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Autore: ToraStrife    26/10/2014    0 recensioni
Avete presente quelle storie per bambini, piene di animali parlanti, che insegnano una morale ad ogni episodio?
Ebbene, da oggi, per due settimane, un variegato gruppo di pazzi animali vivrà storie al limite del paradossale, e cercheranno di insegnarvi qualcosa da imparare... o da evitare!
Unitevi anche voi alle storie di Mamma Koala e i suoi amici!
Genere: Comico, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Episodio 13 - Dopo la pioggia viene l'arcobaleno

Era cominciato l'autunno, l'estate era davvero finita, e quell'acquazzone ne era la prova.
Il fatto che stesse durando però da 39 giorni lo rendeva abbastanza preoccupante.
E vedere una grossa arca in legno carica di animali non aiutava l'ottimismo.
Ma un'altra cricca di animali, quelli che conosciamo come Paint Pets, stava affrontando quell'alluvione improvvisata con coraggio e determinazione.
Diciamo pure che erano aggrappati per la vita.
Avevano trovato soccorso nel Fiorino anfibio del maestro Kenzo.
Gli interni erano così spaziosi, che sembrava un appartamento.
Adesso, con tutti gli animali che si erano stipati, sembrava la seconda arca di Noé.
La prima era poco distante, e li aveva degnosamente scacciati, scambiandoli per un barcone di profughi tunisini.
Altro che "Mare nostrum", "Cazzi vostris".
Cleo, la raffinata gatta siamese, stava tremando, intirizzita, avvolta solo da uno straccio fradicio.
Gli occhiali inspessiti dal vapore acqueo non lasciavano intravedere alcuna emozione dagli occhi, ma per lei era meglio così: nessuno almeno le avrebbe visto quel principio di lacrime sull'orlo di esplodere.
La sua magrezza aveva fatto penetrare l'umidità fin nelle ossa, tale che sentiva acqua persino nel midollo.
Mamma Koala, impietosita, la ricoprì passandole la sua coperta di lana infeltrita.
Cleo le sorrise, sentendosi in risposta un rumoroso starnuto della bionda orsetta.
- Dai, vieni sotto e stringiamoci. - Disse la gatta, sollevando un lembo della protezione.
- Ma non ci stiamo in due! - Protestò la koala, con tartufo tappato. - Io... sono troppo grassa.
- Meglio! - Sentenziò Cleo. - C'è bisogno di grasso per scaldare le mie ossa.
Mamma Koala la guardò sospettosa.
- Era un complimento o una frecciatina?
- E' un invito! - Fece Cleo,agitando la mano per dirle di sbrigarsi.
Mamma Koala sorrise. La consolava il fatto che sua figlia fosse in gita scolastica nel Sahara.

Il Trio delle Meraviglie, Rina la donnola, Gary il bulldog e Damien la lontra, stavano pensando a distribuire coperte e bevande calde.
Damien, mentre portava un vassoio carico di té, aveva non poca difficoltà a camminare, barcollando sul pavimento oscillante per via del mare.
- Kenzo! - Protestò in direzione dell'autista. - Lo vuoi tenere fermo, sto coso?
L'orsetto karateka non disse nulla. Non ne aveva voglia. Fece solo un gesto distratto con la mano, girando di novantagradi il timone, pardon, il volante.
La curva improvvisata fece perdere l'equilibrio alla lontra, che andò fuori bordo attraverso un finestrino lasciando casualmente acceso.
- Lontra in mare! - Gridò King Tony, con il suo solito tono sommesso. Più che un mandrillo, ai più sembrava un bradipo.
- Se ne occuperanno Monia e Wanda, là fuori. - Liquidò Kenzo, mentre premeva il pulsante che alzava il finestrino. Speriamo che se lo mangino.
- Che brodo è? - Chiese Pina la pinguina, pardon, la pulcinella di mare, a Rina.

- Brodo di facocero. - Rispose la donnola.
- Brodo di cosa? - Chiese incredulo l'uccello, certa di non aver capito bene.
Gary, intanto, finite le razioni ai profughi, urlò a un angolo allestito a cucina improvvisata.
- Altre porzioni!
- Subito! - Gracchiò Maria, la cuoca strega. - E' quasi pronto!
- Uffa! - Protestò Renzo, il facocero, appunto. - E' già il quarto bagno caldo che faccio di fila!
- Non è colpa nostra se sei così buono! - Gli rispose Tania, la piranha, a bagno con lui.
- Ahio! E non piluccare, tu! - La ammonì Renzo, tastando il fondoschiena dolorante.

E mentre questa cricca viaggiava in balia di una narrazione vuota di idee, tra un'ondata piena di spuma salata e il vento che fischiava come un arbitro di calcio, e infatti Dana, la critecina, fissava da un finestrino insieme al suo cane Maya.
A un certo punto, il pastore bergamasco abbaio, e Dana seguì il latrato per riflettere lo sguardo negli occhi di Maya, il cui muso puntava verso l'esterno.
Dana fece altrettanto, e sorrise.
Vide la traversa di una porta, e San Pietro in piedi sopra: segno che la tempesta stava per finire.
E infatti avvenne un qualcosa di meraviglioso: il fitto tappeto di nuvole venne squarciato, e una calda luce fece capolino. In pochi istanti, squarci sempre più grossi si insinuarono tra le nuvole, ed infine uscì qualcosa che dissipò interamente il cielo grigio.
Tutti guardarono in su, e videro un qualcosa attraversare l'orizzonte in vole, e dietro, una scia con i colori dell'arcobaleno si estendeva come la coda di una cometa.

Il Gufo guardò, strabuzzo i grandi occhi, e scosse la testa. Era venuto il momento di mettersi gli occhiali, si disse, o sarebbe diventato strabico come Damien la lontra. La vista gli giocava brutti scherzi.
Perché, altrimenti, avrebbe giurato di aver visto Applecat a volare sul dorso di un pony azzurro?

E dopo la pioggia viene l'arcobaleno, così come una narrazione senza ispirazione viene il colpo di genio.
Ma anche se il cielo era stato rischiarato, la ciurma, guardandosi attorno, constatò che comunque questo non bastava.
Il mare d'acqua, che solo con il tempo si sarebbe ritirato, presagiva un grande lavoro di ricostruzione. Da ricostruire tutti insieme.
Perché l'arcobaleno è solo l'inizio.
  
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