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Autore: Dedde_Jester    25/10/2014    4 recensioni
Gabriel non riesce a resistere alla tentazione di dare un’occhiata al tramite di suo fratello, anche se ha abbandonato il Paradiso, anche se non dovrebbe.
Sam sembra così innocuo, e il problema è proprio quello, pensa.
Tutti lo credono all’inizio. Tutti lo avevano creduto di Lucifer, e poi si era visto come erano andate a finite le cose in Paradiso.

*
Le cinque volte in cui Gabriel incontra Sam Winchester più quella in cui torna per restare.
|Sabriel| |No, in realtà non davvero| |Pre-slash?|
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Gabriel, Lucifero, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Delle cinque volte in cui Gabriel incontrò Sam Winchester più una

 
 
La prima volta che Gabriel vede Sam Winchester, pensa che sia impossibile che quel marmocchio con gli occhi grandi e liquidi e pieni di stelle un giorno avrebbe scatenato l’Apocalisse.
Sam è appena un neonato, e le parole Lucifer e tramite rimbalzano da una parte all’altra del Paradiso con una febbrile agitazione, neanche quel cosino mezzo sepolto dalla coperta bianca dell’ospedale possa spazzare via la vita dal pianeta da un momento all’altro con uno starnuto; Gabriel non riesce a resistere alla tentazione di dare un’occhiata al tramite di suo fratello, anche se ha abbandonato il Paradiso, anche se non dovrebbe. Sam sembra così innocuo, e il problema è proprio quello, pensa.
Tutti lo credono all’inizio. Tutti lo avevano creduto di Lucifer, e poi si era visto come erano andate a finite le cose in Paradiso.
 
La seconda volta, Sam è un ragazzino sorridente che non ha ancora idea di chi sia lui o chi sia Gabriel, e gli ronza attorno per giorni con quella sua espressione da cucciolo scodinzolante e il tentativo piuttosto ovvio di ottenere informazioni prima di scoprire che è il Trickster. Quindi lo incastra -niente male, Winchester, davvero niente male- e tenta di ucciderlo; perché è giusto così, è la cosa migliore da fare.
E tuttavia il suo sguardo tradisce ancora la filosofia di vita del possiamo parlarne e non voglio fare del male che stona così tanto con il suo compito, e Gabriel cambia città non appena la vecchia Impala ammaccata lascia l’edificio, ma quella notte non riesce comunque a dormire.
 
Non sa bene perché, ma Gabriel vuole aiutare quel ragazzo.
Mette in scena tutto il teatrino del Mystery Spot con la folle speranza che se riuscisse a fargli capire in cosa si sta invischiando potrebbero evitare l’Apocalisse; perché in fondo, angelo o meno, Gabriel non è troppo entusiasta di veder spazzata via l’unica casa che abbia mai avuto per i vecchi rancori e l’amarezza di una guerra antica quanto il tempo stesso.
Le persone cambiano, si ripete, le persone migliorano.
Sam Winchester può ribellarsi al suo destino. Sam può scegliere.
Ma alla fine –avrebbe dovuto prevederlo- la scelta di Sam è e sarà sempre suo fratello.
Lo osserva per quei sei mesi che in realtà non sono mai accaduti, lo vede cambiare ma non nel modo in cui vorrebbe lui. Gabriel ha l'impulso di urlare per la frustrazione, perché oh, Sam, non così, ma in fondo che diritto ne avrebbe? Quindi fa l’unica possibile - si fa trovare.
Osserva Sam spogliarsi dell’armatura dietro cui si è trincerato in quegli ultimi mesi e: «Riportalo indietro. Ti prego». La voce si spezza, e Gabriel riesce a vedere i suoi occhi da cucciolo bastonato posarsi su di lui e si ricorda di aver pensato che fossero pieni di stelle, la prima volta che l’ha visto.
Forse lo sono ancora. Forse potrebbero esserlo di nuovo.
Fatto sta che sopportare il suo sguardo distrutto fa male –non ci riesce, anche se voleva solo aiutarlo, anche se ha fatto tutto questo per lui- e riporta Dean indietro.
E nel frattempo il conto alla rovescia ricomincia.
 
Tvlandia è una delle sue trovata migliori, e se là fuori non fosse in corso la dannata Apocalisse e i suoi fratelli non si stessero saltando alla gola, Gabriel ne sarebbe davvero fiero. Ci rinchiude i Winchester senza che loro nemmeno se ne accorgano, e sente Sam ipotizzare la verità prima che «Questa è una teoria stupida», e ci vuole una pallottola tra le scapole per convincere il maggiore dei Winchester che no, quella volta Sam ha ragione e la sua teoria è più che valida.
Gabriel sa che Sam non ha raccontato al fratello dei sei mesi mai accaduti senza di lui; eppure riesce a vederne gli effetti, ad iniziare dal modo in cui sa che si tratta di lui prima ancora di potersene accertare, perché dopo mesi e mesi trascorsi alla fanatica ricerca di una traccia, di un indizio, di qualsiasi cosa, ci mancherebbe anche altro. A parte il fatto che Gabriel potrebbe scomparire e nessuno –neanche Sam, neanche il Paradiso- potrebbe trovarlo. L’ha già fatto. Potrebbe rifarlo. Eppure quella volta resta.
Li osserva recitare e ride per le situazioni imbarazzanti in cui riesce a cacciarli –lo fa per loro, vuole aiutarli, ma chi l’ha detto che non può divertirsi nel frattempo?-, almeno fino a quando Castiel non intuisce qualcosa e cerca di penetrare la sua realtà di cartapesta.
Lo spedisce lontano, ma l’illusione è già crollata come un castello di carte.
 Dean inizia a parlare dell’Apocalisse –parla e minaccia e assume e punta il dito, ma in realtà non sa nulla- e Gabriel perde il controllo. Non può osare parlare in quel modo della sua famiglia.
 Neanche tuo fratello è tanto innocente come pensi, sai?, vorrebbe urlargli.
C’è un motivo per cui è il tramite di Lucifer, per cui sembra bello e buono e con gli occhi pieni di sogni e ideali; anche Lucifer lo era. Michael lo credeva di suo fratello. Dean lo crede di Sam.
Dov’è la differenza a cui tanto si appellano?
Li lascia lì, a meditare sulle sue parole con la minaccia di rinchiuderli in Tvlandia per sempre; ma forse ha sottovalutato i Winchester, e se ne accorge solo quando è troppo tardi e le fiamme sacre bruciano attorno a lui.
«Allora, chi sei? Brontolo, Pisolo o Mammolo?».
Il sarcasmo di Sam Winchester è pessimo; Gabriel prende nota di farglielo notare una di quelle volte, ma al momento è ancora abbastanza sconvolto dall’idea di essere stato scoperto per ribattere con arguzia.
«Mi chiamano Gabriel» ammette infine, e vede gli occhi di Sam sgranarsi di colpo.
Sì, esatto, quel Gabriel; ma non lo dice, riporta indietro Castiel e tenta per l’ennesima volta di spiegare loro la situazione. Guarda Sam, sperando che almeno lui capisca; ovviamente non funziona –perché continua anche solo a provarci?- e la morale della favola è che lui resta in un magazzino abbandonato con l’acqua che continua a piovergli addosso e la sensazione che se lo avessero pugnalato avrebbe fatto meno male.
 
Alla fine Gabriel torna, e sa che è per l’ultima volta.
Quegli Dei bizzarri e litigiosi sono la sua famiglia, e quando sente l’odore metallico del sangue tutt’attorno la nausea gli attanaglia lo stomaco e vorrebbe scappare, correre via e non guardarsi più indietro, ma Kalì è ancora lì; Dean è ancora lì e anche Sam, gli occhi sgranati fissi su Lucifer e la bocca aperta incapace di articolare suono, è ancora lì.
Quindi si alza in piedi anche se una paura dannata di cadere e non rialzarsi; e non può davvero uccidere suo fratello, lo stesso che gli ha insegnato tutto e ha riso con lui e condiviso un po’ delle meraviglie e delle galassie che celavano i suoi occhi, ma lo fa comunque e ordina a Kalì, Sam e Dean di andarsene.
«Per una donna, Gabriel?». Lucifer scuote il capo, deluso.
Non ha capito nulla, pensa Gabriel. Non che ormai importi qualcosa.
E quando la Lama affonda nel suo petto –aveva davvero pensato di poter ingannare suo fratello così, aveva davvero pensato di farla franca?- è quasi un sollievo.
Fa male, ma è un dolore accettabile in confronto all’idea di uccidere Lucifer e vedere le stelle abbandonare i suoi occhi –perché in quelle iridi chiare c’è ancora l’universo e Gabriel, mentre sente la Grazia sbriciolarsi dentro di sé, riesce ancora a vederlo.
«Non dimenticare che hai imparato tutti i trucchi da me, fratellino» gli sibila Lucifer.
Lo tiene per le spalle, come se volesse abbracciarlo, e poi affonda la Lama più in profondità.
Le stelle si spengono, nel suo sguardo e sopra Gabriel; l’arcangelo  chiude gli occhi, e tutto diventa buio.
 
You were right. I was afraid to stand up my brother, but no more.
This is me standing up. And this is me lying down.
 
Sul pavimento restano solo le impronte delle ali bruciate. 




Angolo della Più O Meno Autrice

Come al solito, questa storia avrebbe dovuto essere fluffosa e tanto Sabriel. Come al solito è finita male. A volte mi chiedo davvero cosa ci sia di sbagliato in me.
Diciamo che questo era più un esperimento che altro, dal momento che sto cercando di capire i personaggi per non stravolgerli del tutto, e una volta che avrò capito come funziona Sam, magari riuscirò a scrivere una Sabriel decente. E comica.
In ogni modo, grazie mille a chiunque sia arrivato a leggere fin qui e a chi deciderà di recensire: i commenti sono sempre graditi :)
 
  
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