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Autore: mikeysdonut_    25/10/2014    3 recensioni
Olive Main ha i piedi consumati dalla danza, ma questo è il dolore minore.
Luke Hemmings vive nello stesso palazzo di Olive, ma non lo sa, ogni posto è meglio di casa.
Lilyan Meidgh è la migliore amica di Olive, ballano insieme da quando avevano cinque anni, non ha i genitori e in compenso ha una cicatrice lunga e spessa sulla gamba
Ashton Irwin ha venti anni ma va ancora a scuola, sono due anni che cazzeggià per quei corridoi.
Zoe Harrison è la ragazza più anonima della città, ma c'è qualcuno che da lontana l'osserva in modo curioso.
Michael Clifford è quel qualcuno che da lontano osserva Zoe, quel ragazzo con i capelli colorati, i jeans strappati, le vans bucate e una sigaretta tra quelle labbra rosse che ne hanno assaggiate tante altre senza mai trovare quelle giuste.
Beth Devine è la ragazza che cammina sorridendo a tutti per la Sydney Academy; Bethany è semplicemente perfetta, è tutto perfetto per lei, tranne la sua vita.
Calum Hood è solo, vive con i sua madre e sua sorella minore, sta portando avanti quella famiglia da ormai cinque anni. Ed è il dolore che sopporta Olive ogni giorno.
Genere: Erotico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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If i die young, bury me in satin,
lay me down, on a bed of roses,
sink me in the river, at dawn.
Send me away with the words of a love song.

If i die young, the band.

 

1.

“E uno, e due, e tre, e quattro. No Olive! Non così! Su le punte! Ecco ora va bene.” Olive si mordicchia il labbro nervosa mentre piega la gamba fasciata da calze a rete nere, le uniche che per adesso non ha smagliato; guarda Lily che si sta riscaldando alla spalliera dall'altro lato della palestra, la ragazza le sorride dolcemente e piega la schiena sulla gamba tirata indietro, Olive ricambia il sorriso e riprende la coreografia da capo. Finito di provare esce dalla palestra ed entra nello spogliatoio dove beve un sorso d'acqua dal rubinetto comune, si siede un attimo sulla panca e controlla le notifiche di instagram sul telefono, lo butta dentro il borsone militare e torna dentro

“Olive vai con Brodey e provate la vostra coreografia.” Olive sorride e cammina a passo lento verso il ragazzo dagli occhi cielo, lui si volta e sorride mostrando i denti bianchi e dritti, non dice nulla e la prende per i fianchi tirandola verso di lui, si sorridono e iniziano a provare senza base; Olive ama quando Brodey la prende per i fianchi e la solleva, ama piegarsi sul suo corpo, ama quando i loro volti sono così vicini da sentire i propri respiri. Ama ballare con quel ragazzo così perfetto. Perché sì, Brodey è perfetto, e Olive lo sa bene.

 

Lilyan sta guardando Olive e Brodey ballare e sorride, perché poche volte vede Olive con gli occhi che brillano dalla gioia e non dalle lacrime. Si toglie gli scaldamuscoli e si alza dal pavimento, Cassie le consiglia di fare alcuni piegamenti base e di non sforzare troppo la caviglia, 'che sono poche settimane che si è tolta il gesso, Lilyan sbuffa e si alza sulle punte dei piedi, fa leva sulla caviglia sinistra e appena il nervo si tende creandole un leggero dolore torna sulla posizione normale e si massaggia il piede. Esegue alcuni salti di livello due, se non tre. Vorrebbe provare la sua coreografia, ma ha paura di farsi male, di nuovo. Trema al pensiero del dolore che aveva subito quando aveva sentito l'osso che si rompeva mentre tornava dal salto, si era inginocchia e aveva iniziato a piangere. Ma non come piange ogni notte sul cuscino di camera sua perché sente di nuovo le mani di quell'uomo su di lui, o perché le manca la sua famiglia. No, era un pianto diverso, un pianto di dolore fisico, non interiore. Un pianto che poi è passato.

 

Ashton si pulisce il naso dalla polverina bianca e tossisce, si butta sul divano di camera sua e si accende una wiston rossa, Michael entra dalla finestra lasciata aperta solo per lui e gli altri suoi amici, appena entra non dice nulla e si siede sul letto già con una sigaretta stretta tra le labbra

“Calum è a lavoro?” chiede con voce roca Ashton, Michael mugugna un sì mentre cerca di far andare l'accendino ormai scarico, Ashton annuisce e butta fuori il fumo dal naso, sospira e guarda il ragazzo dagli occhi color vetro

“Luke?”

“Credo stia per arrivare.” Ashton annuisce ancora e spegne la sigaretta sul porta cenere ormai pieno, tossicchia un'altra volta e si alza dal letto, per un attimo la testa gira ma poi torna tutto normale e si va a sedere vicino all'amico; dalla finestra entra Luke con il cappuccio che gli schiaccia i capelli tirati in alto, sorride ai due amici, ha gli occhi arrossati, Ashton non sa se per il pianto o perché è fatto, non sa niente in questo momento, non sente niente.

 

Zoe sta camminando per strada, indossa una felpa e un paio di jeans, ha i capelli che le scendono sulle spalle, lisci e piatti; nessuno la nota. Entra dentro un bar che tiene un libro in mano, è la sua caffetteria preferita, qui può bere caffè e leggere in tranquillità su quei divanetti verdi, si va a sedere sul suo solito posto e aspetta che un cameriere l'accolga; senza aspettare molto Calum Hood si presenta davanti a Zoe, Calum non la guarda nemmeno e prende l'ordine, caffè con caramello e panna. Zoe lo guarda allontanarsi e si stringe nella sua felpa, è un amico di Luke Hemmings, Zoe odia Luke Hemmings. E odia il suo sorriso, il suo piercing, i suoi occhi azzurri. Lo odia, lo odia, lo odia, lo odia.

Calum Hood prepara il caffè per quella ragazza dai capelli castani, lo mette sul vassoio insieme ad altri cinque e lo porta al tavolo, lo appoggia e Zoe le sorride, lui ricambia con uno sguardo sorridente e va a servire gli altri tavoli, pochi clienti sorridono; e se sorridono sono ragazzine arrapate che cercano di abbordare ordinando dieci frappuccini in un ora, ma meglio così, più soldi per lui.

 

Bethany è chiusa in camera da trenta minuti e si sta provando vestiti da quando è entrata, la sua famiglia si sarebbe dovuta presentare ad un evento importante questa sera ed era indecisa tra due vestiti, uno lungo e rosa antico con lo scollo a cuore, l'altro lungo con un gonna ampia rosso scuro e le maniche in pizzo bianco. Alla fine opta per il rosa antico e si raccoglie i capelli in modo ordinato, lasciando due ciocche cadere lungo il viso pallido, si mette il rossetto rosso e s'infila i tacchi; Bethany non vuole veramente andare a quell'evento ma non ha scelta, è costretta, è costretta a fare tante cose, è costretta ad essere quello che è. La ragazza perfetta con i genitori perfetti.

Ma Bethany è stanca marcia di essere perfetta, e vuole vivere una vita imperfetta, piena di sbagli e vitalità, un vita che però, purtroppo, non potrà mai avere.

 

Olive ha i piedi a pezzi, è uscita ora da danza e sta camminando verso la caffetteria più buona del mondo con Lily di fianco, nessuna delle due parla, sono entrambe troppo stanche e troppo pigre per instaurare una conversazione di senso logico; entrano nella caffetteria e si siedono sui divanetti verdi, Olive incontra subito due paia di occhi marroni e rabbrividisce al solo contatto; non lui. Non qui. Il ragazzo alza un angolo della bocca e avvicina alle due ragazze

“Olive, oggi non ti ho vista all'uscita.” Olive arrossisce e si tocca lo stomaco, Calum ridacchia e prende il blocknotes

“Cosa prendete?”

“Due Americani” risponde secca Lilyan, il ragazzo la fulmina con lo sguardo e se ne va con l'ordine segnato sul blocchetto, torna subito con i due caffè e Olive è titubante quando prende il bicchiere bianco in mano, beve il primo sorso sotto lo sguardo attento di Calum, vorrebbe urlargli di andarsene ma saprebbe che sarebbe come scavarsi la fossa da sola. Arriva a metà caffè che ancora Calum è li a fissarla.

“Oggi Cassie è stata una vera stronza, volevo provare la coreografia con Cody e invece no, sono dovuta stare a guardare te e Brodey che vi strusciavate allegramente in quel cazzo di tango!” esclama Lilyan guardando la ragazza, Olive quasi sputa il caffè e arrossisce, Calum stringe il vassoio scuro tra le mani e guarda la ragazza. Chi è Brodey?

“Lily ti sei tolta il gesso due settimane fa, non credo ti faccia subito saltellare sulla testa di qualcuno, che poi tra l'altro non ha neanche una buona presa, cioè, Cody è la meta di Brodey, dovrebbe darsi a qualcosa come il nuoto sincronizzato.” Lilyan ridacchia e non può fare a meno di darle ragione, Cody è troppo mingherlino

“Scusa se tu ti becchi gli gnocchi palestrati e io i mingherlini carini.” Olive scuote la testa sorridendo e rivolge una veloce occhiata a Calum, che è ancora lì, e la sta guardando male

“Comunque, tornando a Brodey, stavo per svenire!” esclama sorridendo con gli occhi

“Siete carini, ero lì che vi guardavo e sussurravo 'Bacio! Bacio! Bacio!'” Olive ride di gusto e batte la testa sul tavolo, Lily sorride

“Che troia.” il sorriso di Lily si allunga e finisce il suo caffè, così anche Olive e lasciano i soldi sul tavolo, quando stanno per andarsene Calum prende la ragazza con una presa fin troppo forte e la gira verso di lui

“Domani giuro che ti gonfio.” Olive annuisce terrorizzata e strattona il polso che le fa male da ieri sera, corre via e raggiunge Lilyan di fuori, non si era accorta che l'amica era mancata per cinque secondi, il tempo che si era accesa una chesterfild. Lily sorride e s'incamminano ognuna verso casa propria.

 

Olive non sa esattamente perché lo fa, lo fa e basta. Una volta c'era un motivo, Olive una volta credeva che il dolore placasse altro dolore, ora non sa più se lo fa per lo stesso motivo; lo fa perché ormai è diventato un vizio. Sì, è un vizio; chiudersi in bagno, sedersi sulla vasca e lasciare che il sangue coli sulla sua pelle sporcandone il fondo liscio; mentre lo fa, Olive piange, non per il dolore, perché non c'è dolore, piange per com'è lei, per com'è la sua famiglia, per la sua vita in generale, che le fa schifo.

 

Calum torna a casa che non avrebbe mai voluto farlo, sua madre è già seduta sul divano con una bottiglia di Heiken in mano, blatera qualcosa che lui non capisce, forse è meglio così; la sua sorellina Anya è seduta sul letto di camera sua, gioca con le due bambole che Calum gli aveva comprato poche settimane prima, sorride nel vederla, ha cinque anni, ed è stata la loro rovina, ma è meglio non farglielo sapere; Calum si chiude in camera e si accende una sigaretta, butta fuori il fumo come si butta nel letto comodo, il materasso morbido l'accoglie e lui guarda il soffitto nella speranza di trovare qualcosa d'interessante ma vede solo una parete bianca.

 

Sono le otto di sera quando Luke Hemmings torna a casa, mai tornato così presto. Fa un respiro lungo ed entra nell'appartamento, il baccano lo accoglie, gli urli di sua madre e gli ansimi di un uomo. Trattiene un conato e va in camera, esce sul piccolo balcone e guarda il parco al centro del palazzo, è verde, pieno di bambini e giochi, sorride ricordandosi di come era cresciuto bene, in quel palazzo, con i suoi genitori. Poi suo padre morì, e sua madre divento una puttana. Il sorriso di Luke si spegne in un attimo e si morde forte il labbro, stringe i pugni trattenendosi dallo spaccare il muro. Urla a bocca chiusa con le lacrime che lo soffocano, si siede a terra con la schiena appoggiata al muro, si passa una mano tra i capelli e scuote la testa

“Che merda” borbotta. Si rialza e va in camera, si stringe nel cuscino e prende il telefono, fa partire la musica a volume massimo che riesce a bloccare i gemiti di quella donna che fino a sei anni fa chiamava madre.

 

Ashton e Michael sono ancora insieme, chiusi in quella camera da più o meno tutto il pomeriggio, a fumarsi erba da più o meno tre ore. Michael ora dorme sul letto, Ashton lo guarda dormire. Sta pensando a come si possa avere una vita così, a come sia possibile vivere con dei genitori di merda; che poi non sono suoi genitori, è stato adottato, lui. Ecco perché è così; l'ha scoperto più o meno tre anni fa, e tutto è andato male d'allora. Si odia, odia la sua famiglia, la sua vita. L'unica cosa che non odia forse sono i suoi amici, quelli con cui ride, esce, quelli con cui non si vergogna di piangere, anche se non piange mai, è troppo orgoglioso per piangere.

Michael apre gli occhi, avrà dormito sì e no per mezz'ora, guarda Ashton, un po' di barbetta sulle guance, una bandana che gli tira indietro i capelli, gli occhi persi nel vuoto; sta pensando, e questo dispiace a Michael, perché se sa una cosa di Ashton, è che quando pensa tratterrà le lacrime fino a quando non sarà solo, e poi scoppierà e andrà a prendere a pugni quella parte del muro già crepata. Allora Michael sospira ed esce dalla finestra salutando l'amico, subito sente alcuni singhiozzi scuote la testa mordendosi il labbro e si affretta ad andarsene, odia sentirlo piangere. Arriva a casa che sono passati trenta minuti, e come sempre, prende la cena dalla tavola e va in camera, odia la presenta di sua madre e soprattutto quella del suo patrigno.

 

Zoe è uscita dal bar più o meno verso le cinque, ed ora è a casa, in camera, con un libro nuovo in mano e una tazza di caffè nell'altra; Zoe vive di caffè. Sua madre la chiama a tavola ed è costretta ad andare; Zoe odia mangiare. Entra sorridendo in cucina e sua madre le mette davanti un piatto di carne inzuppata nel sugo, il solo odore le da la nausea, non lo fa apposta, ma il cibo le da la nausea. Mangia con sforzo e cerca di non vomitare, sua madre non la guarda neanche, è troppo impegnata a messaggiare con suo padre che è 'Via per lavoro' ma Zoe sa, che molto probabilmente si sta facendo una delle sue segretarie a Melbourne. Zoe finisce la carne e il sughetto, con passo veloce torna in camera e chiude la porta, si piega davanti al water e vomita tutto, forse anche l'anima. Due anni fa non era così, vomitava quando lo decideva, portandosi le dita alla gola, per essere perfetta. Ma adesso... Adesso è tutto diverso, ormai il suo corpo non sopporta più il cibo.

 

Lylian torna a casa che il sole è tramontato, ha mangiato la pizza in compagnia di suo fratello maggiore Blaike, ora ha una sigaretta in bocca e sta fumando fuori dal balcone di casa. Abita solo con suo fratello, ha ventitré anni e quindi può farle da tutore. Sì, tutore, perché i suoi genitori sono morti per un furto andato male, Lylian se l'è cavata con una cicatrice sulla coscia destra, quel bastardo le aveva fatto un taglio sulla gamba. Se ricorda a come quelle mani l'hanno toccata, dove l'hanno toccata... Rabbrividisce e scoppia a piangere, un pianto disperato che la porta a spegnersi la sigaretta sul braccio, si morde il labbro tanto forte da far uscire il sangue, butta la cicca della marlboro rossa in giardino e si asciuga le lacrime, guarda la piccola bruciatura, è tonda ed è vicina ad altri cerchi, però più chiari.

 

 

E' un altro giorno, il sole splende alto in cielo accecando Olive che si alza pigramente dal letto, la sveglia suona che lei è già in piedi, la spegne e la butta per terra, l'avrà sicuramente rotta ma non gli importa. Nulla importa al mattino; s'infila sotto la doccia, l'acqua calda l'avvolge e la risveglia, ha ancora gli occhi stanchi ma il cervello è anche fin troppo acceso per essere solo le sette e trenta del mattino. Olive in questo momento si è dimenticata cosa le aspetta di qui a poche ore, ma è meglio così, meglio non pensare che alle quattro e cinque verrà gonfiata di pugni per l'ennesima volta. Si mordicchia il labbro mentre sceglie cosa mettersi e alla fine alza le spalle e prende un paio di jeans e un maglione, anche se a Sydney non fa così freddo per i maglioni.

Lylian è ancora nel letto, suo fratello sta gridando dietro la porta chiusa a chiave da mezz'ora, ma Lily oggi, non ne ha propria voglia, quindi si mette il cuscino al lato delle orecchie e torna a dormire sorridendo.

Bethany alle otto è già pronta, ha già fatto colazione e ora è seduta sul divano posto all'ingresso con il telefono in mano, indossa un vestito, bianco con dei fiori rosa, è costretta a indossare vestiti, o comunque qualsiasi cosa che non siano pantaloni, perché sua madre dice che i pantaloni sono per uomini, e Bethany odia la politica di sua madre.

Zoe si alza con gli occhi chiusi, si passa una mano su di essi sbadigliando e senza neanche farsi la doccia si veste e si pettina i capelli, sua madre le porge una mela, ovviamente Zoe non l'avrebbe mangiata, esce di casa con la scusa che aveva fretta perché doveva essere a scuola per le otto e mezza e doveva aiutare una sua compagna di Biologia, e quindi al primo bidone butta la mela e va a prendersi una buona tazza di caffè da portar via. Lo sorseggia mentre cammina verso scuola e controlla distrattamente il cellulare, senza guardare davanti a se, tanto ormai sa la strada a memoria; e proprio perché non guarda chi ha davanti che va a sbattere contro qualcuno e cade sbadatamente a terra, il caffè si rovescia ma questo non la preoccupa quanto il ginocchio sbucciato

“Dio santo!” grida il ragazzo recuperando il telefono da terra, fortunatamente non si era rotto, Zoe si morde forte il labbro per compensare il dolore al ginocchio, il ragazzo si gira e la guarda. Zoe non riesce a credere a quanta sfiga può avere. E' così sfigata da sbattere contro Luke Hemmigs.

“Stai bene?” chiede aiutandola a rialzarsi, lei annuisce ma non è vero, il ginocchio le brucia e sta trattenendo le lacrime, il ragazzo la guarda, ha la gamba sinistra piegata, e uno squarcio nelle calze che fanno da cornice ad una ferita sanguinante

“Riesci a camminare?” Zoe annuisce ancora, ma appena fa un passo il ginocchio le pulsa, Luke scuote la testa e fa scorrere il suo braccio attorno al fianco di Zoe, lei si irrigidisce e fa uno scatto a destra, geme dal dolore e i denti trapassano la carne del labbro

“Non mordo, stai tranquilla.” Zoe deglutisce e si fa trasportare nella panchina del parco di fianco a loro, Luke estrae un fazzoletto dallo zaino e lo bagna alla fontanella, torna dalla ragazza con i capelli castani e s'inginocchia, la guarda un attimo prima di tamponare sulla ferita

“Mi dispiace, io stavo guardando il telefono e non ti ho vista” borbotta concentrato a tamponare sul sangue, Zoe accenna un sorriso timido ma poi il suo volto torna subito serio, 'che non ha intenzione di sorridere a Luke Hemmings

“Sì, anch'io stavo guardando il telefono, ma ehy, è mattina, è difficile svegliarsi.” Luke ride e si alza, butta il fazzoletto dentro al bidone e aiuta Zoe a tirarsi in piedi; il ginocchio brucia meno e questo è un bene, non si può dire la stessa cosa di Luke Hemmings, lui non è un bene, e non lo è neanche il fatto che stiano parlando, perché Zoe Harrison non sopporta proprio quel ragazzo biondo dagli occhi cielo.

Zoe arriva a scuola che si tiene a Luke, riesce a camminare quasi come prima di scontrarsi con il ragazzo ma le brucia la gamba, Luke l'accompagna in infermeria dove copre la ferita con un cerotto

“Grazie Hemmings.” Luke sorride senza chiedersi come quella ragazza facesse a sapere il suo nome, Zoe va a cambiarsi, lascia sempre un cambio in palestra in casi simili a questi, si mette un paio di jeans neri e butta le calze dentro l'armadietto; Zoe ha appena parlato con Luke Hemmings, ma la cosa peggiore è che l'è piaciuto.


Ehy Ehy!

Okay, so che molte di voi mi odiano perché pubblico una storia e poi non la continuo,
ma Ahimé, per questa mi sono fatta i punti dettagliati per ogni capitolo e la amo, haha.
E bho, spero vi piaccia, la sto scrivendo con il mio cuoricino ino ino

Continuo a un paio di recensioni (minimo due, tre)

Kiau.
Baci xx.

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