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Autore: sakura_kinomoto    17/10/2008    5 recensioni
Bob Bryar aveva un unico nemico al mondo che interferiva nel suo idillio amoroso con Ray Toro. Il suo nemico non era rappresentato da un uomo o una donna, ne tanto meno da quello Starbucks ambulante che ancora si ostinava a farsi chiamare Michael James Way.
Ray Toro era un ottimo musicista, un grande chitarrista ed, ovviamente, un meraviglioso ragazzo, ma con un unico, micidiale difetto: i biscotti.
[Ray/Bob]
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bob Bryar, Ray Toro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Can't keep my hands out the cookie jar.
Titolo: Can't keep my hands out the cookie jar.
Fandom: Real - People / My Chemical Romance.
Pairing: Bob Bryar / Ray Toro

Autrice: sakura_kinomoto.
Beta-Reader: la mia amata e adorata lil sis/mèimei Carla! *____*
Raiting: G
Conteggio parole: 1.157 parole, one-shot.
Avvertimenti: slash, comico, romantico, tanto fluff. *____*
Riassunto: Bob Bryar aveva un unico nemico al mondo che interferiva nel suo idillio amoroso con Ray Toro. Il suo nemico non era rappresentato da un uomo o una donna, ne tanto meno da quello Starbucks ambulante che ancora si ostinava a farsi chiamare Michael James Way. Ray Toro era un ottimo musicista, un grande chitarrista ed, ovviamente, un meraviglioso ragazzo, ma con un unico, micidiale difetto: i biscotti.
Note: i personaggi appartengono a loro stessi, bla bla bla, non li conosco, altrimenti non ci scriverei sopra, bla bla bla.
Disclaimer: come sempre qualsiasi genere di commento/critica/suggerimento è ben accetto. ^^
Il titolo è preso da ‘Cookie Jar’ by Gym Class Heroes.
Crossposted: it's quite obvious, Bandomiville and my LJ.

Can't keep my hands out the cookie jar.

Bob Bryar aveva un unico nemico al mondo che interferiva nel suo idillio amoroso con Ray Toro.
Il suo nemico non era rappresentato da un uomo o una donna, ne tanto meno da quello Starbucks ambulante che ancora si ostinava a farsi chiamare Michael James Way.
No, il suo nemico era molto più infido e subdolo, si era infilato tra loro come un'ombra, che appare appena la luce di indebolisce, e non c'era modo di staccare l'uno dall'altro.
Ray Toro era un ottimo musicista, un grande chitarrista ed, ovviamente, un meraviglioso ragazzo, ma con un unico, micidiale difetto: i biscotti.

Bob stava guardando in cagnesco da ormai un quarto d'ora buono il suo nemico, o meglio, il suo contenitore; quella maledetta biscottiera che ogni giorno veniva amorevolmente lucidata dal suo ragazzo, neanche con lui era altrettanto attento.
Odiava quel contenitore. Odiava il fatto che Ray Toro lo guardasse con la stessa espressione con cui guardava lui. Odiava il fatto che ogni tanto ci parlava; avrebbe dovuto farlo vedere da qualcuno, la vicinanza di Frank lo stava rendendo uno psicopatico.
Odiava ancora di più il fatto che da due settimane stava meditando una vendetta contro un oggetto inanimato. Ora era lui lo psicopatico.
- Bob, che fai? -
- Niente. - Distolse lo sguardo dalla biscottiera.
- Senti, non capisco perché la odi, non ti piace? -
- No, certo che mi piace. -
- E allora perché ogni volta che ci posi sopra gli occhi sembra che la vuoi polverizzare? -
- Non è vero! - Lui non voleva polverizzarla, voleva solo che sparisse da quella casa, dalla loro vita. Della terra in generale.
Ray sbuffò.
- Okay, però se la trovo rotta, ne ricompro un'altra, perché i biscotti devono stare da qualche parte. -
- Non potrebbero stare nella loro confezione? -
Il chitarrista lo guardò spalancando gli occhi.
- Robert Bryar! Da quando hai iniziato a essere così blasfemo? Nella loro confezione? Ma sei impazzito? Non dovrebbero neanche metterceli  in quella cosa fatta di chissà quale intruglio chimico, li rovina. -
Dopo aver spettinato il ragazzo con le sue urla, se ne andò sbattendo la porta.
Quindi non era la biscottiera il problema, erano i biscotti in sé. Non parlava con la ceramica, ma con i biscotti. Certo, rimaneva sempre psicopatico. Ora sorgeva il vero problema: come disfarsi dei biscotti? Non poteva privare il suo ragazzo della fonte della sua vita, sembrava non mangiare altro. Ingurgitava vagonate di biscotti con pezzi di cioccolato fondente, li faceva sparire così velocemente che ti domandavi se li avevi comprati veramente oppure se quella sensazione fosse il frutto della tua fantasia. Erano la sua droga, come Mikes aveva il caffè, Gerard e Frank le sigarette e il contino, e inspiegabile, bisogno di dare una dimostrazione pubblica del loro amore al limite di un porno, Ray aveva i biscotti.
- Stupidi biscotti. -
Rimase in cucina per tutto il giorno, senza neanche mangiare, troppo preso dai suoi propositi di vendetta. Che l'avesse presa sul personale era ovvio, ma che pensasse che dovesse salvare Ray da un drago sputacioccolata, beh, quello era decisamente meno ovvio; ma era questa l'immagina che capeggiava nella mente del ragazzo. Ray imprigionato in una torre attorniato da un mare di cioccolata bollente in cui i biscotti avevano lo stesso ruolo dei coccodrilli, un drago che svolazzava attorno alla torre che ogni tanto rimpolpava il mare di cacao sputando lava cioccolatosa, e lui, su una sponda di marzapane, sul suo bianco destriero, pronto a sconfiggere la bestia feroce con tonnellate di panna montata.
Nella sua mente si vedeva vincitore, ma i biscotti rimanevano.
- Stupidi biscotti. -
Come poteva superarli? Da un certo punto di vista lui aveva in pugno Ray, i biscotti non fanno sesso, e anche se lo facessero, Bob era pronto a scommetterci il suo posto nella band, lui lo faceva meglio. Le grida del chitarrista ne erano la conferma. Il suo ragazzo non poteva dividere il suo amore tra lui e quei pezzi di pasta frolla. Lui doveva averlo, egoisticamente, tutto. Corpo e anima.
Stava ancora rimuginando sul lancia-panna montata quando gli venne l'idea che lo avrebbe fatto vincere. Con un ghigno sadico, svuotò la biscottiera nell'immondizia.
- Stupidi biscotti. -

Ray era appena rientrato, stremato dal quella giornata e con la certezza che il mondo stava per finire, quel pomeriggio Mikes aveva rifiutato un caffè, il che equivaleva a privarsi del suo stesse sangue, Frank e Gee non si erano attaccati a cozza e non aveva dimostrato al mondo intero quanto immenso fosse il loro amore. I primi due segni dell'apocalisse. Aveva bisogno di una pausa; si diresse verso la cucina dove il suo paradiso fatto dolce lo attendeva. Raggiunse la porta saltellando, la aprì e fu invaso da una nuvola di polvere bianca.
Il suo primo pensiero fu: oh mio dio, Bob si droga.
Il secondo fu: oh mio dio, ora vado in overdose.
L'ultimo fu: è stato fregato dal suo pusher, questa è farina.
Appena la nuvola si diradò, vide un'incredibilmente bianco Bob, inginocchiato davanti al forno con un'espressione da serial killer soddisfatto che guarda con orgoglio il suo ultimo lavoro, aveva paura di chiedere cosa ci fosse nel forno, sarebbe stata una domanda inutile. Ora ebbe la certezza che la fine fosse imminente, il terzo segno si era palesato: Bob si era trasformato nello Chef  Tony. *
- Bob? -
Il ragazzo si girò di scatto ed uno sbuffo bianco sottolineò quel gesto.
- Ray?! Cosa ci fai qui? -
- Ci abito. -
Sembrò pensarci sopra.
- Vero. -
Un silenzio imbarazzante scese su di loro, Ray guardava come era ridotta la sua cucina, Bob rimase accovacciato davanti al forno.
- Ehm, cosa stai facendo? -
- Cucino. -
- Sì, questo lo vedo. Forse ho fatto la domanda sbagliata. Perché? -
- Vendetta. -
Il chitarrista strabuzzò gli occhi. Stava per replicare quando il timer del forno scattò. Qualsiasi cosa stesse cucinando doveva essere pronta. Vide Bob sorridere verso il vetro, aprire il forno ed estrarne una teglia.
- Cos'hai cucinato? - Chiese avvicinandosi, sentiva un vago odore di cacao. Appena fu di fronte al ragazzo vide che vicino all'angolo della bocca gli era rimasta della cioccolata, probabilmente quando aveva assaggiato l'intruglio per vedere se quello che aveva preparato fosse accettabile o se portava dritto all'obitorio.
- Biscotti! -
- Perché? -
Bob si guardò i piedi.
- Beh, visto che ti piacciono talmente tanto, ho pensato di farti una sorpresa; poi odio il fatto che guardi quella biscottiera più volte di me. Mi sono detto, se li faccio io, si renderà conto che c'è qualcosa di buono di quegli stupidi biscotti. -
Ray sapeva che Bob era il miglior ragazzo del mondo.
- Per quello prima hai detto vendetta? -
- Sì. -
Si avvicino al ragazzo e leccò via il cioccolato dall'angolo della bocca.
- Beh, qualcosa di più buono esiste, un Bob cioccolatoso. -


* per chi non lo conoscesse, è il presentatore di una televendita, avete presente quello dei coltelli? Ecco lui. Non so se faccia anche dei biscotti, però io lo adoVo *__* mi piaceva l'idea e non mi sovviene nessun altro chef famoso, soprattutto statunitense, visto che non so se Martha Stewart fa anche i dolci, e poi volevo metterlo in una storia! x''D

Ancora io, sempre una storia chimica, e stranamente per me, 'canon' (per quanto possa essere canon una RPS ^^"), questo delirio è frutto di un sogno fatto dalla sottoscritta, un sogno decisamente strano che comprendeva anche un'inondazione davanti a casa mia O_o calcolando che la più vicina fonte d'acqua è a più di un chilometro e non abito vicino al mare, la vedo impossibile, anyWay ne stavo riparlando con Carla e mi è tornato in mente che nella mia cucina c'erano tutti, Ray e Gee a parlare di non so bene cosa, Mikes ad esaminare la caffettiera, snobbando quella che fa il caffé americano visto che la conosceva già, il nano malefico infrattato non so bene dove e Bob aveva appena sfornato i biscotti.
Non so come sono arrivata al triangolo Bob/biscotti/Ray, Ca' deve aver detto qualcosa e nella mia mente perversa e slashosa è scattata la molla. Bah. @__@
Spero che vi piaccia.
So long, sakura.
xoxo

  
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