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Autore: GaruGaruaww    26/10/2014    2 recensioni
E se Jordan fosse sopravvissuto al colpo infertogli da Sebastian? Se Maia avesse qualcosa di altrettanto importante da dire al suo ragazzo e non 'ti lascio'?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jordan Kyle, Maia Roberts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-A proposito il tuo ragazzo è morto-
Queste furono le ultime parole di Sebastian Morgenstern, figlio di Valentine, il ragazzo dagli occhi neri come la pece. Maia era rimasta inginocchiata sulla sabbia gelida, con la testa di Jordan posata sulle gambe. La ragazza fissava dritto davanti a sè, era successo tutto troppo velocemente per concepirlo: il rapimento di Simon, il Praetor Lupus in fiamme, i corpi dei lupi mannari ricoperti di cenere, Jordan e il messaggio che Sebastian le aveva incaricato di riferire a tutti i Nascosti. Afferrò il telefono e per chiamare Bat, capo gruppo dei lupi mannari di New York in sostituzione di Luke che si trovava ad Alicante con la sua famiglia. Maia gli raccontò tutto senza tralasciare alcun dettaglio. Finita la telefonata si sforzò di guardare il corpo che giaceva di fronte a lei, il corpo di Jordan. Il ragazzo aveva gli occhi chiusi e il viso contratto in una smorfia di dolore, i capelli castani sporchi di cenere erano spostati dal vento, al collo teneva legata la collana del Praetor, con l’incisione a zampa di lupo incrostata di sangue e sabbia. Infine lo squarcio nel petto, era troppo per lei, le lacrime inziarono a rigarle il volto, si stese al fianco di Jordan, posando la propria testa sul petto di lui.
-Jordan- sussurrò. Per un attimo ci furono solo lei, il corpo del ragazzo e l’infrangersi delle onde del mare sulla spiaggia. Poi lo sentì, in lontananza, come un sussurrò, il battito del suo cuore. Alzò la testa di scatto, Jordan respirava, ma in modo irregolare, un rivolo di sangue gli colava dalla bocca. Maia lo fissava immobile, non sapeva cosa fare era nel panico, adesso che le si era riaccesa la speranza non poteva lasciarlo morire. In quel momento sentì un rumore di portiere, poco dopo lei e Jordan erano in macchina, diretti a New York.

Sangue, Vittime, Shadowhunters e Nascosti, Sebastian e il suo ghigno malvagio.
Maia si svegliò di soprassalto, nella stazione di polizia dei licantropi, casa sua. Bat stava accanto al letto dov’era seduta.
-Ti sei agitata nel sonno. Incubi?- Le chiese il ragazzo. C’era stato un periodo in cui avevano avuto una relazione, ora erano solo amici.
-Sì, incubi-. Si limitò a rispondere. 
-Jordan?- Chiese cercando di reprimere l’ansia della voce.
-Jordan…non è in pericolo di vita, ma ha varie costole rotte e un polmone ha riscontrato un taglio profondo. Magnus Bane dovrebbe essere qui tra poco-.
-E Simon? Lo avete trovato?-.
-Sì, sta ad Alicante con Luke e Clarissa-.
-Capisco. Posso vedere Jordan?-.
-Sarebbe meglio di no, sta riposando-.
-Allora aspetterò-.

Un dolore insopportabile gli stringeva il petto. Jordan si trovava steso su un materasso, o almeno così credeva, non sapeva in che posto si trovasse, sperava semplicemente che Sebastian non lo avesse rapito, ma scacciò quel pensiero, cosa se ne faceva un mostro di semplici Nascosti? Provò ad aprire gli occhi ma nessun muscolo rispose ai suoi comandi, cercò di parlare, ma al posto delle parole vomitò un flotto di sangue da sapore metallico. Il dolore tra le costole veniva a fitte, talmente forte da smorzargli il respiro. Ricordava esattamente quello che era successo, non riusciva a farsene un’idea, si era fatto rapire Simon da sotto il naso, se solo non gli avesse detto di andarsene da quel maledettissimo appartamento. Ricordava l’Ottenebrato che gli aveva attaccati mentre aspettavano il cibo Thailandese, sembrava una giornata tranquilla, Simon giocava alla Xbox seduto sul tappeto, mentre il divano era occupato da lui e Maia…Maia! Cosa le era successo dopo che era svenuto? Sebastian avrebbe potuto torturarla, forse lo stava facendo in quel preciso istante. I suoi pensieri vennero interrotti da un leggero pizzicore sulla pelle sopra il cuore e i polmoni, iniziò a sentire delle voci indistinte intorno a lui. Sentì il bruciore aumentare in un modo acuto per poi alleviarsi lentamente, i muscoli gli si rilassarono e riuscì ad aprire gli occhi. Per un momento vide solo figure sfocate, poi il volto di Magnus che gli sorrideva con quegli inquietanti occhi da gatto.
-Okay, tutto a posto, è tornato come nuovo, avrà ancora qualche dolorino, ma il peggio è passato- Stava dicendo ai lupi che lo circondavano. Jordan voltò il capo e si guardò attorno, sapeva dove si trovava, alla stazione dei licantropi. Ogni singolo membro del gruppo lo guardava, il ragazzo non riusciva a decifrare i loro sguardi, erano un misto tra sbalordimento, rabbia, paura, rassegnazione e robe simili. Maia era lì, appena lui posò lo sguardo su di lei, si avvicinò. Gli strinse la mano rivolgendogli un sorriso dolce che esprimeva rassenerazione.
-Jordan- disse lei, piano. Aveva gli occhi lucidi di pianto, si passò una mano sotto le palpebre bagnate. Avvicinò il viso al suo, ma lui si voltò.
-Meglio di no…so di…sangue- riuscì a dire, anche se con voce roca e bassa. Maia emise una breve risata.
-Dormi-.

Quando Jordan si svegliò, dalla finestra della stanza dove stava alloggiando entrava una luce fioca. Maia era accanto a lui raggomitolata su una sedia era sveglia e lo guardava.
-Quanto ho dormito?- Le chiese. Non pensava di sentire la sua voce così…normale.
–Circa due giorni-.
–Wow – fece una lunga pausa. 
–Maia, c’è qualcosa che devi dirmi?- la sentì trattenere il fiato. Nelle ultime settimane la ragazza si era allontanata da lui, si era chiusa in se stessa.
–Cosa ti fa pensare che abbia qualcosa da dirti?- Jordan sospirò e si mise a sedere sul materasso, puntò lo sguardo su Maia ma lei aveva il volto abbassato.
–Maia, ti conosco- Si avvicinò e le posò una mano sulla guancia accarezzandole, con il pollice, lo zigomo.
–Dimmi cosa ti tormenta-. La ragazza alzò lo sguardo, i loro occhi si incrociarono.
–Jordan, io…- Strinse le palpebre –Sono incinta- sputò tutto d’un fiato.
Jordan si scostò, guardandola con la bocca semi aperta, arrossì, non sapeva cosa dire e il fatto che Maia non lo guardava lo mise ancora più in imbarazzo.
–Ecco..è…è mio?- fu l’unica cosa che gli uscì, ma il fatto che Maia annuì lo rassicurò comunque. Jordan rimase in silenzio, poi scoppiò a ridere anche se ciò gli procurò una fitta di dolore al petto. Maia alzò lo sguardo.
–Avevi paura di dirmelo?-.
–Non solo, è che non mi sento pronta-. Jordan sorrise e le prese il viso tra le mani.
–Maia, qualunque cosa accada sappi che non sei da sola, questa partita la dobbiamo giocare entrambi e io non ti lascerò mai sola, perché il bambino che porti in grembo è il frutto del nostro amore-. Una lacrima rigò il volto della ragazza.
–Me lo prometti?- gli chiese, lui si avvicinò ancora di più finchè le loro labbra non si sfiorarono.
–Te lo giuro-. Si unirono in un bacio, un bacio che segnava una promessa. La promessa del loro amore.


/angolo autrice/
Come avrete sicuramente capito dalla One-Shot, sono una fan della coppia di Jordan e Maia. Praticamente questa storia ha iniziato a prendere spazio nella mia testa subito dopo aver capito che Maia non amava più Jordan e dopo che quest’ultimo era morto. Bene, non mi dilungo, spero che la mia mini-storia vi sia piaciuta. Commentate sia positivamente che negativamente. Adios :D.
   
 
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