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Autore: wick_    26/10/2014    1 recensioni
-C’è qualcosa che non va?- mi chiede prendendo tra le sue mani il mio mento.
-Fosse solo una.. Ammettiamolo, mi hai solo come riserva, mi illudi ogni giorno di più ed io sono stufa. Fai il finto geloso dicendo che se qualcuno mi gira intorno è morto, che sono solo tua e poi? Poi vai da quella e la baci. Non ti senti mai uno schifo? Due cuori pendono per te e sei cosi codardo da non prendere una strada. Beh sai che? Sono stufa. Avrò perso il conto per quante volte ho pianto per te, per quante volte ti chiedevo di venire da me e stare insieme lasciandola e tu hai sempre trovato una scusa come una cogliona io ti credevo. Mi hai sempre pestato la coscienza manipolandomi. Sei la cosa più brutta e più bella che mi sia mai capitata-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Cosa mi piace di più sull’adolescenza? Adoro che ci viene giustificato tutto perché stiamo crescendo. Adoro poter camminare mano nella mano con il mio fidanzato baciandolo quando voglio io.
Cosa NON mi piace dell’adolescenza? Odio il fatto che la domanda di sopra è tutta finta. Odio dovermi sentire a disagio per come sono, anche se sono normale. Odio vedere il MIO fidanzato camminare tranquillo per i corridoi mano nella mano con un’altra perché ‘’essere nascosti rende le cose più sexy’’ ed io non ho carattere.
Cosa vorrei cambiare? Vorrei cambiare questa scuola. Non vanno bene queste gerarchie. Non siamo nell’inferno di Dante dove chi ha più peccati è più figo. No! Voglio poter camminare libera senza pregiudizio… e senza gossip.
Cosa NON cambieresti? Il gossip. Sono una fottuta ragazza contraddittoria. Alla fine se passi nel giornalino sei popolare. Anche se, citando uno dei miei cantanti preferiti, i riflettori non ti seguono una volta che sei fuori.
 
Piacere: sono Irene Brunelleschi. Come l’artista, figo. Vorrei parlarvi che ne dite?
Iniziamo con il disastro più grande: io. Faccio parte della cerchia della ragazza normale che non da nessun problema, sempre presente e magari non dice mai no. Non trovate che faccia schifo essere descritta in due sole righe? Vorrei poter parlare per pagine intere di quello che sono, di come mi batto per esserlo, ma invece no. L’unica parte interessante di me è Giulio, il fidanzato nascosto, che non posso neanche sbattere in faccia a qualcuno. Sapete perché? Perché quando ho davanti lui il mio cervello entra in stand-by, perché la sua fidanzata mi inquieta visto che è una delle ragazze immagine più importante della città. Ma oggi cambierà tutto. Sono stufa di passare un pomeriggio bellissimo pieno di baci, carezze, abbracci e cose sdolcinate e poi a scuola evitare lo sguardo. È bruttissimo, è come vincere una gara salendo sul podio e magari poi ti dicono che hai perso ripentendo il tutto per mille volte. Per molto l’ho incitato a lasciare Ginevra, dicendo che mi ero annoiata ad essere così, ma mai ho avuto il coraggio di andarmene e sbattergli la porta in faccia facendogli capire che faccio sul serio. Oggi le cose sono diverse. Con l’arrivo dell’autunno ho deciso di sbarazzarmi di tutto questo ed aprirmi a nuove esperienze, possibilmente senza restarci male. Certo sono consapevole che la mia popolarità non mi porterà subito il principe azzurro, ma avvolte è meglio aspettare, non trovate?
Potrei sembrarvi sicura di me magari con in mano la mia vita, ma in realtà sono molto spaventata tanto che tremo sola. Ho un discorso bello e buono stampato in testa e su dei foglietti pregando vivamente di non dimenticare nulla. Sono nel posto in cui l’ho conosciuto per la prima e dove mi ha dato il mio primo bacio, forse troppo romantico e troppo pieno di ricordi, ma che ci posso fare sono una tremenda sadica romanticona. Nell’attesa del suo arrivo prendo tra le mani una boccetta di vetro vuota lasciata nel bancone degli attrezzi per sbaglio. Sento il rumore della porta che si apre e si chiude e senza voltarmi capisco che c’è lui nella stanza. Si sta avvicinando sempre di più finche il suo respiro non muore sul mio collo. Butto giù un grande amaro e voltandomi gli rivolgo uno sguardo triste, appoggio delicatamente la mia mano sul suo petto solo per avere quel contatto che mi mancherà.
-C’è qualcosa che non va?- mi chiede prendendo tra le sue mani il mio mento.
-Fosse solo una.. Ammettiamolo, mi hai solo come riserva, mi illudi ogni giorno di più ed io sono stufa. Fai il finto geloso dicendo che se qualcuno mi gira intorno è morto, che sono solo tua e poi? Poi vai da quella e la baci. Non ti senti mai uno schifo? Due cuori pendono per te e sei cosi codardo da non prendere una strada. Beh sai che? Sono stufa. Avrò perso il conto per quante volte ho pianto per te, per quante volte ti chiedevo di venire da me e stare insieme lasciandola e tu hai sempre trovato una scusa come una cogliona io ti credevo. Mi hai sempre pestato la coscienza manipolandomi. Sei la cosa più brutta e più bella che mi sia mai capitata- termino con la voce tagliata dal pianto. Lui rimane impassibile da ciò che ho detto, ha accusato il colpo e sta meditando su quello che deve dire. Le mani tra le tasche del jeans, lo sguardo perso nel vuoto ed i capelli portati all’indietro lo rendono ai miei occhi come un cucciolo, ma non posso andargli incontro e stare tra le sue braccia, non più.
-Bene okay, la lascerò. Dammi solo il tempo di – lo blocco sovrastandolo con la mia voce che per quanto è bassa sembra un sussurro
-Non c’è più tempo. Dici sempre così ed io non posso più. Ritorna quando avrai le idee chiare, magari sarai single e forse ti importerà qualcosa di me- qualche lacrima bagna le mie guance mentre gli lascio il mio ultimo bacio. Prendo le mie cose e vado via.
Sto meglio, vero? Perché se sto meglio sono in lacrime? Ora sola contro il mondo. Quando arrivo  al portone di uscita lo vedo uscire dalla stanza con gli occhiali da sole e  le mani nellla felpa, in cuor mio spero che abbia buttato almeno una lacrima per me.
I giorni successivi passano come sabbia tra le mani ed io da perfetta cogliona faccio sempre le stesse cose: lo guardo di nascosto e aspetto che arrivi il mio turno. Speravo che quel pomeriggio stesso la lasciasse che correva da me per chiedermi perdono, ma non siamo in una favola. Siamo nella vita, quella che fa schifo.
Dopo averlo lasciato ho anche deciso di cambiare pettinatura e look, non per lui, ma per me. Sono tuttora convinta che un radicale cambiamento faccia bene a cambiare vita, forse quella in cui vivevo non era adatta a me. Forse il mio essere più solare, meno truccata e più femminuccia dalla lacrima facile mi avrebbe avvicinato a qualche nuova sponda o forse perdo solo il mio tempo, ma per me va bene così.
All’uscita da scuola aspetto su una panchina l’arrivo di mia madre, intorno non c’è più anima viva eccetto lui. Non mi aspetto nulla da lui, neanche ora che è seduto accanto a me e che mi guarda. Io sono ormai altrove.
-L’ho lasciata- 
  
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