto, senza che lei ne avesse alcun controllo -Non mi era mai successo prima. Quando sono con te è come se potessi spiccare il volo da un minuto all'altro. Come se niente al mondo potesse abbattermi-

Rimasero in silenzio poi Damon le sorrise con dolce ironia -Tu hai sempre avuto le ali, Elena, solo che non lo sapevi-

Elena rimase a fissarlo come incantata e fu come se lo vedesse per la prima volta. Damon. Il suo Damon. Quello che nessun altro, neppure lui, sembrava vedere. Non il vampiro sanguinario e senza scrupoli. Non il pirata...

No, per lei Damon non era mai stato quello. Quello era ciò che vedevano gli altri. Lei vedeva di più.

Lei vedeva il bambino che aveva perso la madre troppo presto.

Vedeva il bambino ripudiato dal padre.

Vedeva il ragazzo che si era sacrificato tante volte solo per proteggere il fratello.

Vedeva l'uomo innamorato che, per amore, avrebbe fatto qualsiasi cosa.

Vedeva il capitano di una nave disposto a morire per il bene dei suoi uomini.

Vedeva l'uomo che l'aveva protetta quando era stata in pericolo,

che l'aveva accudita quando era stata male,

che le era stato accanto quando aveva avuto bisogno di lui.

Lei vedeva Damon Salvatore, niente di più.

Vedeva il suo essere imperfetto... e lo trovava bellissimo anche per questo.

-Non tornare con Katherine-

-Cosa?-

Quella frase le era uscita senza controllo ma non aveva intenzione di rimangiarsela. Damon non doveva tornare con Katherine, la vampira avrebbe distrutto tutto il bene che lei ancora vedeva in lui... Non riusciva a sopportarlo!

-Ti prego, non tornare con lei. Lo so che ho detto che non avrei più parlato di lei ma non ci riesco... Ktherine ti rovinerà, devi lasciarla andare. Promettilo, Damon-

-Perché ti interessa tanto?- gli chiese lui, mettendosi sulla difensiva.

-Io tengo a te, Damon, e ho bisogno di sapere che quando me ne andrò tu starai bene-

Qualcosa in quella supplica sembrò scuoterlo -E' il tuo modo di dirmi addio?-

-Vuoi ancora riportarmi a Mystic Falls?-

Damon sospirò pesantemente prima di risponderle -Lo sai che è la cosa migliore per te, Elena-

-Allora si, è il mio addio- la determinazione e la forza che Damon lesse negli occhi di lei lo costrinsero ad ammettere, per la prima volta, almeno con se stesso, quanto fosse profondo il suo desiderio di non lasciarla andare. Lui non voleva riportarla a Mystic Falls. Non voleva continuare la sua vita senza rivederla mai più. Quel pensiero era quasi insopportabile. Quasi quanto...

-Lo sposerai?- le chiese a bruciapelo.

-Cosa?-

-Matt? Si chiama così, no? Il principino perfetto?-

Il sarcasmo nel suo tono spinse Elena a mettersi sulla difensiva -Matt è un bravo ragazzo-

Damon si alzò di scatto. Tutte quelle emozioni contrastanti lo stavano facendo impazzire. Una parte di lui voleva liberarsi di lei il più rapidamente possibile per paura delle emozioni che solo lei suscitava in lui, un'altra parte però si sentiva morire all'idea che lei sarebbe stata con un altro uomo -Non ti ho chiesto questo- sbottò.

-Si, lo sposerò- rispose Elena alzandosi a sua volta, lanciandogli uno sguardo di sfida – E a te cosa importa?-

-Sai di fare la scelta sbagliata ma la farai comunque, perchè?- chiese il vampiro fulminandola con uno sguardo severo.

-Tu fai sempre scelte sbagliate in modo consapevole, che diritto hai di giudicare le mie?- sbottò lei a sua volta. Perchè sembrava così arrabbiato? Cos'era accaduto?

-Non ti sto giudicando, Elena- Damon pronunciò il suo nome come se trattasse di un insulto -Ma fare scelte sbagliate ha sempre delle conseguenze, fidati di un esperto-

L'atteggiamento di Damon la stava facendo innervosire -Solo perchè tu non approvi non significa che sia sbagliato!-

-Forse hai ragione ma anche il fatto che sia TU a non volerlo sposare devo considerarlo come un dettaglio trascurabile?-

-Adesso sei tu a sembrare geloso- ribattè la fanciulla con rinnovata grinta. Non si sarebbe piegata, se Damon voleva giocare l'avrebbe fatto anche lei.

-Io?- chiese lui con aria esterefatta -Ne dubito fortemente, Elena- L'espressione di Damon la fece arrabbiare in modo totalmente irrazionale. Lui la guardava come se solo l'idea di essere geloso di lei fosse per lui un fatto assurdo.

Bene, lo vedremo! Pensò la fanciulla con rabbia.

-Hai ragione, forse mi sbaglio. Forse non ti dispiace immaginarmi con un altro. Immaginare che un altro uomo farà con me quello che tu hai fatto ieri... e molto di più-

Lo sguardo di Damon si assottigliò -Non provocarmi, Elena- C'era una lieve minaccia nella sua voce, un ringhio nascosto che avrebbe dovuto spaventarla ma che non fece altro che aumentare la sua determinazione.

-Tu non mi fai paura. Non me l'hai mai fatta-

-Questo è sempre stato il tuo grande errore- Lo sguardo di Damon era duro come mai lo aveva visto. Sembrava che dentro di lui si stesse combattendo una guerra e che lei fosse il suo nemico più pericoloso.

Elena si trovò a deglutire. Forse aveva esagerato.

Aveva la gola secca ma nelle sue vene sentiva scorrere l'adrenalina. Ormai si era esposta, tanto valeva andare fino in fondo. Sospirò prima di continuare -No, questo mi rende dannatamente coraggiosa. Tu invece? Tu sei coraggioso, Damon?-

Qualcosa nelle parole di lei e nel suo sguardo sconvolse Damon nel profondo. Quegli occhi languidi ed intrisi di determinazione. Le guance arrossate di chi sta lottando per ciò che vuole. E quella forza nascosta dietro una figura innocente ma colma di sensualità. Una sensualità che per lui aveva il sapore di una droga.

-Ti avverto, Elena- la voce di Damon si abbassò mentre afferrava con decisione il polso di lei -Hai un secondo per allontanarti da me. Un attimo per fuggire prima che io faccia di te cose delle quali non conosci nemmeno l'esistenza...– Damon sapeva di spaventarla. Anzi era quello che voleva, così continuò -cose che ti scandalizzerebbero solo a sentirle pronunciare. Cose che ti faranno invocare il mio nome, ancora e ancora- negli occhi di Damoni, dietro la provocazione, Elena scorse una scintilla di puro desiderio che le serrò la gola. Il cuore le batteva a mille mentre si scontrava con quegli occhi di ghiaccio che la fissavano con ferocia e bramosia. Nessuno l'aveva mai guardata così. Ciò che la sconvolse però non fu il desiderio di lui ma il suo.

-Io...- quasi non riusciva a parlare -Io... non voglio fuggire-

Damon non poteva crederci, era certo che lei sarebbe fuggita. Come poteva essere così stupida? Stupida, folle... e dannatamente bella. Quando lo sguardo di Damon si posò sulle labbra di lei tutto divenne inutile. Non poteva più resistere, così l'attirò a sé in un gesto secco e di possesso.

Elena, stordita da quell'irruenza, si ritrovò tra le braccia del vampiro. Le sue labbra si schiusero, costrette ad accogliere un bacio violento e devastante. La lingua di lui si immergeva profondamente nella sua bocca. Il cuore parve esploderle nel petto. C'era qualcosa di brutale nel modo in cui Damon si stava impossessando della sua bocca, nel modo in cui le stringeva la vita, fino quasi a soffocarla. Qualcosa di tormentato nel modo in cui la sua mano le afferrò i capelli per avvicinare ancora di più i loro visi. Damon la spinse, poco delicatamente, contro la parete dello scoglio. Lei sussultò. Elena, per un attimo provò un brivido di paura. Damon l'aveva imprigionata, non poteva muoversi. La mano di Damon si serrò intorno ai suoi polsi per costringerla con le mani sopra la testa. La stretta di lui presto divenne dolorosa e lei si trovò a gemere per il dolore.

-Damon...- si rese conto di starlo implorando solo quando il vampiro soffocò le sue suppliche con le labbra -Non così- singhiozzò.

Il tono disperato di Elena richiamò Damon dall'oscurità nella quale sembrava essere sprofondato. Il vampiro le lasciò andare i polsi, allontanando la sua bocca da quella di lei, e scostando il viso quanto bastava per guardarla negli occhi.

Entrambi avevano il fiatone e i loro cuori battevano all'unisono come gli strumenti di un'orchestra.

-Mi dispiace- sussurrò Damon spaesato.

Elena trattenne il fiato mentre lui alzava una mano per sfiorarle le guance arrossate. Damon sentì una fitta di dolore nel leggere la paura in quei dolci occhi nocciola. Cosa diavolo gli era preso? Pensò, provando disgusto verso se stesso -Non volevo farti del male. Io... Mi dispiace, Elena- la sua voce era intrisa di sincero rimorso. Rimorso e confusione.

-Io...- Elena tremò, non voleva che lui si allontanasse e non sopportava il senso di colpa che vedeva riflesso nei suoi occhi. Non sapeva che fare. Damon continuava a mantenere la presa sui fianchi di lei, non le faceva male, ma le impediva di muoversi e di pensare lucidamente.

-Elena...- Damon mormorò il suo nome con desiderio e disperazione, guardandola come se lei fosse un enigma che lui non sarebbe mai stato in grado di risolvere.

La fanciulla, senza riflettere, fece la prima cosa che le venne in mente, posò una mano sulla nuca del vampiro e poi, con estrema lentezza, sporse il viso verso di lui fino a far congiungere nuovamente le loro labbra. Fu un gesto istintivo, nato dal puro bisogno di alleviare le sofferenze di lui.

Damon rimase immobile inizialmente, godendosi la sensazione delle labbra di lei che si muovevano sulle sue, accarezzandole e sfiorandole. Il tocco di Elena era inesperto ma colmo di dolcezza. Una dolcezza che Damon sentiva di non meritare ma che lei sembrava decisa a concedergli.

Damon si trovò a trattenere il fiato mentre tutti i suoi sensi si accendevano, \riempendolo di un desiderio nuovo. Non solo bieco desiderio fisico ma qualcosa di più, qualcosa di più completo che non aveva mai sperimentato prima. Era il bisogno di consolarla, di proteggerla, di tenerla con sé, di renderla felice... Damon, senza rendersene conto, iniziò a muovere le labbra seguendo il ritmo stabilito da lei. Un ritmo lento ma sensuale, diverso dal solito.

Damon sentì il lieve contatto della lingua di Elena che sollecitava una sua risposta, un tocco delicato e talmente inaspettato da lasciarlo per un attimo senza fiato. Così si trovò a schiudere le labbra in un gemito roco e di colpo non fu più in grado di pensare.

Elena intanto rimase sorpresa dalla sua stessa audacia. Non aveva mai baciato un uomo di sua iniziativa e la sua poca esperienza era dovuta al bacio che Damon le aveva dato il giorno prima. Si era semplicemente lasciata trasportare dall'istinto e quando avvertì la lingua di Damon raggiungere la sua si sentì travolgere da una passione sconosciuta. Si sentiva bruciare tutta, incapace di tenere a freno un desiderio diverso da qualunque altro avesse mai conosciuto prima.

Questa volta la lingua di Damon giocò delicatamente con la sua. Il vampiro la assaporò con calma, frugandola con delicati movimenti della lingua. Elena era sconvolta da quell'esplorazione intima e da tutte quelle sensazioni che solo lui riusciva a suscitare in lei. Le labbra di Damon abbandonarono poi la sua bocca per vagare sul suo viso, soffermandosi brevemente sugli angoli della bocca, sul mento, sulla guancia, sugli zigomi... lasciando una scia infuocata dovunque si avventurassero le sue labbra.

Elena vacillò nella sua stretta, sentendosi sconvolgere da tutte quelle emozioni che le fecero tremare le gambe. Non si sarebbe retta in piedi ancora per molto. Damon rendendosene conto passò un braccio sotto le ginocchia di lei e con un movimento fluido la prese in braccio. Elena, grata per quel sostegno, passò le mani intorno al collo di lui, infilando le sue dita tra le ciocche folte e setose del vampiro. Lui le baciò un'ultima volta il mento prima di tornare a concentrarsi sulla sua bocca, esercitando su di essa una pressione più esplicita. Elena sentì la punta della lingua sfiorare la sua, questa volta il bacio divenne più deciso e ancora più passionale, se lui non l'avesse tenuta in braccio sicuramente sarebbe caduta. Si abbandonò contro di lui, con il corpo tremante. Damon, sempre tenendola tra le braccia avanzò fino a raggiungere uno scoglio perfettamente piatto. Si inginocchiò senza smettere mai di baciarla, l'attirò insieme a lui sulla superficie liscia dello scoglio. La adagiò con la schiena a terra ed iniziò ad accarezzarla come se fosse fatta di vetro e potesse infrangersi a causa di un qualunque movimento brusco, poi tornò ad assaporarla. Ancora e ancora, frugandola con delicati movimenti della lingua. Elena rimase sconvolta dall'esplorazione intima che le mani di Damon presero a fare sul suo corpo. Nello stesso tempo la bocca di Damon si separò dalla sua per scendere lungo il suo collo, in una lussuriosa scia di baci, fino a raggiungere la scollatura dell'abito. Qualcosa dentro Elena si accese. Senza riuscire a resistere iniziò a vagare con le mani lungo il corpo di lui. Aveva bisogno di sentirlo vicino. Con una mano afferrò il bordo della sua camicia, attirandolo a sé, mentre con l'altra iniziò a vagare sotto il sottile strato di lino accarezzando timorosa i muscoli tesi della sua schiena.

L'indagine esitante delle mani di lei strappò a Damon un sospiro profondo, come se quel tocco innocente l'avesse scosso nel profondo della sua anima oscura. D'impulso catturò nuovamente le sue labbra, stuzzicandola e sollecitandola con baci dispettosi e pieni di desiderio. Elena, inarcò la schiena, trattenne a stento un gemito quando Damon le fece inclinare la testa all'indietro, lasciandole esposta la gola. Un brivido la scosse tutta mentre le labbra del vampiro si adagiarono sulla linea delicata di una vena. Sarebbe bastato un attimo e lei sarebbe morta. Avrebbe dovuto provare paura ma ancora una volta non ci riuscì. Tutto ciò che provava era bisogno e... fiducia. Lei si fidava di lui, al punto di concedergli tutto il suo corpo. Forse anche la sua stessa anima, se solo glielo avesse chiesto.

Un sospirò uscì dalle sue labbra quando Damon le baciò dolcemente la vena, mentre le fece scivolare le mani lungo le spalle, seguendo col pollice la linea delle clavicole, esplorando con entrambi i palmi l'armoniosa architettura del suo corpo. Elena, senza riuscire a trattenersi cercò le labbra di lui, bisognosa di sentirle ancora sulle sue mentre il vampiro continuava ad esplorare il suo corpo con passione. Il suo cuore esplose quando Damon sfiorò la seta sottile che le copriva il seno. Ancora e ancora, con estrema lentezza. Elena si sentiva morire, voleva di più, il tocco esperto di lui la stava straziando. Prima di potersene rendere conto si trovò a sfilare la camicia dai pantaloni di lui, accarezzando il suo petto caldo -Damon...- implorò -Damon-

Qualcosa nella voce di lei riportò Damon alla realtà -Ferma, piccola... non così- mormorò lui con l'espressione di chi stà compiendo uno sforzo innaturale -Non così, Elena- affermò cercando di sembrare convincente, rivolgendosi più a se stesso che a lei-

Gli occhi nocciola di Elena lo guardarono smarriti mentre lui si allontanava da lei di qualche centimetro per guardarla meglio in viso.

-Va tutto bene, piccola- sussurrò il pirata accarezzando le gote arrossate della fanciulla.

-Io... perchè?- Blaterò lei con espressione confusa. Elena aveva la voce roca e la gola secca, inoltre sentiva una strana sensazione in tutto il corpo. Cosa le stava accadendo?

-Se fossi andato avanti non sarei riuscito a fermarmi- le spiegò lui continuando ad accarezzarle il viso con dolcezza.

-Non ti ho chiesto di fermarti- quella protesta imbarazzata strappò a Damon un sorriso sghembo, da perfetto pirata.

Il vampiro, che si stava reggendo sui gomiti per non pesare sul corpo di Elena, scivolò di lato, accanto a lei -Lo so, mia dolce sirena. Vieni qui- Damon sollevò Elena con delicatezza per farle appoggiare la testa sul suo petto.

-Non sono una bambina- protestò lei mentre una profonda umiliazione si stava facendo strada dentro di lei. Si sentiva rifiutata e la risata roca di Damon non fece altro che accrescere il suo senso di inadeguatezza. Elena, offesa e afflitta, fece per alzarsi ma lui la trattenne, stringendola a sé mentre con una mano le accarezzava i capelli come per calmarla...o consolarla.

-Sono consapevole della tua femminilità, Elena... Fin troppo, se non te ne fossi accorta- aggiunse Damon con sarcasmo -ma per questa volta, e questa soltanto, ho deciso di comportarmi da gentiluomo e di non rubarti l'innocenza. E posso assicurarti che questo è molto più spiacevole per me che per te-

-Ne dubito- borbottò lei, senza riuscire a trattenersi, facendo ridere il vampiro.

Damon, con ancora le labbra piegate in un sorriso, posò la bocca sui capelli di lei, baciandola con dolcezza sulla testa -Mia piccola sirena ammaliatrice. Se solo ti rendessi conto...- mormorò lasciandole un altro bacio.

Quella dolcezza così spontanea ed inaspettata fece rilassare Elena. Era così bello stare stretta tra le braccia di Damon. Così bello farsi coccolare da lui. Finalmente si rilassò, accoccolandosi per bene sul petto del vampiro e stringendo un braccio intorno al suo fianco snello. Non le importava che l'avesse rifiutata (forse solo un pochino), le bastava stare stretta tra le sue braccia per sentirsi bene.

-Mi hai perdonato, quindi?- chiese lui con la voce ridente mentre prendeva il suo giaccone e lo usava per coprire la bella fanciulla che era ormai comodamente sdraiata su di lui.

-Solo ad una condizione- sussurrò lei con una scintilla furba negli occhi che strappò a Damon un altro sorriso giocoso. Era strano per Elena vederlo sorridere in quel modo, completamente privo di sarcasmo ed ironia. Semplicemente allegro, felice. E provò una punta di orgoglio pensando che, almeno in parte, era merito suo.

-Vedo che hai imparato a negoziare- Damon inarcò un sopracciglio -Sentiamo, milady, qual'è questa condizione?-

Una gioia quasi incontenibile si era espansa dentro di lei -Stringimi, Damon, e non lasciarmi più-

-Elena...- Lei avvertì il corpo di lui che s'irrigidiva, sapeva bene cosa lui le stava per dire. Damon pensava di doverla riportare a Mystic Falls. Pensava che quella fosse la scelta giusta per entrambi... e forse lui aveva ragione ma in quel momento lei non aveva alcuna voglia di pensarci. Così lo bloccò prima che lui potesse continuare.

-Lo so, non dire niente- disse -Solo per questa notte lasciami fingere che sia per sempre-

Quelle parole pronunciate con tanta innocenza, ma con altrettanta determinazione, oltrepassarono l'anima scura del vampiro raggiungendo quel suo cuore malato, riempendolo così d'infinita dolcezza. Damon, dopo secoli di rabbia e dolore, finalmente percepì la poco-famigliare sensazione di aver trovato il suo posto nel mondo. Anche se per una notte soltanto. Anche se al mattino tutto questo sarebbe dovuto finire. Lui si sarebbe accontentato. Solo per una notte...

-Va bene, amore mio, sarà per sempre-

 

Elena stava dormendo ma Damon no. Lui continuava ad accarezzarle i capelli e ad osservarla, non voleva perdersi un istante di quella notte. Voleva godersi la sensazione del fragile corpo di Elena che dormiva tra le sue braccia. Voleva studiare ogni piccolo dettaglio del suo viso, illuminato dai tiepidi raggi della luna, per poterlo conservare per sempre nella sua memoria. Voleva ascoltare il suono del suo respiro per poterne riconoscere il ritmo. Avrebbe fatto tesoro di ogni istante trascorso con lei, di ogni sensazione che quella piccola umana riusciva a trasmetterle. Si trovò ad inspirare ancora il suo odore. Odore di rose e speranza. Ecco cosa gli sarebbe rimasto di lei: profumo di rose e speranza.

 

Era quasi mattino, Damon era ancora preso ad osservare Elena con adorazione quando vide apparire Rose. Controvoglia sollevò il corpo addormentato di Elena per liberarsi. La ragazza sbuffò ma non si svegliò. Così Damon l'adagiò nuovamente a terra, avvolgendola nella sua giacca. Le lasciò un bacio sulla fronte prima di allontanarsi per raggiungere Rose.

 

Damon la raggiunse e la fece allontanare ancora di qualche passo per non rischiare di svegliare Elena.

-Cosa volevi dirmi?- Le chiese impazientemente il vampiro ma Rose sembrava presa da misteriosi pensieri. Lo fissava in silenzio, con lo sguardo vacuo.

-Sai cosa mi sono ripetuta per tutti gli anni in cui ci siamo frequentati?- gli chiese improvvisamente -Mi dicevo: “Non è colpa tua, Rose. Lui è fatto così, Damon non sa più amare”- sul viso di lei si formò un sorriso triste -Lo pensavo davvero e questa consapevolezza mi aiutava a non sentirmi usata-

-Io non ti ho mai usata- Rose lesse la sincerità in quei bellissimi occhi di ghiaccio.

-Lo so, Damon. La verità è che tu stesso non credevi nell'amore. Tu hai sempre pensato di non poter essere migliore. Ti eri convinto che non ci fosse niente di buono in te-

Quelle parole lo fecero riflettere ed automaticamente il suo sguardo cadde sul corpo privo di sensi di Elena. Un sorriso stranito gli incurvò le labbra -Elena vede del bene in me-

-Elena non è la prima a vederlo, Damon, è solo la prima a cui hai deciso di credere-

Damon apparve spiazzato da quell'affermazione. Non aveva mai pensato che Rose... O forse si? Forse sapeva che lei nutriva dei sentimenti profondi per lui ma aveva deciso d'ignorare quella consapevolezza perchè, malgrado non potesse ricambiarla, era troppo egoista per rinunciare alla sua compagnia.

-Rose... Io... noi siamo amici-

-Lo so e sono felice che una donna sia riuscita a far riaccendere il tuo cuore. Anche se non sono io- gli occhi di lei erano diventati lucidi e Damon capì quanto male le aveva fatto.

-Tu sei stata importante per me, Rose. E lo sei ancora.-

-Anche tu per me-

Malgrado il senso di colpa stesse crescendo in lui, Damon si decise a porgerle la domanda che lo stava assillando -Cos'è che volevi dirmi?-

-Riguarda Elena, Damon. Lei è in gravissimo pericolo-

Le parole di Rose lo riscossero all'istante.

-Cosa vuoi dire? Rose spiegati meglio!-

-Ho scoperto perché Katherine è tornata. Ti dice qualcosa il nome Klaus Mikaelson?-

 

Spazio dell'autrice (che si pensava scomparsa nel nulla):

Ok, preparate pomodori ed ortaggi vari. Ora, al mio tre, lanciateli pure... uno, due...tre!!!!! Ammettetelo, ora vi sentite molto meglio! Lo so, me li merito tutti XD sono davvero disastrosa! Scusate! Potrei stare qui ad elencarvi mille giustificazioni per il mio ritardo ma non credo che servirebbe, voi vi annoiereste a morte ed io non mi sentirei meno in colpa quindi evito di propinarvi la mia “lista delle giustificazioni” e mi limito a scusarmi!

Ora non vi romperò con delle note infinite ma volevo approfittare per ringraziare tutte voi per il sostegno e l'entusiasmo che mostrate verso la mia storia. Incredibile, ogni volta che leggo le vostre bellissime recensioni mi vengono gli occhi lucidi e le mie labbra si piegano in una smorfia da perfetta cretina!

Sapete spesso i ritardi sono causati da una forte mancanza d'ispirazione, non perchè io non sappia cosa scrivere, la storia è già ben definita dentro la mia folle testolina, ma poi quando provo a metterla giù a parole mi pare di creare una gran schifezza. Succede anche a voi? Vi capita mai di avere una scena perfettamente in mente che poi, una volta scritta, si trasforma in qualcosa di totalmente diverso (una schifezza, per intenderci)? In quei momenti devo confessarvi che mi scoraggio davvero molto, inizio a cancellare il testo come una pazza e chiudo il computer... Per un po' mi passa la voglia di continuare, perché perdere ore ed ore a scrivere se il risultato finale è orribile? Ma quando penso di smettere, di abbandonare la storia per darmi all'ippica, decido di fare un ultimo tentativo per ritrovare l'entusiasmo ed è a quel punto che vado rileggermi le vostre recensioni! Leggo le vostre parole, i complimenti e i consigli, così mi sorge spontanea una domanda: ma perchè continuate a sopportarmi, con le mie note infinite e i miei continui ritardi? Forse ( e sottolineo forse? quel che scrivo non fa poi tanto schifo ( o voi siete troppo buone e non avete il coraggio di dirmelo =D )!

Ok, mi sono persa, non ricordo perchè ho iniziato questo discorso contorto... Ah si, tutto questo era solo un modo bizzarro di dirvi grazie, (siete stupende, fantastiche, dolcissime!!!!!) e per assicurarvi che, anche se non ho risposto alle recensioni (cosa per cui mi scuso), le leggo tutte e le apprezzo tantissimo!!!!! Da adesso in poi, se non avete già deciso di abbandonarmi, mi impegnerò a rispondervi e ad aggiornare molto più regolarmente. Magari una volta alla settimana, o ogni due. Non lo so, farò il possibile!!

Adesso mi metterei a commentare il capitolo ma credo che non sia necessario inoltre temo che molte di voi si siano già addormentate o siano in procinto di farlo (la mia logorrea va peggiorando). Quindi lascio a voi la possibilità (/supplica) di dirmi cosa ne pensate! So di non meritarlo ma mi farebbe davvero piacere!

Un bacione a tutte voi e ancora: grazie, grazie, grazie, grazie.......!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

A presto

La vostra logorroica, noiosa, e ritardataria amica =D

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