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Autore: Lily Sayuri    26/10/2014    3 recensioni
«Gerard, sono incinta!» urlò Erza con un sorrisone a trentadue denti, sventolando per aria un bastoncino bianco come se fosse una delle sue spade. Gerard era appena ritornato da una missione e in quel momento stava cercando di rilassarsi sul divano di casa sua, ma quando sentì quelle parole spalancò la bocca in una smorfia decisamente ottusa.
«Ma... davvero?» balbettò.
«No per finta.» lei inarcò il sopracciglio sinistro, sarcastica.
«L'ultima volta che l'hai detto mi stavi facendo uno scherzo. Uno scherzo di pessimo gusto. Mi hai quasi fatto prendere un infarto!»
Lei storse la bocca.
«Era solo uno scherzetto innocente! E poi se non ci credi qui c'è il test!» glielo lanciò in grembo. Lui lo prese in mano e vide che effettivamente era positivo.
«Che ne dici se rifacciamo la scena?» disse lei imbronciata.
«Sì, forse è meglio.» rispose il ragazzo sempre fissando quelle due righette inequivocabili. Erza prese bruscamente il bastoncino dalle sue mani e uscì dalla stanza. Dopo qualche secondo rientrò urlando: «Gerard, sono incinta!»

La gravidanza di Erza settimana per settimana.
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza, Scarlet, Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Nuova Generazione'
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Quaranta mesi

 

«Gerard, sono incinta!» urlò Erza con un sorrisone a trentadue denti, sventolando per aria un bastoncino bianco come se fosse una delle sue spade. Gerard era appena ritornato da una missione e in quel momento stava cercando di rilassarsi sul divano di casa sua, ma quando sentì quelle parole spalancò la bocca in una smorfia decisamente ottusa.

«Ma... davvero?» balbettò.

«No per finta.» lei inarcò il sopracciglio sinistro, sarcastica.

«L'ultima volta che l'hai detto mi stavi facendo uno scherzo. Uno scherzo di pessimo gusto. Mi hai quasi fatto prendere un infarto!»

Lei storse la bocca.

«Era solo uno scherzetto innocente! E poi se non ci credi qui c'è il test!» glielo lanciò in grembo. Lui lo prese in mano e vide che effettivamente era positivo.

«Che ne dici se rifacciamo la scena?» disse lei imbronciata.

«Sì, forse è meglio.» rispose il ragazzo sempre fissando quelle due righette inequivocabili. Erza prese bruscamente il bastoncino dalle sue mani e uscì dalla stanza. Dopo qualche secondo rientrò urlando: «Gerard, sono incinta!»

«Oh mio Dio! Quanto sono felice!» gridò lui a sua volta, prendendola in braccio e facendola girare.

Lei ridacchiò contenta.

«Ehi, ehi! Calma i bollenti spiriti! Non penso che questo faccia bene al bambino!»

Lui la posò a terra e disse con un sorrisetto: «Così va meglio?»

«Molto meglio.» rispose lei.

Gerard posò le labbra sulle sue e le diede un dolce bacio a stampo.

«Da quanto lo sai?»

«Da ieri. Avrei voluto dirtelo subito ma eri in missione...»

«E quanto pensi che abbia?»

«Non lo so. Domani volevo andare da Polyushka per farmi controllare.»

«Allora verrò anche io. Da ora in poi resteremo a casa e tu non dovrai fare il minimo sforzo.»

«Resteremo tutti e due a casa? E come faremo con i soldi?»

«Quelli dell'ultima missione di classe S basteranno. E poi oggi ho appena finito una missione con mezzo milione di Jewels di ricompensa! Ci potranno mantenere per il resto della gravidanza.»

«E quindi... non potrò fare più missioni?» piagnucolò Erza.

Gerard sorrise teneramente e le tolse una ciocca scarlatta dal viso.

«Porteresti mai il nostro bambino nel bel mezzo di una battaglia?»

La ragazza scosse la testa poco convinta.

«Ecco. Da ora in avanti non ti muoverai più da Magnolia e potrai soltanto andare alla Gilda, da Polyushka e a comprare i vestiti premaman.»

Erza inarcò un sopracciglio (il destro questa volta) e disse con una calma piatta che non faceva presagire niente di buono: «Tu mi stai dicendo che devo restare tappata dentro casa tutto il giorno a fare la maglia?»

«Beh non esattamente a fare la magl...»

«E credi che solo perché c'è un bambino in arrivo devo smettere di esercitarmi con la spada e diventare grassa come una balena?»

«Erza, di sicuro con la gravidanza prenderai peso e...»

Passo falso.

«MA COME TI PERMETTI TU DI DIRMI CHE DIVENTERÒ GRASSA? CHI TI CREDI DI ESSERE?» ululò la sua dolce mogliettina.

«Il padre del bambino...» balbettò lui.

«E QUESTO TI DAREBBE IL DIRITTO DI DIRMI CHE DEVO STARE TUTTO IL GIORNO A CASA A NON FARE NIENTE?»

«M-ma... Erza...»

Era incominciata la sua avventura come padre.

 

La mattina dopo i due erano andati da Polyushka per sapere da quanto Erza fosse incinta e soprattutto per controllare che tutto andasse bene. La vecchia esaminò la ragazza: le tastò l'addome borbottando, le chiese quando era stata l'ultima volta che aveva avuto il ciclo e se aveva già avuto delle nausee. La rossa rispose e la maga curatrice diede il suo verdetto: «Sei incinta di quattro settimane. Da ora in poi potresti avere le nausee e delle perdite di sangue. Se c'è qualche problema venite pure da me, ma ora fuori da casa mia!»

«Grazie Polyushka-san!» disse Gerard «Cercheremo di dare il meno fastidio possibile, verremo solo se ci sarà veramente bisogno di te!»

«Non dire insensatezze, ragazzo!» lo rimbeccò acida la maga «Dovrete venire qui almeno una volta ogni due settimane per vedere come si evolve il bambino. Sempre che non vogliate abortire.» li squadrò con aria indagatrice.

«Non vogliamo abortire!» rispose Erza accorata.

«Bene. Sono sempre stata contro l'aborto. Ci vediamo tra due settimane. Vedi di non fare troppi sforzi fisici.» disse rivolta alla ragazza.

Erza fece una smorfia. Sapeva che “sforzi fisici” volevano dire allenamenti con la spada.

«Va bene, Polyushka-san.»

«E da ora in poi niente sesso.»

Gerard fece un versetto sconsolato.

«Ora fuori da casa mia, stupidi umani!»

«Arrivederci Polyushka-san! Ci vediamo tra due settimane!»

 

 

Quinta settimana, secondo mese:

 

Gerard stava cucinando il pollo fritto per Erza. Sapeva che a lei piaceva molto e le voleva fare una sorpresa. Inspirò. C'era un profumino fantastico che aleggiava per tutta la casa. Sorrise: con quel piatto sarebbe riuscita a rimetterla di buon umore. Ormai Erza passava buona parte della notte a vomitare e la stanchezza, gli sbalzi di umore uniti al fatto che non poteva combattere, le avevano provocato un'ira funesta che faceva pensare al povero ragazzo che forse non sarebbe sopravvissuto abbastanza per vedere il bambino. All'improvviso sentì la porta d'entrata sbattere e si precipitò da sua moglie con un sorrisone ebete sulle labbra.

«Ciao, amor...» disse mentre correva per il corridoio «...eh» finì con un versetto terrorizzato quando vide l'occhiata furibonda che la sua dolce metà gli aveva lanciato.

«Oggi alla gilda ho vomitato due volte! Ti conviene aver preparato un pranzo abbondante perché sto morendo di fame.» fece lei contrariata.

«Sì, Erza...»

«Ma cos'è questo odore?» chiese Erza annusando l'aria.

«Ecco, oggi ti volevo fare una sorpresa e...»

«Fuori dai piedi!» esclamò spingendolo contro il muro e correndo verso il bagno.

Gerard la seguì preoccupato e arrivò in tempo per vederla abbracciata al water a vomitare tutto il poco che aveva nello stomaco. Le si inginocchiò a fianco e le tolse le ciocche scarlatte dal viso. Quando ebbe finito, Erza grugnì: «Sarà meglio che per quando io uscirò dal bagno quel pollo sarà scomparso da casa nostra.»

Lui scattò in piedi e si affrettò ad eseguire gli ordini aprendo tutte le finestre per cambiare aria e scendendo a buttare il pollo fritto (ormai carbonizzato) il più lontano possibile da casa loro.

Quando ritornò trovò Erza che stava mangiando il resto di quello che lui aveva preparato. Si avvicinò a lei titubante.

«Come ti sembra?» disse esitante.

«Buono» fece lei a bocca piena. «Ah ho mangiato anche la tua porzione, stavo morendo di fame. Non ti dispiacerà, vero?»

«No, non ti preoccupare.» rispose mesto lui, sentendo il suo stomaco gorgogliare in protesta. «Stai portando il nostro bambino, mangiare anche il mio pranzo è il minimo.» disse con un sorriso dolce. «Andrò a comprare qualcosa d'asporto.»

«E allora potresti prendere qualcosa anche per me? Mi sa che solo questo cibo non basterà...»

 

 

Sesta settimana, secondo mese:

 

Erza e Gerard erano di nuovo da Polyushka. La vecchia li stava istruendo su come comportarsi con il bambino in arrivo: «Dovrai avere una dieta sana ed equilibrata: tanta carne e alimenti ricchi di ferro e cibo con molto calcio, per far sviluppare bene le ossa e i denti del bambino. Dovrai anche mangiare molta frutta e verdura, mi raccomando.»

«Quando potremo sapere il sesso del bambino?» chiese Gerard.

«Quando nascerà.» rispose secca la maga curatrice.

«Come?»

«Con tutta la magia che Erza-san ha nel suo corpo, i macchinari non riescono a funzionare.»

Lui fece una faccia delusa.

«Dai su, Gerard! Lo sapremo tra otto mesi e mezzo.» disse Erza sorridendo.

«Bene, ora andatevene. Mi avete disturbato troppo per adesso.» disse la maga sbrigativa.

«Arrivederci Polyushka-san. Ci rivedremo tra due settimane.»

 

Quella sera Gerard e Erza erano sdraiati sul letto. La stava abbracciando da dietro e le stava accarezzando la pancia. Affondò il viso nei suoi capelli scarlatti.

«Sarà il bambino più forte di tutti.» disse.

«E se fosse una femmina?» mormorò lei.

«Sarà bellissima e forte come la sua mamma» rispose sorridendo.

«Sarai un padre bravissimo.»

«E tu sarai una mamma stupenda. Ti vedo già ad insegnargli a maneggiare la spada e ad ex-quippare le armature.»

«E tu invece gli insegnerai ad essere calmo, al contrario di sua madre» ridacchiò la rossa.

«E questo bambino batterà i figli di tutti gli altri: quello di Laxus e Mira non avrà possibilità contro di lui» fece il futuro padre fiero, alludendo al figlio appena nato della demonessa e del Dragon Slayer del fulmine.

«Questo perché prenderà il potere dal suo papà.»

«Gli insegnerò tutto quello che avrà bisogno di sapere sulla magia e poi quando sarà grande diventerà un mago di classe S.»

Erza si girò verso di lui.

«Sì, sarai proprio un buon padre» disse sorridendo.

«Ma non sarò bravo mai quanto la madre» sussurrò lui in risposta.

Lei avvicinò il viso al suo e gli sfiorò le labbra con un bacio, per poi ritornare alla posizione di prima.

«Buona notte paparino» bisbigliò lei, con gli occhi che già le si stavano chiudendo.

«Buona notte» mormorò lui con un sorrisetto.

 

 

Ottava settimana, secondo mese:

 

Gerard ed Erza avevano deciso di dire alla Gilda che stavano aspettando un bambino. Il primo a cui lo andarono a dire fu (ovviamente) Makarov.

«Master, c'è una cosa importante che ti dobbiamo dire» disse Gerard.

«Ditemi tutto» fece Makarov.

«Sono incinta!» esclamò Erza.

Il Master sorrise.

«Bene! Un nuovo nipotino in più! Sapevo che voi sareste stati i prossimi dopo Laxus e Mira. Ah! Makao ha perso la scommessa! Mi deve mille Jewels» gongolò.

Le sopracciglia della ragazza si alzarono pericolosamente.

«Hai scommesso su di noi, Master?»

«Calma, Erza. Era solo una stupida scommessa. Vero, Master?» chiese Gerard.

«Certo, Erza» rispose lui mite «Ora dovrete dirlo a tutti gli altri. Seguitemi.»

Dal suo studio andarono nel bar dove Natsu, Gray e Gajeel si stavano malmenando sotto gli occhi di tutta la Gilda e quelli delle loro fidanzate.

«Mocciosi! Smettetela di picchiarvi e ascoltate questi due che devono dire una cosa importante!» urlò Makarov.

La rissa tra Natsu e gli altri due continuò come se non fosse successo niente, mentre il resto della Gilda iniziò a fissare la giovane coppia. Erza fece per andare a separare i tre Nakama, il Master la fermò.

«Nelle tue condizioni è meglio che tu non faccia troppi sforzi» mormorò «Lascia fare a me.» Si tramutò in gigante, prese per la collottola i tre litiganti e fece segno alla ragazza di parlare.

«Volevo dirvi che... sono incinta!» gridò la rossa.

Tutta la Gilda proruppe in un boato e tutti circondarono i due futuri genitori per fare loro le domande che si fanno sempre in situazioni come queste.

«Da quanto lo sai?»

«Di quanti mesi sei?»

«Hai avuto già le nausee?»

«È un maschio o una femmina?»

«E quindi non potrai più bere alcolici?»

«Come lo chiamerete?»

«Quando è successo?»

«Se è un maschio lo chiamerete Natsu, vero?»

Non fecero in tempo a rispondere a tutte le domande che Makarov urlò: «Adesso finitela! Lasciateli in pace!»

«Ma dai Jiji! Noi vogliamo sapere come è successo!» si lamentò Natsu.

«Per le domande ci sarà tempo dopo. Ora lasciateli andare a casa che Erza sembra stanca.»

Lei stava per ribattere che non era affatto stanca, ma Gerard la precedette: «Grazie, Master. Adesso andiamo a casa. Ciao a tutti!»

La prese per mano e scappò fuori dalla Gilda. I suoi nakama erano decisamente troppo rumorosi per i suoi gusti.

 

Più tardi i due erano seduti sul divano, con Erza accoccolata contro il petto di Gerard e lui che le disegnava ghirigori con le dita sulla schiena.

«C'è ancora qualcuno a cui non abbiamo detto del bambino.» disse lui.

«Chi?» chiese la ragazza.

«Meredy.»

«È vero. Come possiamo mandarle un messaggio senza farla scoprire?»

Meredy stava ancora dando la caccia alle Gilde Oscure con i nuovi appartenenti Crime Sorciere.

«Possiamo mandarle una lettera attraverso un piccione viaggiatore.»

«Andiamo a scriverla?»

«No. Voglio stare ancora un po' così...» disse Gerard stringendola a sé.

Mia moglie e il mio bambino” pensò “Il mio bambino”

 

 

Nona settimana, terzo mese:

 

«Gerard! Vieni qui subito!»

Un urlo belluino venne dalla loro stanza. Lui, che era in bagno e si stava lavando la faccia, si precipitò mezzo nudo nella camera da letto dove trovò una Erza in reggiseno che si stava guardando nello specchio.

«Che cos'è successo?» chiese ansimando per la corsa e per lo spavento.

«Guarda la pancia!» esclamò la futura mamma mettendosi di profilo davanti alla finestra.

C'era una piccola protuberanza sul suo stomaco.

«Il bambino!» disse Gerard inginocchiandosi davanti a lei per baciarle il ventre.

«Non mi vanno più i pantaloni!» si lagnò la rossa.

«Ma dai! Per una pancia così piccola?» la guardò da sotto in su.

«Non riesco più a sedermi senza doverli aprire!» piagnucolò lei, dandogli la dimostrazione pratica e sedendosi sul letto. Subito fece una smorfia contrariata e sbottonò i pantaloni facendo vedere delle semplici mutandine bianche.

È incinta, è incinta! Non potete fare sesso!” pensò Gerard cercando di non guardarla .

«Mi sa che tu e le tue amiche dovrete andare a fare un salto al negozio di abiti premaman» disse sorridendo.

 

 

Tredicesima settimana, quarto mese:

 

Quel giorno Erza era seduta alla scrivania e stava scrivendo quella che sembrava una lunghissima lettera. Gerard si avvicinò a lei e le chiese sottovoce all'orecchio, baciandole la nuca: «Che cosa scrivi, amore?»

«Una lettera a Heart Kreuz» rispose lei.

«E perché?» chiese lui allibito.

«Perché ho bisogno di un'armatura premaman.»

«Cosa?»

«Polyushka ha detto che devo fare moto e quindi pensavo di ritornare ad allenarmi con la spada.»

«Ma lei per moto intendeva camminare! Non maneggiare una spada tagliente!»

«Non sarà tagliente. Ho chiesto a Heart Kreuz di mettere come arma una katana di legno, un bastone e dei pugnali sempre di legno.»

«Ma ti puoi comunque fare male!»

«No. L'armatura sarà antiurto. E poi so maneggiare abbastanza bene le spade da non ferirmi!»

«E se ricevi un colpo da quello con cui ti stai allenando?»

«Non mi allenerò con nessuno. Combatterò contro un albero.» disse lei cocciuta.

Gerard sospirò. Incinta o non, la sua Erza sarebbe stata sempre la stessa.

 

 

Diciassettesima settimana, quinto mese:

 

«Gerard! GERARD!»

Perché quella donna lo chiamava sempre quando era in bagno? Era per caso un talento naturale? In quel momento era sotto la doccia e quando si sentì la voce dolce di sua moglie urlargli dal salotto di venire subito, prese velocemente un asciugamano e corse verso di lei.

«Che cosa è successo?» chiese spaventato a sua moglie che era seduta sul divano e che si teneva la mano sulla pancia.

«Penso... forse il bambino si è mosso» disse girandosi verso di lui con un sorrisone che andava da un orecchio all'altro. «Ma perché sei mezzo nudo?» chiese quando si accorse in che stato fosse il ragazzo.

Lui si accorse in quel momento che aveva preso uno degli asciugamani piccoli, uno di quelli che non è neanche abbastanza grande per cingerti i fianchi completamente. Arrossì e se lo aggiustò meglio.

«Perché ero sotto la doccia.»

«Ah! Allora forse è meglio che tu ti vada a vestire.» disse lei con una risatina. «Aspetta! Vieni a sentire! Si sta muovendo!» strillò lei quando lui fece per andarsene.

Il futuro papà le si sedette vicino e le posò una mano sulla pancia che diventava sempre più grossa mano a mano che il bambino cresceva. Lo poteva sentire! Si muoveva! Guardò Erza senza parole.

«Chiudi la bocca che sembri un pesce lesso!» rise lei.

Lui si concentrò su quella piccola creatura che si dimenava dentro al ventre di sua moglie, tanto da non accorgersi che l'asciugamano si era spostato.

«E copri le tue grazie, per favore!» esclamò la rossa.

«Perché? Se no mi salti addosso?» la prese in giro Gerard.

Lei sbuffò.

«Vai a finire la doccia!»

Lui la osservò un attimo. Da quando era incinta, lei era diventata ancora più bella: i capelli di quel colore scarlatto che gli piaceva tanto, erano diventati più lucidi e folti e il seno più grande (anche se non l'avrebbe mai creduto possibile). Poi si alzò e ridendole in faccia, corse di nuovo in bagno.

 

 

Quindicesima settimana, quarto mese:

 

Gerard ed Erza erano sul palco della Gilda. Lui era al piano e stava suonando mentre lei era seduta su una sedia lì vicino e si teneva la mano sul pancione. La futura mamma aveva scoperto da poco che lui sapeva suonare e subito si era messa a schiavizzare il povero maritino obbligandolo a suonare il pianoforte della Gilda (che miracolosamente era sopravvissuto a tutte le risse) per stimolare il bambino a muoversi. Lui iniziò a suonare la canzone preferita del bambino ed Erza lo sentì scalciare.

«Se questo bambino diventerà un musicista, sarà tutta colpa tua» disse la donna sorridendo.

Gerard sorrise di rimando.

«Se diventerà un musicista più bravo di suo padre allora ne sarò molto fiero.»

«Allora cerca di diventare un buon pianista che non vedo l'ora di vederti sorpassare il papà.» disse lei parlando alla sua pancia.

«Oltre che ad un buon pianista diventerai un mago eccezionale perché saranno il tuo papà e la tua mamma ad insegnarti. Dovrai battere tutti i figli degli altri, compreso quel moccioso frignone di Laxus e Mira.»

Erza gli diede una pacca sulla spalla facendogli sbagliare un accordo.

«Akira è un bambino stupendo!»

«È un piagnone!»

«È una cosa normalissima! È ovvio che i bambini piangano da piccoli! Lo farà anche il nostro! Q-questo vuol dire che non vuoi più il nostro bambino solo perché piangerà tanto?» piagnucolò la futura mamma con gli occhi pieni di lacrime.

Oh no!” pensò disperato smettendo di suonare “Che cosa è successo adesso? Ha fatto tutto da sola! Ah già. Gli ormoni”

«Erza, solo perché Akira è un piagnone, non vuol dire che lo sarà anche il nostro! E poi il bambino piangerà solo quando ce ne sarà bisogno, ne sono sicuro.» disse cercando di tirarle un po' su il morale.

«Davvero?» sussurrò lei.

«Sì.»

«Ok.»

Gerard ricominciò a suonare (una ninnananna questa volta) nel tentativo di calmarla. Dopo un po' la donna disse: «Si è addormentato.»

«Come lo sai?»

«Lo so e basta.»

Si alzò dalla sedia e si sedette sul sellino del pianoforte, accanto a lui che continuava a sfiorare i tasti con le dita. Lei mise le mani vicino alle sue e provò a premere qualche tasto con poca convinzione, producendo dei suoni confusi e assolutamente non armonici.

«Dovresti schiacciare un po' più piano. Così.» disse lui, facendo la scala con la mano destra. Erza ci riprovò con scarsi risultati e sbuffò al proprio pancione: «Beh se proprio devi diventare un musicista, cerca solo di non prendere il tuo talento dalla mamma!»

 

 

Diciottesima settimana, quinto mese:

 

Erano tutti e due seduti sul letto e Gerard stava facendo un massaggio alla schiena ad Erza. Era da un po' che lei si lamentava di aver male alla parte bassa della schiena, infatti il giorno dopo sarebbero andati da Polyushka a farla controllare. Per ora però, l'unica cosa che potevano fare era provare a lenire il dolore con un massaggio e sperare che passasse.

«Fa ancora male!» si lagnò la rossa.

«Cerca di rilassarti» rispose lui.

«Come faccio a rilassarmi se sono in questa posizione scomodissima? Non posso neanche sdraiarmi sulla pancia!» si lamentò lei guardandosi il pancione arrabbiata.

Gerard sorrise intenerito e la abbracciò da dietro.

«Ora che mi ci fai pensare c'è un altro modo per farmi passare il male...» mormorò lei con un mezzo ghigno sul viso.

«Che cosa?» chiese lui ingenuo.

«Mi chiedi che cosa?» sussurrò lei girandosi verso il marito «Davvero non ti viene nessuna idea in mente? Sono delusa»

Sembrava che facesse le fusa. E c'era un unica volta in cui faceva le fusa: quando voleva fare sesso.

«Erza, no. Non possiamo farlo fino a che la gravidanza non sarà finita.»

«So che anche tu lo vuoi» disse lei sensuale, facendolo sdraiare e montandogli sopra.

«E-erza smettila!»

La donna iniziò a baciargli le labbra con irruenza e passionalità e Gerard stava quasi per cedere, quando lei si alzò di scatto, barcollò e corse in bagno.

Lui, ancora frastornato, guardò nel vuoto, stupefatto. Poi si tirò su e la seguì. Bussò sul legno duro della porta e sentì un trambusto dentro alla stanza. Poi la porta si aprì di scatto e ne emerse una Erza in mutande che con aria provocante disse: «Che ne dici? Continuiamo dove ci siamo interrotti?»

Gerard diede un'occhiata al casino che c'era là dentro e fece: «Sei per caso caduta?»

Lei fece una smorfia.

«Devi proprio chiedere una cosa del genere in questo momento?»

«Perché sei andata in bagno?»

Erza fece una faccia come quella di un bambino che è stato beccato dalla madre con il vasetto di marmellata in mano.

«Dovevo fare pipì...»

«Sapevo che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere. Polyushka mi aveva detto che ad un certo punto della gravidanza saresti stata... come dire? Allupata.»

«Ehi!» fece offesa.

«Tra poco il bambino nascerà e poi potremo fare tutto il sesso che vuoi, va bene?»

«Ok...»

Gerard sorrise e le diede un rapido bacio sulla guancia. Non vedeva l'ora di avere il loro bambino tra le braccia.

 

 

Ventesima settimana, quinto mese:

 

Erano a casa di Polyushka per la solita visita bisettimanale e come sempre lei stava tastando il ventre di Erza.

«Potresti andare sulla bilancia per favore?» chiese la curatrice.

«Certo.» rispose la ragazza lanciando un'occhiata a Gerard che si coprì subito gli occhi. Lei si vergognava tantissimo del suo aumento di peso e non voleva mai che suo marito sapesse quanto fosse “ingrassata”, nonostante lui le avesse detto un milione di volte che prendere peso durante una gravidanza fosse normale.

«Pesi di più del normale e la tua pancia è più grossa della maggior parte delle donne incinte. Avete pensato alla possibilità di avere dei gemelli?»

Dopo aver sentito questo Gerard sbiancò.

«Gemelli? Vuoi dire due?»

Polyushka lo guardò come per dire: “Certo che sono due! Ma sei stupido?”

Anche Erza era sorpresa: «Due bambini? Ne sei sicura?»

«Ovviamente non si può dare niente per certo. Potrebbe anche solo essere un neonato molto grosso. Comunque vi consiglio di scegliere altri due nomi per sicurezza.»

«In realtà non ne abbiamo ancora scelto nessuno...» disse Gerard a disagio. Ogni volta che quella donna lo guardava, lo faceva sentire come una foca ritardata.

«Oh davvero? Di solito quando due futuri genitori vengono qua hanno sempre una decina di nomi, uno più brutto dell'altro, da dare ai propri figli. Beh io vi consiglio di darvi una mossa.»

 

Quella sera nel letto, Erza aveva in mano un enorme libro dei nomi e lo stava sfogliando febbrilmente.

«Che cosa stai cercando?» chiese Gerard annoiato.

«Non lo so» rispose lei irritata.

«Se fosse una femmina volevo chiamarla Ultear. Mi ha aiutato moltissime volte ed è stata lei a farci mettere insieme. Le dobbiamo molto.»

«Sì, per me va bene. Ma se fossero due?»

«Se è un lui, volevo chiamarlo Ichiro.»

«Ma non scherziamo! Vuoi chiamarlo davvero 'primo figlio'? È un nome orribile e non ha neanche un briciolo di poesia!»

«Era solo un'idea!» cercò di difendersi lui.

«Che ne dici di Moe*?»

«No, sembra il nome di un gatto. E poi non è da femmina? A me piace Okami*.»

«Scommetto che si monterebbe la testa appena scoprirebbe che cosa vuol dire.»

«E Takeshi*?»

«Takeshi mi piace. Sarebbe proprio come la sua mamma» sorrise lei accarezzandosi la pancia.

«E se fosse una femmina?»

«Yuri* mi piace molto.»

«A me piace di più Yuu* o Yuuka*.»

«E se non fosse dolce? E se fosse come la sua mamma?» rise il futuro padre.

La rossa sbuffò.

«Allora la chiameremo Rin* o Noriko*! Così sarà una bambina altezzosa e odiata da tutti!»

«Che ne dici di Mai?»

«Non chiamerò mai la mia bambina 'biancheria'!» esclamò Erza scandalizzata.

«Non lo intendevo in quel senso.» sospirò il futuro padre.

«Ma potrebbero sempre capire male! Invece a me piace Umeko* o Ichigo*.»

«Sembra che tu voglia mangiartela!»

«Uffa! Non ti va bene niente! Ti piace Mei*?»

«Mmmh Mei. La piccola Mei. Sì mi piace» disse lui sorridendo.

«E quando diventerà grande sarà la grande Mei.» fece la futura mamma sorridendogli in risposta.

«E per l'ultimo nome maschile?»

«A me piace Katsuo*.»

«Sì anche a me.»

Erza si mise la mano sulla pancia.

«E a quanto pare piace anche a lui! Senti come scalcia!»

Gerard mise anche lui la mano sul pancione per sentire anche lui il bambino (o forse i bambini) muoversi allegramente.

Sono la mia famiglia” pensò, sorridendo come un ebete.

 

 

 

 

*Moe: germoglio, bocciolo

Okami: grande dio

Takeshi: guerriero

Yuri: giglio

Yuu: dolcezza

Yuuka: dolce fiore

Noriko: bambina cerimoniosa

Rin: dignitosa, severa, fredda

Mai: danza, biancheria, indumenti di lino

Umeko: bambina della prugna

Ichigo: fragola

Mei: germoglio di vita

Katsuo: vittoria dell'eroe

 

 

Angolino di Lily:

Ciao a tutti/e!

Grazie per essere arrivati fino in fondo! Questa storia l'ho scritta come regalo di compleanno per Kytalpha (che era ieri, ma non importa xD). Tanti auguri Kyt!

Questa storia è venuta fuori una sera che non avevo niente da fare mi sono messa a pensare a come sarebbe potuto essere il figlio di Gerard e Erza. Quindi mi sono messa a scrivere ma non avrei mai pensato che potesse diventare così lunga! Probabilmente riuscirò a scrivere un altro capitolo o forse anche due. Beh siamo proprio nel mezzo della gravidanza. Secondo voi sono gemelli? Oppure un bambino molto grosso? Sarà un maschio o una femmina? O due maschi e due femmine o un maschio e una femmina? Tutto questo lo scoprirete nel prossimo capitolo ;)

In realtà durante la gravidanza si potrebbe fare sesso perché il bambino è protetto, ma io pensavo che Polyushka non volesse correre rischi.

I nostri beneamati eroi (?) vogliono dare alla (ipotetica) bambina il nome Ultear. Perché? Perché lei ha salvato lo (stupendo) culetto del nostro caro Gerard diverse volte e perché ha fatto loro da Cupido nella mia altra storia Jerza (qui c'è il link).

Grazie per aver letto tutto questo capitolo (e questo angolino non molto -ino) chilometrico, se mi lasciate anche una piccola recensione mi farete tanto felice!

Probabilmente pubblicherò il prossimo capitolo (che non ho ancora scritto) entro due settimane, ma non contateci troppo!

Grazie ancora!

Lily

 

P.S.: Qui c'è il mio account fb e qui il mio blog dove ci sono anche altre mie storie :)

P.P.S.: Lo so che il titolo fa un po' schifo ma se ne trovo un migliore lo cambierò di sicuro ^-^

  
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