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Autore: Violet_Pendragon    26/10/2014    1 recensioni
"Andiamo dalla mamma?" chiese il bimbo guardando Joker. "Si piccolino, andiamo dalla mamma" e incominciarono ad incamminarsi sull'asfalto bagnato della strada.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joker aka Jack Napier, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Joker si svegliò felice. Per lui essere felice voleva dire uccidere persone o far esplodere qualcosa, ed era proprio quello che aveva in mente di fare. Aveva organizzato tutto da qualche settimana ormai: voleva far esplodere un ponte coperto che collegava Gotham City fuori. Aveva posizionato barili di benzina e dinamite al centro del tunnel e sotto il ponte cosicché sia le persone che venivano e che andavano non sarebbero potute sopravvivere. Migliaia di morti e poco denaro sprecato.
Si alzò dal letto e incominciò a vestirsi con il suo completo viola comprato con i soldi rubati alla mafia. Si mise davanti allo specchio e cominciò a truccarsi. Mise più rossetto che poteva sulle cicatrici che andavano da orecchio a orecchio poi rinvigorì il nero sugli occhi. Passa una mano tra i suoi capelli verdi per poi prendere il coltello e tagliare qualche ciocca. "Capo siam..." tira il coltello e prende l'uomo che era appena entrato dritto immesso alla fronte. L'uomo cade a terra morto mentre Joker ride soddisfatto. "Quante volte ti ho detto di bussare? Bhe ora non servirà più" diede un calcio al cadavere poi qualcuno bussò alla porta. "Finalmente qualcuno ha capito" sussurrò. "Capo è l'ora" disse un uomo per poi andarsene via. Joker uscì dalla stanza per poi salire su un furgoncino nero con i finestrini oscurati. Dentro c'erano altri uomini ognuno con una maschera da pagliaccio. Il viaggio era breve. Passarono davanti alla polizia e questa non si accorse di niente. Era un rischio ma a Joker piaceva rischiare. Un uomo vicino a lui gli diede una pistola, ma lui la gettò fuori dal finestrino. "Io non uso le pistole" puntò un coltello sulla gola dell'uomo"io uso solo coltelli per assaporare le emozioni". Levò il coltello dalla gola dell'uomo per rimetterlo al suo posto, dentro la giacca viola. Passarono sopra il ponte e appena usciti da esso si accostarono da una parte per godersi lo spettacolo.
"Cinque....quattro....tre....due....uno....BOOM!". Nello stesso momento che disse questo le cariche posizionate sotto il ponte e dentro il tunnel esplosero. Si sentivamo le macchine andare l'una contro l'alta e i clacson che suonavano disperatamente. L'aria aveva uno strano odore ora: era un misto di pneumatici bruciati, fumo e benzina. Si sentivamo le urla delle persone e a Joker questo piaceva molto. Scese dalla macchina e fece un respiro avvicinandosi sempre più al tunnel per assaporare meglio le urla e l'odore. Ora l'aria sapeva di carne bruciata , carne umana. Era immerso nei suoi pensieri quando sentì il clacson di un camion e si spostò leggermente. Il camion gli passò a qualche centimetro di distanza, ma lui non urlò più che altro incominciò a ridere perché sapeva che quel camion sarebbe esploso. E così fu. Il camion entrò nel tunnel per non uscirne più. Una nuova nuvola di fumo uscì da esso e ancora si sentivano le urla strazianti delle persone. Si divertiva a veder soffrire la gente e ancor più a torturarle. Ma poi dalla nube di fumo si sentì un rumore. Non era un urlo ne un lamento ma una parola. "Mamma". Dalla nuvola uscì un piccolo bimbo paffutello che poteva avere più o meno tre anni. Indossava una maglietta a righe colorate strallata all'altezza dei gomiti e dei pantaloni verdi chiaro. Aveva solo una scarpetta sul piede sinistro. La scarpetta era nera laccata e si potevano intravedere i calzini a stelle che portava sotto. "Dov'è la mia mamma?" chiese il piccino tossendo. Joker lo osservava. Non si ricordava più come era fatto un bambino: non ricordava il loro odore, ne il colore delle loro guancette soffici e paffute. Era affascinato da quella piccola creaturina. Questa avanzava incerta e barcollante. "Sei tu la mia mamma?" chiese il piccolo per poi cadere ed atterare sull'asfalto facendo un piccolo lamento. Joker rideva osservando il piccolo. "Mamma sei tu?" insisteva il bambino "No non sono la tua mamma!" disse Joker facendo una smorfia. "Allora dov'è la mia mamma?" disse con una vocina dolce sbagliando anche qualche parola ogni tanto. "La tua manna è morta! PUFH! Andata!!" disse lui muovendo le mani in modo strano. "E dove è andata?" chiese il bimbo inclinando la testa e avvicinandosi di più al clown. Joker alzò gli occhi al cielo facendo una smorfia. "È in cielo!" disse indicando il cielo grigio. "E-e quando torna?" chiese lui guardarlo a sua volta il cielo. "Mai più" disse Joker. "Ma-ma allora chi mi preparerà la pappa?" chiese il bimbo abbassando lo sguardo."Nessuno" disse facendo una linguaccia al bimbo, ma mentre faceva tutto ciò arrivò un suo scagnozzo che non fece in tempo ad avvicinarsi al bimbo che Joker lo uccise. Il bimbo vedendo quella scena si mise a ridere come se fosse uno scherzo. "Sei buffo!" disse il bimbo ridendo. Joker guardava il piccolo un po' perplesso. Nessuno rideva quando le persone morivano, a parte lui. Quel bimbo gli ricordava molto se stesso e non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male così si avvicinò a lui e gli tese la sua mano guantata. Il bimbo la prese e strinse il dito del clown con le sue dita paffute. "Andiamo dalla mamma?" chiese il bimbo guardando Joker. "Si piccolino, andiamo dalla mamma" e incominciarono ad incamminarsi sull'asfalto bagnato della strada.
Ciao a tutti quanti. Devo dire che mi sono divertita a pensare a questa One shot. Tutto è nato immaginando Joker che fa cose normalissime e la prima che mi è venuta in mente era quella dell'incontro con un bambino. Spero che vi piaccia e se volete recensite pure. Evangeline Holmes
   
 
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