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Autore: Ashura_exarch    26/10/2014    3 recensioni
E se l'impero romano non fosse mai crollato? E se fosse andata in modo diverso?
Io cerco di dare la mia risposta personale, modificando la storia della città a partire dalle origini.
AGGIORNAMENTI PARECCHIO IRREGOLARI
Genere: Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nel rispetto della politica difensiva adottata dai predecessori, i consoli Quinto Nepio Candido e Fausto Gratidio Bolano, eletti per il 569 a.C., presero una decisione che in futuro si sarebbe rivelata più che utile.

Fino a quel momento Roma si era espansa abbastanza al di fuori del pomerium creato da Romolo, ma sorprendentemente, in quasi due secoli di storia, non si era mai munita di una cinta di mura. Era stata sempre una scelta azzardata, presa poiché i re prima e i consoli poi ritenevano sicuro il territorio romano.

Bolano e Candido invece non avevano questa sicurezza, e temevano per il futuro. Nonostante la reticenza generale della popolazione romana, i due riuscirono a far approvare in senato un progetto per la costruzione di mura attorno alla città. Nelle loro intenzioni esse dovevano cingere anche i quartieri più recenti, ovvero quelli costruiti dopo il terremoto, e dovevano essere lunga in totale circa quindicimila passi (il "passo" romano venne utilizzato per lungo tempo come unità di misura nella repubblica, ed un passo valeva all'incirca quaranta centimetri. Quindi quindicimila passi corrispondevano a circa sei chilometri, che per l'epoca era tantissimo).

Ai due consoli si opposero i senatori dell'ala più conservatrice, come l'ex-console Ciprio oppure il rinomato senatore Decio Floridio Spendio. Famoso fu il discorso di quest'ultimo, conosciuto come De tutum Spendie, riportato dallo storico Sornazio nel suo libro Historice Dicta, per sostenere la sicurezza del territorio romano, che però non servì a fermare i consoli.

I lavori furono fatti iniziare l'anno successivo, e famoso è un episodio ad essi legato. Spendio, furioso per l'inutilità delle sue parole, si era recato da un indovino, il quale aveva predetto che se i consoli non avessero partecipato ai lavori di costruzione le mura sarebbero state destinate a crollare presto. I consoli Nonio Tiziano Camerio e Numerio Nemetorio Memore, consigliati dal pontefice massimo Manio Minucio Treno, presero parte ai lavori posando rispettivamente l'uno la prima pietra e l'altro l'ultima. La loro risposta alla provocazione di Spendio fu talmente memorabile che il commediografo Plauto vi scrisse una commedia sopra, Due pietre per due consoli, molto popolare alla fine del II secolo a.C.

Nel 567 a.C., mentre i lavori per il completamento delle mura erano ancora in corso, i consoli Lucio Ceionio Cerinto e Celio Gratidio Nostro decisero di rinnovare l'alleanza con Careiae, dove si incontrarono con il lucumone Arsenna. Egli espresse l'amicizia della città verso il popolo romano, e garantì assistenza in caso di bisogno. La stessa cosa fecero i consoli romani.

Nel 566 furono completate le mura della capitale, e in una grande cerimonia presieduta dai consoli Servio Flavinio Edicio e Oppio Livio Sirico l'ex-console Memore posò l'ultima pietra del cantiere nell'unico spazio vuoto rimasto. Il senatore Spendio non partecipò a tale evento per ovvi motivi.

Il 565 venne ricordato come "l'anno dei grandi addii". In quel periodo infatti spirarono in rapida successione tre importanti autorità: in ordine di dipartita Massimo Plozio Natalino (comandante della Legio I), Manio Minucio Treno (pontifex maximus) e Spurio Salonio Rufrio (magister militum) che pure avrebbe dovuto terminare il mandato a breve. La coincidenza di tali eventi spinse i consoli Osto Nevio Geminiano e Numerio Vitellio Rutiliano ad organizzare una grande cerimonia d'addio ai tre. Poco dopo vennero eletti come comandante della prima legione Flavio Sertorio Viridio, come pontefice massimo Tiberio Cicereio Fabiano e come capo dell'esercito Vibio Ottavio Cervidio.

Già il fatto che tre prominenti personalità statali fossero morte in rapida successione poteva far intuire qualcosa, ma nel momento in cui anche i due consoli perirono in circostanze poco chiare il complotto lo si poteva vedere chiaramente. Non era così forse per i due consoli suffecti, ovvero Barrio Celeste e Oppio Pomponio Tremero, i quali si limitarono a bollare come annus horribilis quel periodo di strane morti. Ma i visionari avevano ragione, in quanto c'era davvero qualcuno a manovrare dei fili.

  
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