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Autore: Damon94    23/10/2014    0 recensioni
Questa NON è una storia, è un insieme di storie, poesie, pensieri d'amore che trovo su Tumblr e che mi fanno commuovere. Il titolo di ogni capitolo è il nome del blog da cui è tratto il testo.
Spero che vi piaccia.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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RICORDANDO UN BACIO 

"Stava sempre seduta nel solito posto, arrivava alla solita ora e ordinava la solita cosa.
“Un cappuccino e una bottiglietta d’acqua naturale” diceva con tono gentile e grazioso.
Quando le portavo l’ordine, con occhi bassi, mi sorrideva e con un tono di voce molto sottile, mi ringraziava.
La prima volta che la vidi entrare, pensai che fosse una cliente normalissima, che avrebbe ordinato qualcosa al tavolo, si sarebbe goduta il suo caffè e poi se ne sarebbe andata, infatti andò così.
Tornò anche il giorno successivo e pensai lo stesso, d’altronde tutti i clienti abituali facevano così, ma mi sorse una domanda solo quando cominciai a vederla ogni giorno e mi accorsi che guardava tutte le persone che passavano per strada.
Lavoravo in un caffe a San Pietroburgo, ero nato in Italia, ma ho sempre amato viaggiare, imparare ed osservare, e il fato o il destino, mi aveva portato il quella stupenda città.
Era una donna bellissima, bassa, capello corto, occhi verdi e di una eleganza strepitosa.
Eppure avevo una domanda da farle, mi incuriosiva sapere perchè al solito posto, perchè le solite cose, ma soprattutto perchè guardava le persone da quell’enorme finestra.
“Ecco il suo caffe, il suo cappuccino e le sue brioche” le dissi porgendole sul tavolo la comanda.
“Scusi..” disse con tono sottile.
“Si, mi dica..” le sorrisi e in quel momento, che non dimenticherò mai, vidi per la prima volta i suoi occhi verdi.
“Io ho ordinato solo un cappuccino..” rispose con tono simile a una scusa di un bambino che aveva combinato qualcosa.
“Lo so, ma le brioche sono per noi e il caffe è per me” le sorrisi ancora e lei rimase un secondo imbarazzata, ma poi sorrise.
Era il mio giorno libero, ma sapevo che quella ragazza misteriosa, di cui non sapevo nemmeno il nome, sarebbe arrivata al solito posto, alla solita ora e avrebbe ordinato le solite cose, ma non c’e la facevo più, dovevo sapere.
“Posso?” le chiesi indicando la sedia, anche se ormai avevo già deciso che mi sarei seduto, così lo mi sedetti senza una sua risposta.
“Le posso fare una domanda?” le chiesi.
“Certo..” rispose, senza togliere lo sguardo dalla finestra e prendendo in mano un pezzo di brioche alla crema.
“Perchè guarda sempre fuori?”
Non smettevo di fissarla e lei faceva lo stesso, con la finestra.
“È il mio lavoro..” rispose, guardandomi per la seconda volta dritto negli occhi.
“Ha degli occhi bellissimi, lo sa?” le dissi, ma forse era un discorso ad alta voce.
Sorrise.
“Puoi anche darmi del tu, se vuoi” rispose sorridendo.
“Come ti chiami?” le chiesi, ma non aveva importanza in quel momento.
Stemmo insieme due ore e in quelle due ore lei non guardò più la finestra e io non m’interessai più nemmeno al perchè lo faceva ogni giorno."
   
 
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