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Autore: monnie_ru    24/10/2014    4 recensioni
“ Hyuk, cos’hai?” sussurrò una voce dietro di lui.
Udito.
“ Hyuk, perché m’ignori?” continuò quel ragazzo, che aveva circondato le braccia al suo busto magro.
Tatto.
“ Hyuk, Guardami.” Si sentì dire quando il proprio corpo fu girato dalla sua parte, e gli occhi s’incrociarono.
Vista.
“ Hyuk, perché non mi vuoi.” Il respiro caldo, era assai vicino al volto e le labbra si sfiorarono innocentemente, con quel tocco di mano che spostava i capelli del giovane, che coprivano il viso.
“ Tu sai di buono.”
Gusto.
“Ti prego, non farlo.”
Fu ad intervenire la voce di Ken.
[ HyukBin ]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hongbin, Hyuk, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Primo Capitolo. 


 

 
 

 
La vita è rinchiusa negli attimi di tenerezza che dedichiamo agli altri. Attimi che spontaneamente si avvalgono della facoltà di colmarsi d'amore. Un amore incondizionato che nulla vuole, che nulla pretende, che nulla chiede, ma che da tutto se stesso, senza niente in cambio. Un amore dolce e tenero come bambini che non sanno ingannare ma solo donare con il cuore.




 
 
“Te lo ricordi?” chiese con tono allegro il ragazzo più piccolo. Hongbin attraversò il corridoio di quella scuola accanto a Hyuk e sorrise. “Qua ci siamo conosciuti” affermò con tono sicuro. Il biondo gli porse la mano e posò un dito sulla morbida bocca del maggiore, lasciando che un velo di felicità si percepisse con lo sguardo “Avanti, andiamo ad esplorare la scuola.”
“Certo” rispose il moro nello stringergli la mano e scoppiare in una lieve risata. Il minore si voltò e cominciò a compiere qualche passo saltellato, volendo ricordare il loro passato, ma si fermò bruscamente con la bocca spalancata “Hyung, la mia classe! Non è cambiata affatto.” Disse a gran voce nell’affacciarsi nell’aula. Eh si. Anche se gli anni erano passati lui era sempre il solito bambinone. “Lo vedo.” Sussurrò Hongbin con tono più silenzioso ed un’espressione leggermente divertita. “Mh, è qui che sono stato sgridato per la prima volta dall’ex rappresentante dell’istituto.” Ricordò il minore. “Già. Ero venuto a comunicare alla classe della assemblea d’istituto.” Continuò il moro, nello stringere il ragazzo fra le braccia. “La divisa ti donava parecchio, Hyung.” Sussurrò con imbarazzo Hyuk. “A me? A te stava d’incanto.” Rispose il maggiore nel prendergli il viso fra le mani e poggiare le labbra sulla sua fronte in modo lieve.

 

 
 
“Hyuk” lo chiamò la ragazza seduta al suo banco. Però il biondo non fece caso alle sue parole, dato stava ascoltando con gli auricolari una canzone, nel bel mezzo della lezione.
La ragazza lo scosse per richiamare la sua attenzione, ma fu troppo tardi. Una mano si era poggiata sul banco e quando Hyuk alzò il capo si ritrovò il viso del rappresentante d’istituto dinanzi. Tolse con velocità le cuffie e fece tanti inchini col capo in segno di scuse, quando poi si fermò ad esaminare quel moro. “Ti sembra educato ascoltare la musica nel bel mezzo di una lezione di chimica?” lo rimproverò il maggiore.
“La chimica è già complicata, non credi di dover stare attento?” continuò con tono severo.
“Ha ragione il signorino Hongbin Lee, Han SangHyuk.” Si unì la professoressa. Il biondo tacque, forse per la sgridata, ed anche perché non era tipo da rispondere ai più grandi. “Comunque, ero qui per comunicare alla classe che questo venerdì vi sarà l’assemblea d’istituto alla terza ora. Si parlerà delle gite, la pulizia della scuola e svariati danni accaduti durante questo anno scolastico.” Spiegò con velocità il ragazzo, dato doveva ancora informare altre classi.

 

 
Era giunto il venerdì. 



La giornata andava a gonfie vele, si poteva dire. Prima ora Educazione fisica e seconda ora sostituzione del professore di latino. Mancava solo l’assemblea e poi poteva tornarsene a casa. Si precipitò con la classe nell’aula magna e prese posto in uno degli ultimi posti, dove lo aspettava Lee JaeHwan, suo migliore amico. Lo salutò con un radioso sorriso il minore e si fiondò ad abbracciarlo. Hyuk era molto affettuoso, ragione per cui tutti volevano prendersene cura. “Hyung! Ken Hyung! Buongiorno.” Ridacchiò nel rimanere incollato a lui come una cozza. “Uh, il mio piccino. Noto che sei tanto felice oggi.” Affermò il maggiore nello scompigliargli i capelli. “Io sono sempre allegro, Hyung. Non vedo l’ora che finisca l’assemblea.” Rispose sorridente il biondo. “Ma non è nemmeno iniziata!” scoppiò a ridere il suo hyung. “D e t t a g l i” scandì divertito Hyuk.
 
“Buongiorno studenti di questa scuola, e benvenuti all’assemblea di questo mese. Sono Hongbin Lee, vostro rappresentante e lo sapete. Cercherò di parlarvi dei problemi che ha questo istituto e problemi che causiamo noi a questo edificio scolastico.” Iniziò il moro con il microfono alla bocca. Un boato dalla platea allucinante. Le ragazze erano sempre su di giri quando parlava il rappresentante. Si sentivano commenti del tipo: com’è bello; sarebbe il ragazzo perfetto; è così interessante ecc. Hongbin Lee era davvero famoso. “Ken Hyung, ma lo conosci di persona?” chiese il più piccolo con curiosità. “Io? Si, lo conosco. Frequentava la palestra di cui facevo parte. E’ un’ottima compagnia.” Rispose il maggiore alla sua domanda. Anche Ken parlava bene di lui, forse era davvero una persona eccellente.
“Bene. Per prima cosa, faccio un appello al gruppo di ragazzi che abitualmente rompe i distributori scolastici. Per cortesia, smettetela, che la scuola non ha molti fondi per farli riparare ogni settimana. Inoltre, siete pregati di non fumare nei corridoi dinanzi ai professori. Già hanno messo delle ceneriere nei bagni, i nostri bidelli. Ci hanno concesso già molto, dato lì si dovrebbe fumare.” Rimproverò severo Hongbin. “Ma passiamo avanti. Volevo anche citare i nostri diritti, sulla pulizia della scuola. I bidelli non usano sapone. Lo sapete credo? Già, perché non abbiamo fondi. Volevo organizzare un colletta da pare di tutti per acquistare dei prodotti. Così almeno le nostre scale non saranno nere, invece che grigie.” Continuò con convinzione.
“Devo ammettere che è proprio severo, ma si preoccupa per la scuola. E’ un ragazzo di cui avere stima.” Affermò attento Hyuk. Ken annuì e ridacchiò nel vedere il più piccolo così interessato. “Beh, ragione per cui hanno voluto che lui fosse il rappresentante.”
“Vorrei conoscerlo, sì.” Dichiarò il biondino.“Un giorno ti capiterà di parlarci, vedrai.” Esordì il maggiore.
“Per le gite. Ah giusto bisogna ancora prendere accordi con la preside dell’istituto, ma quest’anno ci saranno sicuramente.” Proseguì il presidente.
“Che cosa bella, sarà la prima gita a cui farò parte.” Applaudì il biondo. “Ti divertirai, io lo so bene. I benefici di stare in quinta sono quelli di andare in posti più lontani; però mi sento così vecchio. Tu sei solo di seconda, che cucciolo.” Annuì Ken. “Neh, e Hongbin? E’ di quarta giusto?” chiese curioso il piccolo. “Si. E’ in quarta, Hyuk. Quanto interesse, che sei suo fan?”ridacchiò il maggiore. Hyuk gli diede un pugnetto sulla spalla non molto forte e mise il broncio. “Curiosità, Hyung!” rispose.
Il campanello suonò la fine dell’assemblea e delle lezioni. Ken si alzò di fretta da posto e arruffò i capelli di Hyuk prima di salutarlo con una stretta di mano. Era proprio uno bravo Hyung.
 
Kim WonsHik, o come si faceva chiamare da se Ravi, gli si avvicinò. Era il rapper della scuola, si poteva dire. Lui e Hyuk si conobbero per via di un corso di musica affrontato l’anno precedente, in cui aveva avuto l’onore di cantare con lui ad un concerto organizzato dall’istituto. “Piccino, che ci fai qui tutto solo?” chiese il ragazzo dalla cresta di un arancio acceso. “Ah, Ravi. Nulla. Stavo per andare. Tra dieci minuti devo prendere il treno. Ecco qui.” Si alzò di scatto da posto il più piccolo. “Ti accompagno? Alla stazione, dico.” Domandò sorridente Ravi. “Che bel pensiero, ma tranquillo. Non ti voglio disturbare.” Rispose il biondo. “Dai almeno ti accompagno fino a metà strada.” E Hyuk glielo concesse. Gli sembrava sgarbato rifiutare.
Uscirono da scuola e con passo costante, fra varie risate e piccoli spintoni si avviarono per la stazione. “Hyuk, se io sono di quarta, questo vuol dire che staremo in gita assieme? Tu sei di seconda. Perfetto.” Affermò il maggiore. “Si, vero. Tu stai nella classe di Hongbin Hyung. Mi sembra.” Risponde il più piccolo. “Ah si. Hongbin è nella mia classe.” Annuì il rapper. “Perfetto. Allora lo conoscerai bene. Mi parli di lui?” chiese curioso il biondo. Ravi scosse il capo. “Non lo conosco così bene. Insomma, ho avuto qualche conversazione con lui, è simpatico e si prende cura di tutti, ma non so come sia al di fuori dell’edificio scolastico.”
Hyuk sospirò deluso e guardò l’orologio che portava al polso. Mancavano cinque minuti all’arrivo del treno. Cinque minuti. Oddio. Lui era solo a metà strada. “Ravi Hyung, perdonami! Devo fare di fretta e fare una corsa. Potrei perdere il treno, ci vediamo domani.” Disse salutandolo nel dargli il cinque e iniziare a correre verso il vicolo. Cercava di andare sempre più veloce. Un altro minuto era andato via e gliene rimanevano quattro. Aumentò il passo, ma inciampò a causa di una pietra, perdendo l’equilibrio e cadendo su una persona che gli era davanti.
“Oddio. Stai bene?!” si sentì dire da quella voce. Hyuk portò una mano sulla propria fronte, scuotendo il capo come per riprendersi. “Che botta!” si lamentò. “Devi stare più attento piccolino.. Aspetta io ti conosco. Eri quello che ascoltava la musica durante le lezioni di chimica.” Disse il ragazzo che il biondo non aveva ancora visto dato era con gli occhi chiusi. “H-Hongbin Hyung?!” si alzò da terra nel cominciare ad eseguire tanti inchini di scuse. “Scusa! Davvero.” Continuò nell’ammirare il moro che si era sollevato da terra da un po’. “Tranquillo, l’importante è che nessuno dei due si è fatto male.” lo rassicurò il maggiore nel sorridergli.
 
 
 
Amare qualcuno che sia uguale a noi fisicamente ma che ti faccia sentire il cuore arrivare in gola anche per un solo abbraccio, non vuol dire essere malati, significa provare qualcosa in più di chi invece ha paura anche solo a pensarlo. L'amore non conosce corpo, non conosce limiti, non conosce distinzioni. L'amore conosce le emozioni con il tuo corpo ti emana ogni qualvolta ti avvicini a lui.
 
 
“Esatto. Per fortuna non ti ho recato nessun danno.” Disse Hyuk con un filo di imbarazzo. “Dai sui, tranquillo. Dove andavi così di fretta? Dalla tua ragazza?” chiese il moro nel continuare a tenere un sorriso pacifico. “Ragazza? No, no. Non ho la ragazza. Assolutamente. Stavo correndo per prendere il treno e tornare a casa.” Rispose il biondo riguardando l’orologio. “E l’ho perso..” continuò sbuffando. “Avanti non è un dilemma, prenderai il prossimo. Devo andare anche io alla stazione quindi, ti accompagno piccino.” Annuì Hongbin. Hyuk spalancò gli occhi. Hongbin Lee era davvero così disponibile con gli altri. “Non voglio rubarti altro tempo, ma se facciamo la stessa strada, sarà un piacere.”
 
Presero a camminare e cercavano degli argomenti di cui parlare. Stava scoprendo molto su Hongbin. Aveva ammesso di adorare il canto; cosa che avevano in comune; e di far parte di un gruppo musicale. Amava scattare foto e giocare nel tempo libero a basket. Che persona interessante. Capiva il suo successo con le ragazze. “Hyuk, una domandina. Vai male in chimica, vero?” domandò Hongbin. Il biondino scoppiò in una risata divertita nell’udire la sua domanda, così improvvisa. “Odio la chimica, davvero.”rispose con facilita. “Mh, qual è il tuo voto?” chiese curioso. “.. Eh. Beh Hyung, io ho bei voti, supero la sufficienza in tutto.. tranne che in chimica che ho tre!” sussurrò tutto d’un fiato. “Aih, voto bassino. Io ho nove in chimica, se ti va ti faccio ripetizioni piccolo.” Suggerì il maggiore. Hongbin Lee. Il rappresentante d’istituto gli aveva proposto delle ripetizioni di chimica. Certo, l’idea di conoscere un ragazzo di cui nutriva da appena un briciolo di stima, lo faceva felice, ma l’idea di dover studiare chimica lo faceva annoiare. “.. C-certo Hyung. Dimmi tu. Dove e quando.” Rispose incredulo il biondo. “Mh, facciamo così. Oggi è venerdì giusto? Allora, mercoledì prossimo a fine lezione rimani a scuola con me.”
 
Erano ormai entrati in stazione e il maggiore controllava gli orari del treno; ce n'era uno fra circa cinque minuti. Hyuk sapeva benissimo che dopo quei minuti e tre fermate si sarebbero dovuti salutare. Che tristezza, voleva conversare ancora con lui. Hongbin prese il braccio del più piccolo e lo condusse ai binari, tenendolo stretto, trattandolo come un fratello più piccolo. Nessuno a parte Ken Hyung lo aveva stretto tanto. Si sentiva così protetto, però. Il biondo posò il capo sulla spalla del moro e gli rivolse lo sguardo, sorridente. “Mi sembri un bambino. Che carino” Affermò il maggiore. “Non sono un bambino, Hyung.” Borbottò il piccolo. Scoppiarono a ridere. Tra loro c’era una certa sintonia, si. Sembrava si conoscessero già da così tanto. “Ah, Hyuk. Vuoi il mio numero di telefono? Per le ripetizioni che ti darò sarà utile tenerti sempre a contatto.” Disse Hongbin con tono dolce. “Uh, certo. Dammi il tuo telefono che te lo digito.” Annuì Hyuk. Con la mano libera il maggiore estrasse il telefono dalla tasca e glielo porse, lasciando che il più piccolo potesse salvare il numero. Il biondo andò a lasciare nei contatti il proprio numero, e dopo poco si rese conto dello sfondo del cellulare. Erano Hongbin con altri due ragazzi a lui sconosciuti. Uno aveva la capigliatura rossa, da sembrare una piccola fragola, l’altro un ragazzo senza espressione. Di solito in una foto si sorride, ma lì era l’unico a non farlo. “Amici?” domandò Hyuk. L’altro annuì sorridente. “E’ il mio gruppo, e loro sono i miei Hyung.” Rispose. “Quello con i capelli rossi è il più grande, è Cha HakYeon, chiamato dagli amici N. Il ragazzo dalla capigliatura nera è Jung TaekWoon, chiamato Leo.” “Sembrano dei tipi ok.” Afferma divertito il biondo, estraendo il proprio cellulare dalla tasca, facendogli vedere lo sfondo. “Io come sfondo ho il mio caro amico Ken.” Continuò. “Lo conosco. E’ al quinto anno.” Dichiarò il maggiore, con sicurezza. “Esatto. E’ il migliore di tutti gli Hyung!” ridacchiò il più piccolo.
 
Il treno si fermò davanti a loro e subito salirono al suo interno, accomodandosi in due posti liberi. Hyuk riposò il capo sulla grande spalla del maggiore. Era così tremendamente comodo il più grande, si sarebbe addormentato lì. Tre fermate rimanevano. Tre sofferenti tappe. Il biondo si strinse al suo braccio, vergognandosi pure, dato non poteva permettersi troppa confidenza. Rifletteva. Lui si comportava così con Ken Hyung? Probabile, eppure non aveva tutta quella necessita di stringersi con quel possesso con lui. Hongbin guardò l’orario dal telefono che era celato nella tasca e scosse il capo, ignorando la stretta del minore. Hyuk pensò che qualcosa lo turbasse e forse aveva ragione, ma non glielo chiese. Non voleva sembrare sgarbato.
 
 
Prima fermata. Ne mancavano due.
 
 
“Hyuk, sei davvero un ragazzino delizioso.” Disse ad un tratto. “.. Io? Non dire sciocchezze. Sono un ragazzo come gli altri.” Si lamentò il minore. “No. Conosco persone affettuose, ma tu sei diverso. Una delizia. Qualcosa di piacevole, già. Nel senso che sei un’ottima compagnia. Ora comprendo il perché le tue Noone quando ti vedono per i corridoi quasi si scogliono.” Affermò con sicurezza. “Cosa? No, come? Impossibile. Non sono molto famoso con le ragazze, anzi. Sono addirittura più coccolato dai miei Hyung.” Rispose il biondino con leggero imbarazzo. “Beh,un ragazzino come te deve meritare tante attenzioni. E sentiamo, ci sono anche io tra gli Hyung che preferisci?” chiese il maggiore per curiosità. “Mh. Ti conosco da qualche ora, però non sei affatto male, Hyung. Ti preoccupi per tutti e anche di me. Quindi si, potrei considerarti tale fra qualche tempo.” Annuì con sincerità Hyuk.
 
 
Seconda fermata. Ne rimaneva una.
 
 
Il più piccolo sentiva un bizzarro peso allo stomaco. Scosse più volte il capo nel riflettere a cosa avesse, ma ogni volta veniva distratto da qualche domanda di Hongbin. Hyuk se lo chiedeva. Il giorno seguente il maggiore gli avrebbe dato le stesse attenzioni? Forse solamente alle lezioni di chimica. Un ragazzo come lui, non poteva badare ad un piccoletto come lui. Così pensava.
 
“Hyuk, tu scendi alla prossima fermata giusto?” domandò il moro. Il biondo annuì, senza proferire parola, dato era troppo perso nei pensieri. Un brivido attraversò la schiena del minore. Le labbra di Hongbin si erano poste sulla propria guancia. Arrossì. Le gote di Hyuk divennero improvvisamente rosse. Portò il viso fra le mani, come per proteggersi e non farsi vedere. Ciò fece ridere il maggiore, che lo trovava così innocente. “C he c a r i n o.” scandì con divertimento. Il minore gli rivolse lo sguardo, scoprendosi il viso dalle mani in modo lento e pauroso. “S-smettila Hyung.” Si lamentò. “Eh si. Secondo me le ragazze ti vanno dietro.” Affermò sicuro il maggiore. “… Non sono niente di che. Davvero.” Fu la risposta tremante del minore.
 
 
Terza Fermata. Non rimaneva più alcuna fermata.
 
 
Hyuk abbandonò il vagone del treno e salutò con la mano Hongbin, che gli sorrideva. Sospirò. Sentiva un dolore allo stomaco.
Mal di stomaco. Era davvero mal di stomaco?
 
 
 
 
 
 
“Eri un ottimo rappresentante, ho avuto tanta stima per te dal primo momento” affermò il minore. “Solo stima?” chiese ironico il maggiore. “Sh. Non pensare che ero invaghito di te!” rispose il biondo nel fargli la linguaccia scherzosa. Hyuk prese a staccarsi dalla morsa dell’abbraccio del moro e si fiondo ad affacciarsi alla finestra dell’aula, facendo un respiro profondo. “Penso che in ogni angolo di questa scuola ci sia una parte di noi, Hyung.” Sussurrò il minore. “Lo penso anche io.” Confermò Hongbin arrivando da dietro. “Continuiamo a ricordare. Avanti. Insieme” continuò.



 
 
 

 
 
Lunedì.
 
 Il weekend era già terminato e Hyuk era seduto sulle scale della scuola prima del suono della campanella, ad ascoltare una canzone con le cuffie.
 
 “Finally I realized, that I'm nothing without you, I was so wrong. Forgive me.”
 
Le parole che il biondo canticchiava erano melodiche e malinconiche, ma non perché lui era di malumore, affatto. Era l’inizio di una canzone. Ultimamente l’ascoltava spesso. Non lo sapeva il perché, ma sentiva che quelle righe lo rispecchiavano.
 
“Finalmente ho realizzato.” Lui doveva comprendere qualcosa, e si chiedeva cosa.
 “Che non sono niente senza te.” Chi era questo “te”.
 “Io ho sbagliato.” Forse avrebbe sbagliato qualcosa, o l’aveva già fatto.
“Perdonami.” Doveva essere perdonato.
 
 
Una mano si posò sul capo del biondo. Quel tocco era così caloroso, e lo riconosceva su mille.
“Ken Hyung.” Sussurrò con un piccolo sorriso.
Insieme all’arrivo del suo Hyung, si avvertì il suono della campanella e una mandria di ragazzi accendeva nell’edificio. Tra tutti quei ragazzi c’era anche Hongbin, probabilmente. “Entriamo, avanti.” Disse Ken nel continuare ad accarezzare il più piccolo. Hyuk tacque. Non voleva. “Avanti, Hyuk. Farai tardi a lezione..” continuò a pregarlo il maggiore.
 
“Han SangHyuk, si alzi e corra in classe.” Quella voce fece saltare in piedi il biondino. Girò appena il capo e dietro di se si ritrovò la figura di Hongbin. Lo stava rimproverando come l’ultima volta, eppure invece di rimanere in silenzio, il minore stavolta scoppiò a ridere. “Che ti ridi screanzato, in classe.” Ironizzò sorridente il maggiore. Nel frattempo, Ken rimase in silenzio. Come aveva fatto quel tipo a rallegrare così velocemente Hyuk? Era un po’ geloso, credeva che solo lui potesse riuscirci. Infondo, era il suo più caro amico.
 
 
 
 
 
Quando scrivete d'amore fatelo delicatamente, immaginate di intingere l'inchiostro dal sangue del cuore e di tatuare le vostre frasi su delicati petali di rose, inebriatevi del suo profumo e sussurrate i vostri versi all'anima che amate così una lieve brezza del tramonto trasporti i vostri candidi pensieri e desideri e trasformarli in una fantastica storia d'amore.
 
 
 
Erano passati mesi, da quando Hyuk cominciò a prendere parte alle lezioni di chimica del più grande.
Ne era sempre più convinto; Hongbin era un genio, e i suoi discorsi erano chiari e semplici da comprendere. Scivolavano lisci come l’olio, ecco.
Il più piccolo, imparò molto dal presidente d’istituto, non solo la chimica.
Da quando lo frequentava, anche il suo modo di parlare e scrivere si realizzò più ricco, e più sicuro.
Il legame fra i due si strinse sempre di più, giorno per giorno.
Hyuk ormai conosceva tutto del suo idolo, e viceversa per il più grande, che sembrava leggerlo come un libro aperto.
Quando si incontravano per i corridoi, spesso il cuore del giovane pulsava più del dovuto, e gli occhi brillavano come due fari, facendolo sentire perso di quella figura meravigliosa, che realizzò fosse l’unica che davvero voleva incrociare; infatti sapeva a memoria gli orari, in cui solitamente il suo Hongbin poteva trovarsi in quelle fredde e lunghe corsie.
Ciò non andava bene, affatto.
 
 
 
Si sentiva uno stalker, a volte.
 O semplicemente stava provando cose più grandi di se stesso.
 
 
 

Conosceva bene anche il suo profumo, accogliente e piacevole, che invadeva le narici del giovane ad ogni respiro. Poteva gustare quel caldo aroma, grazie a degli abbracci scambiati e l’avvicinarsi del più grande quando doveva spiegargli un argomento nuovo, che il minore non comprendeva perfettamente. Per una volta, il più piccolo poteva benedire la chimica, che tanto odiava.
 
‘E’ la professoressa, Non sa spiegare ed una befana assurda. Puzza anche come una capra, tra un po’ fa pure ‘bee’. Andare alla lavagna per me è desiderare un molletta per il naso.’ Si giustificò sempre Hyuk, creando continuamente un espressione divertita sul volto di Hongbin.
‘Almeno grazie a questo suo essere incompetente, ho un professore attraente che mi spiega sta palla di materia e me la fa capire. Dovrebbero santificarti, Hongbin Hyung.’ Continuava sempre il biondo con solo lo scopo di ammirare quel sorriso splendente, che si lasciava scappare il moro, a quelle sue osservazioni.
 
 
 
 
Sembrava che tutto andasse bene, e invece no.
 
 
 

 
 
 
Hyuk era lì, sulle scale dell’entrata della scuola a sbuffare.
Perché era lì? Ah, giusto, Hongbin.
Era ormai la fine delle lezioni, ed attendeva l’arrivo del maggiore, che gli aveva chiesto per via messaggio di aspettarlo all’uscita.
Non era nemmeno giornata, poiché per intraprendere quelle lezioni di chimica private, stava oscurando Ken, il suo migliore amico.
Erano giorni, che il suo Hyung cercava qualche situazione per passare del tempo con la sua compagnia, difatti l’aveva invitato numerose volte a prendere un frappé o altro; si sentiva male a rifiutarlo.
 
 

 
 
‘Che ti prende, Hyuk?’ chiese un giorno, con capo abbassato e sguardo rivolto verso il basso.
Una fitta al cuore, persuase il giovane, che quasi non riusciva a rispondere.
Aveva ragione, che gli prendeva?
Non aveva mai evitato Ken, e non si sarebbe mai permesso di farlo, eppure da quando conobbe Hongbin, pensava a tutt’altro.
‘Quel tipo ti sta cambiando!’ lo sentì urlare il più piccolo.
Tremava e i brividi tormentavano il suo corpo, Ken aveva ragione probabilmente, e perciò si sentì in colpa.
Innamorarsi fa così male?
 
 
 
 
Il minore guardava la grande entrata dell’istituto, alla ricerca di quel viso buono, che tanto gli trasmetteva una sensazione di benessere; anche se una parte di se voleva andarsene, perché pensava che Hongbin stesse diventando una sottospecie di Overdose.
Hyuk non poteva fare a meno della sua figura, ormai.
Era un male, lui non doveva affezionarsi più di tanto, oppure avrebbe causato del male al suo migliore amico e a se stesso.
Due ragazzi, non possono stare insieme.
Fu in quel fratto di secondi che si alzò dalla scalinata dell’entrata scolastica, col pensiero di andarsene, che una voce lo fermò.
 
“ Non andare.”
 
Hyuk però non si girò e tirò avanti, ignorando quella voce paradisiaca.
La mente diceva che era giusto così, ma il cuore esprimeva tutt’altra opinione.
Ken Hyung era troppo importante per lui, non doveva ferirlo o ignorarlo come stava facendo nell’ultimo periodo scolastico.
 
 





 
“ Hyuk, cos’hai?” sussurrò una voce dietro di lui.
 
Udito.
 
“ Hyuk, perché m’ignori?” continuò quel ragazzo, che aveva circondato le braccia al suo busto magro.
 
Tatto.
 
“ Hyuk, Guardami.” Si sentì dire quando il proprio corpo fu girato dalla sua parte, e gli occhi s’incrociarono.
 
Vista.
 
“ Hyuk, perché non mi vuoi.” Il respiro caldo, era assai vicino al volto e le labbra  si sfiorarono innocentemente, con quel tocco di mano che spostava i capelli del giovane, che coprivano il viso.
 
“ Tu sai di buono.”
 

Gusto.
 
“Ti prego, non farlo.”
Fu ad intervenire la voce di Ken.

 
 



 
Hyuk si svegliò di colpo e respirava a malo modo.
Era un sogno, un inutile immaginazione.
Scosse il caso e sospirò nel battere il pugno conto il materasso del letto, sfiorandosi le labbra con le dita della mano sinistra.
“ Perché..”
Le parole morivano in bocca, e il sogno si ripeteva come un filmino nella mente, di continuo.
La cosa buffa? Era che sembrava tutto reale e piacevole, seppur il finale assai doloroso, della voce di Ken, che pareva implorarlo di fermarsi.
 
La cosa ancora più bizzarra? Era che il giovane, cercava proprio di levarsi dalla mente il baciatore.
 
 
 


 
 

 
 
 
 
 
Il display del telefono segnava un messaggio, proprio nel momento in cui Hyuk si stava lavando i denti e preparando per fare la colazione in un bar con Ken.
Lo sguardo del biondo era sorpreso, non si aspettava un messaggio da Hongbin dopo che si era allontanato in quel modo.
 
“Hyuk, verresti a casa mia?”
 
Che poteva rispondere in quel momento?
Il cuore gli faceva male, quando freddamente digitò due lettere secche.
 
“ No.”
 
Si pentì presto di avergli risposto in quel modo, nemmeno se lo meritava.
Il maggiore era così buono con se, forse esagerava.
Il biondo però si sentì disgustoso, nel momento in cui non vi fu un messaggio da parte dell’altro.
Hyuk, fai davvero schifo.
 
 
 
 
“ E così, hai smesso di fare il lecca piedi del presidente?” Domandò Ken, quando portò il cornetto alla nutella alla bocca, per gustarselo.
La sua domanda era tutt’altro che carina, assolutamente.
Lecca piedi, non era esagerato definirlo così?
“ Non è carino, Hyung.
Non era mia intenzione poi, apparire tale.” Ribatté Hyuk, nascondendo il fastidio che stava provando, ingozzandosi della ciambella che aveva ordinato.
“ Almeno hai ritrovato la ragione e sei tornato da me. Su questo ti lodo.”
Dire che l’amico provava odio per Hongbin, era anche poco.
La gelosia sembrava torturarlo dal profondo.
Perché si vedeva, che provava quel sentimento.
Fin da bambini Ken definiva il biondino di sua proprietà, e basta. Era come un cane da guardia, se si trattava del minore.
Hyuk si stava dissetando col succo d’arancia preso, e buttò lo sguardo sulla figura del maggiore, che sorseggiava il cappuccino.
Anche ad Hongbin piace il cappuccino.
Lui rimase imbambolato nei ricordi di quando il presidente, si gustava a dovere quella tazza di cappuccino tutte le mattine, prima di cominciare ad andare a seguire le lezioni. Hyuk aveva sempre lo sguardo fisso sul suo pomo D’Adamo e al solo rammentare, arrossì--.
 
“ Hyuk--.”
 
Il biondo tornò nella realtà e toccandosi il viso, sentì le goti calde.
Che imbarazzo, e mo che penserà?
Scosse il capo, e fece numerosi respiri profondi prima di scoppiare a ridere e posare la mano dietro la nuca.
 
“ .. Perché sei arrossito guardandomi?”
 
Ecco il momento in cui Hyuk voleva cadere da un precipizio molto molto profondo.
Avrebbe voluto dire “ No, nulla, Non pensavo a te, ma a Hongbin che nel suo modo raffinato beve ciò che ti stai scolando, baby.” Cosa che non avrebbe fatto nemmeno per tutto l’oro del mondo. Non era nel suo stile.
 
“ Perché stavo sognando ad occhi aperti!”
Cercò di inventarsi il minore, anche se non era proprio una bugia.
Ken rise solamente, dato sapeva perfettamente di come il biondo viveva  nel mondo dei sogni, per come fosse distratto.
Per sua fortuna, il maggiore non volle dettagli ed era andato a pagare subito dopo la risposta data. Era come un rito fra loro, spesso alle uscite si offrivano qualcosa, ed in effetti si alternavano ogni volta.
 
Però in quel momento Hyuk si diceva solamente una cosa, e quasi si malediceva.
Hongbin Lee, smettila di starmi in testa. 






 

Autrice.


Buongiorno a voi, sono EyesOfTheNight e questa è la mia prima fan ficton su EFP.
Sono contenta che qualcuno si sia fermato a leggere questa piccola creazione, siete stati dolcissimi. 
So che non è chissà cosa, ma spero che sia stato un bel passatempo. 

Avviso che il prossimo capitolo è già in creazione e sarà già l'ultimo, dato che questa fan ficiton all'inizio doveva essere una one-short.
VI RINGRAZIO ANCORA ( perchè so di essere una frana ; __ ; )
Dunque ci rivediamo al prossimo capitolo. Spero che qualcuno lo aspetterà, neh.

 
  
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